Venne alla spiaggia un assasino…
Venne alla spiaggia un
assassino
due occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura
[…]
E chiese al vecchio
dammi il pane
ho poco tempo e troppa fame
e chiese al vecchio dammi il vino
ho sete e sono un assassino.
- Ti
prego, vecchio, ho fame, dammi qualcosa. –
Uno
sguardo gelido contrastava le parole dure ma imploranti.
Il vecchio
albino guardando solo un poco il giovane, tutto ferito e incrostato dal sangue,
provò un briciolo di pietà per quello che doveva essere un malvivente, uno dei
tanti, a quei tempi.
Si infilò
nella sua piccola casupola e fece segno con la testa al ragazzo di seguirlo.
Servì del donburi
in un piatto e lo porse a quello che doveva avere su per giù 25 anni.
Quando questo
iniziò a mangiare, l’anziano Kakashi notò qualcosa di strano in lui, qualcosa
di familiare.
Lo scrutò
con attenzione, e quando questi si tolse una ciocca mora dal viso, lo
riconobbe.
E vide
colui che mai si sarebbe aspettato.
Cresciuto,
sì, ma sempre lui.
Un membro
del suo ormai passato Team 7. Sasuke.
Dopo un
momento carico di emozioni contrastanti, sorpresa e amarezza, gioia e rabbia,
decise di parlargli.
- Allora, cosa ci fa un giovanotto da queste
parti, scappa? –
- Non sono affari tuoi. –
- Potrebbero esserlo. Magari sono un AMBU in
pensione. –
Dopo un
attimo di esitazione e un grugnito scocciato, il ragazzo disse: - Vado a
Konhoa. –
Kakashi rimase
sbigottito. Dopo tutto quello che aveva fatto? Dopo la
distruzione osava ripresentarsi? Un’ennesima vendetta?
- E a far cosa? – Gli scappò detto.
- Mi sembra che tu ti stia impicciando molto. Spero
tu sia solo un curioso che si passa il tempo facendosi i cazzi degli altri. Comunque
devo dare un chiarimento a qualcuno. Poi me ne andrò, di nuovo. –
Sospirò le
ultime due parole, quasi fossero un pensiero scivolato da una catasta di riflessioni
impossibili da tenere impilate.
Non era
cambiato, sebbene gli anni, pensò ironico l’albino.
Quindi è
arrivato per ripartire. Un treno in corsa senza meta, con fermate confuse e depravanti.
- Eh, queste nuove generazioni. Non sapete
nemmeno più da dove venite, immagino. – Qualcuno doveva svegliare il ragazzo
ogni tanto. Era necessario. Lui lo sapeva.
Il moro si
alzò con uno scatto dalla sedia e afferrò per il collo l’anziano.
- Tu non sai niente di me, niente, hai capito?
– Il giovane gli urlò in faccia.
Kakashi
non si ribellò, aspettò che gli fosse passata, come succedeva sempre.
Sasuke lo
mollò su una sedia e si rimise a mangiare velocemente.
Bevve
dalla tazzina, osservando il fumo, sperando in un segno, che mai arrivava.
Troppi pochi anni per così tanti errori.
Finì
quello che aveva nel piatto e prese il suo zaino, rimettendoselo in spalla. Poi
si avvicinò al vecchio.
- Grazie. – A pronunciare quella parola
sentiva sempre delle fitte allo stomaco enormi. Forse perché l’ultima volta che
lo aveva fatto aveva 13 anni e aveva davanti una persona troppo importante per
essere capace di aggiungere altro.
L’albino
accennò un sorriso e gli appoggiò un mano sulla spalla.
Il giovane
imboccò la porta d’uscita e prese il sentiero verso Konhoa.
Quando era
ad una decina di metri dalla casetta, Kakashi lo chiamò: - Sasuke! –
Quest’ultimo
si fermò, voltando leggermente il capo con lo sguardo fermo a terra.
- Fai la cosa giusta, ti prego. Tsunade forse capirà.
Ascolta chi ti ha insegnato il Chidori**. –
Il ragazzo
si sistemò lo zaino sulle spalle e ripartì.
Non si
voltò, ma sulle labbra dell’anziano era affiorato un sorriso carico di
speranze.
Ma all'ombra
dell'ultimo sole
s'era assopito il pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
*donburi: È
il tipico piatto unico casalingo, veloce da preparare e molto
sostanzioso. Ha molte varianti. Si prepara cuocendo, in brodo dashi, del pollo con salsa di soia e mirin o sakè. Quando la cottura è ultimata si aggiungono
uova sbattute e quando anch'esse sono a cottura si versa il tutto in una grossa
ciotola con riso già cotto, caldo. (wiki)
**Chidori:
tecnica dei Mille Falchi insegnata da Kakashi a Sasuke.
© personaggi
– Kishimoto
Canzone – Fabrizio De Andrè
Tributo
al grande cantautore morto l’11 gennaio del 1999.
Grazie
a tutti, un bacio, Miki.