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Autore: XLouX    23/06/2015    3 recensioni
-Gli psicopatici sono fortemente propensi ad assumere comportamenti devianti e a compiere atti aggressivi nei confronti degli altri, nonché a essere orientati alla criminalità più violenta. Spesso sembrano persone normali: simulano emozioni che in realtà non provano, o mentono sulla propria identità.-
"Harry, io sono malato."La voce agghiacciante di Louis fa rabbrividire il riccio, che però lo lascia continuare."E tu sei la mia medicina."
|Larry.|Accenni Ziam.|Nosh.|Violenza.|Se non vi piace il genere siete pregati di non entrare.|
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo


 

-I disturbi dello "spettro bipolare", ovvero i quadri clinici un tempo indicati col termine generico di "psicosi maniaco-depressiva", consistono in sindromi di interesse psichiatrico sostanzialmente caratterizzate da un'alternanza fra le due condizioni contro-polari dell'attività psichica, il suo eccitamento (donde la cosiddetta mania) e al rovescio la sua inibizione.-

Harry chiuse con un tonfo il libro e si rilassò contro lo schienale della sedia notando che erano già la quattro del mattino e non aveva nemmeno chiuso occhio.
Maledisse lui e il suo essere così orgoglioso da non mollare quell'università troppo difficile per lui mentre scostava le coperte e si lanciava a peso morto nel letto, mugulando di piacere.
Studiare psicologia ad Oxford era uno dei suoi sogni fin da bambino e ora che era dentro non poteva permettersi di mollare, sopratutto ora che aveva un offerta di lavoro importante.
Sente la testa pesare, le palpebre chiudersi da sole e dopo qualche attimo e già tra le braccia di Morfeo.

