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Autore: Margo Malfoy    27/06/2015    1 recensioni
Cosa succederebbe se un’agente di polizia alle prime armi e con poca esperienza venisse sedotta dal sospettato principale di uno dei casi più importanti cui sta lavorando?
E se non dovesse essere solo lei a pagare caro questo errore fatale?
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Felton, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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La calda mattinata di giugno durante la quale i detective si presentarono a casa di Malia Browning era decisamente un sogno rispetto all’afosa giornata di luglio in cui Malia si sarebbe dovuta presentare in Centrale. Il sole picchiava senza pietà sulle strade affollate di Los Angeles, distribuendo lamentele petulanti che le persone intorno a Malia non si curavano di tenere per loro. Camminare, per la prima volta, le costava un immenso sforzo, non era sicura di volersi presentare al lavoro. Aveva ricevuto i contratti e i permessi che le davano il via libera di lavorare per la polizia solo la settimana prima e non era riuscita ancora ad elaborare per bene la cosa. Aveva lasciato il lavoro al supermercato non appena ricevuti i documenti e, quando ritornò a casa, cominciò a chiedersi che cosa le dicesse il cervello. Eppure, in quel momento, si trovava di fronte all’entrata della Centrale, con le gambe che salivano freneticamente gli scalini di ingresso. All’interno, come ci si poteva aspettare, le teste degli agenti che non erano ancora al corrente della sua recente assunzione si girarono verso di lei a guardarla con gli occhi sgranati, chiedendosi se la stessero scambiando con un'altra persona o se, quel giorno, si fosse sballata così tanto da presentarsi di sua spontanea volontà alla polizia per confessare un reato. Scavando a fondo per recuperare l’orgoglio che la caratterizzava, Malia ignorò quelle occhiate insolenti, salendo di fretta le scale che l’avrebbero portata al settimo piano, dove si trovava il reparto Omicidi. Si rifiutò di prendere l’ascensore, credendo che facendo movimento riuscisse a sbollire la rabbia che l’aveva pervasa nel vedere il modo in cui la gente l’osservava. Giunta al settimo piano, si ritrovò davanti una distesa di scrivanie cariche di fogli stropicciati, bicchieri di caffè vuoti, telefoni fissi e computer nascosti da numerose cartelle, dove erano seduti gli agenti con cui, di lì a poco, avrebbe cominciato a lavorare. Oltre a Daniel, Emma e Rupert, che dopo numerosi incontri l’avevano pregata di chiamarli per nome, c’era un’altra decina di persone. Tra quelle, richiamarono la sua attenzione due ragazzi magri e alti, con i capelli rossi e del tutto identici, che giravano tra le scrivanie con due gran sorrisi stampati in volto. Dopo di loro si fermò ad osservare due ragazze che parlavano tra di loro con due caffè in mano, una con i capelli di un biondo chiaro quasi innaturale, l’altra con i capelli rosso fuoco, entrambe più o meno della sua età. Infine venne scostata di lato da un ragazzo dai capelli castani e un accenno di barba, che si rivolse a lei con un sorriso cordiale e poi corse verso la sua scrivania sorseggiando la bibita che vi era sopra. La confusione che regnava in quell’ufficio le aveva fatto apprezzare fin da subito il posto, che guardava ancora incuriosita. In un angolo lontano della grande sala, riconobbe la stanza degli interrogatori e gli schermi che proiettavano le immagini delle telecamere di sicurezza. Dalla parte opposta, vi era l’enorme ufficio del capo, decorato con soprammobili e arredi molto pregiati.
« Malia! » La voce di Emma interruppe l’accurato studio di ciò che circondava la ragazza, facendola voltare verso la bruna. « Vieni, sei arrivata giusto in tempo » disse spingendola verso l’ufficio del loro capo. Dentro, un uomo dai capelli castani e la barba leggermente brizzolata accolse la nuova arrivata con un sorriso sorpreso. Si sfilò gli occhiali con cui stava studiando un documento e si alzò dalla sedia girevole. Malia aveva visto milioni di volte quell’uomo, sapeva chi era, eppure non ci aveva mai parlato.
« Malia Browning » disse lui. « Non posso credere che, dopo tutte le volte che ho cercato di arrestarti, ora tu faccia parte della squadra » rise stringendole la mano. « Io sono Gary Oldman, ma credo che tu lo sappia già »
« Dove sono Radcliffe e Grint? » chiese Emma.
« Sono già sulla scena del crimine » disse Oldman. Spiegò loro che quella mattina era stata trovata morta una ragazza, che i due detective avrebbero dato loro gli ulteriori dettagli e che loro due si sarebbero dovute occupare di fare alcune domande alle persone con cui la vittima aveva rapporti più stretti.
Le due annuirono voltandosi in fretta, ma prima che entrambe potessero varcare la soglia della porta, Oldman parlò di nuovo: « Ragazzina? »
Vedendo che Emma non rispondeva, Malia immaginò che stesse parlando con lei. « Si? »
« Non farmi pentire di averti assunto » disse con tono grave rivolto alla castana.
« Certo » disse con tono sommesso Malia.
 
