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Autore: _cercasinome_    22/06/2015    3 recensioni
Approdo (finalmente) nella sezione di Fairy Tail anche come autrice!
Ecco a voi una raccolta di one-shot su una delle coppie che preferisco in assoluto!
Si tratta di momenti tra Laxus e Mirajane, alcuni ispirati al manga/anime, altri inventati da me!
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“Bene, la prossima volta combatterò anche io!” le aveva sentito dire queste parole tra le lacrime. Eppure era certo che lei non potesse più combattere dopo…quell’incidente. Non era preoccupato. Voleva semplicemente vedere che piano stesse escogitando quella testolina bianca.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mirajane
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                          ODIAMI
Continuò a correre, saltando da un tetto all’altro della città di Magnolia. Ormai mancava poco. Riusciva già a vedere il campo di battaglia.
Ma perché? Perché stava correndo così velocemente? Verso quella battaglia a cui non voleva partecipare. Verso quelle persone di cui non gli importava niente. Verso lei.
Perché stava correndo così velocemente verso lei?

#FLASHBACK#
-Tu sei la nostra sola speranza. Per favore torna indietro… E’ un’emergenza!- lo supplicò Mirajane, con gli occhi bassi e tristi ed il viso stanco.
-Non me ne frega un cazzo, pensateci da soli- le rispose attraverso quella strana sfera di cristallo che permetteva loro di comunicare.
-La nostra compagna Lucy è stata presa di mira- continuò ancora la ragazza, tirando su col naso per evitare di piangere davanti a tutti e soprattutto davanti a lui.
-Huh? Chi è? Ah la nuova pupa con le tette enormi. Ditele che l’aiuterò se diventerà la mia donna- rise di gusto, mostrando uno dei suoi ghigni più strafottenti. Mira strinse forte i pugni lungo i fianchi, tanto da far sbiancare le nocche. Il viso chino era nascosto dai lunghi capelli, ma si capiva che stava piangendo poiché era scossa dai singhiozzi.
-E dite a quel vecchio di sbrigarsi a ritirarsi così da lasciarmi il suo posto di maestro!- aggiunse lui, ma non ricevette alcuna risposta e pochi secondi dopo non riuscì a vedere più niente. Mira aveva spaccato il cristallo.
#FINEFLASHBCK#
 
Non stava correndo per quello. Assolutamente no. Ma non riusciva a togliersi dalla testa le frasi che aveva sentito dopo, nonostante si fosse rotto lo strumento di comunicazione.
“Non posso credere che una tale persona sia davvero un membro di Fairy Tail.” era riuscito davvero a farsi odiare così tanto? Perfino da lei? Beh, meglio! Era così che doveva andare.
“Bene, la prossima volta combatterò anche io!” le aveva sentito dire queste parole tra le lacrime. Eppure era certo che lei non potesse più combattere dopo…quell’incidente. Non era preoccupato. Voleva semplicemente vedere che piano stesse escogitando quella testolina bianca.
Si fermò su un’altura, osservando quelli che dovevano essere i suoi compagni di gilda combattere contro Phantom. Quest’ultima gilda si era trasformata in uno strano mostro, una specie di robot che stava per lanciare un incantesimo tracciando in aria un sigillo magico.
-Abyss Break- sogghignò. Phantom aveva davvero tanti assi nella manica. Eppure nessun mago di Fairy Tail aveva intenzione di ritirarsi. Lottavano tutti con grinta, nonostante le forze si stessero esaurendo.
Fece vagare lo sguardo, cercando di trovare una giustificazione  al perché si trovasse lì in quel momento.
“Non sto cercando nessuno in particolare. Non sto cercando lei! Voglio solo dare un’occhiata al combattimento” cercava di convincere se stesso in tutti modi, tutta via, non appena la vide, puntò il suo sguardo su di lei, dimenticando tutti gli altri. Anzi, non appena la riconobbe! Non ci aveva messo molto a notare il suo lungo vestito color cremisi, ma si chiedeva perché si fosse trasformata in quella ragazzina bionda, la causa di tutto. Come si chiamava? Ah, Lucy.
-Che intenzioni ha?- si chiese ghignando, continuando ad osservarla mentre attraversava con atteggiamento fiero e deciso, senza esitazione, il campo di battaglia. Si fermò proprio davanti a quel robot gigante, sotto lo sguardo preoccupato e confuso di Cana e gli altri.
-VOI VOLETE ME VERO?! FINITE DI ATTACCARE LA GILDA!- la sentì urlare a pieni polmoni, allargando le braccia e offrendosi al nemico. Perché si stava sacrificando per Lucy? Lei non poteva combattere! Cosa sperava di fare? Voleva prendere il posto di quella ragazzina?!
-Sparisci, piccolo impostore!- dalla sua voce il master di Phantom sembrava annoiato. Aveva capito tutto sin dall’inizio. Probabilmente già sapeva dov’era Lucy e aveva mandato qualcuno a prenderla.
-C’era d’aspettarselo da Jose- sogghignò da sopra l’altura, osservando Mira riprendere il suo aspetto e scoppiare in lacrime, confortata da Cana.
-Mi aspettavo un piano migliore da te, Mirajane- aggiunse incrociando le braccia al petto e sistemandosi in posizione eretta per sottolineare la sua superiorità nonostante nessuno potesse vederlo. Aveva tutte le ragioni per dire ciò. Anni fa Mirajane era una maga di classe S, sapeva che poteva fare meglio. L’aveva vista fare meglio! Ma dopo la morte della sorella era cambiata. Adesso non era più in grado di combattere. Era diventata inutile, ai suoi occhi. Quando sarebbe diventato master di Fairy Tail, lui avrebbe accettato solo i maghi più forti. E lei non lo era più.
Il combattimento si stava rivelando abbastanza noioso, come d’altronde si aspettava. Decise di andare via, ma quando si voltò non poté non vedere con la coda del’occhio la figura di Mira svanire. Si girò di scatto, cercandola ovunque con lo sguardo, provando in ogni modo a nascondere la sua preoccupazione.
Dopo qualche secondo la vide. Era incastrata tra due pezzi del braccio di quel mostro. Sentì Cana chiamarla a gran voce, ma lei non riusciva a liberarsi e quei due pezzi di pietra la stavano schiacciando sempre più.

