Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Najara    21/06/2015    7 recensioni
Un anno dopo gli avvenimenti che tutti conosciamo ad Arendelle arriva la primavera e con essa le prime navi, ma non tutte portano cose buone. La regina di Arendelle e la principessa Anna si troveranno a dover affrontare nuovi pericoli e temibili nemici ma per Elsa potrebbe essere in arrivo molto di più... ovviamente non mancheranno il tenerone e spensierato Olaf e il timido e burbero Kristoff.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash | Personaggi: Anna, Elsa, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nuovo capitolo e nuovi accadimenti… le cose si fanno serie… ma non vi dico di più! ;-)

Buona lettura!!

 

 

Secondo capitolo: Brutti risvegli

 

Elsa si svegliò in un lago d’acqua, batté le palpebre perplessa e stupita. Era crollata addormentata nel suo letto non appena l’aveva raggiunto, dimenticando di togliere l’abito di ghiaccio. Ma non era mai successo che del ghiaccio si sciogliesse attorno a lei. Non importava quanto facesse caldo o quanto profondamente lei dormisse, il suo potere non lo permetteva. Eppure ora era lì, vestita solo della leggera sottoveste di tessuto che indossava sotto gli abiti di ghiaccio, in una pozza d’acqua. Alzò il braccio e trasformò quell’acqua in ghiaccio. Nulla. Il sonno sparì del tutto e Elsa si tirò a sedere. Agiò entrambe le mani. Ancora niente. Sentì il panico crescere dentro di lei e respirò profondamente per calmarsi poi chiuse gli occhi e ascoltò dentro di lei. Il suo potere era lì. Sentirlo la tranquillizzò. Lo richiamò e lo spinse fuori da lei. Nulla. Non aveva bisogno di aprire gli occhi per sapere che non aveva funzionato. Era bloccato. Lo sentiva. Qualcosa lo teneva imbrigliato.

Scese dal letto e si cambiò, indossando solo una veste da camera poi corse da Anna.

Arrivò alla camera e batté i pugni sulla porta. Non ottenendo risposta la spalancò ed entrò. La camera era buia e vuota. L’ansia la assalì più violentemente di prima. Poi con un tuffo al cuore ricordò che Anna si era allontanata con Kristoff quella sera, dovevano essere assieme. Fu sul punto di andare a cercarla poi si calmò.

Era notte fonda, non aveva idea di dove alloggiasse Kristoff, visto che aveva gentilmente rifiutato una stanza a palazzo, e non poteva andarsene in giro come una pazza per la città chiamando a gran voce sua sorella.

Avrebbe atteso l’alba. Mentre tornava nelle sue stanze notò per la prima volta i bracciali attorno ai suoi polsi. Tentò di sfilarli e non ci riuscì. Erano avvinghiati con forza a lei. Tirò e tirò ancora, poi li sbatté contro il suo mobile in legno. Riuscì solo a farsi male, il bracciale che aveva attaccato non si graffiò neppure.

 

Anna aprì gli occhi e ricordò con una sensazione di panico dove fosse.

“Lasciatemi andare!” Urlò con forza, nessuno le rispose, nessuno venne. Si guardò attorno disperata, era in una cella di legno che… ondeggiava. Capì che si trattava di una nave quando le sue orecchie diedero un senso al suono che sentivano, era il mare che sbatteva contro il fianco dell’imbarcazione. “Dove mi state portando?” Urlò ancora.

“Anna?” La ragazza sobbalzò poi sentì il cuore risollevarsi, il mucchietto di paglia nell’angolo della cella si mosse e ne spuntò una carota, Anna si avvicinò e aiutò il pupazzo di neve a liberarsi, “Dove siamo?” Chiese Olaf guardandosi attorno, appariva confuso.

“Su una nave… ci hanno rapito. Credevo di essere sola…”

“Rapito?” Due occhi spalancati e preoccupati la guardarono e lei sorrise rassicurante.

“Non ti devi preoccupare, Elsa verrà a salvarci in un baleno, vedrai.”

