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Autore: Chrystal_93    21/06/2015    3 recensioni
Avrei potuto anche intitolarlo "Le avventure da genitori di Belle e Rumple tra pannolini, urla e sorrisi", tanto per rendere meglio l'idea sul contento di questa raccolta.
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#12 cap: “Hai visto quanto muschio, Rose?” chiese Belle. [...] “E pensa che ogni albero col muschio può essere la dimora di un tipo molto speciale di fate.” Rose girò di scatto la testa per guardare il padre.[...] "Quando passano gli umani, si nascondono. Vengono fuori soltanto se una bella e buona fanciulla, in particolar modo amante degli animali, sta vagando per la foresta. Se il suo cuore è puro, la proteggeranno da ogni male. [...] Si dice che tessano sul fuso e sull'arcolaio. E inoltre hanno il potere di trasformare le foglie in oro.” “In oro?!” esclamò la figlia.” “Sì. È per questo che, in autunno, le chiome di alcuni alberi risplendono nelle ore del tramonto.”
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vita da genitori

 
"Il segreto del canto risiede tra la vibrazione della voce di chi canta e il battito del cuore di chi ascolta."
Khalil Gibran


 
Rumplestiltsing
(Un mostro di mamma 2)

 

“Rumple, dovresti essere tu a dirmelo!”

“Ma devo sistemare tutto, se avesse bisogno di qualcosa...”

Belle si osservò allo specchio. Si era messa un vestito blu, con alcune balze sulla vita per coprire la pancia che ancora non era tornata come prima della gravidanza.

Rose aveva ormai sei mesi e suo marito le aveva inaspettatamente chiesto di uscire una sera, vedendo che era parecchio esaurita, dal nomento che stava tutto il tempo tra pannolini, rigurgiti e strani pupazzetti che saltellavano in televisione.

Certo, la piccola s'incantava quando lei le leggeva le favole, ma non poteva passare tutto il tempo così. Tra un paio di mesi, forse, sarebbe tornata al lavoro, ma non poteva immaginarsi di staccarsi da lei né tantomeno di mostrarsi in pubblico in quelle condizioni. Era sorpresa che Rumple volesse ancora toccarla a fine serata, con indosso una maglietta sformata e piena di macchie, i pantaloni larghissimi della tuta e i capelli che da mossi e splendenti erano passati a crespi e smorti.

Così, occupando ben due ore e mezzo di restauro, era riuscita a guardarsi allo specchio, senza fare troppe smorfie.

L'unico problema della serata era stato far capire al marito che non potevano portare la bambina con loro. Non sapendo bene a chi lasciarla -e dopo averlo convinto-, avevano analizzato varie possibilità e alla fine erano giunti alla conclusione che solo Moe, essendo il nonno ed essendo disponibile, poteva essere all'altezza.

Tuttavia, nonostante interrogatori su come l'avesse cresciuta e liste compilate e lasciate in giro per la casa, Gold era ancora intento a mettere in sicurezza tutta la casa e a lasciare in ogni stanza almeno 5 post-it con i numeri d'emergenza. Tutti i numeri possibili d'emergenza.

Era per quello che ci stava mettendo un sacco, molto più di quanto aveva impiegato lei per rendersi presentabile.

“Rumple, mio padre conosce il numero dell'ospedale. E anche quello di Granny.”

“Sì, ma magari con lo stress potrebbe dimenticarsene.”

“Vuoi lasciare anche qualche aggeggio magico in giro per poterlo controllare tutto il tempo?”

Gold alzò il capo. Era in ginocchio sul tappeto del salotto, intento a coprire gli angoli del tavolino con scotch e pezzi di stoffa.
“Tipo una telecamera? Ma perché non ci ho pensato prima!”

Belle alzò gli occhi al cielo e fece per aprir bocca quando suonarono alla porta.

“Papà!” lo accolse Belle.

“Belle!” la abbracciò lui. “Ho portato un peluche per Rose. E' simile a uno che avevi quand'eri piccola, ti piaceva tanto...”

“Grazie papà, vieni.” disse, prendendolo a braccetto e scortandolo in salotto. “Non dovremmo fare tardi. Rumple ti ha lasciato tutti i numeri in giro, in caso di forte amnesia...”

“Sì.” disse Gold, schiarendosi la voce. “E i biberon sono già pronti, c'è anche quello col succo di frutta, mentre quelli con il latte sono bianchi...”
“Oddio.” sospirò Belle.

Moe, intuendo la situazione, si affrettò a dire. “Ma sì, ma sì. Andrà tutto bene. Divertiti, figlia mia. Sembri così stanca da un bel po' di tempo...”

“Grazie, papà.” disse lei, abbracciandolo. Poi, presa la borsetta, si voltò verso il marito che non sembrava intenzionato a mollare la figlia.

