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Autore: deborahdonato4    21/06/2015    1 recensioni
Ade è annoiato per via dell'assenza di Persefone.
Apollo si trova negli Inferi come punizione.
Cosa mai potrebbe accadere tra i due?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ade, Apollo
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Apollo era immerso nell’acqua calda, con un cameriere zombie intento a massaggiargli le spalle, quando Ade arrivò. I suoi occhi scuri si posarono freddi sul dio diciassettenne, poi sullo zombie.
«Fuori dai piedi!» lo scacciò, avvicinandosi alla vasca.
Apollo guardò sconfortato lo zombie lasciare il bagno senza una parola.
«Era grandioso.» sbuffò. «Perché lo hai mandato via? Quelle dita morte mi hanno sciolto tutti i nervi…»
Ade si sfilò la vestaglia, e si infilò nella vasca con Apollo, che lo fissò a bocca aperta.
«L’unico che può massaggiarti le spalle qui sono io.» disse, fissandolo torvo. «Ora vieni qui, finisco di massaggiarti.»
Apollo non se lo fece ripetere due volte.
Erano già trascorsi quattro mesi da quando aveva avuto inizio la loro relazione. Si concedevano un appuntamento alla settimana, e Ade lo portava spesso sulle rive del fiume Stige, il posto più romantico che Ade aveva scovato negli Inferi. Apollo ormai si era abituato alle urla e ai pianti provenienti dai Campi della Pena.
Nella giornata successiva, Persefone sarebbe tornata negli Inferi, avrebbe ripreso il suo posto come moglie di Ade, e Apollo sarebbe tornato ad essere solo un dio confinato negli Inferi come punizione del padre per aver rischiato di far distruggere il mondo.
Sia Ade che Apollo sapevano che il momento del loro addio era vicino, ma nessuno dei due intendeva farne parola. Erano preoccupati, atterriti e speravano di godersi quegli ultimi momenti in compagnia dell’altro.
«Sei bravo.» mormorò Apollo, gli occhi socchiusi, mentre Ade gli massaggiava le spalle e la schiena con destrezza. «Sei davvero molto bravo.»
«Benissimo. La prossima volta che avrai bisogno di un massaggio, rivolgiti a me. A me e a nessun altro.»
Apollo restò fermo e immobile, lasciando che il dio dei morti continuasse a massaggiarlo. Riusciva a sentire tutto il corpo del dio contro la sua schiena, e non era affatto una cosa brutta.
«Ascolta, Ade…» mormorò Apollo, decidendo di spezzare quell’accordo muto che avevano stipulato riguardo al ritorno di Persefone.
«Sst.» mormorò a sua volta Ade, fermandosi, e capendo le intenzioni di Apollo.
«Ma…»
Ade gli posò una mano sulla bocca mentre con l’altra gli accarezzava la schiena. Lo afferrò per le natiche e lo tirò su, penetrandolo senza fretta. Apollo gli baciò il palmo e Ade scostò la mano, portandola al fianco del dio biondo, aiutandolo ad adeguarsi a lui.
Presto la stanza da bagno di Apollo si riempì di gemiti provenienti da entrambi. Apollo si agitò un poco prima di venire, e subito dopo si girò tra le braccia di Ade per poterlo baciare. Ade accettò ogni bacio e carezza, e lo strinse a sé nel momento del coito.
Apollo ansimò per qualche altro minuto sulla sua pelle, baciandolo lentamente. Ade gli accarezzò la schiena e gli addominali, ansimando a sua volta.
«Ade…» sussurrò Apollo, infilandogli le dita tra i capelli riccioluti.
«Non dire niente.» mormorò Ade. Lo tenne stretto a sé e si sollevò dalla vasca, lasciando colare l’acqua fuori dal bordo. Rischiò di inciampare mentre scendeva i gradini di ossa e, stringendo ancora il dio biondo, lo portò nel letto.
Apollo gli circondò subito il collo, riprendendo a baciarlo. Le loro lingue si incontrarono in una danza appassionata, mentre le mani di Ade scivolavano sul corpo del dio che ormai conosceva bene. Trovò di nuovo la forza per possederlo, ma Apollo non intendeva restare buono. Voleva godersi quel momento, uno degli ultimi.
