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Autore: Seiraluna    23/06/2015    0 recensioni
Cardia camminava nella foresta con lo scrigno dell’armatura sulle spalle. Lo aveva coperto con un telo per non farsi notare dagli abitanti dei villaggi vicini. Gli avrebbero chiesto qualche favore se lo avessero notato. I cavalieri d’oro da quelle parti erano popolari e molto richiesti ma non potevano sempre fare tutto. Lungo la strada del ritorno si era già fermato dieci volte per aiutare dei contadini e era in ritardo di cinque ore. Di sicuro il grande sacerdote lo aveva dato per disperso. Era più forte di lui, non riusciva a restare impassibile di fronte alle persone bisognose. Le zone intorno al villaggio non erano molto ricche, fatta eccezione per alcuni ricchi mercanti e alcuni nobili.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Scorpion Kardia, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Cardia aveva sbattuto in prigione lo specter che aveva colpito per due volte con il suo colpo. Non lo aveva colpito in punti vitali ma doveva soffrire molto a causa delle punture. Cardia non perdonava chi colpiva la ragazza che amava o i suoi amici. Quegli specter avevano addirittura osato farsi passare per dei cavalieri di Atena per ingannarli. Non potevano passarla liscia facilmente.
Cardia aveva accompagnato Mana alla casa dello scorpione e le aveva passato un unguento sul polso. Poi aveva controllato che non avesse altre ferite.
-Ti ho già detto che sto bene. Non devi controllare ogni centimetro della mia pelle. Mi ha solo stretto il polso e al collo non ho ferita.
-Non sono stato attento e stava per tagliarti la gola.
-Non dire stupidaggini. Se non fosse stato per te sarei già nelle mani di Ade. Mi hai salvata da due specter e ora vuoi prenderti delle colpe. Non accetto questa cosa.
Mana si alzò e guardò Cardia con sguardo molto serio.
-Vai fuori da questa casa e cerca di carpire informazioni da quello specter, senza esagerare.  Non è da te stare qui a crogiolarti nelle paranoie. Smetti di colpevolizzarti e continua a essere il cavaliere di sempre.
Cardia si rimise in piedi, afferrò la mano della ragazza e la baciò con dolcezza.
-Ci vediamo stasera. Se faccio tardi mettiti a dormire. Dopo la giornata di oggi, hai bisogno di molte ore di sonno.
-Ti aspetterò alzata. Tu non stancarti troppo e non fare sciocchezze.
Cardia andò verso le prigioni mentre Mana si inginocchiava a terra. Sentiva il corpo pesantissimo a causa della tensione e della paura accumulata. Vedersi un coltello alla gola le aveva fatto credere veramente che era giunta la fine. Si sentiva strana. Aveva potuto parlare a Cardia per farlo ragionare ma ora chi avrebbe alzato lei da terra. Non era solo il suo corpo a essere bloccato. Mana si sentiva bloccata anche dentro, non sopportava più di pesare sulle spalle di Cardia. Ogni volta che c’era un pericolo era lui a sentirsi in colpa ma in realtà era lei la responsabile. Era lei la persona minacciata, Cardia era solo l’eroe e non aveva motivi per colpevolizzarsi.
 
