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Autore: 5sosfamily_directioner    22/06/2015    1 recensioni
"Sicuramente ti sarai sentita dire tante, forse troppe volte dai tuoi amici "ti prego smettila, fallo per me." E ti incazzavi perché la pietà non si accetta da nessuno. Immagina che quando ti tagli, stai tagliando una persona che ami, continueresti a farlo? Immagina che al solo pensiero di farlo faresti sentire male una persona cara, davvero ti passerebbe ancora l'idea in testa? Immagina le persone che ami ridotte come ti riduci tu ogni sera, davvero ancora vuoi prendere una lametta in mano? Sono cicatrici così profonde che non si vedono sugli altri, perché a loro non segni la pelle, gli segni l'anima, Violet."
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Moira O'Hara, Nuovo personaggio, Tate Langdon, Violet Harmon, Violet Harmon
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ormai eravamo morti da tempo. La casa non era più stata venduta, perchè dopo la nostra morte si credeva davvero che fosse maledetta. Una delle tante notti passate li dentro rimasi al piano di sotto a guardare la TV, era così rilassante perchè per quanto eravamo tutti fantasmi, conducevamo un stile di vita normalissimo, e cioè che dopo le 23.00 di sera erano tutti a dormire. Quella sera rimasi sveglia a guardare la TV fino alle 02:00 del mattino, forse non proprio perchè non avevo sonno, ma avevo la testa da tutt'altra parte, pensava a tutto tranne che a riposarsi.. Alle 02:00, quando spensi la TV per andarmi a coricare, mi bloccai nel corridoio sentendo l'improvvisa necessità di ascoltare musica. Era strano perchè la ascoltavo spesso, ma non perchè fosse necessario, ma perchè mi piaceva. Con un'espressione del tutto confusa, mi sedetti sul divano e iniziai ad ascoltare la mia PlayList, poi senza aver mosso un dito scoppiai a piangere, iniziai a sentire un dolore enorme, tanto da cadere più volte a terra. Mi rialzavo e gironzolavo per tutta la cucina come una pazza, poi di colpo cadevo al suolo, e restavo li per più di 15 minuti, osservando un punto fisso piangendo. Moira mi aveva avvisata che quando si muore si torna allo stadio originale, che per brevi periodi si soffreOrmai eravamo morti da tempo. La casa non era più stata venduta, perchè dopo la nostra morte si credeva davvero che fosse maledetta. Una delle tante notti passate li dentro rimasi al piano di sotto a guardare la TV, era così rilassante perchè per quanto eravamo tutti fantasmi, conducevamo un stile di vita normalissimo, e cioè che dopo le 23.00 di sera erano tutti a dormire. Quella sera rimasi sveglia a guardare la TV fino alle 02:00 del mattino, forse non proprio perchè non avevo sonno, ma avevo la testa da tutt'altra parte, pensava a tutto tranne che a riposarsi.. Alle 02:00, quando spensi la TV per andarmi a coricare, mi bloccai nel corridoio sentendo l'improvvisa necessità di ascoltare musica. Era strano perchè la ascoltavo spesso, ma non perchè fosse necessario, ma perchè mi piaceva. Con un'espressione del tutto confusa, mi sedetti sul divano e iniziai ad ascoltare la mia PlayList, poi senza aver mosso un dito scoppiai a piangere, iniziai a sentire un dolore enorme, tanto da cadere più volte a terra. Mi rialzavo e gironzolavo per tutta la cucina come una pazza, poi di colpo cadevo al suolo, e restavo li per più di 15 minuti, osservando un punto fisso piangendo. Moira mi aveva avvisata che quando si muore si torna allo stadio originale, che per brevi periodi si soffre come quando si è in vita, ma non immaginavo volesse dire questo. L'indomani mattina mi svegliai sul pavimento della cucina, erano ancora le 05:45, ma il mondo sembrava essere cambiato completamente per me. Mi alzai lentamente, mi faceva male dappertutto per colpa delle troppe volte che caddi la notte precedente, e quando poi andai in bagno per