Cercò di liberarsi in ogni modo, ma più si muoveva e più veniva schiacciata. Sentiva la voce di Cana che continuava a chiamarla, così le disse che stava bene. Ma purtroppo non era così. Più passavano i secondi e più le mancava il fiato. Stava perdendo tutte le forze. Il suo corpo era troppo debole, non riusciva a fare nulla. Poteva solo aspettare e pregare che Elfman, Natsu e Gray, che si trovavano dentro la gilda di Phantom, venissero a salvarla o almeno sconfiggessero gli Element Four, in modo da fermare quel mostro.
Per l’ennesima volta era stata inutile. Non era servita a niente, neanche ad ingannare per qualche secondo il nemico. Era diventata patetica.
Forse poteva provare… No. Non aveva il coraggio di far ‘rinascere’ il demone Mirajane.
Strinse i denti, cercando di soffocare le urla di dolore e continuando a piangere. Doveva almeno resistere, solo un altro po’. Era sicura che presto gli Element Four sarebbero stati sconfitti, quindi sarebbe stata salva.
 
Improvvisamente, sentì un forte rumore. Si osservò intorno.
Il braccio del mostro che stava tracciando il cerchio magico si era bloccato.
Sorrise, speranzosa. “Ce l’hanno fatta! Li hanno sconfitti!”
Tutta via la struttura subì parecchi danni. Sentì le parti che la stavano schiacciando, separarsi sempre di più.
Era libera!
Ma…c’era un piccolo problema. Sotto di lei c’era il vuoto, sarebbe caduta da un’altezza vertiginosa in acqua, sperando di non arrivare sulla terra ferma.
-MIRAAAA!!!- sentì le urla di Cana, ma non aveva la forza di risponderle.
Cercò un appiglio a cui aggrapparsi, ma il pezzo più vicino a lei stava crollando, non sarebbe servito.
Chiuse gli occhi con forza, sentendo le guance bagnate da altre lacrime e si preparò a cadere.
 
