TI VEDO
Buonasera! Eccomi tornata
con una storia Potteriana! Un po’ particolare e sempre
malinconica: gli ultimi istanti di vita di un Remus Lupin che dialoga
con se stesso, alla scoperta, solo in punto di morte, di quanto sia rimasto
troppo attaccato al suo passato.
Di quanto i suoi occhi verdi preferiti
siano ancora così vividi nella sua mente, mentre tutto il resto è opaco.
Buona lettura =)
Ti sento Nin, so che sei al mio
fianco. La tua mano calda, la sento che mi tocca la schiena, distratta,
nell’attimo che hai avuto tra un colpo di bacchetta e l’altro.
Il mio avversario è K.O. per un
secondo, perciò mi giro intorno e vedo il tuo piccolo naso proprio dietro di
me. Il tuo naso, tra tutte le cose che potevano colpirmi, ho visto solo il tuo
naso.
Forse perché somiglia così tanto a
quello del piccolo Teddy, forse è per questo che mi ha
colpito. Chissà quale sogno starà vivendo, adesso, nella sua calda e comoda
culla, dondolato dalla calma voce di tua madre.
Chissà se mai si ricorderà di me,
quando dopo questa notte non farò più ritorno a casa nostra.
I tuoi capelli sono rosa e questo,
dici tu, è merito mio. Perché io ti ho reso felice,
perché io ti ho dato un figlio e un amore famigliare, ti ho dato la gioia di
vivere.
Ma la semplice verità è che io sono
un Lupo Mannaro, e quelli come me sono solo un
pericolo. Bisogna stare lontani da loro, perché non si sa mai, potrebbero anche ferire.
Non posso Nin,
non posso starvi vicino. Non posso amarti come vorrei, non posso proteggere mio figlio così piccolo e indifeso, non
posso e devo andare.
Porterò con me tutto il bene che ti
ho voluto, tutto il dolore che mi comprime le viscere se solo penso che il mio
piccolo nasino, quello che ora dorme beato, non lo rivedrò più. E scorderò
tutto, e scorderai tutto, perché meriti di meglio, non smetterò
mai di ripetertelo.
Solo quegli occhi, quelli di Harry Potter. Così verdi, così
giovani, li ricordo ancora su quella bocca arricciata in un sorriso e tra i
lunghi capelli rossi di Lily Evans. Non li scorderò mai, e come fare! Al sol
pensiero, un leggero brivido mi fa irrigidire; al sol pensiero che presto la raggiungerò; al sol pensiero Bellatrix mi ha quasi colpito.
Lily, sai, non pensavo che morire
sarebbe stato così. È difficile da esprimere, forse “eccitante”
non è esattamente il termine giusto, ma so che io potrò vedervi di nuovo, amici
miei. Potrò vedere te, Lily, e toccarti, e vergognarmi perché ho dei pensieri
strani su di te che sei la ragazza del mio migliore amico.
Non l’ho mai confessato, perché ero
un Lupo Mannaro; non potevo amarti come avrei voluto, non avrei potuto
proteggerti come avrei dovuto. Ma i tuoi occhi, così verdi… ce li ho davanti, e
mi sorridono, come nessun altro paio di occhi sa
sorridere.
So che mai nessuno l’ha notato,
come arrossivo se per sbaglio mi sfioravi; come chiudevo i pugni
quando scherzavi felice con James, quando lo guardavi con quello sguardo
che solo a lui riservavi. Sono stato bravo, Lily.
Un tonfo tremendo, e Ninphadora
cade ai miei piedi. Cosa… mi chiedo, ma non faccio in
tempo a pensare che sei già in piedi e mi fai un occhiolino. Sei così solare
anche in momenti del genere perché, e questo lo dici tu, io sono al tuo fianco.
Sono stato pessimo Nin.
Quanti anni sono passati, sento la
nostalgia come un enorme peso che mi schiaccia al suolo, e mi fa sentire
piccolo, impotente, insignificante. Lacrime invisibili scendono giù dai miei
occhi, perché non ne ho più di lacrime da versare.
Ma… cos’è questa strana forza che mi spinge
all’indietro?
Cerco di rimanere in piedi, ma
troppo forte da sconfiggere, troppo pesante da sorreggere.
Cado a terra. Ho capito. Capisco
tutto, e non ho paura.
Ma… perché cadi a terra con me?
Vedo che il tuo corpo, piccola Nin,
mi preme sullo stomaco, e un caldo liquido bagna le mie labbra. Sono le tue lacrime, Nin, stai piangendo. Perché
anche tu stai morendo con me? Non devi, non tocca a te, hai
ancora un figlio da crescere, e un nuovo amore da scoprire. Una lunga vita
davanti, fatta di gioie e sorrisi, non puoi venire con me!
Alzati ti prego!
“Re-mus” hai la forza di dire.
L’immagine di te sfoca lentamente.
So che non doveva andar così, Nin. So che non è giusto, che l’ultima cosa che
vedo prima di lasciare questo mondo sono quegli occhi verdi. So che non posso
abbracciarti adesso, perché mi sentirei un’animale.
Con gli ultimi sforzi allunghi la
mano verso di me ma non la trovi, è troppo lontana
dalla tua.
Non so amarti
Nin, sono uno stupido. Quel che amo è una vita che non
tornerà mai più, è una vita che vive solo nella mia testa, fra ricordi sbiaditi
di un’adolescenza piena di guai. Non so apprezzarti Nin, e di questo mi vergogno.
Perché non ho saputo dimenticare quegli occhi? Perché non ho fatto altro che vivere all’ombra del mio
passato?
Forse è per
questo che sorrido, mentre le palpebre si fanno così pesanti che non
riesco a tenerle aperte. Si socchiudono piano, e avverto uno strano profumo,
dolce.
Ti vedo.