Dopo un'occhiataccia, Gold lascio la bambina tra le braccia del nonno e, ancora riluttante, uscì.


 

“Pensavo prendessimo i soliti hamburger.” disse Rumple, finalmente calmo.

“No, non credo di poter... Forse è meglio un'insalata.” Belle si morse il labbro.

Quando arrivarono le ordinazioni, Gold fissò la moglie.

“Ti piace davvero quell'insalata?”

“Sì, perché?”

“Perché per la nostra prima uscita pensavo volessimo ripercorrere... be' lo sai.”

“Bisogna anche cambiare.”

“Belle.” disse lui.

“D'accordo. Non posso permettermi un hamburger in queste condizioni.”

Gold la fissò preoccupato. “Quali condizioni?”

“Sono ancora enorme.”

L'uomo poggiò le mani sul tavolo, distolse lo sguardo dalla donna e scoppiò a ridere.

“Non c'è niente da ridere! Tu non hai dovuto portare in grembo nostra figlia per nove mesi!”

Gold allungò la mano e prese quella della moglie. “Amore mio, non sto ridendo di te. Sei magnifica, non solo stasera. E anche con qualche chilo di più ti desidero e ti amo come il primo giorno.”

“Mi rinchiudesti nelle segrete il primo giorno.” disse lei.

“Be'...” cominciò lui, agitandosi sulla sedia.

Belle sospirò e tornò ad addentare le sue foglie d'insalata.

Gold osservò la moglie e, senza dire niente, alzò una mano per ordinare un'insalata anche per lui.

“Non dovevi.” disse lei.

L'uomo, sempre sorridendo, prese il suo hamburger e lo tagliò a metà.

“Facciamo così, mangerò l'insalata e questa metà. L'altra è per te.”

“Non credo...”

“Belle, ti prego. Fallo per me. Sarà come... quella storia che hai letto a Rose l'altra sera. Quella coi cani...”

“Lilly e il vagabondo?”

“Esatto!”

“Ma loro condividevano un piatto di spaghetti.”

“Se vuoi ordino anche quelli. Sarebbe più romantico.”

Gold stava di nuovo per alzare la mano quando lei lo fermò. “Va bene, va bene! Mi arrendo.” sorrise lei.

Mentre mangiava la sua metà di hamburger -la metà più grande-, Gold sorrise, pensando che anche col ketchup sulla faccia la moglie non poteva essere più bella.


 

“E alla fine tuo nonno ha sconfitto mille orchi. Ma proprio mille!”

Moe era seduto sul divano, con la bambina tra le braccia che lo osservava con la bocca aperta, mezza occupata da un pugnetto.

Aveva un po' esagerato col numero di orchi affrontati, ma la bambina sembrava così catturata che lui non se ne pentì. Con gli anni avrebbe diminuito il numero, tuttavia per ora andava bene così.

“Aspettami qui Rose, vado a controllare se il latte è caldo.”

Andò in cucina e, dopo essersi scottato alcune volte il polso -in fin dei conti, ai suoi tempi, Belle era stata allattata da Colette- tornò in salotto.

La bambina però non era più sul divano.
“Rose?” la chiamò. “Non mi avevano detto che già gattonavi così velocemente.”

Dopo cinque minuti di ricerca, Moe cominciava a preoccuparsi. Dove poteva essere scappata una creatura così piccola come la nipote?

Fu proprio in quel momento che sentì alcuni versi. Girò la testa e la vide. Rose si era piazzata sopra l'ultimo scaffale della libreria.

“Come hai fatto ad arrivare lassù?”

Più tentava di avvicinarsi e più la piccola si ritraeva. Per paura che potesse cadere, rimase fermo a guardarla, pronto ad avvicinarsi repentinamente per riacciuffarla.

Quando era sul punto di fare progressi, ancora in bilico sulla sedia su cui era salito, sentì la porta d'ingresso aprirsi.

Se prima Rumple stava sorridendo, stringendo a sé la moglie, vedendo quella scena, si fermò di colpo.

“Rose!” strillò. Moe scese e lasciò salire il padre che riuscì a riprendere la figlia.

“Io... Io mi sono allontanato un attimo e non so come sia salita...”
“Come sia salita?! Dovevi stargli attento!” strillò Gold, stringendo tra le braccia la piccola.

“E' stata così veloce, non so davvero. Come un gatto...”

“Mia figlia non è un gatto!”

“D'accordo, Rumple, calmati, non è successo niente. È capitato anche a me che Rose sparisse, è veloce.”
“Rose non è un gatto. E dovevi solo starci attento! È tua nipote!”

“Lo so benissimo!” tuonò Moe.

“Rumple...” tentò di calmarli Belle, senza riuscirci.

I due si misero a urlare talmente tanto che ben presto Rose si mise a piangere.

