I keep my head in the clouds and I hope that I can’t just be invisible to you.
{Bring Me The Horizon, Join the Club}
Anche se Egwene non è mai stata un’appassionata di armi e armature, passa molto tempo nella forgia a Haven. Osserva il ferro che si modella sotto i colpi di martello, il colore dei metalli quando si sciolgono. Va lì almeno una volta al giorno, accampando qualche scusa per parlare con gli apprendisti, con i servi… e con Blackwall.
Non vuole mostrarsi interessata. Teme che fuggirebbe, vedendo l’Araldo di Andraste che gli fa la corte. Lui è lì solo per aiutare a chiudere il Varco, pensa a lei solo come ad un capo. Eppure quando lui le sorride Egwene spera di poter essere qualcosa di più. Così, continua ad andare alla forgia.
[110 parole.]
And the more I hide, I realize I’m slowly losing you.
{Skillet, Comatose}
«Cosa facevi prima di diventare un Custode?»
Blackwall esita. Lei è lì, lo guarda, sorride. È bellissima, e lui per un attimo vorrebbe essere sincero. Ma Egwene non può sapere la verità, non deve sapere la verità.
Allora le risponde, mentre il cuore gli diventa pesante e un nodo gli si forma nella gola, e le dice le stesse parole che ha ripetuto così tante volte a così tanta gente da farle diventare quasi vere. Ma non lo sono. Blackwall indossa quelle parole come fa con la sua armatura, ma non si sta proteggendo: si nasconde. E più lo fa, più sente di star perdendo Egwene.
[103 parole.]
Show me a smile, then don’t be un happy, can’t remember when I last saw you laughing. If this world makes you crazy, and you’ve taken all you can bear, you call me up because you know I’ll be there.
{Phil Collins, True Colors}
Egwene è sola nella taverna, Blackwall la osserva da lontano. Può quasi vedere il peso della responsabilità da Araldo che la donna porta sulle spalle, nota i suoi occhi stanchi. Gli sembra così triste e persa che Blackwall sente di dover fare qualcosa.
Compra due birre, va al tavolo dov’è seduta, si siede e le porge un boccale.
«Hai l’aria di qualcuno a cui serve una pinta di buona birra.» Lei afferra il boccale, sorpresa. Ha delle belle mani, con le dita lunghe e affusolate. «Se hai bisogno di sfogarti, Egwene, con me puoi farlo.»
Rimangono in silenzio mentre bevono. Lei si morde le labbra, indecisa. Poi inizia a parlare.
[110 parole.]
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Ed eccomi qui con le mie prime drabble! Ho fatto una fatica incredibile a scriverle, perché di mio sono molto prolissa, tant’è che mi sono ritrovata a dover tagliare come una dannata XD. Però spero vi piacciano.
Fin da quando ho giocato per la prima volta a Inquisition, mi sono innamorata follemente di Blackwall. La sua storia, il suo carattere, le sue motivazioni, tutto: è uno dei miei personaggi preferiti dell’intera saga, e decisamente il mio compagno preferito di Inquisition. Blackwall potrebbe passare tutto il tempo a intagliare il legno e io sarei lì a guardarlo con fare da fan girl adorante, da tanto che mi piace. Dato il mio amore per lui, non potevo non scrivere qualcosa, così quando ho letto i prompt del concorso “La corsa delle ventiquattro ore” ho colto la palla al balzo! Anche perché non c’è abbastanza amore verso Blackwall. È un personaggio estremamente profondo, interessante, controverso e combattuto; e se lo caga così poca gente che non c’è nemmeno il suo nome fra i personaggi di questa sezione di EFP. Ora la smetto col mio sermone su Blackwall, altrimenti continuo per chissà quanto tempo, e vi lascio in pace. XD