Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: gangamoon    21/06/2015    3 recensioni
Severus ha commesso molti errori e non crede di essere in grado di riscattarsi. Ciò nonostante, compie un gesto di grande umanità che testimonia la nobiltà del suo animo. Il nuovo incarico che gli si prospetta lo metterà a dura prova, soprattutto al termine di esso, quando ogni cosa (o quasi) tornerà alla normalità.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutti :) questa volta sono tornata con un tema un po’ delicato, ispirato ai tristi fatti di cronaca che si sentono troppo spesso… ma, come sempre, la mia attenzione è rivolta a Severus e spero di essermi mantenuta fedele al carattere originale. A voi il giudizio :)

I personaggi della storia appartengono a J.K.Rowling
 


 

L'Anima di un Serpeverde

 
 
 
Spinner’s End. Un uomo avvolto da un lungo mantello nero camminava a passo sicuro per i vicoli angusti del malfamato quartiere, quando ad un tratto si fermò. La sua attenzione catturata da un suono indistinto proveniente da un cassonetto pochi metri di fronte a lui. Lentamente l’uomo vi si avvicinò, il suono che diveniva sempre più nitido. Con la bacchetta cominciò a spostare i rifiuti, quando la vide: una craturina che poteva avere solo poche ore di vita. Senza esitazione la prese, con cura la avvolse nel proprio mantello e, il vagito che ormai gli frastornava i timpani, si smaterializzò.


 
***


 
– Hai compiuto davvero un nobile gesto, Severus.
L’uomo continuava a camminare avanti e indietro per la saletta antecedente l’infermeria. Non riusciva a darsi pace. Possibile che al mondo esistessero persone simili? Lui non aveva avuto un infanzia felice: suo padre maltrattava continuamente lui e sua madre, ma questa lo aveva sempre difeso e l’amore materno era uno dei pochi sentimenti buoni che Severus  aveva conosciuto nella sua vita. Come poteva una madre abbandonare in quel barbaro modo la creatura cui aveva dato la vita? Persino per un uomo come Severus Piton, che aveva imboccato la strada del male e aveva visto soffrire e morire vittime innocenti sotto i lampi delle maledizioni, un tale atto appariva abominevole.
– Non è il mio gesto ad essere nobile, Albus, è quello della madre che è deplorevole. – Se madre la si poteva definire.
– Qualunque altro Serpeverde avrebbe ignorato la cosa – continuò il vecchio mago – o al massimo avrebbe abbandonato la piccola davanti a qualche chiesa.
–  Stai dicendo che mi sono comportato come un valoroso Grifondoro?! – Alzò la voce – Beh, te l’ho già detto mille volte che non lo sono!
Silente si rassegnò a non poter continuare il discorso, vedendo comparire sulla soglia Madama Chips, con un’espressione seria in viso.
–  La piccola non è grave, – disse – ma è necessario tenerla sotto controllo per un po’. Inoltre bisognerà decidere a chi affidarla; presto ricominceranno le lezioni e non possiamo nemmeno mandarla in qualche orfanotrofio: la piccola emana una forza magica, anche se tenuissima*.
– Ritengo sia il caso che questa faccenda rimanga fra noi, almeno per il momento. – Sentenziò il preside. Quindi rivolse il suo limpido sguardo celeste verso l’insegnante di pozioni, ancora con le braccia incrociate e la fronte corrugata. – Io sono troppo vecchio per potermi occupare di una neonata, ma tu potresti…
– No. – fu la secca risposta – Non se ne parla nemmeno, Albus. Ho fatto la mia buona azione, ora sono affari tuoi.
– Non puoi lavartene le mani così, ragazzo. In fondo sei stato tu a portarla qui.
Severus fece per controbattere, ma fu anticipato.
–  Ci saranno gli elfi domestici a darti una mano. E Madama Chips a darti qualche consiglio. Non si tratta che di un paio di mesi, fin quando non si sarà ristabilita. Allora troveremo un’altra soluzione.
Severus cercava di non incrociare lo sguardo dell’anziano mago. Sapeva che qualora l’avesse fatto avrebbe ceduto. Non aveva previsto le conseguenze del suo gesto, eccetto quella essenziale di salvare la vita della bambina. Si era sempre affidato a Silente, pensava che lui avrebbe trovato una soluzione. Una soluzione che non comprendesse diventare una balia. Ma in fondo si trattava di pochi mesi… Avrebbero fatto tutto gli elfi, lui doveva solo supervisionare, in un certo senso. Con un sospiro accettò.
–  E sia. Purchè questo non interferisca con il mio lavoro, che, vorrei ricordarti, non comprende solo l’insegnamento, ma diversi altri incarichi che tu mi hai affidato.
Gli occhi azzurri del preside scintillarono.
–  Bisognerà trovarle un nome…
– Eutyche – disse Severus deciso.
– Come?
–  Fortunata, in greco.