lavarmi la faccia, la mia vita cambiò completamente. Buttai un'urlo talmente forte da svegliare quasi tutti i componenti della casa, e non erano pochi. Mi guardai e riguardai allo specchio cercando una soluzione o almeno un motivo al perchè fossi diventata così. Mia madre e Moira si precipitarono in bagno, e non appena aprirono la porta, una figura di me di 3 anni fa, quando pesavo 83kg, per poco meno di 1.70 di altezza. Iniziai ad entrare nel panico, quando avevo quel fisico nessuno voleva starmi vicino e io stessa mi odiavo più di ogni altra cosa. Iniziai a tirare cose per terra, a rompere di tutto, tanto che non potevo crederci. Come poteva essere successo in una sera? perchè proprio a me? mi facevo mille domande ma a nessuna di queste trovai una risposta. "Le persone che muoiono qui dentro cara, tornano ad essere quello che sono veramente. Prendi me ad esempio..Sono morta bella e giovane, ma la mia anima ha sempre avuto qualcosa di vecchio e meschino, e guardami adesso? ti sembro giovane e bella? questa sei veramente tu Violet, è come sarai per l'eternità piccola mia." Disse poi con tono fin troppo tranquillo Moira. La osservai per qualche secondo scioccata, come poteva dirmi quelle parole? avrei preferito far morire anche il mio spirito piuttosto che restare per sempre così. buttai un'urlo spingendo mia madre e Moira, uscii di casa, mi misi nel giardino a piangere, non volevo vedere nessuno. Non riuscivo più nemmeno a pranzare con gli altri, non avevo fame, volevo tornare ad essere magra, anoressica! e non un'obesa del cazzo. "tanto comunque sia che mangi o meno le cose non cambiano." mi disse jake. Jake era uno dei due bambini gemelli morti qui dentro poco prima di noi, uno tipico a combinare guai. "jake vattene, non voglio vedere nessuno." "ti sto solo facendo capire che non puoi scappare da te stessa. se questo è quello che sei veramente devi accettarlo Harmon, non puoi cambiare una volta che muori." "e tu? tu non sei cambiato di una virgola invece. perchè?." "perchè sono sempre stato così violet, intento a fare del male, razzista, ma allo stesso tempo piccolo e ingenuo. tu in tutti questi anni non hai saputo controllare il tuo corpo, e ti sei convinta di essere la ragazza depressa e anoressica della casa, ma non hai mai guardato il passato, che sfortunatamente serve per andare avanti Violet. Se ti dimentichi com'eri ieri come puoi dire di essere migliorata domani? chi ti dice che non sei uguale o peggio, se non ricordi?" disse allontanandosi. Effettivamente aveva ragione, come potevo dire di essere migliorata se non ho mai guardato come ero prima? magari ero peggiorata senza saperlo, magari da morta stavo impazzendo. Da quella sera, praticamente ogni notte la passavo immersa nelle lacrime, e nel dolore. Provare dolore per se stessi è molto più doloroso che provare dolore per qualcuno. Tenevo le ginocchia al petto con le cuffiette messe a tutto volume, non mangiavo perchè tanto non ne avevo bisogno..mi chiudevo sempre di più in me stessa, era peggio di essere viva. Decisi così, per alleviare il dolore di chiamare uno spirito, di nome Mirtle, per capire come potevo fare a ricordare come si dimentica. Mirtle apparve in camera mia, e non era per niente come mi aspettavo. In viso mi assomigliava molto, aveva dei lunghi capelli rosso fuoco, e un sorriso del tutto innocente. Avrà avuto al massimo 17 anni, e sembrava tutto tranne che una figura delle tenebre. "perchè mi hai evocato?" "i-io, non riesco più a stare bene con me stessa Mirtle, e mi hanno detto che tu potevi darmi una mano." "hahaha certo che posso Violet, io sono la tua stessa figura, la tua coscenza, la tua depressione. Resterò qui ad aiutarti, ma niente si fa per niente mia cara." "di cosa hai bisogno in cambio.." "una condivisione di anima" "una cosa?" "una condivisione di anima. metà della tua anima va