Ma, improvvisamente, si sentì afferrata per la vita e stretta contro qualcosa che la portava in alto. Questo qualcosa, che identificò meglio con qualcuno, l’appoggiò delicatamente per terra.
Sorrise, sentendosi al sicuro, con i piedi finalmente per terra, tra quelle braccia muscolose. Decise di aprire gli occhi, per scoprire il volto del suo salvatore, nonostante avesse già intuito di chi si trattasse grazie al suo profumo e al cappotto pieno di pelliccia.
-Laxus!- esclamò quando i suoi occhi si aprirono, rimanendo aggrappata al suo petto coperto solo da una delle sue tante camicie. Gli sorrise dolce, sentendo il suo braccio circondarle la vita. Forse non avrebbe dovuto, ma si sentiva al sicuro.
Laxus la guardò con una smorfia. Perché gli sorrideva? Si era scordata la loro conversazione di prima?
Decise di staccarsi da lei, anche se non ne aveva molta voglia, ritirando il braccio.
-Sapevo che saresti tornato!- disse lei, non lasciandosi intimidire neanche dai suoi modi freddi e bruschi, passandosi le mani sul viso in modo da asciugare le guance.
-Ehi, frena frena! Io non sono qui per aiutarvi! Non me ne frega un cazzo di quello che sta succedendo!- ghignò lui, incrociando le braccia al petto, sperando di smorzare l’entusiasmo della ragazza.
Ma lei continuava a sorridergli.
-E allora che ci fai qui?- gli chiese, mettendolo, senza saperlo, con le spalle al muro.
Bella domanda. Cosa ci faceva lui là?
-Volevo assistere al ritorno del demone- disse lui semplicemente. Era la prima scusa che avesse trovato. Ma probabilmente se l’era bevuta, perché il suo sguardo si era incupito leggermente.
-Per tua sfortuna non è successo. E non credo succederà mai- disse lei distogliendo lo sguardo. Le faceva ancora così male palare di quello?
-Cosa ti era saltato in mente?- le chiese, riferendosi al suo piano fallito miseramente.
-Volevo essere d’aiuto, per una volta- rispose scrollando le spalle e facendo un sorriso tirato, mentre osservava le punte dei piedi. Non seppe perché, ma Laxus la trovò dannatamente bella e dolce.
-Sei diventata davvero debole, Mirajane- sogghignò lui, guardandola divertito. O forse, falsamente divertito.
Adorava prendersi gioco degli altri, di quegli che gli intralciavano la strada, dei  più deboli. Ma perché con lei tutto era più difficile?
-Già. Ma per fortuna ci sono ancora maghi forti pronti a salvarmi- tornò a guardarlo negli occhi, sorridendo dolce, di nuovo.
Lui la osservò confuso. Possibile che fosse sempre così positiva e così gentile? Perfino con lui? Dopo tutto quello che aveva fatto?
-Se ti riferisci a me, ti stai sbagliando di grosso- disse lui, girando leggermente la testa, incapace di sopportare ancora per molto quegli occhi puri e dolci, blu come il mare, che sembravano voler leggere in qualche modo i suoi pensieri.
-Laxus- disse prendendogli il mento spigoloso con le piccole dita e girandolo in modo che lui la guardasse negli occhi –perché mi hai salvata?-
Il biondo deglutì sotto il tocco delicato e lo sguardo dolce della maga.
Perché? Perché l’aveva salvata?
Era stato un gesto impulsivo, istintivo. L’aveva vista in pericolo e il suo cervello si era sconnesso. Ecco perché.
-Semplice, adesso sei in debito con me- disse ghignando, allontanando bruscamente le mani di Mira dal suo volto poiché la pelle sotto le sue dita stava bruciando.
Distolse lo sguardo, riflettendo sulla bugia appena detta. Ottima idea!
Già si immaginava cosa poteva farle fare.
Magari sarebbe stata la sua serva per un mese, costretta inoltre ad indossare un abito da cameriera sexy.
Oppure si sarebbe esibita in spettacoli riservati solo a lui in cui avrebbe dovuto ballare in modo sensuale indossando solo l’intimo.