 
***


 
Come aveva promesso Silente, gli elfi domestici si occupavano di ogni cosa. Severus però teneva sempre la situazione sotto controllo. Lo considerava un dovere. Aveva cominciato a guardare la bimba dormire tranquilla nella sua culla. La vedeva così piccola e indifesa, con quegli occhietti vispi che ogni tanto si fermavano a fissarlo. Lui allora si allontanava, tornando alle sue faccende. Anche quando c’erano gli elfi tuttavia le dava sempre un occhio. Controllava se mangiava regolarmente, se aveva qualche malessere, se cresceva sana… e comunicava ogni cosa a Madama Chips. E così i mesi passavano. Una volta si era sporto un po’ di più sulla culla per rimboccarla meglio e la piccola gli aveva prontamente afferrato un dito, senza apparente intenzione di volerlo lasciare. Un’ altro giorno si era azzardato a prenderla in braccio e si era reso conto, con stupore, che pesava già molto di più rispetto alla prima volta. Non voleva ammetterlo, soprattutto a sé stesso, ma si stava affezionando a quella piccola peste che una notte sì e una no lo svegliava con i suoi strilli. Ma sapeva che non sarebbe rimasta lì per sempre. E non smetteva di lamentarsi con Silente del fastidio che gli procurava quando era impegnato nel preparare pozioni. Eppure il preside non sembrava ancora intenzionato a mandarla via. Così giunse il primo compleanno. Eutyche aveva appena imparato a fare i primi passi. Aveva bisogno di aria, di sole. Non si poteva tenerla sempre al chiuso e i sotterranei non erano certo il posto più indicato per una bambina così piccola. Di lì a poco inoltre sarebbe ricominciato l’anno scolastico.


 
***


 
–  Severus, è ora che Eutyche trovi una nuova casa.
L’uomo alzò gli occhi verso il suo interlocutore. Sapeva che prima o poi sarebbe successo, ma non si trovò preparato. Non si aspettava che il preside ritirasse fuori l’argomento così all’improvviso.
–  Arrivano tempi duri, Severus, devi essere pronto a fronteggiarli. E la presenza della bambina ti sarebbe d’ostacolo.
Severus non rispondeva, continuava a guardare fisso davanti a sé, riflettendo su quanto il vecchio mago diceva.
–  So che ti sei affezionato a lei, – disse con voce paterna – ma proprio questi tuoi sentimenti potrebbero, un giorno, tradirti.
– So nascondere bene i miei sentimenti, Albus. – Rispose Severus, confermando, così, implicitamente, le parole del preside e ammettendo anche a sé stesso di volere bene alla bambina. – Ma se è per la sua sicurezza... – continuò, leggermente esitante – si farà come dici tu.
– Molto bene, ragazzo mio. È la scelta migliore. Ho trovato una famiglia mezzosangue che si prenderà cura di lei. Sono sicuro che i suoi poteri magici si riveleranno e un giorno, chissà, potresti ritrovartela come studentessa…
L’uomo annuì. Sarebbero passati tanti anni. Ma in fondo sapeva che era meglio così. Le poche persone che aveva amato, in un modo o nell’altro, avevano finito tutte per soffrire a causa sua. E lui non voleva questo per la piccola Eutyche; se voleva davvero fare qualcosa di buono nella sua vita, doveva lasciarla andare. Avrebbe ripreso le sue abitudini e tutto sarebbe ritornato alla normalità, ma una parte della sua anima, lo sapeva, era stata risanata.



 
 
* ho ipotizzato che non esistessero orfanotrofi per soli maghi e che la magia, in chi ne è dotato, si trovi dapprima in uno stato latente, per cui sarebbe auspicabile, potendo scegliere, far crescere la bambina in un ambiente in cui ci siano maggiori possibilità di sviluppo per i suoi poteri (nulla avendo contro i babbani, infatti ho optato per una via di mezzo)

Fatemi sapere cosa ne pensate e in futuro potrei continuare con un altro capitolo! :)
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: gangamoon