a me, l'altra metà a te. Restando in questo mondo anche io devo capire cosa siano i Veri sentimenti. E se in questo lasso di tempo nessuno si innamorerà di me, l'accordo salta Violet." "ma che significa? non puoi essere amata a comando Mirtle." "infatti non voglio essere amata a comando, mi innamorerò, lui si innamorerà eccetera, per ora l'accordo e questo Violet, e inizierò tutto domani." disse per poi guardare il tetto e sparire. mi sentivo così tanto persa in me stessa, avevo paura che nemmeno Mirtle riuscisse a darmi una mano, poi con questo assurdo accordo che abbiamo fatto.. non credo che ci siano speranze. Mi lasciai tutto alle spalle e poi provai ad addormentarmi, fiduciosa di aver fatto la cosa giusta. Il giorno successivo Mirtle si presentò nuovamente in camera mia, facemmo questo accordo, e con una stretta di mano tutto iniziò. " per prima cosa devi ricordare Violet, senza ricordi non si può andare avanti. Immagino che qualche teppistello qui dentro te lo abbia gia detto." aggiunse sorridendo. Aveva un'aria strana mentre sottolineava quelle parole, si guardava attorno, come se anche lei potesse vedere Jake. "in effetti si, mi hanno già avvisata. Ma ancora non riesco a capire perchè il passato ritorna. Voglio dire il solo dover tornare così da morti, automaticamente è far tornare il passato." "il passato ritorna perchè una volta che muore il corpo è l'anima a rigenerarsi, Violet. Ormai tu sei solo anima, e non ci potrà mai essere niente di più puro. Hai venduto metà della tua purezza a me per stare meglio, senza pentirtene, questo fa di me un demone tesoro, potrò anche aiutarti e avere un carattere docile, ma gli angeli non chiedono in cambio di questo metà della tua anima." aggiunse con tono tranquillo e controllato "forse hai ragione, ma cosa posso dirti, ormai non mi fa più differenza se essere aiutata da un'angelo o da un demone." "beh, l'accordo l'hai preso con me, quindi lascia che sia io ad entrare in azione." disse per poi dissolversi nel nulla. Non ebbi neanche il tempo di voltarmi verso la porta che al piano di sotto suonò il campanello. Come al solito Moira si affrettò dalla cucina al salone principale per andare ad aprire, e quando lo fece, dall'alto delle scale, vidi Mirtle vestita come una comune mortale, sorridere davanti la porta chiedendo a Moira se la casa fosse in vendita. "in teoria si signorina, ma credo che debba cercare la signora Effie per questo." gli rispose "Effie? sarebbe la promoter per la casa? come posso rintracciarla?" "ecco qui" disse porgendogli un bigliettino con su scritto il numero. "molto bene grazie, tornerò nel pomeriggio arrivederci." disse per poi andarsene. Non passarono poi tanti minuti, all'incirca 10 o 15 che il campanello suonò di nuovo. Era di nuovo Mirtle che avvisava Moira che gli era stata venduta la casa, se così si può dire. "L'agenzia ha deciso di regalarmi questo.. ehm.. come hanno detto?.. ah si! gioiello americano. Quindi adesso la casa, tu e gli altri domestici, siete miei." disse sorridendo. Nel giro di tre giorni Mirtle aveva ormai conosciuto tutti in casa, avvisò tramite un'urlo che poteva vedere e sentire tutti gli spiriti rinchiusi li dentro, e che quindi preferiva che si fossero presentati invece di nascondersi. A pochi giorni dal suo arrivo iniziò a parlare con mio padre del mio carattere, della mia psicologia di vita, di come ero fatta insomma.. sapeva tutto alla lettera anche se io non gliene avevo mai parlato, era impressionante, ma che posso dirvi.. da morta una non si deve stupire di nulla. "sua figlia era rimasta sola. Non lo era davvero ma la sua mente si era ormai convinta così. Convinta che il male la circondasse non fece altro che allontanare tutti. Le persone erano il suo dolore, e lei il dolore non aveva più intenzione di provarlo. Ecco che con grande saggezza, scappò via da quello che