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Autore: Captainsweet99    21/06/2015    1 recensioni
Allora con tutta la grazia che contraddistingueva la piccola principessa, seppur contro voglia, si avvicinò e fece un inchino e disse>
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dopo l’incontro nel giardino, Emma e Killian furono impegnatissimi per i preparativi del compleanno di quest’ultimo, lei con il vestito e lui con l’accogliere gli ospiti, non c’era tempo neanche per respirare, arrivarono al giorno prima del ballo completamente sfiniti e confusi, non vedevano l’ora che tutta quella confusione finisse. Mentre ognuno tornava alla propria stanza visto l’ora tarda, si incrociarono per i corridoi, in realtà più che incrociarsi, si scontrarono, immersi com’erano entrambi nei loro pensieri, non si erano proprio accorti l’uno della presenza dell’altro, si ritrovarono entrambi a terra e si guardarono, solo per un attimo, ma quell’attimo durò un eternità.
Quando si riscossero, si alzarono di scatto, ma questa volta non scapparono l’una dall’altro e dopo un attimo di esitazione Killian fu il primo a parlare:
“Non mi fai gli auguri? È già passata la mezzanotte, sono diventato ufficialmente un uomo!!”
“A me sembri sempre lo stesso Killian, con quell’aria tra l’annoiato e l’innervosito, ma che se vuole e sottolineo se  v-u-o-l-e, può risultare simpatico” rispose e rise Emma
“Ah grazie! Del resto neanche voi vi smentite siete sempre la stessa mocciosa di anni fa”
“Mocciosa? A me? Se qui c’è qualcuno che può essere definito moccioso sei solo tu!”
“Va bene va bene, non cominciamo a litigare, dimmi pronta per il ballo, sai che siamo noi a dover aprire le danze!?!” disse alzando il sopracciglio con aria di sfida
“Eh? Cosa? Io, ballare, che scherzo è mai questo?”
“Come non lo sapevi?”
“Eh, no!”
“Non mi dire che non sai ballare!?!?” disse Killian trattenendo una risata
“Diciamo solo che non è il mio hobby preferito”
“Ecco lo sapevo, non sai ballare!” disse ridendo a crepapelle
“Perché tu si?”
“Si dà il caso che io sia un eccellente ballerino!”


“Bene, almeno sei capace in qualcosa!”
“Brutta impertinente!”
E comincio a rincorrerla…
Si fermarono davanti a un enorme balcone che dava sul mare, senza fiato; Emma si appoggiò al davanzale guardando la luna piena
“Non dovremmo essere ancora svegli, se ci scoprono siamo fritti!”
“Hai paura?”
“Certo che no, dico per te, se ti vedono qui addio ballo!”
“Me ne farò una ragione!”
“Non ti interessa la festa?”
“No, mi ci ha costretto mio padre, dice << sei diventato un uomo, è ora che ti presenti agli occhi della società>> e cose simili, uffa che noia”
“Ritornando a noi , tu non sai ballare mentre io sì, che ne dici se ti insegno qualcosa, giusto le basi, così domani non mi pesti i piedi davanti a tutti?!”
“Non lo farei mai!! Bè forse sì!!! D’accordo mister so tutto io forza iniziamo!!”
“Ok, avvicinati e appoggia la mano sinistra sulla mia spalle e la destra sul mio braccio, per il resto lascia fare a me, guido io!”
Emma fece ciò che le venne detto, non senza imbarazzo, visto che anche se si conoscevano fin da piccoli Killian era sempre e comunque un ragazzo, non poco affascinante tra l’altro doveva ammetterlo.
Cominciarono a volteggiare, uno due tre volte, sembrava che volassero a pelo d’aria, erano leggeri, poi però Emma pestò un piede al principe, che stava per capitombolare, ma non successe perché la principessa lo sorresse, questo li portò ad avvicinarsi più del dovuto, arrivarono ad avere le facce così vicine che potevano sentirsi il respiro a vicenda, si fissarono negli occhi, sorpresi, ma non infastiditi.
Killian non riusciva a respirare, non sapeva cosa gli era preso, cosa stava facendo? Perché non si spostava? Eppure sentiva il desiderio di rimanere così di non muoversi; Emma aveva il cuore che le batteva a mille, ma perché? Era Killian il principe suo amico di infanzia, perché gli faceva questo effetto? Cosa stava succedendo? Perché aveva le farfalle nello stomaco e un incredibile e irrefrenabile desiderio di baciarlo?