Inarcando la schiena, Apollo posò le dita sulle braccia di Ade e lo graffiò, mordicchiandogli il labbro e lasciandogli una scia di segni sulla gola e sul collo. Ade lo lasciò fare, sprofondando in lui per quanto gli fosse possibile.
«Ti amo!» mormorò Apollo all’orecchio di Ade, mordicchiandolo, passandogli le dita sulla schiena e sul sedere. «Ti amo tanto.»
Ade lo strinse e finì steso con lui mentre mormorava il suo nome. Restò dentro di lui per un altro minuto, riprendendo fiato, e quando si scostò da Apollo gli coricò affianco, stringendolo tra le braccia.
Apollo gli baciò il petto, asciugandosi il sudore dalla fronte.
«Stai diventando un esperto.» mormorò divertito.
«Ho avuto un eccellente maestro.» sorrise Ade, baciandogli la punta del naso.
Apollo fece una specie di sorriso per racchiudere la sua amarezza. «Quando tornerà Persefone, la sorprenderai.»
Ade lo fissò. «Non credo che vorrà farsi prendere in questo modo.»
«Ah, le donne possono sempre stupirti.» Apollo gli posò le mani sui fianchi, disegnando la linea della sua natica e sorridendo. «Con me erano sorprendenti.»
«Tu ne hai avute tante. Io ne ho avuta solo qualcuna.»
Apollo lo fissò dritto negli occhi. «Dimmi la verità. Oltre le madri dei tuoi figli semidei, e la tua sciocca moglie, con quante altre donne hai giaciuto?»
Ade sospirò, stendendosi supino e lasciando che Apollo si stendesse sopra di lui.
«Due.» confessò. «Ho avuto altre due donne.»
«Wow. Quindi hai avuto altri figli semidei?»
«Solo Teresa.» Ade lo squadrò. «Nata alla fine dell’Ottocento. Ma è stata uccisa prima di compiere otto anni.»
«Mi dispiace.» Apollo gli accarezzò i capelli. «Davvero.»
«Lo so.» Ade gli posò le mani sulla schiena. «E con l’altra donna non ho avuto figli perché… be’, Persefone l’ha scoperta e l’ha fatta fuori.»
«Ah. E stai ancora con quella donna?!»
«L’ho obbligata a venire qui negli Inferi. Per colpa mia è costretta a tornarci per un terzo dell’anno. Non posso mollarla così, su due piedi. Continuerei a vederla.»
Apollo giocherellò con un orecchino di Ade. «Tempo fa, una donna mi ha legato al suo letto per un mese intero, vantandosi di avere il suo personale schiavo sessuale tra le lenzuola.»
Ade lo fissò sorpreso. «E perché non sei scappato?»
«Mi divertiva.» Apollo sorrise. «Era una gran donna, era divertente, e faceva l’amore in un modo meraviglioso. Me ne sono andato dopo un mese perché le cose tra noi si erano fatte troppe monotone.»
«A te piace cambiare.» mormorò Ade, ripensando a tutto quel periodo trascorso.
«Sì, mi piaceva. Ma ora resterei molto volentieri solo con te.» Lo baciò teneramente.
«Da quella donna hai avuto dei figli?» si interessò Ade, stringendogli le natiche.
«No. Era sterile. Un figlio si è portato via tutto il suo arsenale interno.» Apollo ridacchiò al ricordo. «Volevo curarla, ma lei ha detto che in questo modo poteva giacere con chiunque senza correre rischi.»
«Tutte le donne amabili le incontri tu.» sorrise Ade.
Apollo si mise seduto a cavalcioni sopra di lui. «Be’, quella più amabile te la sei trovata tu.» sbuffò.
«E l’ho anche sposata.» Ade gli accarezzò i fianchi. «Apollo…»
Ora era il dio del sole che non voleva sentirlo parlare. Scese dal suo corpo, e lo fece voltare. Ade obbedì, stringendo le coperte tra le dita e lasciando che Apollo lo possedesse.

Continuarono per ore, e avrebbero continuato di certo per giorni se entrambi non fossero stati così desiderosi di discutere.