sembrava essere diventata una fossa piena di serpenti per lei, perchè la vita è esattamente così, se cadi in una fossa piena di serpenti non li uccidi, scappi, signor Harmon." gli disse durante una delle loro "profonde" discussioni. Davanti a discorsi come questo mio padre rimaneva totalmente in silenzio, forse non era più tagliato per fare lo psicologo, forse adesso era lui ad avere bisogno di ascoltare senza aggiungere la sua. Potevo stare li ad ascoltarli senza farmi vedere, tranne per Mirtle, essendo una specie di demone lei ci vede sempre e comunque. Dopo essere rimasto in silenzio per dieci secondi contati di orologio, mio padre iniziò pure a parlare di me, mi voleva bene ma non riusciva a capirmi, Mirtle parlava di me come se fossi io a parlare, papà parlava di me come se fossi una sua paziente, e a quanto pare con Mirtle la regola del segreto professionale non valeva più di tanto. Succedevano sempre più stranezze in quella casa, Mirtle mi stava aiutando davvero, perchè sapeva che stavo li ad ascoltare quando parlava con mio padre, quindi automaticamente era come se stesse parlando con me. Nel giro di qualche settimana iniziai a vedere tutto leggermente meglio, tornai di sotto durante gli orari dei pranzi,e tornai a parlare con Evan, uno dei ragazzi morti li durante il periodo della seconda guerra mondiale. Insomma, grazie a Mirtle mi ricordai com'ero io in passato, iniziai a ricordare tutte le gite fatte coi miei genitori e anche tutte le volte che mi buttavano fuori da scuola. Col tempo ricordai tutto il mio passato, e mi resi conto che ricordare fa male ma non è male, se non riesci a ricordarti o eviti di ricordare chi eri, non potrai mai scoprire se domani starai meglio di ieri. come quando si è in vita, ma non immaginavo volesse dire questo. L'indomani mattina mi svegliai sul pavimento della cucina, erano ancora le 05:45, ma il mondo sembrava essere cambiato completamente per me. Mi alzai lentamente, mi faceva male dappertutto per colpa delle troppe volte che caddi la notte precedente, e quando poi andai in bagno per lavarmi la faccia, la mia vita cambiò completamente. Buttai un'urlo talmente forte da svegliare quasi tutti i componenti della casa, e non erano pochi. Mi guardai e riguardai allo specchio cercando una soluzione o almeno un motivo al perchè fossi diventata così. Mia madre e Moira si precipitarono in bagno, e non appena aprirono la porta, una figura di me di 3 anni fa, quando pesavo 83kg, per poco meno di 1.70 di altezza. Iniziai ad entrare nel panico, quando avevo quel fisico nessuno voleva starmi vicino e io stessa mi odiavo più di ogni altra cosa. Iniziai a tirare cose per terra, a rompere di tutto, tanto che non potevo crederci. Come poteva essere successo in una sera? perchè proprio a me? mi facevo mille domande ma a nessuna di queste trovai una risposta. "Le persone che muoiono qui dentro cara, tornano ad essere quello che sono veramente. Prendi me ad esempio..Sono morta bella e giovane, ma la mia anima ha sempre avuto qualcosa di vecchio e meschino, e guardami adesso? ti sembro giovane e bella? questa sei veramente tu Violet, è come sarai per l'eternità piccola mia." Disse poi con tono fin troppo tranquillo Moira. La osservai per qualche secondo scioccata, come poteva dirmi quelle parole? avrei preferito far morire anche il mio spirito piuttosto che restare per sempre così. buttai un'urlo spingendo mia madre e Moira, uscii di casa, mi misi nel giardino a piangere, non volevo vedere nessuno. Non riuscivo più nemmeno a pranzare con gli altri, non avevo fame, volevo tornare ad essere magra, anoressica! e non un'obesa del cazzo. "tanto comunque sia che mangi o meno le cose non cambiano." mi disse jake. Jake era uno dei due bambini gemelli morti qui dentro poco prima di noi, uno tipico a combinare guai. "jake vattene, non voglio vedere nessuno." "ti