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Autore: _sesshomary    23/06/2015    3 recensioni
E se Kikyo e Kagome fossero entrambe vive? Inuyasha oltre ad affrontare il cattivo dovrà affrontare i suoi sentimenti.
Alcuni personaggi cercherò di mantenerli come nella storia reale, mentre altri vorrei provare a cambiarli anche fisicamente. Chissà se riesce bene. Spero di avervi incuriositi. Se vi va leggetela, e se non vi piace ditemi cosa non va e cercherò di migliorare.
CITAZIONE DAL CAPITOLO 17:
"Da un lato avrebbe voluto essere centinaia di anni avanti nel tempo per poter stare con Kagome dall’altro invece sentiva il peso della promessa fatta a Kikyo che lo manteneva con i piedi saldi in questa epoca."
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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-Siamo arrivati- esclamò Sesshomaru quando si trovò davanti il villaggio di Akane.

-Come mai siamo qui signor Sesshomaru?- chiese la giovane donna, ma il demone non rispose e continuò a camminare verso il villaggio.

Sesshomaru sentiva i passi di Rin che era proprio dietro di lui e lo seguiva tranquilla. Si era abituato alla presenza di quella giovane donna, ma era arrivato il momento, per lei, di vivere con gli esseri umani. Aveva la spiacevole sensazione che in poco tempo sarebbe successo qualcosa di catastrofico e lui non voleva mettere a rischio la vita di Rin. Lui era un demone e sicuramente avrebbe combattuto per mantenere alto il suo nome e anche per difendersi, ma non poteva di certo mettere a rischio la vita dell’unico essere umano che riusciva a tollerare.

-Sesshomaru cosa ci fai qui?- chiese Inuyasha avvicinandosi a lui, aveva sentito il suo odore e gli era andato incontro. Cosa ci faceva qui il suo fratellastro?

-Non è affar tuo- rispose il demone che si dirigeva sempre più spedito verso la capanna di Akane.

Appena il demone entro Akane sussultò dalla paura, aveva sentito l’aria intorno a lei diventare più gelida all’ingresso del demone e la potente aura demoniaca non faceva altro che far aumentare la sua paura.

-Sei la sacerdotessa del villaggio?- chiese Sesshomaru sulla porta senza presentarsi, né tantomeno salutare.

-Si sono io- rispose Akane restando a fissarlo. Poi notò da dietro le spalle del demone il viso di una giovane donna. Rimase perplessa, che fosse la sua compagna?

-Devo parlarle, da soli- disse poi il demone girandosi leggermente verso Rin per farle capire di allontanarsi. Lei senza esitare si diresse verso il prato.

-Venga dentro- aggiunse Akane incuriosita da questa visita inaspettata, un demone cosa voleva da lei?

Sesshomaru senza aggiungere altro entrò nella capanna.

-Di cosa ha bisogno?- chiese l’anziana sacerdotessa.

-Vorrei che la giovane donna che è con me rimanesse qui, in questo villaggio- disse il demone, mantenendo il suo sguardo gelido.

-Perché vuole che resti qui?- chiese Akane.

-E’ un peso per me- rispose lui, sempre più gelido, cercando di non dare a vedere la sofferenza che gli albergava nel cuore. Ma doveva essere deciso per convincere quella sacerdotessa.

-Va bene- rispose Akane, anche se era poco convinta di quella spiegazione troppo affrettata.

Sesshomaru non si era accorto che Rin, essendo rimasta nelle vicinanze della capanna era riuscita ad ascoltare le ultime parole dei due interlocutori. Pensava dovesse parlare con la sacerdotessa di suo fratello, non credeva minimamente che l’argomento della discussione fosse lei.

Ferita da quello che aveva sentito, Rin si diresse il più lontano possibile da quella capanna, di tanto in tanto guardando indietro. Non doveva piangere, conosceva bene l’olfatto sviluppato di Sesshomaru, e non voleva che lui capisse che lei sapeva. Quando arrivò vicino ad uno strano pozzo decise di sedersi poggiando la schiena ad una delle pareti del pozzo stesso. Le lacrime cercavano di uscire dai suoi occhi, ma lei le tratteneva. Si era affezionata a quel demone, anche se parlava poco e non le dava mai nessun segno di affetto, ma non credeva minimamente di essere un peso per lui. Credeva di essere almeno un po’ importante e invece si era illusa. Si era illusa quando Sesshomaru la faceva dormire sulla sua coda, credendo fosse affetto e invece era solo un gesto che faceva per dovere probabilmente. Si era illusa quando la prendeva in braccio perché era troppo stanca per camminare. Si era illusa e ora questo illusione la stava distruggendo.