Apollo restò nel letto disfatto mentre Ade andava a fare un bagno solitario e si rivestiva. Persefone sarebbe arrivata nel salone a minuti, di sicuro. Apollo mangiucchiò una patatina – il cibo spazzatura era diventato il suo preferito – e attese che Ade tornasse.
«Mi spiace.» disse infine il signore dei morti, fermandosi di fronte al letto e scrutandolo con il suo solito cipiglio duro. «Da domani…»
«Da stasera.» lo corresse Apollo senza guardarlo. «Da stasera tornerai ad essere il fedele marito di tua moglie.»
«Quando abbiamo iniziato…»
«Sai, un po’ ci speravo che la lasciassi per stare con me!» esclamò Apollo, fissandolo torvo. «Ma non l’hai fatto.»
«È per colpa mia se lei si trova negli Inferi. Non posso lasciarla così alla leggera.»
«Non vuoi scalfire il tuo bel nome!»
«Ho scalfito il mio bel nome già da tempo, Apollo.» Ade si passò le dita tra i riccioli. «Seriamente, non credevo che saresti stato così geloso. Lo sapevi che…»
«Che saresti tornato tra le gonne di tua moglie appena lei fosse tornata. Scusami se speravo che le cose tra noi funzionassero bene, e per un tempo maggiore.»
«Apollo…»
Lui si voltò a guardarlo. «Piantala di fissarmi in quel modo. Io ti amo, Ade. Speravo che tu provassi lo stesso.»
«Ma io lo provo!» esclamò Ade, avvicinandosi a lui. Apollo si ritrasse al suo tocco. «Io ti amo, e sai che mi dispiace che sia tornata così presto.»
«Lasciala, no? Anche se tempo fa ha mangiato del cibo qui degli Inferi, sono sicuro che mio padre la libererà dalla punizione se il vostro matrimonio dovesse fallire.»
«Ti rendi conto che sarei il primo degli dei a divorziare?!»
«Saresti anche il più furbo, allora.»
Ade scosse la testa, senza guardarlo. «Io ti voglio bene, Apollo. Ma non posso lasciare Persefone da sola in questo luogo.»
«Stai chiudendo con me?» mormorò Apollo, con voce acuta.
«Io… Credo di sì. Se tu non riesci a capire i miei doveri…»
«Capisco solo che nelle ultime tredici ore abbiamo fatto l’amore un centinaio di volte! E ora tu ricordi di dover essere un brav’uomo, un bravo marito. Dov’era tutto questo tuo spirito quando Persefone se n’è andata, quattro mesi fa?»
Ade si alzò in piedi senza guardarlo. «Mi dispiace, Apollo.»
«Be’, dispiace anche a me.» Apollo sentì gli occhi pieni di lacrime. «Mi sono innamorato di un idiota.»
«Attento a quello che dici…»
«Be’, è vero! Sei un idiota! Persefone ti odia, non vuole stare qui, preferirebbe trovarsi in un qualunque altro posto! E ora tu lasci me per tornare da lei. E io cosa dovrei fare, Ade? Aspettare l’anno prossimo, quando Persefone scomparirà di nuovo? Devo rimanere qui, in attesa di riscaldarti le lenzuola?»
«Apollo…»
«Se pensi questo di me, faresti meglio ad andartene!» Il dio del sole brillò di luce solare, e Ade voltò di scatto la testa prima che gli bruciasse la retina. «Io non sono l’oggetto sessuale di nessuno, tanto meno il tuo! Non lo sono più, e mai più lo sarò!»
Ade si alzò dal letto e si allontanò verso la porta, mentre alle sue spalle il dio del sole riprendeva le sue vere sembianze.
«Mi dispiace che abbiamo dovuto salutarci in questo modo.» mormorò Ade, scosso.
«Sparisci dalle mie stanze!»
Ade uscì dalla camera e Apollo restò a fissare la porta chiusa per quella che gli parve un’eternità. Sperò che il signore dei morti tornasse indietro, ma non accadde.
Crollò sul letto in lacrime.

 
Ciao!
La storia continuerà ancora per qualche capitolo... siete avvisati!
Debby
   
 
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