Immerso in questi pensieri non si rese conto che, intanto , lei si era avvicinata pericolosamente a lui, fino a quando sentì un piacevole tocco sulla guancia.
La osservò sbalordito con la coda dell’occhio, mentre lei stampava un timido e tenero bacio sulla sua guancia.
Mise fine a quel contatto, riappoggiando le piante dei piedi per terra. A causa dell’altezza di Laxus era stata costretta ad alzarsi sulle punte per raggiungere il suo viso.
Laxus sbatté più volte le palpebre, pietrificato, mentre osservava lei arrossire ma continuare a guardarlo sorridente.
-Grazie- disse poi Mira, incrociando le mani dietro la schiena.
Laxus cercò di far ricominciare a lavorare il cervello. Quel bacio era stato tremendamente piacevole. Le sue labbra, morbide e deliziose, avevano scottato la sua pelle, lasciando un segno indelebile su quella guancia.
Quelle labbra. Spostò il suo sguardo su di esse che, aperte in quel sorriso, erano talmente invitanti.
Voleva… Si, voleva assaggiarle, voleva sentirle sulle proprie. Sentirne il sapore.
“Che diavolo penso?! Cazzo, riprenditi Laxus!” disse fra sé e sé, non riuscendo a distogliere lo sguardo dalla sua bocca. Ma, purtroppo o per fortuna, il suo autocontrollo ormai era andato a farsi benedire e, senza che se ne accorgesse, si fiondò su di lei.
Mise una mano dietro la sua testa, spingendola verso di sé e intrappolando le sue dolci labbra con le sue, segnate da tutti i suoi combattimenti. Con l’altra mano prese le sue, più piccole e fragili, e le bloccò dietro la sua schiena in modo che lei non riuscisse a sottrarsi.
Si, erano davvero deliziose quelle labbra, proprio come immaginava. Sapevano di vaniglia ed erano terribilmente morbide e vellutate.
Mirajane rimase davvero sorpresa da quel gesto e spalancò gli occhi. Era in trappola, attaccata a quelle labbra. Ma non le dispiacque assolutamente, anzi! Capì che anche lei avrebbe voluto farlo, e per fortuna lui aveva trovato il coraggio. Chiuse gli occhi, rispondendo a quel bacio, mettendoci tutto l’amore che aveva.
Le labbra di Laxus erano piene di cicatrici e meno polpose delle sue, ma erano riuscite a mandarle in pappa il cervello. Per un attimo si dimenticò di tutto. Della guerra, di Fairy Tail, di Phantom, di Lucy e di tutti i suoi compagni. Quel bacio, quel contatto, sembrava la cosa più giusta del mondo, l’unica cosa in quel momento. Avrebbe dato di tutto per farlo durare il più possibile.
Laxus si stupì quando sentì Mira rispondere al bacio. Lo voleva anche lei?
Liberò le mani della ragazza, cingendole i fianchi con una e accarezzandole la guancia e il collo con l’altra. Lei si aggrappò alla sua camicia e intrufolò una mano fra i suoi capelli biondi, in modo da avvicinare il viso di lui a quello di lei.
Il bacio era sempre più passionale e, con grande sorpresa di Laxus, Mira riusciva meravigliosamente a stargli dietro. Qualche volta erano costretti a fermarsi per riprendere fiato, ma nessuno dei due apriva gli occhi, spaventati dall’idea di spezzare quell’incantesimo, e ricominciavano subito.
Le loro lingue si incontrarono per la prima volta, ma sembravano conoscersi da sempre. Danzavano e si cercavano con foga.
Lui le leccava il palato, lei percorreva con la punta della lingua il contorno delle labbra di lui. Lei gli mordicchiava il labbro e lui faceva altrettanto, beandosi dei suoi gemiti di piacere, che facevano godere anche lui.
 
Perché? Perché non era riuscito a trattenersi? Perché lei aveva risposto a quel bacio? Perché era così piacevole? Perché le loro labbra combaciavano perfettamente? Perché sembrava, allo stesso tempo, la cosa più giusta e quella più sbagliata del mondo? Perché, in quel momento, avrebbe preferito combattere e perdere contro chiunque, perfino contro Natsu, piuttosto che mettere fine a quel bacio?
No, non poteva permettere che una donna avesse un tale potere su di lui, anche se si trattava di lei, di Mirajane. Si stava indebolendo, lo sentiva. Era colpa sua.
Tutto quel… sentimentalismo non faceva per lui. Soltanto i deboli potevano permettersi certe distrazioni. Lui no. Lui doveva diventare sempre più forte, il migliore di tutti! E lei era solo d’intralcio.
Ma era così difficile farsi odiare da lei. Ogni volta che si comportava da perfetto stronzo, l’intera gilda l’odiava, ogni volta un po’ di più. Ma lei, invece, sfoggiava uno dei suoi migliori sorrisi, trattandolo fin troppo bene.
In questo modo, sarebbe caduto nella sua ragnatela e avrebbe dovuto abbandonare il suo piano di impossessarsi della gilda e di renderla la più forte.
Doveva trovare un modo per allontanarsi da lei, per farla allontanare da lui. Ma come?
La sentì ansimare sulla sua bocca e, pochi secondi dopo, le loro labbra si riunirono per l’ennesima volta. Perché non si era tirata indietro? Cosa c’entrava lei, dolce, gentile, delicata e bellissima, con lui, arrogante, rozzo, egoista, bastardo?
Forse, aveva avuto un’idea.
 