Sesshomaru intanto aveva finito di parlare con Akane ed era andato alla ricerca di Rin per darle la notizia. La trovò seduta e si avvicinò a lei con lo sguardo fermo e deciso.

-Da oggi vivrai qui, nella capanna di Akane- le disse diretto e voltandosi subito dopo per ritornare al villaggio.

-Sig…signor Sesshomaru- esclamò lei scossa, ormai non aveva più senso trattenere le lacrime e si mise a piangere.

Sesshomaru avvertì immediatamente l’odore delle sue lacrime, ma non poteva cambiare idea. Era meglio per lei restare qui. Così continuò a camminare senza fermarsi. Doveva trovare il fratello per dirgli quello che aveva visto.

Inuyasha era davanti la capanna di Akane in attesa del suo fratellastro. Doveva assolutamente sapere il perché del suo arrivo in quel villaggio. Lo vide avvicinarsi da lontano.

-Ma insomma, perché sei venuto qui?- urlò il mezzo demone. Ma il demone continuava a camminare ignorando le sue parole.

-Sesshomaru insomma mi vuoi rispondere?- aggiunse il mezzo demone sempre più arrabbiato.

-La donna alla quale ti accompagni ha baciato un demone sconosciuto- disse secco quando ormai era abbastanza vicino al fratellino.

-Chi? Kikyo? Ma cosa dici? Perchè insinui queste cose?- rispose Inuyasha perplesso. Kikyo aveva baciato un demone? E quando?

-Si lei- rispose gelido e si voltò spiccando il volo per andare via da quel villaggio di umani.

-Tsk, sei venuto qui solo per dire stupidaggini Sesshomaru?- urlò Inuyasha, ma il fratello lo ignorò allontanandosi sempre più.

-Idiota- sussurrò poi, sicuro che il fratello non potesse sentirlo. Perché quello stupido doveva dire quelle cose?

Poi tranquillamente si diresse verso la capanna di Kikyo, lei era dentro intenta a preparare degli infusi medicinali con l’aiuto di Kaede. Inuyasha si concentrò sul suo odore. Ma c’erano troppi odori nella stanza per poterlo distinguere bene, così lascio perdere.

-Ciao Inuyasha- gli disse Kikyo, ma lui non rispose e uscì dalla capanna per dirigersi poi su un grosso ramo dell’albero millenario. Di fiori ormai ne erano sbocciati tanti, però a lui quell’odore non dava molto fastidio. Così cercò di rilassarsi.

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Naraku si rigirava tra le mani la sfera. Prima che Kikyo gliela consegnasse aveva un colore rosato con una piccola macchia nera, ma appena si mise a contatto con lui il colore era diventato nero, completamente.

-Finalmente potrò vendicarmi. Ucciderò la sacerdotessa e tutti gli abitanti del villaggio. Poi dominerò il mondo- disse, a se stesso ovviamente perché era da solo.

Uscì velocemente dalla sua stanza e si diresse ai piani inferiori. Doveva vendicarsi e finalmente, dopo 50 anni, era arrivato il momento.

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Inuyasha era ancora seduto sul ramo di Goshinboku con le parole del fratello che gli ritornavano in mente. Poteva fidarsi di lui? Si prese la testa con le mani, come per cercare di tenere meglio quel peso che lo schiacciava. Poi un piccolo fiore gli si depositò sulla gamba e lui prese a fissarlo senza toccarlo. Lo stesso fiore era caduto in testa a Kagome e lui glielo aveva dato per fare in modo che si ricordasse di quel posto, di quell’albero e soprattutto di lui. Non riusciva assolutamente a credere che Kagome non era più lì con lui e non riusciva a smettere di domandarsi se stava bene e se era felice nel suo mondo.

Questi pensieri gli fecero alzare gli occhi al cielo e vide qualcosa che lo insospettì parecchio, un demone con forma umana che aveva lunghi capelli neri. Lo vide atterrare verso il villaggio così si mise a correre per raggiungerlo.

Akane era fuori dalla capanna, probabilmente aveva sentito l’aura demoniaca e davanti a lei si era fermato quel demone.