Queste emozioni durarono pochi secondi quanto la loro vicinanza, perché a un certo si sentì qualcuno che si schiariva la gola tossendo per segnalare la propria presenza, era Neal che aveva sentito dei rumori ed era  andato a controllare.
Neal era diventato anch’esso un bel ragazzo, con intensi occhi nocciola e capelli corti e castani, era più basso di Killian, ma ben piantato.
Aveva provato una sensazione di fastidio a vedere il principe e la principessa così vicini, del resto era sempre stato legato a Emma da un profondo affetto, che si era trasformato con il tempo in amore, un sentimento però non ricambiato, perché lei aveva in mente qualcos’altro, o qualcun altro a quanto pare.
Quel momento magico svanì in un istante e l’emozione lasciò spazio all’imbarazzo.
“Be-bene Emma avete imparato velocemente i passi, siete pronta per domani! Adesso è tardi meglio che vada” disse Killian imbarazzato
“G-grazie Killian siete stato molto gentile, anche io dovrei andare, buona notte” disse Emma balbettando
“Neal avevi bisogno di qualcosa?” continuò
“No, no avevo sentito dei strani rumori ed ero venuto a controllare, ma vedo che è tutto a posto. Buonanotte vostre altezze” e andò via
Killian e Emma si guardano un ultima volta con sguardo d’intesa ma che era a col tempo insicuro e incerto, entrambi sapevano che c’era stato qualcosa, ma nessuno dei due sapeva dire cosa, ora però era l’ora di andare a letto, il giorno dopo sarebbe stato un grande giorno per uno dei due, o forse per entrambi…
La giornata inizio già dalle prime ore del mattino in modo frenetico, non c’era da stare fermi con un evento a un passo dal suo inizio; Emma era circondata dalle sue cameriere che la ricoprivano di cipria e trucchi vari e le torturavano i capelli dalle prime luci dell’alba, non aveva neanche fatto colazione e aveva sonno, sì perché quella notte non era proprio riuscita a chiudere occhio e del resto come poteva visto quello che era successo con Killian, sembrava un sogno, non sapeva neanche lei dire il perché, ma non sembrava fosse successo davvero  tanto in quel momento erano avvolti in un aura da fiaba; bene, però adesso doveva prepararsi e non fare tante storie, presto sarebbe venuto il suo momento di intervenire alla festa del principe e doveva essere pronta, niente scuse, niente sorprese, niente imbarazzi. MA COME FARE A NON ARROSSIRE DAVANTI A LUI?
Intanto Killian era già da ore in giro per il villaggio in carrozza per omaggiare i sudditi con la sua presenza, in realtà ci era stato costretto, avrebbe preferito rimanere in camera fino all’ora del ballo, ma non poteva, la politica è importante, diceva suo padre, ma lui non era proprio dell’umore, aveva un gran mal di testa e non si reggeva in piedi, forse per le poche ore di sonno fatte o forse per quel tarlo che da un paio di giorni a quella parte lo opprimeva. E se? E se? No non poteva essere…ma, e se quelle sensazioni fossero state dovute alla principessa? No era impossibile, erano cresciuti insieme, non poteva provare una cosa simile, probabilmente era solo lo stress per il ballo…
Verso le sei del pomeriggio la sala comincio a riempirsi di invitati.
Naturalmente a Killian spettavano gli onori di casa essendo il festeggiato e quindi doveva accogliere uno per uno ogni invitato presente alla festa e intrattenerli il più possibile, quel ballo stava risultando proprio uno strazio; Emma, era ancora fuori dalla sala, ma anche arrivare fino a lì era stato faticoso, non riusciva a camminare con quel vestito di un rosso acceso, che le avrebbe lasciato sicuramente i segni sulla milza per quanto era stretto per non parlare delle scarpe, le sembrava di camminare in punta di piedi da ore, chissà quante vesciche avrebbe trovato nei suoi piedi il giorno dopo, ma pazienza, lo doveva fare per Killian, era il suo giorno e lei doveva partecipare senza lamentarsi e senza battere ciglio; tre ore dopo tutti gli invitati erano arrivati e occorreva iniziare le danze, ma Emma che non era in sala, doveva fare, anche non essendo la festeggiata, un entrata trionfale, dalla grandinata principale.