Lasciando a Malia la libertà di guidare, lei e Emma raggiunsero la scena del crimine, riconoscendo tra il gruppetto di persone che accerchiavano la casa della vittima Radcliffe e Grint, oltre che ai ragazzi che avevano richiamato l’attenzione di Malia non appena arrivata in Centrale.
« Che cosa abbiamo? » chiese Emma con tono autoritario, spostandosi verso i suoi colleghi.
« Lisa Stevens, venticinque anni » rispose prontamente Radcliffe. « È stata trovata morta dal vicino. Ha detto che il postino gli aveva consegnato un pacco della Stevens e che così aveva deciso di portarglielo di persona. La porta era aperta, è entrato ed ha trovato la ragazza stesa a terra già morta »
« Sembra sincero » disse Grint, guardando l’uomo che stava parlando con un gruppo di poliziotti davanti alla casa. Era un uomo alto e moro, con un lieve accenno di barba e una camicia scozzese su cui si passava le mani nervosamente.
« Ci parlerò io più tardi » disse Malia, immaginando che i poliziotti con cui stava parlando l’uomo non riuscissero a cogliere quel segno di nervosismo, in genere, poco evidente.
« Già, Oldman ci ha chiesto di interrogare i suoi conoscenti » fece Emma, incamminandosi insieme agli altri tre verso la porta della casa. All’interno vi erano numerosi uomini della scientifica, che continuavano a scattare foto al cadavere della ragazza. Era una donna bionda, con la carnagione chiara e due occhi verdi belli quasi quanto quelli di Malia, che fissavano le persone che si aggiravano intorno a lei piuttosto inquietantemente. Con gli occhi sbarrati, la bocca aperta, i vestiti ricoperti di sangue e il corpo accatastato contro il muro del salotto in modo innaturale, quello che avevano davanti era senza dubbio un omicidio. La Stevens aveva un taglio profondo all’altezza di una tempia, che le rigava di rosso vivo il viso curato. Malia notò che doveva essersi procurata quella ferita colpendo l’angolo del mobile di fronte a lei, dove era presente del sangue fresco.
« Avete trovato il suo cellulare o il suo computer? » chiese Emma.
« Sono appoggiati tutti e due sul tavolo » disse Grint distrattamente, continuando a girare intorno al cadavere, probabilmente per controllare che non ci fossero lividi o ulteriori ferite.
Le due ragazze si spostarono verso il tavolo al centro della stanza, Emma cominciò a digitare sulla tastiera del computer con un paio di guanti in lattice e poi spostò lo sguardo su Malia: « Su, guarda se trovi qualcosa » disse spingendo verso di lei il cellulare chiuso in un sacchetto di plastica.
Malia pensò per un attimo di tirarlo fuori da lì, ma poi capì che il sacchetto serviva a non lasciare le proprie impronte digitali. Fingendo che non le fosse nemmeno passato per la testa, sbloccò il telefono e cominciò a scorrere i messaggi più recenti. Non trovò niente di interessante fino a che non lesse il messaggio “ Ci vediamo stasera ” che risaliva al giorno prima. La ragazza era stata trovata morta quella mattina, ma sarebbe potuta morire anche la sera prima, ciò significava che l’autore di quel messaggio sarebbe potuto essere insieme a lei nella fascia oraria dell’omicidio.
Cominciò a scorrere i messaggi con quell’uomo, la maggior parte dei quali sembravano essere di lavoro. Rinunciando a trovare altro di interessante riguardo i recenti sms della Stevens, Malia cominciò a controllare le foto. L’ultimo era un video, che ritraeva un uomo biondo senza maglietta, e Malia si stupì nel scoprire che l’uomo della foto era lo stesso che le aveva scritto il messaggio la sera prima, riconoscendolo nell’immagine del contatto.
« Ehi, » disse rivolta a Emma, « guarda un po’ qui »
Emma spostò con attenzione lo sguardo sullo schermo del telefono, sgranando gli occhi nel vedere il ragazzo nella foto del contatto. « Sai chi è, vero? » chiese Emma a Malia.
La castana annuì lentamente senza spostare gli occhi da Emma. Quello ritratto nella foto era un agente miliardario di Los Angeles, e pochi non lo conoscevano.
« Forza, partiamo da lui per gli interrogatori » disse Emma, portando con sé il telefono e dirigendosi verso l’uscita.
Radcliffe e Grint si girarono verso le ragazze guardandole perplessi. « Dove andate? »
« Ad iniziare gli interrogatori » rispose seria Emma.
« Come? Con chi iniziate? » chiese Grint ancora più confuso.
Emma gli mostrò la foto del cellulare che teneva in mano: « Tom Felton ».
 
 
ANGOLO AUTRICE:
Buongiorno gente!
Ecco qua il secondo capitolo, dove avviene l’omicidio intorno a cui si svilupperà la storia o, perlomeno, una parte importante di essa.
Abbiamo capito che il nostro caro Felton è il sospettato che gli agenti reputano tanto importante e, nel prossimo capitolo, apparirà finalmente nella storia.
Nel prossimo capitolo si presenteranno anche “gli agenti che hanno richiamato l’attenzione di Malia”, tra cui i gemelli che, ci tengo a dirvelo, ho lasciato con i capelli rossi perché li preferisco.
Per il resto direi che non ho altro da dire, se non che tengo un sacco a conoscere le vostre opinioni, per cui vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, anche un minimo commento che possa aiutarmi a migliorare!
Grazie mille a tutti i lettori!
A presto 
   
 
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