Cardia era alle prigioni e stava interrogando lo specter. Urlava tantissimo per il dolore alla spalla e al ginocchio.
-Se non vuoi fare la fine del tuo amico, ti conviene parlare. Quando ci sarà il prossimo attacco dei tuoi compagni?
-I generali degli specter vi distruggeranno presto. Nessuno di voi resterà in vita. Anche la tua puttanella perirà perché non ha obbedito al sommo Ade.
Cardia colpì di nuovo lo specter ma questa volta vicino al fegato.
-Mossa sbagliata parlare di lei davanti a me. Sei solo un sottoposto di Ade e nessuno verrà qui a salvarti perché nessuno tiene a te. Siete dei mezzi per raggiungere uno scopo crudele e maligno. È ora che tu ti penta e confessi i piani dei tuoi compagni specter.
-Non tradirò il sommo Ade. Però scommetto che ora la tua amica sta soffrendo da sola nella casa da te protetta. Sono due ore che mi interroghi e il mio veleno avrà iniziato a fare effetto. Sappi che quando le ho stretto il polso le ho iniettato un veleno. Ora sarà in preda alle allucinazioni o sarà svenuta sul pavimento gelido della tua casa.
Cardia stava per dare il colpo fatale allo specter ma venne bloccato da Degel e Manigoldo.
-Vai da lei, ci occupiamo noi di lui. Ci dirà tutto.
-Grazie ragazzi.
Cardia corse alla sua casa e trovò Mana stesa sul letto. Aveva la febbre alta ma non stava tremando o delirando. Qualcuno l’aveva adagiata sul letto e le aveva messo una pezza bagnata sulla fronte.
-Shion come sapevi che l’aveva avvelenata?
-Non sapevo niente. Albafica mi ha detto di aver sentito uno strano odore venire dalla casa dello scorpione. Mi ha dato questo antidoto e mi ha detto di correre qui. Ho trovato Mana stesa per terra davanti l’ingresso. Credo che cercasse aiuto quando è svenuta.
-Se tu non fossi arrivato, non l’avrei trovata in tempo.
-Smetti di prenderti colpe che non hai, penso che te lo abbia detto anche lei.
-Tutti a dirmi cosa fare o non fare. Ho capito cosa voleva dirmi Mana. Si sente in colpa perché io devo correre in suo aiuto ogni volta. Non è giusto, io la amo e farei questo e altro per lei.
-Vi lascio soli- disse Shion uscendo dalla casa.
-Ti ho sentito Cardia, ora non puoi nascondere più quelle lacrime da me.
-Accidenti, sei proprio una furbetta.
Cardia si asciugò il viso e si sedette accanto a Mana.
-Non dire a nessuno che cosa è successo in questa stanza o sarò costretto a non farti più uscire di qui.
-Non scherzare. Sono contenta di rivedere il tuo viso Cardia. Vedere tutto nero o bianco non è bello.
-Sarebbe una tragedia per me non vedere più i tuoi splendidi occhi.
-Per me sarebbe orribile non sentire più la tua voce gioiosa e ascoltare i tuoi assurdi discorsi.
Cardia si inginocchiò davanti la ragazza e chinò la testa davanti a lei. Le stava chiedendo scusa, questa volta non aveva saputo proteggerla. Non doveva rimanere ferita ma era successo e era suo dovere chiedere perdono.
-Alza quella testa o mi farai piangere cavaliere dello scorpione. Ora dimmi che hai chinato la testa solo perché l’elmetto della tua armatura d’oro è molto pesante o potrei sentirmi in colpa.
-Fai battute al posto mio, sei davvero carina a tirarmi su di morale.
-Faccio solo quello che tu fai sempre per me. Nulla di complicato, ti parlo con il cuore.
Il cavaliere si tolse l’armatura e passò tutta la notte al fianco di Mana. Doveva tenere sotto controllo la sua temperatura. Quella situazione gli ricordava un po’ quando Degel alcuni anni prima vegliava su di lui a causa del suo cuore malato.  Ora era Mana la sua dolce medicina. Ogni suo bacio era una vera fonte di energia per il suo corpo. Tutto con la ragazza era bellissimo, Cardia si sentiva benissimo ogni volta che era in sua compagnia. Ogni tanto c’era qualche piccolo litigio ma nulla di esagerato. La coppia risolveva tutto in pochi minuti. Qualche volta Mana metteva il broncio perché Cardia esagerava ma poi il cavaliere sapeva come farsi perdonare.
 
Il mattino dopo
Cardia si alzò presto e preparò del latte caldo per Mana. Non doveva assolutamente sforzarsi, quel giorno l’avrebbe viziata.
-Principessa sono le nove è ora di alzarsi, ti ho preparato del latte.
-Buongiorno Cardia. Come mai non stai riposando?
-Non ne ho bisogno. Oggi sono a tua disposizione, puoi chiedermi tutto quello che vuoi. Non mi lamenterò neanche un secondo.
-Non ho bisogno di niente tranne che la tua compagnia. Non ci siamo visti per giorni mentre eri in missione e mi sei mancato. Non parlare con te e non ricevere abbracci e baci è stato molto difficile.
-Pensavo ti fossi divertita con gli allenamenti.
-Mi stai prendendo in giro?
-Sì. Sei proprio carina quando gonfi questa guance che si tingono di rosso ogni volta che ti sussurro qualcosa di dolce.
-Non mi arrabbierò con te perché sei stato dolce a prepararmi la colazione.
-Ho solo scaldato del latte e preso qualche biscotto dalla dispensa, nulla di difficile.
-Hai di nuovo rubato i biscotti con Manigoldo. Siete incredibili. Vi svegliate all’alba solo per prendere qualche biscotto dalla cuoca e per farvi rincorrere da lei.
-Ci alleniamo appena mattina. Correre fa bene.
Mana finì tutto il latte e poi andò a lavarsi. Voleva vestirsi bene per uscire con Cardia. Le aveva promesso di portarla un po’ in giro quel giorno. Sarebbe stato un modo per svagarsi per entrambi. Questa volta sarebbe stata un’uscita senza interruzioni. Cardia aveva in mente qualcosa di tranquillo in un posto conosciuto da pochi.
 
