Gocce Di Verità
Il rubinetto gocciolava. Era un buon
segno,significava
che non le avevano tagliato l’acqua. Zaira girò la
manopola ed un getto di
acqua fredda scese,riempiendo il lavandino già pieno. Si
lavò velocemente la
faccia e si guardò allo specchio. Il viso ovale incorniciava
gli occhi verdi,il
naso diritto e le labbra carnose,mentre una cascata di capelli
biondi,scendeva
lungo le spalle. Era bella e si odiava. Sospirando pesantemente,si
diresse
verso la camera da letto,una stanza minuscola,quasi interamente
occupata dal
letto,da un tavolino su cui erano poggiati vari cosmetici ed uno
specchio.
Ingoiando le lacrime che,tristemente,lottavano per
uscire,iniziò a truccarsi.
Si passò la matita,l’eye-liner,il mascara,il
rossetto…
Quando terminò,nello specchio si
rifletteva una
ragazza che sua nonna avrebbe definito “di dubbia
moralità” e,probabilmente,l’anziana
si stava rivoltando nella tomba alla sola idea del mestiere della
nipote. Zaira
si vestì silenziosamente ed uscì. Il quartiere in
cui viveva era uno dei più
malfamati della città,dove nessuno si sorprendeva di vedere
una ragazza vestita
con abiti quasi trasparenti,che lasciavano pochissimo all’immaginazione.
A capo chino,Zaira entrò in un
locale e,subito,un uomo
le intimò di muoversi a salire sul cubo. Lei si tolse la
giacca e salì,iniziando
a dimenarsi sensualmente,reggendosi al palo e muovendosi al ritmo di
musica.
Intorno.tutti gli uomini fissavano le sue curve provocanti e Zaira si
sentì
ancora più umiliata del solito. Quel lavoro era orribile, ma
era la sua unica
possibilità per sopravivere. Fece il suo show con energia e
grinta,mentre il
cuore le urlava di smettere.
Verso le cinque del mattino,tornò a casa. Subito si diresse in bagno e aprì il rubinetto. Lacrime amare cominciarono a scendere,miste a rabbia,dolore e disperazione. Pianse fino ad avere mal di testa,poi andò a dormire,fra le fredde coperte del suo letto. Intanto,nel bagno,il rubinetto gocciolava.