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Autore: _Emy_    22/06/2015    2 recensioni
Kensi torna a lavoro dopo una lunga missione. Ma questa missione l'ha cambiata molto. Se un agente della CIA non avesse detto che Kensi era un agente, per salvarsi, la missione sarebbe andata meglio. Forse. Kensi pensa di essere pronta per tornare a lavoro, ma lo sarà davvero? Ha evidente bisogno di aiuto. Deeks le offre il suo aiuto ma alla fine Kensi cederà e si farà aiutare da Deeks?
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: G Callen, Kensi Blye, Marty Deeks, Sam Hanna, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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… Ero in ospedale

Non aveva senso…

Perché ero in ospedale?

Ok non mi sono sentita bene, ma arrivare a portarmi di nuovo in ospedale era esagerato.

Però il mio corpo.

C’era qualcosa di strano.

In me.

Nel mio corpo.

Non poteva essere.

Quelle ferite erano ormai guarite.

Come diavolo faccio a ritrovarmele nuovamente sul corpo.

Ho bisogno di spiegazioni. Deeks, Sam e Callen a quanto pare non si sono ancora accorti del mio risveglio.

Provo a sistemarmi meglio, ma provo delle forti fitte che si espandono in tutto il mio corpo, dolori talmente forti, che mi costringono a fermarmi e a sussurrare un imprecazione per non urlare per tutto il dolore, mentre nella mia mente sto bestemmiando in tutte le lingue del mondo.
I ragazzi notano il movimento alle loro spalle, così si voltano e mi fissano

–Hey hey sta ferma piccola- disse premuroso Sam che era più vicino a me, mentre mii aiutava a stendermi nuovamente, il più delicatamente possibile, in modo da non sentire troppo dolore. Nel frattempo anche Callen e Deeks si erano avvicinati e mi scrutavano attenti.  –Kensi, finale ti sei svegliata, noi…- tentò di iniziare Callen, ma lo fermai. Non ci stavo capendo nulla, avevo bisogno di qualche chiarimento.
–Ehm… Da quanto sono qui?- -Eri in coma da ormai un mese- rispose Sam, Deeks continuava a scrutarmi attentamente, ma non proferiva neanche mezza parola, e sembrava quasi non respirasse per quanto impercettibile e lieve era il suo respiro. –Non è che magari avete voglia di spiegarmi un po’ cosa è successo? E perché sono qui?- chiesi stanca, anche se mi ero svegliata da poco, e in sostanza non avevo fatto nulla, se non cercare di comprendere cosa mi fosse successo

–Non ricordi nulla?- chiese Callen –Ecco… Io … Non lo so. Ricordo delle cose, ma ricordo molte cose. Alcune cose mi sembrano più reali di altre, ma ora mi rendo conto che le ho immaginate, ma sono così talmente verosimili, che non riesco neanche più a distinguere la realtà dal sogno… Io…- Iniziai a parlare con incertezza, ma senza prendere mai fiato. Non capivo nulla… Ero per caso impazzita?? A bloccare tutti questi pensieri che mi impedivano di giungere alla verità  e che non facevano altro che farmi perdere forze velocemente, fu Deeks, che proferì per la prima volta parola.
–Hey, ok adesso sta calma- La sua voce così ferma, pacata e quel sorriso, i suoi occhi bastarono per farmi calmare e riprendere a respirare regolarmente. Deeks, si avvicinò a me e si sistemò sul letto, subito dopo tornò a parlare –Ti ricordi che diversi mesi fa sei partita per una missione?- mi chiese dolcemente, io annuì debolmente e gli risposi –Si, ricordo della missione in … ehm- mi fermai prima, non potevo parlarne anche se erano loro, non sapevo se ne erano a conoscenza –Kensi sappiamo tutto della missione, quindi puoi dirci tutto- mi informò Callen
–Oh, ok…Beh… Allora, mi ricordo della missione in Marocco, e di… Alvarez… e di ... quello che … mi ha fatto- dissi distogliendo lo sguardo dai loro volti, per puntarlo in un punto imprecisato fuori la finestra alla mia sinistra, oltre gli alberi illuminati dai raggi del sole, era mattina, precisamente le 9.00 e i ragazzi o dovevano ancora andare a lavoro, o erano passati qui, perché erano nei d’intorni.
Ma in quel momento, poco mi importava del motivo per cui erano qui, in questa spoglia stanza d’ospedale, adornata solo da un semplice comodino su cui era poggiato il mio telefono, un vaso con alcuni fiori, il letto sul quale ero distesa io, alcuni macchinari di cui ignoravo la loro utilità, una poltrona a due posti ed una sedia, bianca, come tutto in sostanza. Non volevo guardarli, non potevo piangere, non davanti a loro.
Il solo ricordo mi faceva venire i brividi, avevo la pelle d’oca, avevo caldo e freddo allo stesso tempo e rivivevo attimo dopo attimo tutto. –Kensi è tutto finito, ora sei al sicuro. Alvarez e tutti quelli ricollegati a lui sono morti o sono in prigione e non ne usciranno fino a quando non creperanno- mi disse Sam dolcemente, prendendomi il mento con due dita e voltandolo verso di loro, per ristabilire quel contatto visivo che poco prima gli avevo negato.