“Oh no.” Belle, che aveva in braccio la piccola, tentò di cullarla e calmarla ma senza effetto.

Gold si girò verso la piccola e, prima di raggiungerla, puntò un dito contro il suocero.

“E' l'ultima volta che tieni da solo Rose!” poi, prendendola la figlia dalle braccia della madre, se ne andò di sopra, con la piccola ancora urlante.

“Mi dispiace Belle, io davvero non so come abbia fatto. Un attimo era sul divano e quello dopo era lassù. Non me lo so spiegare, ma sono stato veloce, ne sono sicuro!”

“Stai tranquillo, papà. Rose è veloce; è capitato anche a me. E anche a Rumple, ma lui è iperprotettivo. Ti prego, scusalo.”

Moe, ciondolando un po', si avviò verso l'uscita. “Be' io avrei reagito peggio di lui. Mi spiace davvero, Belle. Non voglio che non mi facciate più vedere la bambina per questo...

“Che dici! Vedrai che Rumple si calmerà e ti chiamerà per le scuse.”
“Non ne sarei così sicuro. Quel mos...”
“Papà.” lo avvertì lei.

Moe grugnì e con gli occhi bassi mormorò: “Scusa ancora, davvero.”

Belle sorrise e lo abbracciò prima di lasciarlo andare.

Quando chiuse la porta, sospirò. Non ci voleva. Era sicura che Rumple si sarebbe calmato, ma era altrettanto sicura che la piccola avrebbe urlato tutta la notte.

Si tolse i tacchi, lasciandoli in giro.

Andò in cucina a prendere un biberon e, quando salì, sentì il pianto della figlia attenuarsi.
Gold era riuscito a calmarla di nuovo. In punta di piedi, si avvicinò alla porta semichiusa della stanza della figlia e rimase sorpresa.

Rose era in braccio al padre che stava cantando per lei. E più andava avanti con la canzone più lei si calmava, fino ad addormentarsi.

“Non ci credo.” sussurrò. Finalmente, dopo mesi di pianti disperati e mille tentativi per calmarla, Belle aveva scoperto il segreto di suo marito.

Prima che potesse scoprirla, mentre Rumple riponeva la bimba nel lettino, sgattaiolò in punta di piedi sino alla loro camera da letto.

Quando il marito arrivò, lei si era quasi già cambiata.

“Non ci posso credere. Ha lasciato nostra figlia sola, libera di farsi del male.”

“E' stato un incidente.”
“No! Mica è un gatto nostra figlia. Si sarà attardato, è sicuro. Dovevo metterlo quell'aggeggio magico per sorvegliarlo.” disse lui, mettendosi sotto le coperte vicino alla moglie.
“Non farai nulla di ciò. Anzi, domani lo chiamerai e gli chiederai scusa.”
Gold spalancò gli occhi. “Belle! Non farò nulla di simile. Nostra figlia poteva...”
“Ma non l'avrebbe mai lasciata cadere! Lo sai benissimo e lo hai attaccato troppo duramente. Per questo domani farai ciò che ti ho detto.”

“No.” mugugnò lui, scivolando sotto le coperte.

“Oh, lo farai invece.” disse Belle, avvicinandosi al marito e alzandosi sui gomiti fino a spuntare oltre le spalle dell'uomo. “Oppure un giorno ti registrerò e farò sentire a tutti le tue doti canore.”

Gold aprì la bocca e, subito, si girò, mettendosi a sedere.

“Tu cosa?”

“Finalmente ho scoperto come fai a calmare nostra figlia! Quando avevi intenzione di dirmelo?”

“Ecco io...”
“Ecco. Quindi domani lo chiami e lo inviti anche a pranzo.”
“Ma Belle...” protestò lui, mentre la moglie, con un sorriso soddisfatto sulle labbra, si girava sul fianco, dandogli le spalle.

“E cucini tu.”

“Belle...”
Sempre sorridendo, aggiunse: “Lo so. Ti amo anche io. Buona notte, Rumplestiltsing.”

“Belle!” strillò lui, mentre la moglie scoppiava a ridere.




Note dell'Autrice
Eccomi! Sono in ritardo rispetto  al mese scorso,  ma sono comunque soddisfatta di avercela fatta.
Due capitoli fa avevo mostrato una Belle stanca per le poche ore di sonno e distrutto per la frenetica e impegnativa vita da mamma. Così, questa volta, ho voluto darle la rivincita e anche concludere quel capitolo, facendo scoprire a Belle il segreto di Rumple per calmare la piccolina.
Spero di non aver fatto una schifezza. 
Ringrazio tantissimo Euridice100, Elema e S05lj per aver recensito lo scorso capitolo. Un grazie grande va anche a chi legge, segue, ricorda e preferisce questa raccolta. 
Alla prossima e buon primo giorno d'estate!
  
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