-

Le strade di Londra nel weekend sono sempre trafficate ma oggi Harry fa fatica anche a tenere tra le mani il suo frappuccino, ha ricevuto già tre spallate in meno di un quarto d'ora e sa che una volta a casa si ritroverà un ematoma sui punti colpiti.
Sospira leggermente e cerca di trovare l'ospedale psichiatrico con lo sguardo ma la popolazione Londinese oggi sembra particolarmente scortese così con un ultima e definitiva spallata da parte di un taxista si ritrova
una bella macchia di frappuccino stampata al centro della sua camicia bianca di lino.
Lancia un urletto nervoso e stringe con forza i pugni proseguendo comunque la strada verso l'ospedale.
Non poteva permettersi di arrivare in ritardo il primo giorno del suo tiro cinio, quindi preferiva arrivare macchiato e sudaticcio più tosto che non arrivarci proprio.
Qualche istante dopo si ritrova nella sala d'aspetto dell'ospedale psichiatrico.
Le piastrelle sono lucide e color mattone, le pareti sono di un bianco sporco mentre ogni mobile in quella stanza mette molta inquietudine, sopratutto la scrivania dov'era piegata la segretaria che sembrava particolarmenteconcentrata sul suo lavoro.
Il ragazzo da un colpo di tosse per attirare l'attenzione della ragazza, cosa che funziona visto che quest'ultima si gira verso di lui quasi scocciata.
Deve ammettere che è una bella ragazza, i suoi capelli biondo platino erano raccolti in una coda alta che metteva in risalto l'ovale perfetto del suo viso, i suoi occhi celesti erano enormi e contornati di un leggero nero
e per finire le sue labbra a forma di cuore erano rosse e piene, sembravano fatte su misura per il suo viso.
"Ti posso essere d'aiuto?"La voce nasale della ragazza fa cambiare idea su tutte le cose pensate in precedenza.
Fastidiosa, e l'unica cosa che si ritrova a pensare.
Annuisce lentamente prima di parlare con voce calda e morbida per non sembrare scortese.
"Ehm, mi sa di sì. Sono Harry Styles e sono qua per il tiro cinio. Il dottorr. Peters mi dovrebbe parlare."
La biondina sembra illuminarsi e un grande sorriso si stampa sul suo viso assieme a qualche rughetta d'espressione, annuisce ripetutamente e facendo oscillare la coda si dirige verso
l'ascensore, alle spalle di Harry.
"Vieni caro, vai al terzo piano." Prende un grosso respiro e chiama l'ascensore, prima di proseguire. "Scusa se ti sono sembrata scortese ma non ero a conoscenza di questo colloquio, anzi pensavo fossi uno dei soliti giornalisti curiosi."
Il riccio si lascia sfuggire una risata roca e fa un gesto con la mano, come per dirle di non preoccuparsi.
La loro conversazione viene interrotta dall'arrivo dell'ascensore che fa sussultare entrambi per colpa di quel fastidioso 'din din', Harry sorride e si congeda, entrando nell'ascensore, salutando la segretaria che torna al suo posto.
Il pianerottolo del terzo piano è identico al piano terra se non per il fatto che all'angolo destro della stanza c'è una porta di legno color marrone scuso con una targhetta oro: "Dottor. Peters."
Tentenna più volte prima di decidersi e andare a bussare, qualche istante e la porta viene spalancata.
Un uomo sulla cinquantina è seduto sulla sedia di pelle nera, la sua testa è lucida e Harry riesce quasi a specchiarsi.
"Allora."La voce fredda del dottore fa rabbrividire Harry."Styles, giusto?"
Si ritrova ad annuire con foga per poi sedersi sulla sedia morbida difronte alla scrivania, osserva lentamente ogni movimento dell'uomo e lo lascia parlare scioltamente senza interromperlo.
"Ho letto il tuo curriculum. Ci servirebbe un ragazzo che controlli le stanze e che sappia comportarsi in casi rari."Spiega con velocità. Prima che Harry possa rispondere, Peters si piega e afferra dal cassetto una carta che poi porge al
ragazzo riccio, assieme ad una penna.
Harry comincia a compilare il foglio con tristezza, si aspettava qualcosa di più importante da fare ma meglio di niente.
Appena finito di fare l'ultima firma, stringe la mano all'uomo che lo congeda con un "Ci vediamo domani mattina alle otto."
Harry è però sempre stato un ragazzo curioso, forse per questo motivo si dopo qualche minuto si ritrova a gironzolare per l'ospedale anziché essere per le strade Londinesi.
I corridoi di ogni reparto sono color bianco e un odore di disinfettante fa irritare le sue vie respiratorie.
Le infermiere sono troppo prese a commentare una sitcom che preoccuparsi di Harry che curiosa per i corridoi.
Ogni porta è chiusa a chiave, tranne una. Ha un colore diverso dalle altre, è coloro rosso acceso mentre la scritta in nero è "345."
Si avvicina con passo lento, e passa le sue dita lunghe e affusolate su essa, percorrendo così tutta la cornice della porta finché un urlo agghiacciante fa congelare il sangue nelle vene ad Harry.
Istintivamente fa due passi indietro, si volta verso la stanza delle infermiere con le pareti a vetro e nota che tutte quante sono addormentate e la luce del piccolo televisore riflette sui loro volti.
Deglutisce rumorosamente e con poco coraggio si china sulla serratura, posa due dita sulla maniglia e cerca di guardare nella serratura.
Buio, riesce a vedere soltanto buio.
Scrolla le spalle e fa per girarsi quando un altro urlo lo blocca, rabbrividisce e si morde il labbro, ripetendosi che è solo la sua immaginazione, si da del paranoico e scuote la testa.
Si china nuovamente sulla serratura, voleva esserne sicuro per certo, e questa volta quello che vede gli fa mancare il fiato dai polmoni.
Nella stanza c'è una lieve luce soffusa, e al centro  una sagoma attira la sua attenzione. Sul volto di questa sagoma si può vedere soltanto un sorrisino malato, forzato, finto.
Giura di vedere gli occhi della sagoma incontrare i propri, ma si auto convince che è solo la sua immaginazione.
Quello che però vede realmente gli fa cacciare un urlo acuto, che fa svegliare anche le infermiere.
Indietreggia mentre una di loro si alza e fa per avvicinarsi ma ormai Harry è già arrivato alla fine del corridoio, le sue gambe si muovono da sole verso l'uscita e sente le goccioline di sudore colare lungo la propria fronte.
Le immagini di quella parete e di quello sguardo non vogliono andare via dalla sua mente, le pareti impregnate di sangue lucido, quello non può averlo sognato.
Lo sa.
Ma la sua mente vuole convincerlo del contrario, così si ritrova tra le strade di Londra ad osservare la gente che continua tranquillamente la sua vita, ignara di tutto.





 
Spazio autrice:

So perfettamente che questo capitolo è molto corto, ma è solo il primo. I prossimi capitoli- sempre se la storia avrà successo.- saranno motlo ma molto più lunghi. Diciamo che per scrivere questa storia ci ho messo parecchio e quindi mi piacerebbe ricevere qualche recensione. 
So che sono successe cose quasi impossibili ma è una fanficiton ed è tutto completamente inventato.
Accetto consigli e critiche, ovviamente.
Se vi serve un banner, sono qua per farlo!
Baci, XLouX.
   
 
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