-Tu chi sei? Che ci fai qui?-  chiese la sacerdotessa con la voce tremante. Teneva stretto in mano l’arco.

-Ti ricordi quel demone che hai ucciso 50 anni fa?- disse il demone con un sorrisetto stampato in volto.

-Si certo e allora?- rispose Akane cercando di mantenere la calma.

-Tu l’hai ucciso vecchiaccia e adesso io ucciderò te. Io sono Naraku e devo vendicare la morte di mio padre- disse Naraku avvicinandosi alla sacerdotessa che adesso aveva incoccato una freccia al suo arco e stava per colpirlo.

Il demone con una mossa veloce si scansò e fece uscire dal suo corpo un lungo tentacolo e per cercare di trafiggere la sacerdotessa.
Ciò però gli fu impedito perché Inuyasha aveva tagliato in due quel tentacolo che ora giaceva a terra immobile.

-Maledetto, come osi attaccarla?- disse Inuyasha parandosi davanti ad Akane per proteggerla.

La donna lo ringrazio in un sussurro e non si mosse da quella posizione.

-Oh, un mezzo demone vuole sfidarmi- disse strafottente. Poi lo guardò negli occhi.

-Sono sicuro che morirai molto presto-  aggiunse e nuovamente tirò fuori dal suo corpo un tentacolo appuntito, questa volta indirizzato al mezzo demone che però lo scansò con facilità.

-Credi di potermi uccidere in questo modo?- ribatté il mezzo demone mentre tagliava in due il tentacolo che cercò nuovamente di colpirlo.

-Tu non conosci realmente la mia forza- rispose Naraku prendendo qualcosa dalla tasca.

-Guarda bene mezzo demone, la riconosci?- aggiunse poi allungando la mano verso il mezzo demone che rimase sconvolto nel vedere la sfera nelle sue mani.

-Chi te l’ha data?- disse Inuyasha con la voce tremante. Poi si voltò verso Akane e vide che anche lei era stupita da quella visione.

-Mio caro mezzo demone questo non ha nessuna importanza- disse poi Naraku stringendo forte tra le mani la sfera.

Come faceva a possedere la sfera? Kikyo l’aveva portata da quella sacerdotessa, ma adesso era in mano a Naraku, un nemico da sconfiggere e con la sfera sarebbe stato difficile.

Inuyasha tese davanti a se Tessaiga, doveva sconfiggere quell’essere prima che si decidesse ad utilizzare la sfera, altrimenti non ci sarebbe stata via di scampo.

Miroku e Sango sentendo delle voci uscirono fuori dalla capanna di Akane e si trovarono davanti quel demone. Immediatamente Sango recuperò il suo Hiraikotsu, mentre Miroku teneva stretto in mano il suo bastone. Entrambi erano pronti a battersi.

-Inuyasha…- lo chiamò Miroku, ma lui non si voltò.

-Chi è questo demone?- chiese poi, non avendo ricevuto risposta.

-Naraku e ha con se la sfera- disse Inuyasha senza smettere di guardare il demone.

-La sfera?- esclamarono all’unisono Sango e Miroku guardandosi negli occhi per cercare la conferma di aver sentito bene le parole di Inuyasha.

-Si miei cari, possiedo la sfera e grazie a questa vi eliminerò tutti- rispose il demone.

-Fatti sotto- aggiunse Inuyasha.

-Per ora no, ho deciso che mi basta farvi sapere che porto con me la sfera. Dovete sapere però che presto tornerò e allora morirete, quindi salutatevi per bene adesso perché da morti non potrete più farlo- disse poi Naraku spiccando il volo verso la sua dimora.

-Fermati maledetto- esclamò Inuyasha muovendo la sua spada, dalla quale vide fuoriuscire una forza spaventosa che distrusse tutto quello che si trovava davanti a lui.

-Ma questa era la cicatrice del vento, quella che ha fatto Sesshomaru quel giorno, ricordi Inuyasha?- esclamò Miroku molto sorpreso.

-Si, ma non ho idea di come sia venuta fuori, maledizione- rispose Inuyasha girandosi verso di lui a guardarlo.

-Ti allenerai e riuscirai a capire questa tecnica, sperando che il ritorno di Naraku non avvenga troppo presto- aggiunse Miroku.

-Sarà meglio rientrare e studiare una strategia per il prossimo attacco di quel demone- disse Sango.