sto solo facendo capire che non puoi scappare da te stessa. se questo è quello che sei veramente devi accettarlo Harmon, non puoi cambiare una volta che muori." "e tu? tu non sei cambiato di una virgola invece. perchè?." "perchè sono sempre stato così violet, intento a fare del male, razzista, ma allo stesso tempo piccolo e ingenuo. tu in tutti questi anni non hai saputo controllare il tuo corpo, e ti sei convinta di essere la ragazza depressa e anoressica della casa, ma non hai mai guardato il passato, che sfortunatamente serve per andare avanti Violet. Se ti dimentichi com'eri ieri come puoi dire di essere migliorata domani? chi ti dice che non sei uguale o peggio, se non ricordi?" disse allontanandosi. Effettivamente aveva ragione, come potevo dire di essere migliorata se non ho mai guardato come ero prima? magari ero peggiorata senza saperlo, magari da morta stavo impazzendo. Da quella sera, praticamente ogni notte la passavo immersa nelle lacrime, e nel dolore. Provare dolore per se stessi è molto più doloroso che provare dolore per qualcuno. Tenevo le ginocchia al petto con le cuffiette messe a tutto volume, non mangiavo perchè tanto non ne avevo bisogno..mi chiudevo sempre di più in me stessa, era peggio di essere viva. Decisi così, per alleviare il dolore di chiamare uno spirito, di nome Mirtle, per capire come potevo fare a ricordare come si dimentica. Mirtle apparve in camera mia, e non era per niente come mi aspettavo. In viso mi assomigliava molto, aveva dei lunghi capelli rosso fuoco, e un sorriso del tutto innocente. Avrà avuto al massimo 17 anni, e sembrava tutto tranne che una figura delle tenebre. "perchè mi hai evocato?" "i-io, non riesco più a stare bene con me stessa Mirtle, e mi hanno detto che tu potevi darmi una mano." "hahaha certo che posso Violet, io sono la tua stessa figura, la tua coscenza, la tua depressione. Resterò qui ad aiutarti, ma niente si fa per niente mia cara." "di cosa hai bisogno in cambio.." "una condivisione di anima" "una cosa?" "una condivisione di anima. metà della tua anima va a me, l'altra metà a te. Restando in questo mondo anche io devo capire cosa siano i Veri sentimenti. E se in questo lasso di tempo nessuno si innamorerà di me, l'accordo salta Violet." "ma che significa? non puoi essere amata a comando Mirtle." "infatti non voglio essere amata a comando, mi innamorerò, lui si innamorerà eccetera, per ora l'accordo e questo Violet, e inizierò tutto domani." disse per poi guardare il tetto e sparire. mi sentivo così tanto persa in me stessa, avevo paura che nemmeno Mirtle riuscisse a darmi una mano, poi con questo assurdo accordo che abbiamo fatto.. non credo che ci siano speranze. Mi lasciai tutto alle spalle e poi provai ad addormentarmi, fiduciosa di aver fatto la cosa giusta. Il giorno successivo Mirtle si presentò nuovamente in camera mia, facemmo questo accordo, e con una stretta di mano tutto iniziò. " per prima cosa devi ricordare Violet, senza ricordi non si può andare avanti. Immagino che qualche teppistello qui dentro te lo abbia gia detto." aggiunse sorridendo. Aveva un'aria strana mentre sottolineava quelle parole, si guardava attorno, come se anche lei potesse vedere Jake. "in effetti si, mi hanno già avvisata. Ma ancora non riesco a capire perchè il passato ritorna. Voglio dire il solo dover tornare così da morti, automaticamente è far tornare il passato." "il passato ritorna perchè una volta che muore il corpo è l'anima a rigenerarsi, Violet. Ormai tu sei solo anima, e non ci potrà mai essere niente di più puro. Hai venduto metà della tua purezza a me per stare meglio, senza pentirtene, questo fa di me un demone tesoro, potrò anche aiutarti e avere un carattere docile, ma gli angeli non chiedono in cambio di questo metà della tua anima." aggiunse con tono tranquillo e controllato "forse hai ragione, ma