–Ricordi altro?- chiese Callen –Ricordo di essermi svegliata in ospedale, aver passato alcuni mesi a casa, essere tornata a lavoro, voi scoprivate tutto a causa del caso a cui stavamo lavorando, Alvarez mi trova, mi tortura di nuovo voi venite a salvarmi, sto a casa di Deeks per settimane e poi io e lui…- mi fermo all’improvviso, Dio lo stavo per dire. –Non è avvenuto nulla di tutto questo, se non il fatto che siamo venuti a riportarti a casa… Ma io e te cosa??- disse Deeks scrutandomi attentamente –Io e te abbiamo litigato, per non ricordo cosa, e poi la mattina dopo mi sentivo male e poi mi sono svegliata qui- mentii…

Ok alla fine non avevo mentito, avevo solo omesso il momento poco casto, che non dovrà mai accadere, e che non accadrà mai , perché andiamo ma vi immaginate me e Deeks fare sesso… Ahahhahaha, ma anche no !!! –Voglio uscire di qui il prima possibile, e se posso anche ora- dissi ad un tratto, rompendo il silenzio che si era creato –Kensi ti sei appena svegliata da un coma di…- provò a dire Sam, ma lo fermai –Non mi importa. Io non voglio restare qui. Per favore. Ragazzi davvero, vi scongiuro, farò qualsiasi cosa voi vogliate, ma non fatemi restare qui- li supplicai fino allo sfinimento, e stranamente accettarono. Infatti Callen uscì dalla stanza e tornò dopo non molto tempo e mi informò, anche se era di più una sorta di minaccia… Comunque mi informò delle cose che potevo fare e quelle che non avrei dovuto neanche farmi passare per la testa di fare, e altre cose.
Quella sera quindi potei tornare a casa.









CIIIAAAAAOOOO !!!
Lo so sono in ritardo, ma cercate di capirmi, ho gli esami, sono sommersa dai libri e non ho molto tempo libero, in più l’unico periodo in cui potevo scrivere, non riuscivo a mettere due parole di senso compiuto una accanto all’altra. Per i prossimo capitolo non dovrete attendere molto, intorno alla prima settimana di luglio, al massimo la seconda sarà pubblicato.
Allora, abbiamo scoperto che Kensi era in coma e che quindi ha sognato tutto. Eppure sembrava così reale. Il capitolo fa schifo, l’ho scritto e non l’ho neanche riletto. Appena avrò un po’ di tempo libero dopo l’esame lo rileggerò e se ce ne sarà bisogno (e sicuramente ce ne sarà bisogno) apporterò delle modifiche. Voi fatemi sapere cosa ne pensate. Ringrazio infinitamente tutte quelle persone che leggono la mia storia, che l’hanno aggiunta tra le preferite e così via. Anche se un ringraziamento più grande ed importante va a quelle poche persone… Quei pochi e pover esseri umani a cui faccio così pena che decidono di scrivere due righe per farmi sapere che, nonostante io ritenga sempre che ogni capitolo sia penoso, forse non lo sono davvero… Punti di vista… Io ora vi lascio. Un bacio
_Emy_
  
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