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Autore: G RAFFA uwetta    23/06/2015    3 recensioni
Dal testo: "C'è stato un tempo in cui le tue uniche emozioni venivano scandite dalle evoluzioni della luna e il desiderio di umanità veniva surclassato dalla consapevolezza di essere un mostro."
Questa storia si è classificata seconda al contest di Sam_HP Harry Potter e tutte le sfumature dell'amore.
Questa storia partecipa al contest [ Multifandom&Originali ] Autumn Contest (Edite&Inedite) indetto da My Pride sul forum
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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La luna scarlatta

La polvere galleggia nell'aria sospinta dai refoli che si insinuano tra le fessure delle assi. La sporadica luce annuncia l'imminente temporale. Il legno scricchiola sinistro sotto le sferzate del vento che sibila minaccioso tra i rami dalla foresta. Un'imposta si spalanca facendo entrare, violento, il primo scroscio d'acqua gelida.

L'autunno è alle porte con i cambi repentini del tempo, le foglie strappate ai rami, le albe uggiose soffocate da pesanti nebbie.

Ti è sempre piaciuta la pioggia per la sua malinconica discesa, per il senso di abbandono che assume il paesaggio, per i colori sfumati. Quando eri piccolo scendevi di nascosto fino al fosso per poter assaporare le essenze che arricciavano il tuo delicato olfatto. Dopo il primo smarrimento, la terra effonde i suoi profumi intensi: l'umidore del muschio e delle foglie cadute; il pizzicore dei funghi appena colti e del terriccio smosso nei campi; l'odore ossigenato dell'aria tersa e quello rinvigorito delle acque cristalline.

Anche per questo ami la pioggia.

Sei stanco, nella gola ristagna la fumosa pozione che hai appena bevuto. Ridi al pensiero che gli stolti la paragonino a peli bagnati di topo, in realtà il sapore aspro e nauseante ricorda quello delle acque torbide del Lago Nero.

Chiudi con un gesto secco la finestra cercando di contrastare la violenza dell'acquazzone.

Sei debole, lo sei sempre stato, gracile e malaticcio succube di una maledizione che grava sul tuo sangue.

Due forti braccia raggiungono le tue allineandosi con i palmi schiacciati sul legno. Insieme riagganciate la finestra mentre le vostre risate rimbalzano sulle pareti disadorne.

Riconosceresti ovunque quell'odore pungente che ti avvolge, quel calore intenso che stritola il cuore, quel senso di appartenenza che un suo abbraccio provoca, quel languore all'altezza dello stomaco che fa piegare le gambe.

Nel profondo del cuore serbi il ricordo di quel pomeriggio particolarmente ventoso mentre stavi concentrato sul libro di pozioni. L'aria gelida superava agevolmente il leggero cappotto facendoti intirizzire la pelle delicata. Grossi nuvoloni si addensavano dietro le alte cime degli alberi. Le bandiere colorate del campo da Quidditch sventolavano impazzite tra gli alti pali delle gradinate. Leggeri fremiti ti scuotevano le spalle incassate, i denti stridevano rilasciando sbuffi di fiato caldo.

Un'ombra si staglia improvvisa oscurandoti il sole. Gelidi brividi scendono lungo la schiena quando percepisci il calore di una sciarpa, di spessa lana, avvolgerti il collo. Con un sorriso canzonatorio negli occhi ridenti, le guance arrossate dal volo, i capelli spettinati dal vento Sirius non ti è mai apparso più bello mentre si sporge dalla scopa dandoti un leggero buffetto.

Il cuore batte furioso nel petto scarno, sembra il ruggito del mare in tempesta. Realizzi in quel momento, vinto dalle prime gocce di pioggia, che hai sempre desiderato baciare quelle labbra irriverenti. Hai sempre voluto scoprire in lui il sapore dello zenzero che tanto gli piace. Così la notte ti ritrovi nascosto dietro le cortine del tuo letto mentre spii geloso le sue conquiste. Ti attardi, nel silenzio procurato dalla magia, a darti l'effimero piacere immaginandoti accarezzato dalle sue dita affusolate. Fantastichi di lunghi capelli corvini stretti nel tuo pugno, di ciglia socchiuse a nascondere bagliori azzurri, di labbra screpolate gonfie di baci.

