Fanfic su attori > Cast Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Margo Malfoy    23/06/2015    1 recensioni
Cosa succederebbe se un’agente di polizia alle prime armi e con poca esperienza venisse sedotta dal sospettato principale di uno dei casi più importanti cui sta lavorando?
E se non dovesse essere solo lei a pagare caro questo errore fatale?
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Felton, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1
 
Malia Browning, quella calda mattina di giugno, si sarebbe svegliata alle sei e mezza, come ogni mattino, si sarebbe vestita di corsa perché, come ogni altra mattina avrebbe spento la sveglia senza alzarsi e riaddormentandosi poco dopo, e avrebbe bevuto un caffè camminando a passo svelto verso lo squallido supermercato in cui era riuscita miracolosamente a trovare lavoro il mese prima. Perlomeno, questo era ciò che si aspettava. Forse quella mattina sarebbe riuscita ad alzarsi alle sei e mezza puntuali, o forse si sarebbe svegliata così tardi da non riuscire a passare al bar per comprare il caffè. Di sicuro non si aspettava che alle sei e mezza suonasse il campanello, al posto della sveglia, e meno che meno si aspettava che il suo inatteso ospite fosse uno dei detective che si erano occupati del suo arresto – la parte più ottimista di lei credeva che le visite della polizia sarebbero finite una volta finito il processo.
« Detective Grint » disse perplessa Malia aprendo la porta.
« Rupert » la corresse lui alzando l’indice della mano. Non aspettò il suo permesso, la scostò di lato ed entrò in casa guardandosi intorno incuriosito. « Spero che tu non abbia già fatto colazione » disse sedendosi ad uno degli sgabelli della cucina, « Radcliffe sta arrivando con i caffè »
Malia lo guardò corrugando la fronte, cercando di trovare una buona ragione per cui i detective che l’avevano trascinata in tribunale solo il mese prima si fossero messi d’accordo per portarle la colazione. Grint pareva troppo eccitato di essere lì perché quella visita fosse un controllo, così Malia, pensando che non aveva nulla da nascondere, decise di rilassarsi un po’ ed aspettare che Radcliffe fosse lì per chiedere che cosa stesse succedendo. Grint aveva iniziato a girovagare per casa, ammirando i vasi del salotto e i quadri sul muro, curiosando ad occhi sgranati lungo le pareti che affiancavano le scale e le foto che le decoravano. Poi, fortunatamente prima che il detective si azzardasse a chiedere il permesso di salire al piano di sopra, il campanello suonò ancora e Malia si ritrovò in casa altri due agenti: Radcliffe e Watson. Mancava il partner di quest’ultima, ma Malia decise di non fare domande ed accomodarsi insieme a loro in cucina, sedendosi al tavolo.
I quattro iniziarono a mangiare le brioche e a bere i caffè che Radcliffe e Watson avevano portato con loro, chiacchierando come se quella situazione non fosse stata ridicola. La Browning rimase in silenzio per tutto il tempo, consumando la sua colazione lentamente. Poi, quando tra i tre colleghi calò il silenzio, si decise a chiedere il motivo di quella stramba visita. « Scusate, » disse schiarendosi la voce, « potrei sapere perché siete qui? »
I tre risero e sui loro visi si dipinse la tipica espressione che ha qualcuno non appena capisce qualcosa. « Qualche giorno fa, durante un arresto, il mio partner è... rimasto ucciso » disse la Watson, chiudendo gli occhi per richiamare a sé il suo solito autocontrollo.
Malia parve ancora più perplessa di prima, se credeva che una loro spiegazione le avrebbe chiarito le idee, si sbagliava di grosso. « Mi dispiace » disse con un filo di voce, non sapendo come reagire a quell’informazione così inaspettata.
« Succede a volte » disse la Watson in un sussurro. « In ogni caso, abbiamo iniziato a cercare qualcuno che potesse sostituirlo in squadra e, inaspettatamente, un agente ha proposto te, Malia »
Quelle parole fecero sussultare la castana, che sgranò gli occhi ed appoggiò il caffè che stava sorseggiando. « Me? » le fece eco sorpresa.  
« Esatto. Tu hai... conoscenze superiori, se così si possono definire. Nessuno ha mai vantato il talento di leggere il linguaggio del corpo, in squadra. Ci saresti molto utile durante le indagini, devo ammetterlo » disse la detective.
« Vi sfugge l’irrilevante particolare che fino ad un mese fa andavate in giro a cercare prove che potessero incriminarmi e sbattere in prigione » disse Malia con veemenza.
« Può capitare che sospettiamo della persona sbagliata »
« Può capitare che sospettiate? » chiese Malia indignata. « Mi avete portata in tribunale e anche una volta che sono stata giudicata innocente avete fatto in modo che girassi con un fottutissimo braccialetto elettronico alla caviglia! Se aveste semplicemente sospettato di me, mi avreste solo portato in centrale per interrogarmi, sicuramente non mi avreste messa in prigione fino al processo »
« Se non l’avessimo fatto saresti finita in prigione comunque » le fece notare il detective Radcliffe. « L’accusa di quell’omicidio non era l’unica a comparire sulla tua fedina. Le persone sveglie non finiscono in prigione, e tu sei brillante. Sarebbe stato un peccato farti marcire dietro le sbarre »
« Non dirlo come se non l’aveste voluto! » gridò Malia guardando negli occhi chiari il detective. Pareva essersi dimenticata molto velocemente i modi educati che si curava di usare con gli agenti fino al mese prima, il modo in cui si erano presentati a casa sua esibendo quell’offerta inconcepibile l’aveva solamente fatta infuriare e se il loro era un tentativo di lusingarla per convincerla ad accettare il posto, avevano fallito miseramente. « Solo perché quell’uomo era un mio parente non significava che lo volessi morto. Come vi ho ripetuto fino alla nausea, non gli avevo nemmeno mai rivolto la parola. Ma avevate per le mani un caso irrisolto e chi non meglio della cattiva Malia Browning da incolpare? I cittadini si sarebbero sentiti più sicuri, i giornalisti avrebbero avuto pane per i loro denti, e voi avreste risolto un caso per il quale chiunque vi sarebbe stato riconoscente, magari ottenendo perfino una promozione. Non vi importava che cosa avevo da dire, avete fatto in modo di trovare un paio di prove – a mio parere scadenti, tra l’altro – e di ignorare qualsiasi altra prova che potesse incriminare qualcun altro. Avreste pagato oro per vedermi in prigione, quindi non parlatene come se aveste cercato di fare qualunque cosa per scagionarmi! »
Sul viso dei tre detective si illuminò un sorrisetto, che Malia non riuscì ad interpretare, che anzi suscitò in lei ancora più fastidio. « Te l’ho detto, sei brillante » disse poi Radcliffe.
Malia corrugò, per quella che credeva essere la centesima volta, la fronte, guardando perplessa le tre persone che le stavano davanti.
« Ha ragione, » intervenne Grint, « sei brillante. Non ti abbiamo mai parlato del nostro piano per incastrarti, eppure hai capito il nostro gioco »
« Esatto, ma... »
« Sei giovane, è vero, e senza esperienza. Ma come studiosa di cinesica, saresti il gioiello della corona. Capire quando una persona mente oppure no, significa sapere quando possiamo rilasciare i sospettati o quando dobbiamo trattenerli. È un enorme vantaggio » disse la Watson.
Malia parve non saper più che cosa dire. Rimase a pensare alla bizzarra conversazione che si era appena tenuta nella sua cucina, cullata dal silenzio che era sceso tra i quattro.
« Senti, non devi dircelo subito » disse Grint interrompendo i pensieri copiosi della ragazza. « Solo, pensaci »
« Sono una criminale » disse, rivolgendosi più a sé stessa che non alle persone di fronte a lei. « Come potrei diventare un’agente di polizia di punto in bianco? »
« Se inizierai a lavorare con noi, la gente capirà che il tuo arresto è stato un errore, che non sei una criminale » disse Radcliffe.
La Browning rifletté di nuovo sulle parole del detective. « Non lo so » disse infine con un sospiro.
Improvvisamente l’idea che la gente potesse farsi una nuova immagine di lei le sembrò irresistibilmente allettante. E, non lo si poteva negare, la vita da poliziotta pareva molto più affascinante di quella da commessa del supermercato infondo alla strada. I suoi sentimenti si erano improvvisamente ribaltati, ed ora niente le impediva di accettare l’offerta degli agenti, se non il suo formidabile orgoglio.
« Insomma, nessuno ha niente da obbiettare, in squadra? » chiese Malia.
« Nessuno ti giudicherà per ciò che è successo in passato, se è questo quello che ti fa paura. Tutti credono che tu saresti un ottimo acquisto »
Malia alzò gli occhi al cielo, giocherellando con le dita delle mani nervosa, maledicendosi per le parole che stava per pronunciare: « D’accordo, accetto »
 