Accelerò i movimenti della sua lingua e delle sue labbra, rendendo il bacio più focoso. La fece indietreggiare, sbattendola al muro di pietra. Non se lo aspettava, lo sapeva.
Fece scendere la mano che le cingeva i fianchi più in basso, palpandole il sedere. Sentì, soddisfatto, i suoi gemiti farsi più forti. Spostò la mano dal suo viso, che si unì all’altra.
Abbandonò le labbra ormai gonfie di Mira, lasciando una scia di baci e morsi sul suo viso fino all’orecchio. Lo mordicchiò, lo succhio e lo leccò leggermente, sentendola ansimare contro il suo petto.
-L…Lax…us…- il respiro le si era fatto pesante.
Scese sul suo collo e sulla spalla nuda, pura e bianca come la neve, che rovinò con morsi e succhiotti, deciso a lasciare le prove di quello che stava accadendo sulla sua pelle.
-Laxus…stai es…agernando- disse lei, intrappolata contro il muro, incapace di muoversi. Le sue mani erano ancora sul suo petto muscoloso, ma stavolta per spingerlo via, in modo da farlo allontanare. Ma era tutto inutile, lui era troppo forte e quei brividi di piacere che le provocava la rendevano più debole.
Qualcosa era cambiato, se n’era accorta. Ed aveva iniziato ad avere un po’ di paura quando era stata sbattuta contro il muro. Laxus era cambiato.
Sentì una mano allontanarsi dal suo fondoschiena e, con la coda dell’occhio, vide che stava sbottonando i suoi pantaloni. Spalancò gli occhi, mentre lui continuava a sfogarsi sul suo collo.
No. No! Lei non voleva. Non era il posto, il momento ed il modo adatto!
-Laxus, cosa…- non riuscì a finire la frase perché lui si rimpossessò delle sue labbra e, afferrandola per le cosce, la costrinse ad agganciarsi al suo busto con le gambe.
Sentì la mano di Laxus spostare l’orlo del suo lungo vestito fino al suo bacino in modo da liberare le lunghe e sinuose gambe e permettendo alla sua intimità, coperta solo dalle suo mutandine di pizzo rosa, di aderire con il corpo di lui.
-Stai saldando il tuo debito- le soffiò Laxus sulle labbra, ghignante ed eccitato.
Mira percepì quelle parole completamene vuote: niente vergogna, niente pudore, neanche un pizzico di pentimento; solo desiderio. Semplice desiderio carnale.
Sentì gli occhi inumidirsi e, in un batter di ciglia, le sue guance furono rigate dalle lacrime, che fecero da contorno al loro bacio senza sentimenti.
-Basta… per favore…- sussurrò scossa dai singhiozzi non appena lui si staccò per riprendere fiato.
Laxus osservò con gi occhi socchiusi il viso dell’angelo che stava di fronte a lei. Era riuscito a farla piangere, e doveva ritenersi soddisfatto. Stava soffrendo, era quello che voleva, no? Ma allora perché si sentiva un mostro?
Ricacciò indietro quei pensieri. Stava andando tutto secondo i piani. Non doveva farsi impietosire da quelle lacrime.
La costrinse a piegare il capo, in modo da lasciargli libero accesso a tutto il suo collo, che tornò a baciare e mordere, il più focosamente possibile.
Mirajane circondò il suo collo con le braccia, in modo da evitare di cadere per terra, continuando a piangere e singhiozzare.
Spalancò gli occhi quando sentì la grande mano di Laxus accarezzarle l’interno coscia e salire sempre più su. Si mise a giocare qualche secondo con la sua mutandina, pizzicandole la pelle sotto di essa.
-Laxus, ti prego…- soffiò fra le lacrime, facendo cadere la testa stanca e triste sulla sua spalla muscolosa.
Con suo grande stupore, Laxus si fermò. Le sue mani si agganciarono di nuovo alle sue gambe, in modo da non farla cadere. La sua bocca abbandonò la sua pelle. Con la coda dell’occhio la osservò per qualche istante, completamente abbandonata su di lui.
Per qualche secondo, o forse minuto, non fece niente, rimase immobile. E la stessa cosa fece lei, ancora accovacciata sulla sua spalla, che però continuava a piangere. Aspettò giusto il tempo di ricomporsi e di regolare il respiro, che era accelerato a causa dell’eccitazione che cresceva ogni secondo di più.
-Sei troppo debole per me, Mirajane- le soffiò all’orecchio, fra i capelli bianchi, con tutta la cattiveria che aveva in corpo.
La sentì singhiozzare più forte e, facendo scivolare via le mani dal suo corpo, la fece cadere a terra con un tonfo, voltandosi subito dopo.
Si incamminò per allontanarsi da lei, le mani in tasca e il mento sollevato in segno di superiorità. La sentiva ancora piangere, ma si costrinse a non girarsi verso di lei. Aveva paura che quelle lacrime lo facessero cedere.

