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Autore: Isidar Mithrim    22/06/2015    6 recensioni
La vittoria saprà di buono, gli avevano promesso.
Eppure, per Remus la guerra sapeva di buono più della vittoria.
{Prima classificata al contest ‘La canzone della mia vita’ indetto da Freya Crescent sul forum}
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
- Questa storia fa parte della serie 'Old Generation Sad Tales'
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{Prima classificata al contest ‘La canzone della mia vita’ indetto da Freya Crescent sul forum.
La richiesta era di scrivere una storia ispirandoci a una canzone, ma senza scrivere una song fic.
Io ho scelto ‘Generale’ di De Gregori: eccovi testo e video.
Potete tranquillamente leggere anche senza conoscerla, ma credo avrebbe un gusto diverso}



Eppure sa di buono


L’aveva creduta dolce come il miele e fragrante come il pane appena sfornato.
L’aveva attesa, cercata, costruita.
Combatti con noi, gli avevano detto. Verrà la pace e sarà bellissimo.
E Remus aveva combattuto, fidandosi di quella dolce illusione – perché come poteva non essere bella, la pace? – pregustando una vittoria che dicevano sapere di buono.

È l’ultima notte di un tetro ottobre quando infine arriva, portata da un lampo di luce verde che è nato morte e divenuto speranza.
È festa grande in quel giorno senza segreti – abiti viola in strada e gufi nei cieli diurni e pioggia di stelle cadenti.
È festa per tutti, ma non per lui.
Remus sa cosa sono quelle stelle – lacrime del cielo venute per piangerli.
Sa che cinque lacrime sono per loro, per cinque vite distrutte da una guerra che è stata dura e crucca e assassina – eppure sapeva di buono più della vittoria.

Non resta che il silenzio a riempire le sue giornate sole – il silenzio e il rumore delle foglie secche che si accartocciano sotto ai suoi piedi.
È un giorno come un altro quando il tappeto autunnale è sommerso dal candore dell’inverno – e il suo Natale è solitudine e rumore della neve che scrocchia sotto alle zampe.
È la Vigilia e ha bruciato i funghi trovati dietro la collina – eppure sanno di buono più della vittoria.

*

È mattina presto al Binario 9 ¾.
Remus voleva Materializzarsi a Hogsmeade – poi ha ricordato il sapore di quel treno, che è vapore e voci e casa, come la sua destinazione.
Sale sulla locomotiva rossa e gli sembra di tornare bambino – ha undici anni, è un lupo mannaro e ancora non crede che andrà davvero a Hogwarts.
Percorre il treno fino in fondo mentre il dolore dei ricordi si mischia alla gioia del ritorno – siede nel loro scompartimento, quello più lontano dal vagone dei Prefetti, perché a dodici anni non si pensa che qualcuno potrebbe diventarlo.
Ha un sapore buono, quel treno. Sa di cioccolato e di Harry e di casa.

*

Il nemico è tornato, è forte, è spietato e Remus comincia a dubitare del sapore della vittoria – che sia più buono di quello della guerra?
Eppure è così bello sentirsi utile e apprezzato, è così dolce essere di nuovo parte di qualcosa.
Remus ha finto troppo a lungo di non meritare d’essere amato – ora non riesce più ad allontanare quelle mani gentili che vogliono prendersi cura delle sue ferite, quelle labbra morbide che vogliono accudire la sua pelle.
Ha negato per troppo tempo d’avere voglia di amare – quando ogni volta potrebbe essere l’ultima, come si trova la forza di dire no?
È questo in fondo il fascino della guerra – costringe gli uomini a cogliere l’attimo che fugge, nel timore di non avere un domani.

*

Remus sa che alle madri non piace la guerra – cinquant’anni e sette figli e non ha che un fantasma travestito su cui piangere il suo affetto.
Sa che sta anche in questo il fascino della guerra – crea la voglia di creare un motivo per lottare.
Sa che il suo bambino sarà figlio della guerra – come Harry e Ron e George, anche se era un’altra guerra, anche se adesso sono soldati invece che bambini.
Sa che gli basta una sola cosa affinché la vittoria sappia di buono – che suo figlio veda la fine della guerra di cui è figlio.


*********




E niente, non sono certa di aver colto al meglio la richiesta del contest, ma sono piuttosto soddisfatta del risultato^^
Per me l’uso di questo stile è una novità assoluta che volevo testare da un po’. Questa mi è sembrata l’occasione perfetta!
Mi sono ispirata allo stile di due autrici che ne fanno un uso decisamente migliore, ovvero Anonimadelirante e Liberty_Fede (leggete le loro storie *.*).
Ovviamente ogni ripetizione, assonanza, etc., etc. è ricercata, così come è voluto che i periodi inizino spesso con ‘È’ e ‘Sa’. Ciò non toglie che possano comunque farvi schifo xD
In giro per la storia ci sono vari richiami più o meno letterali al testo della canzone (cinque lacrime, dietro la collina, cinquant’anni e sette figli, il nemico è tornato, è forte, è spietato), ma l’unica vera citazione è ‘crucca e assassina’, secondo me (chi direbbe mai ‘crucca’?!).

Ora un po’ di noticine (come se le precedenti non lo fossero!) che altrimenti non sono contenta ☺
-    “in quei giorni senza segreti”: la Row ha scritto su Pottermore che il giorno dopo la prima caduta di Voldemort è stato sospeso lo Statuto di Segretezza.
-    Cinque vite: ho provato a esplicarlo nel testo ma non ci sono riuscita in modo decente. Sta contanto anche Sirius e se stesso, oltre a Peter, Lily e James.
-    Mi sono sempre chiesta perché Remus abbia preso il treno con gli studenti. Silente gli ha chiesto di buttare un occhio su Harry? Ma allora perché dormiva profondamente? Ho provato a dare una risposta più sentimentale^^
-    “comincia a dubitare del sapore della vittoria”: quando muore Sirius (scritto così non ha senso, ma se leggete il testo dubita del sapore della vittoria perché teme che alla fin fine sia migliore di quello della guerra)
-    Tonks che si prende cura di lui vorrebbe essere un riferimento al ‘farci fare l’amore dalle infermiere’ :P
-    Ho citato George in rappresentanza di tutti i Weasley: l’ho scelto  perché Remus era con lui quando perde l’orecchio. Almeno credo ^^’
-    Tutta la storia vuole un po’ fondarsi su ‘e la guerra è bella, anche se fa male’. Il titolo vuole richiamare questo aspetto: la guerra è guerra e in quanto tale è ovviamente terribile, 'eppure sa di buono'.

Finito! ☺ (Era anche ora, sono più lunghe della storia e se per caso ho ridotto a brandelli i vostri feels ora vi ho anche ridotto annoiato a morte!)
Grazie della pazienza, spero di avervi allietato^^

Isidar

Ps: ho cambiato font perché quello che uso di solito ha un corsivo molto più piccolo del non-corsivo, quindi non mi convinceva.







   
 
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