Tremo.
Ho
tirato le tende del mio letto a baldacchino, non voglio che qualcuno mi
veda.
Non
riesco a
togliermi dalla testa ciò che non ricordo e ciò
che non è successo.
Com’è
possibile! Il freddo non mi passa e incomincio a sudare mentre il mio
corpo si
fa sempre più gelido.
Sarebbe
bastato così poco per rendermi un assassino? Non
è giusto! Non sono sicuro di
voler continuare a vivere in questo modo. Sempre in balia del caso! Non
bastava
la luna, anche i miei amici si dovevano aggiungere? Ma allora che amici
sono?
Ero convinto che mi volessero bene, che si fossero resi conto di quanto
soffrissi, ma mi sbagliavo.
Per
loro ero
soltanto un giocattolino con cui divertirsi nelle notti di luna piena,
un modo
per non annoiarsi tra una lezione e l'altra. Sono adirato e ferito.
Ferito da
chi ho amato e poi mi ha tradito.
Le
lacrime
scendono da sole, sono silenziose, sono per me, per il mostro che sono,
per lo
stupido che sono diventato credendo che qualcuno mi potesse essere
sinceramente
amico.
Le
tende si
spostano. Non voglio che mi vedano e m’infilo sotto le
coperte. Sento una mano
accarezzare il piumone all'altezza della mia schiena e un po' alla
volta mi
rilasso.
Quando
mi
affaccio al mondo, vedo James al mio fianco. Non sorride, mi guarda
serio come
se capisse e poi parla: " Sirius e Peter sono dispiaciuti! Non
credevano
che fosse pericoloso".
"Io
avrei potuto uccidere Severus! Te ne rendi conto. Io non sono in me
quando mi
trasformo, non sono un Animagus, sono un Lupo Mannaro!" e senza
accorgermene ripresi a singhiozzare "Io non sono come voi, sono
diverso,
pericoloso. Perché mi hanno messo in questa situazione? Come
riuscirò ad andare
avanti sapendo di poter uccidere da un momento all'altro?".
James
mi
strinse a sé: "Non sei pericoloso! C'era la luna piena, non
lo avresti mai
fatto se ...”. "Non è questo il punto. Io l'ho
fatto! L'ho aggredito e se
non fossi intervenuto tu, può darsi che Severus sarebbe
morto".
Vidi
James
impallidire, non gli era simpatico il Serpeverde ma non era una persona
cattiva
e sapeva che stavo affermando la verità. Ero stremato, non
meno dell'unica
persona che mi era sempre stata vicina e mi aveva sempre rispettato,
che aveva
messo in repentaglio la sua vita per salvare l'anima di uno dei suoi
amici e la
vita del suo peggior nemico.
"Non
è
giusto, domani ne parlerò con Silente. Voglio andar via da
Hogwarts! Non voglio
correre il rischio di uccidere o peggio ancora di condannare un'altra
persona
alla mia stessa disgrazia. Sono un licantropo ma non sono vile
né debole, se
una vita solitaria senza amici, senza amore, senza consolazione
è ciò che mi
spetta, allora non mi tirerò indietro".
E
mi sdraiai
di nuovo mentre James continuava a ripetermi: "No, tu non meriti
questo".
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"Remus, ci ho pensato anch'io, non credere, ma non ritengo che questa
sia
la soluzione più appropriata".
"Signor preside, lei mi ha dato una grande possibilità
permettendomi di
studiare in questa scuola ed io come l'ho ricambiata? Aggredendo... ".
"No, ragazzo, tu non mi hai mai deluso. I tuoi amici Sirius e Peter si
sono comportati in modo sconsiderato e per questo ho già in
mente una giusta punizione.
Le tue responsabilità sono già tante non
assumerti anche quelle degli altri.
Ora va e non pensarci più".
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Di colpo Piton fu tirato fuori dal Pensatoio. Si alzò in
piedi e dopo essersi
sistemato la toga, si rivolse a Silente: " E questo, cosa vorrebbe
significare! Perché mi dovrebbe interessare conoscere i
ricordi del tuo lupo
addomesticato?”.
Silente
fece
finta di non aver sentito la dolce definizione e rivolgendosi al suo
fedele
amico rispose: "Come saprai, anche quest'anno, si ripresenta il
problema
della nomina del docente di Difesa contro le Arti oscure".
"Fermati
Albus, non voglio sentire altro."
"E
ho
pensato che il giovane Remus Lupin possa fare al caso nostro".
"Oh
Merlino, non crederai sul serio che un essere come lui possa insegnare
a dei
ragazzi?"
"E
già
stato in questa scuola e tutto è andato per il meglio".
Severus
si
girò di scatto. Tutto era andato per il meglio
perché James alla fine si era
dimostrato il meno stupido tra tutti gli stupidi, ma ciò non
cancellava il
rischio che lui stesso aveva corso.
"Sì,
tutto è andato per il meglio" disse con tono sarcastico ".
“E con
ciò? Che cosa vuoi da me? Vuoi sempre qualcosa, lo so! Non
pagherò mai
abbastanza, neanche per te! Dimmi cosa vuoi e facciamola finita".
Silente
si
rabbuiò, questo era quello che pensava Severus e in parte
era la verità. Lo
guardò e, con voce stanca, riprese: "Lupin avrà
bisogno della pozione
anti-lupo tutti i mesi. Te ne puoi occupare tu?"
"Ho
forse scelta?” rispose gelido Piton, e detto questo
andò.
Percorse
i
sotterranei ed entrò nelle sue stanze.
Avrebbe
preparato la pozione
perché
sapeva che bastava poco per diventare assassini,
perché
non
voleva continuare a vivere in quel modo,
perché
era
stato un giocattolino nelle mani di chi aveva creduto fosse suo amico,
perché
non
era vile, né debole,
perché
se
questo era ciò gli spettava allora non si sarebbe tirato
indietro,
perché,
anche se a lui la pozione non serviva, spesso gli capitava di crollare
nel
vuoto di una luna piena.
Delicatamente
avvicinò la bacchetta alle tempie e ne tolse un filo
argentato.
Un
giorno
qualcuno, forse, si sarebbe preso la briga di dare
un’occhiata ai suoi ricordi
ma per ora lui era solo Severus Piton, capo della casa dei Serpeverde,
docente
di Pozioni, superbo doppiogiochista, fedele amico di Albus Silente che
gli
aveva chiesto un favore, e al quale lui aveva risposto
“Sì”.
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Cosa
ve ne
pare?
Era
da un
po' che volevo scrivere su Lupin e collegarlo in qualche modo a Piton
pero' non
volevo un dialogo diretto. Almeno non per ora! Ho aspettato fino a
quando non
mi è venuta in mente questa idea!! Spero vi sia piaciuta.
Alida