-Ritieni il tuo debito saldato- disse ghignando, mentre camminava.
Miajane, accasciata per terra con il viso rosso fra le mani, spalancò gli occhi, dai quali scorrevano ancora calde lacrime, non appena udì quelle parole.
Quindi, per lui era tutto un gioco? Si stava divertendo con lei, con il suo corpo? Tutto qui?
Quei baci non significavano assolutamente niente per lui?
Non aveva percepito tutto il suo amore, la sua gioia quando l’aveva baciata? Perché si, Mirajane lo amava. Amava Laxus fin da quando erano bambini.
E quando lui aveva dato il via a quella serie di baci, l’aveva resa super felice. Le aveva trasmesso la speranza che lui non avesse intrapreso il sentiero dell’oscurità, come invece affermava il resto della gilda.
Ma poi lui aveva rotto quell’incantesimo, diventando volgare e aggressivo. E lei ne aveva avuto paura, per la prima volta.
Eppure. Aveva sentito qualcosa. All’inizio, non era semplice desiderio. Era qualcosa di più profondo, caldo e piacevole. Lo aveva percepito, ne era sicura.
No, Laxus non era così cattivo come voleva dimostrare e come credevano i membri di Fairy Tail. No. Laxus era uno di loro, era un loro nakama e lei lo avrebbe salvato. Non avrebbe mai permesso che annegasse nell’oscurità, dimenticandosi della sua gilda, dei suoi amici, di suo nonno e di lei.
No, lei gli sarebbe stata accanto e lo avrebbe aiutato. Era suo dovere farlo!

Veloce come un fulmine, Laxus abbandonò la gilda di Phantom Lord, tornando sui suoi vecchi passi e lasciandosi dietro una Mirajane in lacrime.
Non doveva sentirsi in colpa, non doveva preoccuparsi per lei. Era così che doveva andare! Questo era l’unico modo per farsi odiare, una volta per tutte, da lei.
-Odiami- sussurrò a denti stretti.
Doveva! Doveva odiarlo! Tutti i suoi atteggiamenti da stronzo a cosa servivano, sennò? Era stato abbastanza facile conquistarsi l’odio dei membri di Fairy Tail, ma perché con lei era più difficile? Perché lei era diversa?
No, no, no!
Lei non era diversa! Era un membro di Fairy Tail, anche piuttosto debole, quindi per lui era inutile, come tutti gli altri. Non c’era niente di diverso. Lui doveva odiare lei e lei doveva odiare lui.
Ma come si faceva ad odiare e fare del male a qualcuno che era sempre dolce, gentile e bellissima?


ANGOLO DELL'AUTRICE
Salve a tutti! Prima fanfiction di Fiary Tail. Allora, cosa ne dite?
Vi dico che ho scoperto Fairy Tail solo da qualche mese, ma me ne sono già follemente innamorata. Ho divorato tutte le scan e sto segundo l'anime (anche se sono un po' indietro). Allora, mi sono innamorata della Miraxus da subitissimo e questa one-shot è nata quando ho letto la saga di Phantom. L'avrei voluta terminare, ricontrollare e pubblicare un po' di mesi fa ma, iniziata l'estate, aumentano anche i miei impegni. 
Comunque, spero che questa prima fic vi piaccia e che seguirete anche le altre.
Un bacio
  
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