-Io però voglio prima parlare con Kikyo e cercare di capire come mai la sfera si trova nelle mani di quel maledetto- aggiunse Akane, adesso più che mai sentiva crescere dentro di lei una grossa antipatia per quella Kikyo. Non era mai riuscita a sopportarla, sempre impeccabile e seria. Doveva per forza nascondere qualcosa.

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-Ragazzina, cosa ci fai qui tutta sola?- chiese il demone che aveva sentito l’odore della ragazza e rimanendone attratto aveva deciso di avvicinarsi a lei.

-Chi sei?- chiese lei alzandosi in piedi, la paura stava iniziando a scorrere dentro di lei.

-Non importa chi sono, tu devi venire con me- disse lui con un tono malizioso.

-E per quale motivo?- chiese la ragazza cercando di mantenere la voce il più normale possibile.

-Perché ti voglio, tu sarai mia- aggiunse il demone prendendo la ragazza per un braccio e avvicinandola a se.

-Lasciami, lasciami- urlò lei, ma il demone le mise subito una mano davanti la bocca per zittirla.

-Verrai con me ho detto- disse prima di spiccare il volo insieme a lei.

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-Kikyo, come mai quel Naraku aveva la sfera?- le chiese Akane con voce pungente, era molto arrabbiata per quella situazione.

-Io non ne so nulla, davvero!- esclamò lei cercando di sembrare il più sincera possibile.

-Come è possibile? Doveva essere distrutta e invece è nelle sue mani e si è oscurata- esclamò Akane sempre più arrabbiata.

Inuyasha guardò Kikyo e ripensò alle parole di Sesshomaru, poi scosse la testa incredulo. La sua Kikyo non l’avrebbe mai fatto, non avrebbe mai dato la sfera ad un demone mettendo a rischio anche la sua stessa vita nonché quella della sorella e di tutte le persone del villaggio.

-Vecchia, sicuramente non è stata Kikyo a consegnargliela. Sarà stata la sacerdotessa a cui lei l’ha affidata. O magari Naraku se l’è presa con la forza uccidendo la sacerdotessa- disse Inuyasha in difesa della donna. Doveva proteggerla, era questa la sua promessa. E anche prendere le sue difese era un modo per proteggerla.

-Va bene Kikyo, ti credo- aggiunse Akane ancora dubbiosa. E Kikyo in risposta le sorrise sicura di averla scampata.

-Chissà dov’è finita la ragazza che oggi tuo fratello ha lasciato qui- disse poi riferendosi a ad Inuyasha.

-Mio fratello ha portato qui quella ragazza?- rispose lui perplesso.

-Si, mi ha detto che è un peso per lui, ma poi non l’ho più rivista, pensavo stesse facendo un giro qui intorno, ma non è ancora tornata- la preoccupazione di Akane era tangibile.

-Proverò a fare un giro qui intorno- disse Inuyasha e uscì dalla capanna, ricordava il suo odore nonostante l’avesse vista solo una volta.
Le sue ricerche si conclusero vicino al pozzo, poi il suo odore sembrava prendere il volo. Che Sesshomaru fosse tornata a riprenderla? Era un’umana e sicuramente non sapeva volare. Decise poi di tornare da Akane e raccontargli tutti i dettagli di ciò che aveva scoperto.

-Ma quindi è scomparsa?- chiese Akane ancora incredula.

-Probabilmente Sesshomaru è tornata a riprenderla- rispose Inuyasha.

-Mi sembrava convinto di quello che faceva- aggiunse Akane.

-Avrà cambiato idea, non conosco bene mio fratello, ma può succedere a tutti di cambiare idea-

-Spero sia così- concluse Akane.

Inuyasha uscì dalla capanna di Akane e si diresse verso “casa sua”, anche se non si sentiva molto legato con quella casa. 


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Angolo dell'autrice:
Salve a tutti, dovevo aggiornare l'altra storia, ma siccome mi è venuta l'ispirazione per questa eccomi qui!
Cosa ne pensate? Spero vi piaccia, ma sono comunque aperta a critiche :)
Ringrazio Kuraudia per avermi aiutato nella parte dell'arrivo di Naraku :)
E ringrazio tutti coloro che recensiscono, seguono e mettono tra i preferiti la mia storia.
Che altro dire? Non saprei, vi aspetto al prossimo capitolo, un abbraccio :)
   
 
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