cosa posso dirti, ormai non mi fa più differenza se essere aiutata da un'angelo o da un demone." "beh, l'accordo l'hai preso con me, quindi lascia che sia io ad entrare in azione." disse per poi dissolversi nel nulla. Non ebbi neanche il tempo di voltarmi verso la porta che al piano di sotto suonò il campanello. Come al solito Moira si affrettò dalla cucina al salone principale per andare ad aprire, e quando lo fece, dall'alto delle scale, vidi Mirtle vestita come una comune mortale, sorridere davanti la porta chiedendo a Moira se la casa fosse in vendita. "in teoria si signorina, ma credo che debba cercare la signora Effie per questo." gli rispose "Effie? sarebbe la promoter per la casa? come posso rintracciarla?" "ecco qui" disse porgendogli un bigliettino con su scritto il numero. "molto bene grazie, tornerò nel pomeriggio arrivederci." disse per poi andarsene. Non passarono poi tanti minuti, all'incirca 10 o 15 che il campanello suonò di nuovo. Era di nuovo Mirtle che avvisava Moira che gli era stata venduta la casa, se così si può dire. "L'agenzia ha deciso di regalarmi questo.. ehm.. come hanno detto?.. ah si! gioiello americano. Quindi adesso la casa, tu e gli altri domestici, siete miei." disse sorridendo. Nel giro di tre giorni Mirtle aveva ormai conosciuto tutti in casa, avvisò tramite un'urlo che poteva vedere e sentire tutti gli spiriti rinchiusi li dentro, e che quindi preferiva che si fossero presentati invece di nascondersi. A pochi giorni dal suo arrivo iniziò a parlare con mio padre del mio carattere, della mia psicologia di vita, di come ero fatta insomma.. sapeva tutto alla lettera anche se io non gliene avevo mai parlato, era impressionante, ma che posso dirvi.. da morta una non si deve stupire di nulla. "sua figlia era rimasta sola. Non lo era davvero ma la sua mente si era ormai convinta così. Convinta che il male la circondasse non fece altro che allontanare tutti. Le persone erano il suo dolore, e lei il dolore non aveva più intenzione di provarlo. Ecco che con grande saggezza, scappò via da quello che sembrava essere diventata una fossa piena di serpenti per lei, perchè la vita è esattamente così, se cadi in una fossa piena di serpenti non li uccidi, scappi, signor Harmon." gli disse durante una delle loro "profonde" discussioni. Davanti a discorsi come questo mio padre rimaneva totalmente in silenzio, forse non era più tagliato per fare lo psicologo, forse adesso era lui ad avere bisogno di ascoltare senza aggiungere la sua. Potevo stare li ad ascoltarli senza farmi vedere, tranne per Mirtle, essendo una specie di demone lei ci vede sempre e comunque. Dopo essere rimasto in silenzio per dieci secondi contati di orologio, mio padre iniziò pure a parlare di me, mi voleva bene ma non riusciva a capirmi, Mirtle parlava di me come se fossi io a parlare, papà parlava di me come se fossi una sua paziente, e a quanto pare con Mirtle la regola del segreto professionale non valeva più di tanto. Succedevano sempre più stranezze in quella casa, Mirtle mi stava aiutando davvero, perchè sapeva che stavo li ad ascoltare quando parlava con mio padre, quindi automaticamente era come se stesse parlando con me. Nel giro di qualche settimana iniziai a vedere tutto leggermente meglio, tornai di sotto durante gli orari dei pranzi,e tornai a parlare con Evan, uno dei ragazzi morti li durante il periodo della seconda guerra mondiale. Insomma, grazie a Mirtle mi ricordai com'ero io in passato, iniziai a ricordare tutte le gite fatte coi miei genitori e anche tutte le volte che mi buttavano fuori da scuola. Col tempo ricordai tutto il mio passato, e mi resi conto che ricordare fa male ma non è male, se non riesci a ricordarti o eviti di ricordare chi eri, non potrai mai scoprire se domani starai meglio di ieri.

   
 
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