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Autore: Kano    21/06/2015    3 recensioni
Cosa succede quando un bambino lascia che chi abita sotto il letto diventi suo amico?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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A Joffrey non piaceva quando la mamma e il papà litigavano, non gli piaceva soprattutto il rumore imporovviso dei piatti o dei bicchieri che si rompono quando la mamma e il papà urlano. 

Joffrey non voleva fratelli o sorelle, ma quando litigavano a lui non sarebbe dispiaciuto qualcuno con cui stare sveglio, quando poi smisero di litigare,sentì la porta aprirsi e vide l'ombra del papà coprire la luce della porta. 

"Vai a dormire Joffrey, è tardi." 

Era già stanco quindi obbedì e si mise nel letto, Sentiva già  gli occhi chiudersi quando sentì un rumore. Di colpo tornò subito sveglio e nascose la testa sotto le coperte quando un altro rumore venne da sotto il letto. Di corsa saltò giù e corse nella camera di mamma e papà urlando: "Mamma! Mamma! c'e un mostro sotto il letto!" 

 La mamma doveva stare già dormendo perché aveva l'aria stanca "Vai a dormire Jo, i mostri non esistono" 

Anche se piagnucolava la mamma non si sarebbe alzata quindi tornò nella sua cameretta. Però ne era sicuro, aveva sentito qualcosa. 

Dopo poco infatti un altro rumore venne da sotto il letto. 

"Io non ho paura! Vieni fuori!"  

In realtà non voleva che quel che stava sotto il letto venisse fuori davvero, voleva solo spaventarlo e mandarlo via. 

 Però sentì un altro rumore e vide un ombra alzarsi nella stanza, era buio e non riusciva a vedere ma qualcosa c'era e la mamma si sbagliava. 

Il bambino era troppo spaventato per muoversi allora il mostro in mezzo alla stanza parlò: 

"Ciao" 

 Joffrey nascose la testa sotto le coperte spaventato, Il mostro gli aveva parlato! Non voleva uscire da sotto le coperte ,voleva passare così tutta la notte. Dopo un po' tutta via cominciava a fare davvero troppo caldo e l'aria cominciava a mancare là sotto, allora piano per non farsi sentire tirò fuori gli occhi, ma il mostro non c'era più. 

 Aveva ancora paura e non voleva addormentarsi, ma era così stanco che dopo un po' il sonno ebbe la meglio. 

Il giorno dopo a scuola non riusciva a smettere di parlare del mostro ma nessuno voleva credergli e anche quando la maestra spiegava continuava a pensarci  così appena arrivato a casa decise che avrebbe provato a parlarci, ma sotto il letto non c'era. Decise di riprovarci la sera allora. Non voleva aspettare troppo però.  

Quando fu ora di andare a dormire mamma e papà non si chiesero perché non facesse storie, lui intanto non vedeva l'ora di scoprire se il mostro c'era ancora. 

Quando il papà spense le luci Joffrey saltò fuori dalle coperte e si mise seduto in attesa, ma non successe nullaUn po' deluso, si mise a testa in giù sotto il letto ma era troppo buio, allora chiese "ci sei?" 

"sì"  

Joffrey era felicissimo "puoi uscire?" 

"sì" 

Joffrey tolse la testa da sotto il letto in tempo per vedere il mostro uscire "Io sono Joffrey, come ti chiami?" 

"puoi chiamarmi come vuoi" 

"Davvero? anche un nome stupido?" 

"si" 

"anche cicca?" (Di fatto, Joffrey trovava il nome cicca estremamente divertente) 

"si" 

Joffrey rise "sei buffo"  

Il mostro non era cattvo, anzi era molto divertente, e giocare con lui gli piaceva. A scuola quando raccontava di lui molti dicevano che era una bugia, però non era veroJoffrey lo sapeva.  

Il mostro era davvero fortissimo! Era tutto nero e aveva tanti occhi che sembravano degli specchi bianchi, quando era triste o la mamma e il papà litigavano il mostro gli accarezzava la testa con le sue lunghe dita nere. 

 Quando ne parlò anche alla maestra lei lo guardò con una faccia strana e gli disse che era felice che lui avesse trovato un nuovo amico, quella sera il mostro gli disse che quella faccia era chiamata pena e che la pena era qualcosa che le persone provavano per chi credevano inferiore o stupido. 

Il mostro gli insegnava tantissime cose, gli aveva insegnato ad arrampicarsi e a giocare con le spade. 

Una volta quando era tornato a casa il mostro si era seduto sul letto e sembrava un bambino della sua stessa età. Aveva i capelli bianchi e corti, però aveva ancora gli occhi che sembravano perle e  i denti a punta, con un sacco di saliva nera che colava dalla bocca. Quando giocava con luisi divertiva sempre tantissimo, era il suo migliore amico, era persino meglio di Tobia e di Roby messi insieme. 

Una volta mentre stava giocando con lui la mamma aprì la porta e quando Joffrey si rigirò il mostro non c'era più, diceva che a lui non piaceva farsi vedere dagli altri. Però al bambino non dispiaceva. 

Una notte mentre giocava col mostro Mamma e Papà ricominciarono a litigare e I piatti e i bicchieri ricominciarono a rompersi. Joffrey e il Mostro erano seduti vicino al letto in silenzio e joffrey disse "Vorrei potere andare via da qualche parte"  

E allora il mostro disse 

"posso portartici io" 

"Dove?" 

"da qualche parte di bello. Basta che mi segui ". 

Allora Joffrey prese la mano del mostro e andò con lui sotto il letto. 

 

 

Aghata era stanca, ad ogni litigata si sentiva sempre piu spossata ed umiliata e adesso non voleva altro che non andare a dormire. Questa volta non aveva neanche pulito i vetri rotti, ci avrebbe pensato l'indomani. Però, doveva andare a controllare se Jo stesse dormendo.. Salì le scale e aprì la porta ma Joffrey non era nel letto. "Joffrey, vai a nanna" Nessuna risposta, Non ci poteva credere, dopo una serata come quella doveva anche mettersi a cercare il figlio per mettersi a dormire, Non se lo meritava e sentiva il nervosismo Risalirle i nervi "Jo!" 

Ancora nessuna risposta. Si mise a cercarlo, e lo cercò per ore, e poi settimane e ancora mesi ma l'unica traccia che trovarono furono un paio di ciocche di capelli sotto il letto e poi il vuoto. 

 

 

C'è una leggenda che dice che ci sia un mostro sotto il letto dei bambini, e che a volte il mostro se li porti via, nessuno sa cosa succede a quei bambini, c'è chi dice che il mostro se li mangi  e chi che li porti in un altro mondo. Nessuno sa dove siano, né se sono tristi né se sono felici, non si sa chi il Mostro  sia o da dove provenga 

Ma una cosa è certa, adesso sta guardando anche te.

  
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