“Oh, io non credo proprio.” La voce fece sobbalzare sia lei che Olaf. Un uomo grande e grosso le osservava dall’alto.

“Voi!” Disse Anna con rabbia.

“Sì, io, ed è stato ridicolmente facile.”

“Vedrete quanto sarà facile dopo che Elsa sarà venuta a prenderci! Non vi piacerà vedere cosa sa fare quando si arrabbia sul serio!” Il capitano Sif sorrise inclinando la testa.

“Non credo che la regina verrà a prendervi” Qualcosa nel suo tono gelò Anna che all’improvviso ebbe davvero paura.

“Cosa le hai fatto?” Chiese con un fil di voce.

“Nulla di male”

“Non vi credo”

“Non mi importa che mi crediate o no. Sappiate solo che non le ho fatto del male, ma che non potrà venirvi a prendere e sappiate altresì che sono un gentiluomo e che non verrà fatto alcun male neppure a voi e al vostro interessante amico. Comportatevi bene e tutto andrà per il meglio, due o tre anni e potrete rivedere vostra sorella sana e salva”. Anna sgranò gli occhi.

“Due o tre anni?” L’uomo annuì.

“E’ il tempo minimo per l’organizzazione di nozze reali… soprattutto tra paesi così lontani…” Sorrise al suo sguardo preoccupato, “No, non voi principessa.” Ridacchiò all’idea poi prima di chiudere la botola aggiunse. “Vostra sorella sarà una magnifica sposa per il mio signore”.

 

Elsa osservò l’alba ma il suo sollievo durò poco. Prima ancora che potesse indossare qualcosa oltre alla veste da camera bussarono alla sua porta.

“Elsa, Elsa!” Era la voce di Kristoff, la ragazza andò immediatamente ad aprire e trovò il giovane intento a litigare con due guardie e un servitore agitato.

“Cosa succede, dov’è Anna?” chiese subito lei, “Lasciatelo passare, grazie” Aggiunse alle guardie.

“Dov’è Anna? Lo chiedo io a te” Rispose Kristoff, “Ieri siamo andati via insieme, ma lei si è ricordata di dover dire non so cosa a Olaf così l’ho aspettata. Non è mai arrivata. Pensavo avesse cambiato idea o si fosse dimenticata, sai com’è Anna… ma poi questa mattina ho trovato il suo cavallo al porto, ancora sellato. Ho chiesto in giro e nessuno l’aveva vista. Così sono corso qui e mi hanno detto che non è tornata a palazzo ieri notte. Quindi sono venuto da te.”

Elsa ascoltò con ansia crescente tutto il racconto. Erano soli e avevano raggiunto lo studio. La regina guardava fuori dalla finestra verso il porto, le braccia strette attorno al corpo in un freddo che era dentro di lei. I fatti raccontati dal ragazzo che senso avevano?

“Elsa?” chiamo Kristoff. Era chiaramente agitato, mai l’aveva chiamata per nome ed ora lo aveva già fatto più volte. Si voltò a guardarlo.

“Non capisco…” Ammise.

“Dobbiamo fare qualcosa! Cercarla!” Il ragazzo si agitava andando avanti e indietro per la stanza mentre lei era immobile.

Kristoff… credo l’abbiano rapita gli Ivoriani… guarda” Indicò il porto con le navi già visibili nel chiarore del mattino. “La loro nave non è più nel porto, devono essere salpati questa notte.”

“E allora perché non fai qualcosa!” Il ragazzo quasi urlò e lei scosse la testa. “Tu puoi fermarli! Ghiaccia il mare e io farò il resto!” Disse risoluto l’uomo ma Elsa si voltò verso di lui, calde lacrime scendevano sul suo volto.

“Non posso.” Come a spiegarsi alzò le braccia, la vestaglia scivolò rivelando i bracciali.

“Cosa…? Non capisco…”

“Non ho più potere… questi bracciali sono un dono degli ivoriani, mi impediscono di evocarlo… sono inutile…” Kristoff guardò i bracciali per un lungo momento poi sul suo volto si dipinse uno sguardo sicuro.