A un certo punto tutti in sala sentirono il rumore del portone che si apriva e si girarono per vedere la principessa del regno ospitante il principe festeggiato; apparve loro davanti agli occhi una bellissima donna con i capelli all’indietro in una crocchia con in mezzo petali di fiori bianchi e due ciocche di capelli che le cadevano al lato del viso a incorniciarlo, il vestito era molto vaporoso, segnava bene la sua figura mostrando non più del necessario per far rimanere estasiata la parte maschile della sala e far morire di invidia quella femminile; di certo però quello non era il suo obbiettivo, non faceva neanche caso a quelle occhiate, la principessa involontariamente, stava cercando con lo sguardo qualcuno in particolare, qualcuno che si distingueva dagli altri uomini in sala per l’alta uniforme e ancor di più per gli occhi azzurro mare così intensi e a col tempo sfuggenti; non ci volle molto per trovarli, perché quegli occhi guardavano proprio lei, con uno sguardo confuso e estasiato, non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, pur sapendo di doversi muovere, perché doveva ballare, sì ballare con lei, era suo dovere, ma come fare se gli tremavano le gambe?
Si mossero entrambi lentamente, lei scendendo le scale stando attenta a non cadere e a mettere un piede davanti all’altro senza incespicare nelle pieghe del vestito, lui con le gambe come la gelatina che si avvicinava a lei per aiutarla ad arrivare al centro della sala; a un certo punto però la principessa non riuscì più a mantenere il controllo dei propri piedi e cadde in avanti, in quel momento pensava alla vergogna che avrebbe provato di lì a poco e al dolore che certamente sarebbe stato intenso, se non che ci furono due braccia forti a impedirle di cadere, di chi erano? Si girò per vedere il viso del suo salvatore e vide quello del principe, che era corso verso di lei prontamente appena si era accorto che aveva perso l’equilibrio, di nuovo come la sera prima si trovarono parecchio vicini, ma stavolta non ebbero dubbi, si rimisero a posto e andarono verso il centro della sala.
“Grazie” disse Emma all’orecchio di Killian. Il principe sorrise…
La musica iniziò e i due si misero in posizione e incominciarono prima piano poi più velocemente a girare e girare, seguiti poi dal resto della sala; arrivarono alla fine della canzone senza inciampare, ma anche senza parlare, c’era un silenzio assordante tra loro, inspiegabile e pesante; cessata la musica si allontanarono, verso la stessa direzione quasi si fossero dati appuntamento prima, ma no invece era stato l’istinto a dire a entrambi di uscire perché avevano bisogno di parlare, di chiarire; a pochi passi dall’uscita si pararono davanti a loro i genitori di lei e il padre di lui arrestando la loro flebile corsa verso la libertà.
“dove andate?” disse Biancaneve
“Già Killian questa è la tua festa devi stare in sala” disse re Eric
“Sì, ma…” Killian guardò Emma, pallidissima in volto e continuò “ma Emma non sta bene, la stavo accompagnando a prendere una boccata d’aria, torneremo subito non preoccuparti padre”
“Mmm…” disse indeciso il re “ok andate ma non allontanatevi troppo dal palazzo e se c’è bisogno di qualcosa mandateci subito a chiamare”
Entrambi chinarono la testa in un sommesso inchino e superarono i propri genitori
“James, ma tu credi che…” disse accompagnando con uno sguardo di intesa queste parole al marito
“Si Neve direi di sì”
Intanto Killian ed Emma erano arrivati in giardino, ci erano arrivati correndo, prima però Emma si era tolta i tacchi, non li sopportava proprio più; si sedettero su una panchina davanti al lago dei cigni di palazzo, erano belli, bellissimi e a Biancaneve ricordavano la figlia, simile a quelle creature perché fiera ma a col tempo fragile; stettero in silenzio per diversi minuti, la prima che ruppe il silenzio fu Emma:
“Killian che ci sta succedendo?”
“…”
“C’è qualcosa che non va lo senti anche tu vero?”
“…”
“Forza parla, il muro è più loquace di te in questo momento”
“Ehm…”
“Si!?”
“Credo che riguardi ieri sera” disse Killian
“Ma no cosa dici e poi cosa sarebbe successo ieri sera scusa?”
“Bè quando mi hai afferrato per non farmi cadere e poi Neal è apparso all’improvviso, ecco il momento che è intercorso tra una cosa e l’altra è stato un po’ strano no?”
“ Bè ma no eravamo solo agitati per la festa di oggi niente di più e poi era tardi…”
Ma che cosa diceva? Pensava dentro di sé Emma, sapeva bene cosa era successo, ma continuava a negare l’evidenza, del resto come poteva fare altrimenti, insomma Killian, si detestavano da anni e ora che cosa diavolo era preso a lui e soprattutto… a lei
Cominciò a camminare avanti indietro davanti agli occhi confusi di Killian, che non sapeva come rassicurarla o chiarirle le idee.