 
ANGOLO AUTRICE:
Ehilà!
Dunque, per prima cosa vorrei dire che questa è la prima “fic poliziesca” (non so se è il termine adatto, ma la definirei così) che scrivo e che, quindi, non conosco precisamente tutti i termini e le procedure che normalmente vengono utilizzati dalla polizia. Ad ogni modo cercherò di utilizzare i termini più adatti possibile.
In secondo luogo, la protagonista, Malia Browning, è inventata da me e non è ispirata a nessuno in particolare, quindi coincidenze col nome, il carattere o l’aspetto fisico sono del tutto casuali. Parlando di lei, è un’esperta di cinesica, ovvero studia la comunicazione non verbale. Non so se avete mai visto “Lie to me”, una serie poliziesca, ma mi sono ispirata a quella, dove i personaggi riescono a capire quando i sospettati mentono oppure no attraverso il linguaggio del corpo (vi consiglio davvero di guardarla, perché a me piace moltissimo). Per quanto riguarda il braccialetto elettronico che Malia ha alla caviglia, si capiranno gli ulteriori motivi delle sue accuse nei prossimi capitoli.
Infine, parlando dei detective, in questo capitolo sono comparsi solo Rupert, Daniel e Emma, ma nei seguenti appariranno anche i gemelli ed altri personaggi. Il sospettato, poi, credo sia piuttosto chiaro chi è, ad ogni modo si scoprirà poco più avanti.
Vi chiedo con tutta me stessa di commentare la storia, facendomi sapere cosa ne pensate. Complimenti o critiche costruttive sono molto utili per migliorare la fic e, soprattutto, vorrei sapere se la storia piace o no, perché non avrebbe senso continuare una fic che non piace. Quindi vi prego di farmi sapere cosa ne dite.
Per ultima cosa, il titolo della storia è preso dalla canzone degli One Republic “Something I need”.
Bene, direi che ho finito.
Grazie della lettura e a presto (spero)!
 

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Margo Malfoy