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Autore: deny91    13/01/2009    9 recensioni
Sono passati tre anni da quando Edward ha lasciato Bella. Ora lei ha 21 anni, è fidanzata con Jacob e aspetta un bambino da lui. Ogni tanto pensa ancora accidentalmente ad Edward ma si è abituata all’idea che lui non tornerà e le voci nella sua testa sono svanite fino a dissolversi del tutto già da tempo. L’amore che prova per Jacob e per il bambino che aspetta bastano a renderla felice e farla sorridere ogni giorno. Ma cosa succerebbe se adesso Edward tornasse? Questa è la prima ff che faccio fantasticando su Twilight … per tutti quelli che adorano la coppia Bella - Jake e anche per tutti quelli che la leggeranno … spero che vi piaccia!! Leggete e ditemi sinceramente cosa ne pensate ^^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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1 - Felici e in attesa




Sentii suonare il campanello e mi precipitai giù per le scale. Jake era venuto finalmente a prendermi.
-Piano, Bels!- mi rimproverò Charlie -Non far agitare il mio nipotino!-
Abbozzai un sorriso a Charlie ed aprii la porta. Era proprio Jake. Mi baciò delicatamente sulle labbra e poi mi prese per mano e il suo piacevole calore mi pervase.
-Ehi, ciao Charlie.-
-Ciao Jacob. Dove porti la mia bambina oggi?- gli domandò Charlie che da quando stavo seriamente meglio grazie a lui e le cose tra noi andavano bene, lo adorava. Quando aveva saputo del bambino non si era neanche arrabbiato. Aveva detto che se lo aspettava e gli aveva dato un buffetto affettuoso sulla spalla – il massimo che si possa ottenere da parte di Charlie. Poi era corso a chiamare Billy per esprimergli tutto il suo entusiasmo.
-Passiamo a mangiare una cosa da Emily.- gli disse Jacob.
-Come sta il piccolo Tommy Uley?-
-Bene, cresce di giorno in giorno.- a quelle parole, Jacob mi guardò e mi sorrise. Naturalmente stavamo pensando alla stessa cosa. Anche il nostro piccolino cresceva dentro di me di giorno in giorno.
-Dormi da Jacob?- mi domandò Charlie tranquillo. Guardai Jake che annuì e allora confermai.
-Sì, papà. Ci vediamo domani.- dissi e io e Jake uscimmo per andare da Emily con la sua macchina. Erano settimane che né Charlie, né Jake, mi permettevano di guidare “Bella, una donna incinta non dovrebbe guidare.” Al pensiero del mio bambino mi sfiorai la pancia. Erano ben sei mesi che lo aspettavo e ancora per vederlo ne avrei dovuti aspettare almeno altri due o tre. Era un maschietto anche se non avevamo ancora scelto il nome Jacob era al settimo cielo solo al pensiero.
Arrivammo da Emily e Jake parcheggiò in cortile e mi aiutò a scendere dall’auto. Da Emily c’erano tutti i suoi fratelli licantropi – compresa Leah – che da quando i vampiri non erano più a Forks e Victoria era stata sistemata non avevano più bisogno di riunirsi tutti i giorni. Per un attimo le parole “vampiri” e “Victoria” mi fecero pensare a lui, ma cercai di cacciare via il suo ricordo. Ormai mi ero rassegnata da tanto tempo e non aveva senso farmi del male pensandoci ancora e poi la presenza di Jacob riempiva interamente le mie giornate, ogni mio pensiero e soprattutto, il mio cuore. Anche se per lui avrei sempre tenuto un posto speciale tra i miei ricordi, con Jake ero felice ed ero contenta di essere riuscita a lasciarmi il passato alle spalle. Mi voltai a guardarlo e non potei fare a meno di sorridere pensando alla mia fortuna.
Jacob mi venne ad aprire la portiera per scendere dalla macchina e mi prese per mano.
-Che buon profumo!- esclamò e suonò il campanello.
-Ciao ragazzi, entrate pure.- era stata Emily ad aprirci la porta mentre sullo sfondo Sam rincorreva il picco-lo Tommy per casa. Jacob mi appoggiò una mano sul pancione. -Sei sempre più enorme!- mi disse. Io arrossii e gli pestai forte un piede senza provocargli nulla se non una risatina compiaciuta.
-Ehi Jacob!- lo chiamò Seth. Andai ad aiutare Emily in cucina e Jake andò a salutare i suoi fratelli.
Era bello stare con loro. Mi sentivo a casa e quell’amore che c’era nell’aria mi avvolgeva completamente, cullandomi. Erano loro, la mia famiglia.

  
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