Vivi inebriandoti di illusioni annegate nella pioggia che accompagna le tue giornate.

C'è stato un tempo in cui le tue uniche emozioni venivano scandite dalle evoluzioni della luna e il desiderio di umanità veniva surclassato dalla consapevolezza di essere un mostro. Rivivi con precisa lucidità il momento esatto in cui hai realizzato che dentro di te scorre il sangue di una bestia immonda, prima di allora si susseguivano immagini sfocate di visi e luoghi che si sovrapponevano.

Infuriava un temporale anche quel giorno.

L'alto muro dietro casa è ricoperto di edera rossa, un ramo di un grande albero vi si appoggia contro mentre una corda frusta l'aria sbattuta dal vento. Tutt'intorno l'intensità della pioggia lava via ogni colpa. Attraverso la nebbia del sonno ti rendi conto che un peso ti grava addosso, in gola hai il sapore ferroso del sangue. Lo guardi inebetito per un lungo attimo, poi lanci un urlo cominciando a scansartelo di dosso. Arretri graffiando il terreno e scalciando con i piedi. Urli così forte da annichilire la voce, da sovrastare il frastuono degli elementi, da perdere per alcuni secondi i sensi. Mani delicate ti sollevano avvolgendoti in una coperta calda.

Il corpo del figlio della vecchia mugnaia giace scomposto e lacero a due passi da te. Il petto aperto, ai tuoi occhi innococenti, sembra sussultare ad ogni frastuono dei tuoni mentre i lampi ne illuminano il cadaverico pallore.

Sei ricoperto di sangue. Il corpo, deturpato da profonde unghiate, vibra scosso dai singhiozzi. Qualcuno ti costringe a bere un liquido amaro mentre ti dibatti come una bestia selvatica. Rimani giorni a languire in uno stato catatonico, gli incubi che si sostituiscono alla realtà. Voci soffocate riempiono gli spazi vuoti ma ti sfuggono le parole, le dite tremanti e deboli non riescono ad afferrarle.

Sogni spesso di candide lenzuola stese al vento sotto una pioggia battente dai riflessi carminio mentre la luna scarlatta squarcia le nubi al richiamo dell'ululato.

Una mano gentile ti solleva il viso e delicatamente ti sfiora le guance cancellando le lacrime. Due occhi limpidi come un lago di montagna ti scrutano nel profondo. Avvertono la tua anima tormentata e sereni sorridono cercando di infonderti sicurezza.

- Non sei un mostro - ti sussurra nell'orecchio.

Spalanchi gli occhi stupito, non pensavi che un ragazzo così superficiale nascondesse un animo sensibile. Eppure ora che ti specchi nei suoi occhi non riesci a vedere il mostro che alberga nel tuo corpo. La bestia assetata di sangue si acquieta come un cucciolo affamato d'amore.

Non puoi fare a meno di amarlo. Nel silenzio del tuo cuore assapori ogni istante condiviso con quel ragazzone sempre in cerca di un pretesto per divertirsi, per farsi ammirare.

Lo ami rimanendo nascosto tra le ombre del tuo passato.


 

Note autrice: è stata una opzione sicura la frase scelta per il contest, così come la decisione di abbinarla alla coppia Remus-Sirius. Il difficile è stato parlare di loro e mantenere il protagonista il più verosimile all'originale. Una vera sfida se penso che non li apprezzo molto come personaggi. Forse per quelle ombre adolescenziali che macchiano la loro condotta, soprattutto per non averle volute lavar via.

Mi auguro di aver centrato l'obbiettivo e ringrazio in anticipo chiunque leggerà questa storia.


 


 


 


 


 


 

   
 
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