Mentre Lucy veniva messa all’asta, Caspian ed Edmund cercarono un modo per liberarsi da quella cella buia e puzzolente. Il più grande cercò di dare calci alle grate, ma senza successo. “E’ inutile, non si può uscire da qui.” Disse una voce nell’ombra che raffigurava un uomo vecchio, malconcio, secco. Ma Caspian lo riconobbe, era Lord Bern, imprigionato anche lui. “Voi mi ricordate un re che in passato ho tanto amato.” Gli disse il vecchio non appena lo vide. “Quello era mio padre.” Continuò Caspian. L’uomo si alzò subito a fatica per stringergli la mano calorosamente, quando da fuori si udirono delle grida di una bambina. Edmund si affacciò per vedere e notò che una famiglia era stata appena separata: la moglie veniva portata via attraverso un carro e poi su una scialuppa in mezzo a tanta altra gente. “Ma dove li stanno portando?” domandò Edmund. “Continuate a guardare.” Rispose il Lord. Dopo che la scialuppa ebbe raggiunto il mare aperto, intervenne una nebbia fitta e verde che ricoprì le persone, facendole sparire. “Dove sono andati?” chiese Caspian. “Nessuno lo sa. Ogni giorno la nebbia porta via decine di persone che non tornano più.” Spiegò Lord Bern. “Bisogna trovare Emily e Lucy!”
“Io offro 150 per lei!” gridò un uomo, riferendosi ad Emily. Le fu messo un cartello con su scritto Sold. Poi, toccò ad Eustace. “Può sembrare piccolo, ma è forte.” Disse il venditore. “Ve ne libero io. Anzi, vi libero di tutti quanti!” esclamò un altro uomo con un cappuccio. Improvvisamente se lo tolse e il mantello scoprì Ripicì e il capitano del veliero. Da altri angoli della città intervennero altri soldati di Narnia, mentre Edmund, Caspian e il Lord venivano tirati fuori dalla cella. Ripicì libero dalla catene i suoi amici, così che potessero uccidere chi gli sbarrasse la strada.
Gli abitanti della città furono contenti che quelle minacce fossero state sconfitte, così non dovevano più rischiare di esser venduti o dati in pasto alla nebbia. “Mio re!” chiamò il Lord,che aveva in mano una spada rovinata e vecchia. “Mio signore, lei è Emily, mia sorella.” Disse Caspian. “La figlia perduta! Oh, che piacer conoscerla!” esclamò l’uomo, stringendole la mano. Emily gli diede la mano un pò scossa e cercò di fare un sorriso, poi le porse la spada. “Ce ne sono sette di queste spade e vanno riunite alla tavola di Aslan, solo così potrete sconfiggere la nebbia.” Spiegò egli. “Grazie mio signore.” Gli disse Emily e non appena si fu allontanato, la consegnò ad Edmund. “Voglio che la tenga tu.” Edmund la ringraziò con un sorriso divertito. “Che c’è? Almeno qui sanno chi sono. Sono la loro regina e non la quinta Pevensie di cui nessuno sa l’esistenza.” Commentò Emily, mentre tornava con la scialuppa verso la nave. “Sai, dovresti essere più sicura di te stessa.” Continuò Edmund. Emily si limitò a remare e non a pensare a quanto avrebbe voluto avere quella sicurezza che aveva anche suo fratello.