Dopo un’ora tutto era pronto per la partenza. Cardia aveva persino preparato un cestino per il pranzo.
-Dove andiamo?
-Sorpresa. Sali sulla mia schiena, oggi viaggi comoda.
-Posso camminare da sola.
-Non si discute oggi. Shion ha detto che non devi fare sforzi dopo che ti ha controllata.
-Non dovevi farmi controllare di nuovo. Quando è successo?
-Questa mattina presto. Non ti sei accorta di niente, dovevi essere davvero stanca. Ti abbiamo anche cambiato le bende e non ti sei accorta di niente.
-Mi prendi in giro dandomi della pigrona, non sei carino.
-Non mettermi di nuovo il broncio o la mia giornata non riuscirà bene. Ho bisogno del tuo sorriso per stare bene.
Mana saltò addosso a Cardia e gli stampò un bacio sulla guancia. Era stato carino ad organizzare una giornata tutta per loro.
Dopo trenta minuti Cardia e Mana arrivarono in una bella villa a qualche chilometro dal grande tempio. Lì c’era un grande giardino pieno di fiori, una cucina immensa, un salone da ballo e molte stanze da letto. Persino i bagni erano di lusso.
-Di chi è questa casa?
-Un rifugio per noi cavalieri. Quando ci sentiamo a pezzi o abbiamo bisogno di una pausa veniamo qui a meditare e a distrarci. Anche a noi capita di sentirci tristi, inutili, inadeguati.
-Ti è successo?
-Non di recente. Mi sentivo inutile nei miei primi giorni di allenamento con il maestro ma allora non ero un cavaliere d’oro. La causa era il mio cuore. Per fortuna il mio organo ha retto per tanti anni o non ti avrei incontrata.
Cardia e Mana passarono un’intera giornata nella villa a ballare, a parlare, a coccolarsi. Non c’era nulla che non andava fra loro.
-Si è fatto tardi per questa sera resteremo qui.
-Cardia guardi sempre fuori. Ci ha seguito qualcuno?
-No, nessuno conosce questa casa. Però la foresta qui intorno è piena di pattuglie di specter. Dobbiamo stare attenti, non voglio sorprese sgradevoli.
 
Mana andò al piano di sopra a preparare il letto per dormire mentre Cardia controllava che non ci fossero nemici in zona.
-Ciao piccola Mana, non ci si vede da qualche mese.
-Tu dovresti essere con mio padre.
-Sono venuto qui per te. Non riesco a levarmi dalla testa il tuo viso. Sei troppo bella per stare con quel misero cavaliere di Atena.
Mana si avvicinò al cavaliere del padre e gli tirò un ceffone sulla guancia.
-Sei diventata manesca.
Mana guardò il cavaliere con astio, non sopportava i tipi che parlavano solo per dare fiato alla bocca. Odiava chi insultava Cardia senza conoscere il suo valore.
-Vada via lord Ork o mio padre potrebbe punirvi per la vostra insolenza.
-Vostro padre sarebbe felice se io vi prendessi come compagna. Non ha ancora accettato la tua storia con il cavaliere d’oro di Atena.
-Mi ha dato il permesso di stare sulla terra con lui quindi in parte ha accettato la mia storia con Cardia. Ci vorrà tempo perché approvi del tutto il nostro amore ma riuscirò a convincerlo che siamo felici. Ora vada via.
Lord Ork colpì Mana sulla guancia e poi la spinse verso il letto.
-A me non piacciono le ragazze che fanno le difficili. Quindi stai buona e lasciati portare nella mia dimora nel mare del nord. O preferisci diventare mia in questo luogo?
-Non sarò mai vostra.
Mana provò ad attivare i suoi poteri ma non ci riusciva.
-Non sei in grado di usare i poteri che ti spettano dalla nascita perché non sei forte come la mia divinità.
Mana urlò forte ma il cavaliere le tappò subito la bocca. La stava stringendo forte per la vita e contemporaneamente le teneva la mano sulla bocca. Mana gli morse la mano e lanciò un urlo più forte. Lord Ork la stese sul letto e le bloccò le braccia. Mana si dimenava ma era tutto inutile, l’uomo era troppo forte.
Cardia fece irruzione nella stanza e vide il cavaliere su mana mentre tentava di slacciarle il vestito con una mano e con l’altra le toccava le gambe. Con un solo dito scaraventò il cavaliere sulla parete opposta. Poi corse da mano e si accertò che non fosse arrivato troppo tardi.
-Ti ha fatto male?
-Sto bene. Grazie.
Cardia non fece in tempo a girarsi verso il nemico che era sparito.
-Cosa voleva da te?
-Quello era lord Ork, un altro pretendente. Anche lui ha chiesto a mio padre di sposarmi ma io non ho mai accettato. Sono stanca di dover lottare contro di loro. Vogliono me solo per raggiungere un posto di prestigio al fianco di mio padre. Pensano che otterranno il suo favore sposandomi.
Cardia strinse forte Mana. La ragazza era furiosa e allo stesso tempo impaurita. Doveva essere difficile sopportare tutto quello, non aveva un attimo di respiro.
-Doveva essere una bella giornata per noi e lui ha rovinato tutto.  Mi dispiace Cardia. Per colpa mia tutto va male, sempre. Ogni volta che organizzi qualcosa, arriva qualcuno e prova a rapirmi.
-Shhhh. Non è colpa tua se quei folli vogliono farti del male. Con me sei al sicuro. Non pensare più queste brutte cose.
Cardia aiutò Mana ad addormentarsi e poi la riportò al tempio. Doveva accertarsi che fosse al sicuro mentre lui partiva per un breve viaggio. Aveva bisogno di parlare con una persona e non sarebbe stato un discorso facile.
   
 
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