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Autore: petruccina    12/01/2009    0 recensioni
La maturità incombente. La facoltà da scegliere. I test da passare. L’università.
La maturità incombente. Nessuna voglia di studiare, ma di essere se stessi.
La maturità incombente. Voglia di fare quello che si vuole. Almeno per una volta. Almeno per una notte. Tutto in una notte. La notte dei miei 19 anni.
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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La maturità incombente. La facoltà da scegliere. I test da passare. L’università.
La maturità incombente. Nessuna voglia di studiare, ma di essere se stessi.
La maturità incombente. Voglia di fare quello che si vuole. Almeno per una volta. Almeno per una notte. Tutto in una notte. La notte dei miei 19 anni.

Parcheggio sotto casa di Federico. Ha lasciato un libro da me giorni fa. Lo chiamo al cellulare per dirgli di venire a riprenderselo. Mi annoio persino di scendere dalla macchina.
“Sali” - mi dice.
Perfetto.
“A che piano sei?”
“Sesto”
“Vaffanculo”
“Dai sali, ho preso il gelato al K2 ieri.”
L’ascensore. Perché a giugno 6 piani a piedi non li faccio. Odio l’ascensore, però. Do un calcio alla porta dell’ascensore ed esco da quell’incubo di due metri quadri contemporaneamente mi sfilo la t-shirt. La arrotolo alla buona e la infilo nella tracolla. Avvicino il naso alle ascelle per annusare se puzzano. Alzo gli occhi. Federico appoggiato alla porta aperta.
“Bonjour finesse”. Mi dice.
Prendo il libro dalla borsa e glielo tiro come fosse un cazzotto allo stomaco. Passo l’altra mano fra i capelli ostentando nonchalance.
Federico è alto, naturalmente abbronzato anche a dicembre. Ha più vertigini in testa che capelli. Ha una vertigine perfino sulla guancia. Ha la barba che gli cresce a spirale. Quanto lo odio. Anche per stare in casa a studiare veste con canotta e jeans di marca. Ma non ha caldo? Io giro in casa in mutande, e di marca ne ho solo un paio. Mi mordo la lingua. Quell’unico paio cel’ho proprio ora addosso. Perizoma nero D&G, per essere precisi. Comprato in saldo, a mia discolpa.
La casa è grande, bianca, fredda, vuota. Sembra sterile infatti c’è odore di disinfettante al posto della percentuale di gas nobili dell’aria.
Mi siedo al tavolo della cucina appoggiandomici coi gomiti. Guardo Federico. E’ in piedi vicino al frigo, con le braccia incrociate. Devo sembrare un cagnolino. Apro gli occhi tanto da risucchiare le palpebre nell’orbita sbattendo le ciglia. Ci manca poco e comincio a sbavare tenendo la lingua fuori.
“Che c’è?” dice.
Sbatto le ciglia più velocemente
“Se stai tentando di sedurmi… beh, sei orribile così”
Penso ‘che idiota’ mente continuo a sbattere le ciglia.
“Hai detto che se salivo mi davi una cosa”
“So che lo vuoi ma non farmi proposte indecenti a quest’ora, signorina”
Smetto di sbattere.
“Il gelato, scemo. E non mi riferisco al tuo calippo.”
  
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