“Ma sì sarà stato soltanto una scarica di adrenalina dovuta allo stress di questi giorni oppure l’aria, ma sì l’aria di questi giorni gioca brutti scherzi alla mente delle persone, me lo sarò immaginata e poi tu non hai detto niente, forse è solo una mia impressione, forse anzi sto facendo la figura dell’idiota perché alla fine non è successo niente, dannazione, sì sono io, probabilmente sto andando fuori di testa.”
Emma continuò per dieci minuti buoni a parlare e a camminare avanti e indietro, tirando fuori teorie scientifiche e cose varie per dare una spiegazione a quella situazione, mentre Killian pensava e pensava al perché fosse così difficile trovare una spiegazione plausibile all’elettricità che si era creata la sera prima tra loro due, allora capì: si doveva lasciare guidare dall’istinto e fare quello che quest’ultimo diceva anche se poteva sembrare avventato.
All’improvviso si alzò e si pose davanti a Emma, che sorpresa fece un salto all’indietro, Killian le pose le mani sulle spalle e la guidò sino alla panchina facendola sedere:
“Senti Emma ora calmati, fai dei respiri profondi…””
“O ok” sospirò  Va bene ecco sono arrivata a una conclusione, è stato tutto un equivoco, scusami di….”
Non riuscì a finire la frase, era stata interrotta da qualcosa di inaspettato, sconvolgente, ma bellissimo, un bacio, delicato e al tempo stesso sicuro, da colui dal quale lo aveva tanto desiderato ma al quale non osava dichiararsi, aveva paura di essere diventata pazza, come poteva essere, perché proprio lui?
Quando Killian si staccò dal bacio non credeva a ciò che aveva fatto, forse era stato troppo impertinente:
“Scusami Emma non dovevo, perdonami non lo farò mai più”
Emma a quelle parole sgranò gli occhi, perché le facevano così male, non aveva per niente sbagliato, perché si sentiva così male…
Killian intanto aveva abbassato gli occhi ed era arrossito per la vergogna, non che fosse la prima ragazza che baciava in diciotto anni, ma con lei era diverso, era tutto diverso con lei e poi… un secondo bacio inaspettato quanto il primo, ma questa volta dato da Emma, lo aveva preso per il colletto della giacca e aveva avvicinato a sé e lo aveva baciato, questo contatto era stato più sicuro del primo più passionale, più coinvolgente, era stato voluto, cercato, atteso.
Durò quasi un minuto e quando si staccarono dal bacio erano entrambi senza fiato e senza parole, ma felici, la felicità trapelava dagli occhi di entrambi, non c’era bisogno di parole, entrambi ormai avevano capito “cosa era successo”, quel momento non poteva essere rovinato da nessuna parola, doveva rimanere così silenzioso, ma così sconvolgente nei loro cuori…
Ma come si dice i momenti belli durano poco, infatti a un certo punto si senti la voce di Biancaneve che gridava:Ragazzi tornate in sala è l’ora della torta, che ci fate ancora in giardino??”
Emma saltò subito su essendo spaventata dal fatto che la madre potesse accorgersi di quello era successo; anche Killian si alzò di scatto e entrambi fecero cenno a Biancaneve che stavano arrivando, ma prima si presero la mano e si guardarono dolcemente un ultima volta per quella notte…
Al termine della festa era ormai notte fonda e ognuno tornò nelle proprie stanze, ma c’erano due persone all’interno del castello che proprio non riuscivano a dormire ed era la seconda volta in una settimana, purtroppo o per fortuna sembrava che  quella di restare svegli durante la notte sarebbe diventata un abitudine….
 

































































































L'autrice: Salve a tutti, per quelli che seguono la mia fanfiction scusate per la lunga attesa, ma come vedete questo capitolo è altrettanto lungo; l'idea mi è venuta subito, ma metterla in pratica si è rivelato arduo, anche perchè se avete notato ci sono molti più dialoghi del solito, spero mi siano riusciti abbastanza realistici. Nell'insieme sono soddisfatta del mio lavoro, ora sta a voi decidere se è vi piace o meno. Per ora vi saluto, a presto con il seguito :)
Mi raccomando recensite <3 <3
   
 
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