“Io so chi può toglierteli”

“Come?” La ragazza lo guardò completamente stupita da quell’affermazione, poi comprese: “I troll?” Il ragazzo annuì convinto.

“Sì, Granpapà potrà farlo di sicuro, ti libererà e poi potremo liberare Anna e quegli ivoriani si pentiranno di averla portata via.”

Un leggero bussare interruppe la risposta di Elsa. Un servitore entrò.

“E’ arrivata questa lettera mia regina, il messaggero dice che è urgentissima… e visto che eravate sveglia…”

“Certo, grazie” Elsa la prese, poi la posò sul tavolo senza neanche guardarla. Il servitore era uscito e lei espresse quello che prima aveva voluto dire:

“I troll… sono andata da loro da piccola… quello che mi ha detto il loro saggio ha condizionato tutta la mia vita, mi ha spaventato e mi ha fatto temere il mio potere. Non sono sicura di voler tornare lì”

“Hanno salvato Anna, sono delle brave… persone” Aggiunse.

“Lo so… ma…”

“Anna” Disse solo lui e Elsa annuì decisa.

“Sì, certo, farò qualsiasi cosa per salvarla. Andiamo”. Si voltò e fece cadere la lettera. Kristoff si abbassò per raccoglierla e nel rialzarla il suo volto si era fatto di pietra.

“Credo che prima dovremmo leggere questa” Elsa che era già alla porta si voltò perplessa dal suo tono duro, il ragazzo le tese la lettera e anche lei si irrigidì. Era inviata dal capitano Sif.

L’aprì con una certa trepidazione e ne lesse rapida il contenuto. Poi la strinse nella mano con rabbia. Kristoff la guardava in attesa e lei spiegò.

“Sono stati loro, me lo confessa con candore.”

“Ma perché?”

“Semplice, è un ostaggio.”

“Cosa vogliono?” Elsa strinse le labbra con rabbia.

“Vogliono il controllo su di me, o meglio, sul mio potere”

“Ma… non capisco… i bracciali…”

“Leggi tu stesso”.

Kristff prese la lettera e lesse ad alta voce:

“Buongiorno cara regina Elsa,

Immagino che vi siete già accorta di non poter più togliere i miei bracciali e di come essi blocchino il vostro potere. Qualsiasi cosa tenterete di fare sarà inutile, essi sono stati creati per catturare i jinn del deserto e renderli geni sottomessi. Solo il vostro padrone potrà liberarvi.

Questa era la prima cosa che volevo sapeste, la seconda è che vostra sorella è al sicuro nelle mie mani. Non le sarà torto un cappello e la rincontrerete quando sposerete il mio signore e vostro padrone, il califfo di Ivoria. Ho creduto opportuno fare di lei un ostaggio per evitare di avere tutta la marina di Arendelle nella mia scia. Vi consiglio di non dire nulla a nessuno, mi eviterete di doverle fare del male, a lei o alla vostra creatura, il pupazzo di neve, che ho preso come dono e dimostrazione del vostro potere per il mio signore.

Avrete presto mie notizie, sarò l’inviato durante tutte gli accordi per il matrimonio.

Buona giornata

Capitano Abul At Di Il Sif

Kristoff smise di leggere stringendo i denti.

“Come vedi ho letteralmente le mani legate. Non posso usare il mio potere, non posso mandare la mia flotta…”

“Dobbiamo comunque tentare, Granpapà saprà dirci di più sui bracciali e forse persino toglierteli”

Sif dice che non è possibile”

“Dobbiamo tentare!” Insistette il giovane e Elsa annuì.

“Va bene, ma lo faremo in segreto. Diremo a tutti che Anna è con gli ivoriani per una gita in mare di una settimana e diremo che io mi recherò al mio castello di ghiaccio per lo stesso periodo di tempo.”

“Non faranno domande?”

“No, sono la regina dopo tutto” Elsa alzò il mento decisa e Kristoff annuì.

“Andiamo allora”.

 

 

  
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