Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: Lisaralin    23/06/2015    4 recensioni
Raccolta dedicata ai Gold Saint di tutte le serie di Saint Seiya, spaziando tra i generi più disparati.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gold Saints, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

amor%20raccolta_zps80ns0nad



Personaggio: Pisces Amor
Serie: Saint Seiya Omega
Genere: Introspettivo, Slice of Life, Commedia
Rating: verde
Avvertimenti: io Omega lo immagino ambientato ai nostri giorni, anche se non so quanto la cosa sia canon. Quindi sì, per quanto mi riguarda esistono gli smartphone. Il titolo è un tributo ai Beatles, e l'autrice in persona fa una piccola comparsa, che vi sfido a trovare :)



A day in the life

Se lo era immaginato diverso, il suo primo viaggio in Italia.
Una gita in gondola tra i colori della Laguna all’alba, magari; o una prima alla Scala, con un completo Armani fresco di stireria e una fascinosa bellezza locale al braccio. E, se proprio la scelta doveva ricadere sulla Città Eterna, in cima alla sua lista dei desideri ci sarebbe stata la Cappella Sistina. Fuori dall’orario di visita, naturalmente, con una guida privata e lontano dagli insopportabili schiamazzi dei turisti. È possibile, se conosci le persone giuste. E Amor conosce sempre le persone giuste.
Di schiamazzi ne risuonano fin troppi nella bolgia sotterranea in cui è intrappolato. E dall’afa che gli incolla addosso la camicia gli sembra quasi incredibile che in fondo alla fiumana di gente non ci sia Minosse in persona ad attenderli, con la cosa serpentina avvolta intorno al corpo di demone. Fosse per lui avrebbe optato per un noleggio con conducente, interni in pelle e aria condizionata a volontà, ma sua sorella è stata decisamente categorica sulla questione del non dare nell’occhio. E dove Medea indica, Amor colpisce.
Ancora un paio di spintoni e riesce a saltare su un convoglio, evitando per un soffio una ragazzina che si è chinata di colpo per raccogliere da terra una monetina da due centesimi. A giudicare dalle condizioni del pavimento è un miracolo che non crolli all’istante, stroncata da un’infezione letale.
Di posti a sedere, ovviamente, neanche l’ombra. Amor si rifugia alla meglio in un angolo, ben attento a ridurre al minimo il contatto con qualsiasi superficie.
Tra sbuffi e gemiti di ferraglia finalmente il treno si mette in moto. Il vagone è una sauna, e puzza di umanità. Buona parte dello spazio è infestata da turisti vocianti, un’invasione da far impallidire la piaga delle cavallette. Accanto a lui, una signora di mezza età è troppo impegnata a litigare al cellulare per accorgersi della manina che sbuca dalla ressa e le si infila nella borsa a tracolla con l’agilità di un cobra. Probabilmente è l’unico ad averla notata: ovunque si giri le teste sono chine, le spalle curve, i visi illuminati dagli schermi degli immancabili smartphone. Da qualche parte, il cinguettio odioso di un Samsung replicato a getto continuo gli fa prudere le mani dalla voglia di annichilire lo scompartimento con un Bloody Waltz.
La manina riemerge dalla bosa carica di bottino per poi tornare a inabissarsi tra la folla, e Amor decide di cambiare scompartimento. Non è la paura di rimetterci il portafoglio: uno che sa muoversi alla velocità della luce non ha niente da temere da un banale ladruncolo di strada. Il fatto è che – Amor detesta ammetterlo, persino con se stesso – se indugia troppo a osservare certe cose, i contorni di queste prima o poi cominciano a trasformarsi. Succede ogni volta. È inevitabile, come respirare o sbattere le palpebre.
Anche ora, puntualmente, gli occhi della ladruncola di strada si tingono di azzurro, i suoi capelli sporchi mutano in onde acquamarina, e aggrappato al suo braccio ecco apparire un bambino ancora più gracile, cencioso, le labbra tremolanti di chi è sul punto di scoppiare in un pianto a dirotto.
Pensare a quei bambini lo disgusta. Il piccolo in particolare, se lo avesse davanti lo prenderebbe a schiaffi; perché è ridicolo, debole, talmente debole da temere il suo dono e cadere preda dello stesso terrore senza senso degli stolti che allontanano lui e sua sorella a suon di sassate.
Per fortuna il bambino pezzente non è davvero lì. Non tornerà più, ucciso dalla sua stessa debolezza. Ed è un bene.
Venti eterni minuti più tardi il viaggio volge al termine. Amor scansa una coppia di fidanzatini che ha scelto il luogo e il momento più sbagliati per scambiarsi effusioni e guadagna agilmente l’uscita attraverso i tornelli. Prima di imboccare la scala mobile verso la superficie si guarda intorno e in pochi secondi individua ciò che sta cercando. L’odore nella toilette maschile non è esattamente incoraggiante, ma dovrà farsela bastare. Si congratula con se stesso per l’idea di portare una camicia di ricambio: se c’è un’occasione in cui non transige su un aspetto impeccabile è un incontro di lavoro, prima ancora che un appuntamento galante.
Il tempo di cambiare l’indumento sporco di sudore ed è in strada, nel centro affollato di famiglie e turisti e inondato dalla luce accecante della domenica di maggio. Secondo la cartina, il suo contatto lo aspetta in un caffè all’aperto a pochi isolati di distanza.
Una donna che spinge una carrozzina a due posti lo costringe a compiere un largo giro per evitare di rimanere imbottigliato sul marciapiede affollato da una selva di motorini e bancarelle ambulanti.
Hanno tutte lo stesso sguardo le madri, riflette Amor. Diamanti negli occhi, la voce ridotta a un falsetto infarcito di smorfie inintelligibili. Proprio come Medea con il piccolo Eden. Deve essere qualche ormone instabile della maternità, perché sua sorella non è mai stata così frivola. E il piccolo Eden, a dirla tutta, non è davvero nulla di speciale.
L’ultima svolta lo porta lontano dalla strada principale e dalla calca, in uno dei suggestivi vicoletti lastricati di sanpietrini che sembrano usciti da un film d’epoca e rendono la capitale italiana tanto celebre e amata nel mondo. Il piccolo locale è incastonato all’angolo di una deliziosa piazzetta, all’ombra di un pergolato. Poco lontano, una fontana gorgoglia sommessamente. La folla e i turisti sono magicamente spariti, come se appartenessero a un altro pianeta.
Riconosce il suo uomo dall’immagine vista nella sfera di cristallo di Medea. È seduto a un tavolino d’angolo e sorseggia un cappuccino: i tratti del viso fini, capelli fulvi pettinati in onde sulle spalle e abiti che rivelano un gusto quantomeno dignitoso per la moda. Certo, avrebbe preferito una bella fanciulla, possibilmente meno schizzata dell’ultimo acquisto di Mars per la Casa dei Gemelli; ma non si può avere tutto dalla vita.
“Buongiorno” esordisce, prendendo posto di fronte all’uomo che Medea indica come candidato ideale per l’armatura del Cancro.
“Spero tu valga davvero il mio tempo, amico mio, perché non hai idea di che impresa sia stata anche solo arrivare fino a qui.”


----------------------------------------------------


Note: ho preso per buona la storia sull'infanzia di Medea e Amor che lui stesso racconta in un episodio. La nega subito dopo, ma ho deciso di far valere il principio secondo cui in ogni buon racconto c'è sempre un fondo di verità.
Tempo di calciomercato al Santuario, ma la campagna acquisti del nuovo presidente Mars fa davvero acqua da tutte le parti.
 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Lisaralin