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Autore: Ziamlostmyfeelings_    23/06/2015    0 recensioni
La porta scricchiolò leggermente e lasciò intravedere la figura di un ragazzo bassino, dagli occhi ghiaccio e i capelli sbarazzini. Per poco non cadde quando la porta fu aperta del tutto. “Hem…Hey” sorrise e si aggiustò la maglietta.
|Larry!| accenni Ziam|
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A volte, vorrei non  essere nato. Non così. Avrei preferito essere un ragazzo normale, con hobby e tanti amici. Eppure me ne stavo sempre chiuso in camera mia, a fissare il vuoto e ad ascoltare musica. Poi ogni tanto dalla porta sbucava una chioma bionda che mi sorrideva allegro. Dovevo tanto a Niall. Lui a differenza degli altri era sempre andato oltre l’aspetto fisico e oltre la malattia. Perché si, io ero malato. So che i miei genitori non avrebbero voluto un figlio come me. Eppure eccomi. Ero muto dalla nascita, nessun dottore sapeva spiegare il perché io fossi uscito in quel modo, ma alla fine fui grato per non essere stato mandato in un orfanotrofio.
Niall entrò in camera mia senza fare rumore, mi scoccò un bacio sulla guancia e si sedette al mio fianco. Le mie guance si colorirono di un rosa tenue e sorrisi.
“Perché non esci con me e i ragazzi sta sera?”
Scossi la testa e mi morsi il labbro.
“Perché?”
Lo guardai freddo facendogli intuire “Perché non posso parlare come voi
Sbuffò e sussurrò “Ti giuro che non ti diranno niente, dai Harry! Non puoi stare sempre chiuso in casa”
Ci pensai un momento. Cos’avevo da perdere? Il punto era semplicemente che io mi sentivo a disagio ovunque andassi. Scossi la testa e guardai fuori dalla finestra. Niall sbuffò di nuovo.
“E se li faccio venire da te? Nel senso, i tuoi sta sera andranno ad una cena, e mi hanno pregato di non lasciarti solo, quindi se non sarai tu a seguirmi, li porterò da te.”
Mi imbronciai e presi un foglio dove scrissi “Almeno sono simpatici?” Lui lesse, poi mi guardò e sorrise “Ti voglio bene Harry” ricambiai il sorriso e mi alzai perché secondo Niall ‘avrei fatto colpo’ quindi andammo di fronte al mio armadio dove stammo abbastanza tempo.
Erano le otto in punto quando qualcuno bussò.
Non mi sentivo per niente a mio agio, iniziarono a tremarmi le mani e continuavo a fissare Niall sperando mi dicesse cosa fare, lui ovviamente andò ad aprire e mi lasciò lì solo con i miei pensieri. Tornarono in tre. Niall, e due ragazzi. Uno dei due mi sorrise e mi tese una mano “Ciao Harry, io sono Liam” accennai un sorriso e lui continuò “E lui è Zayn” fece un segno verso l’altro ragazzo che mi guardò  e poi mi strinse la mano. Niall iniziò a parlare per evitare che venissi escluso “Ma…Louis che fine ha fatto?” guardò i ragazzi che alzarono le spalle. Feci dei segni a Niall spiegandogli di iniziare ad ordinare la pizze, e poi gli dissi di far accomodare i suoi amici. Tutti sembravano occupati a fare qualcosa, e nessuno si accorse che avevano appena bussato alla porta. Raccolsi tutto il coraggio che avevo e andai ad aprire. La porta scricchiolò leggermente e lasciò intravedere la figura di un ragazzo bassino, dagli occhi ghiaccio e i capelli sbarazzini. Per poco non cadde quando la porta fu aperta del tutto. “Hem…Hey” sorrise e si aggiustò la maglietta, poi mi guardò negli occhi e disse “m-ma….non avrò per caso sbagliato indirizzo….vero?” ridacchiai leggermente e scossi la testa, poi presi il taccuino che tenevo sempre nella tasca dei pantaloni e scrissi velocemente “Sei Louis…vero?” lui sorrise dolcemente e disse “Si tranquillo, sono io” gli feci spazio e lo feci entrare in casa chiudendo la porta. Louis si girò a guardarmi un'altra volta, poi raggiunse gli altri.
Stavo in disparte su una poltrona ad ascoltare i ragazzi di fronte a me divertirsi e ridere, avevo mangiato un solo spicchio di pizza. Niall mi guardò e disse “Haz, vieni anche tu, vogliamo giocare ad obbligo o verità” scossi leggermente il capo per rifiutare, ma un altro dei ragazzi prese parola, Zayn, credo si chiamasse “Andiamo riccio, non vorrai stare tutta la sera su quella poltrona, vieni a divertirti” sorrise gentile, allora mi alzai e lentamente presi posto vicino a Niall. Tutti mi sorrisero quando “Inizio io!” trillo il ragazzo moro di fianco a Louis. Mentre girava la bottiglia i miei occhi incontrarono quelli del suo vicino. Louis aveva degli occhi così belli…non sapevo spiegarne nemmeno la magnificenza. “Niall, obbligo o verità?” disse il ragazzo che etichettai come Liam. “Mmh..verità” sorrise il biondo. “Okay..la tua prima volta?” disse l’amico. “Oddio non me l’hai davvero chiesto” Niall si portò le mani al viso e sospirò. “Avete presente Dasy Mars?” tutti annuirono tranne io che non riuscivo a trattenere una risata, il biondo mi schioccò un’occhiataccia e continuò “Si ecco…eravamo abbastanza brilli e quindi” Louis scoppiò a ridere e non potei fare a meno di bearmi a quel suono. “Adesso io” disse Niall. Tutti fissammo la bottiglia fare svariati giri, fin quando non si fermò di fronte a Zayn. “Obbligo o verità” lo sfidò il biondo. “Obbligo” rispose allora il ragazzo. Il mio amico ci pensò su e sorrise “Devi farlo davvero però” quello annuì, allora Niall continuò “Dai un bacio a Liam” Zayn alzò un sopracciglio, e Liam arrossì visibilmente. “Okay.” Disse allora il moro, e si sedette di fronte a Liam. Li guardai divertito e poi semplicemente Zayn posò le sue labbra su quelle dell’amico, e si scambiarono un dolce bacio tra i sorrisi di Liam e le facce disgustate di Niall, allora guardai Louis, e lui guardò me. Non so nemmeno il motivo, ma quando Zayn e Liam si staccarono con le guancie arrossate, io e Louis smettemmo di guardarci, troppo imbarazzati. Continuammo a giocare a questo stupido gioco fin quando i ragazzi non si alzarono e andarono via. Erano le 11:30 p.m. quando, ormai solo, tornai di sopra e mi addormentai felice.
 
“Harry la colazione è pronta!” urlò mia madre dal piano inferiore. Mi alzai dal letto e scesi di sotto. “Buongiorno tesoro” mi sorrise una delle donne più importanti della mia vita, alzai una mano come saluto e mi sedetti al tavolo, presi il cucchiaio e lo immersi nel latte colmo di cereali, iniziai a mangiare finchè mia sorella non parlò “Come va con i tuoi nuovi amici?” alzai le spalle e accennai un sorriso. Uscivo con gli amici di Niall da una settimana ormai, erano sempre disponibili con me e non mi lasciavano mai completamente solo. Quella stessa sera sarebbero venuti di nuovo a casa mia, ed io non stavo nella pelle di rivederli … soprattutto uno in particolare.
 
Arrivarono le otto e tutti eravamo seduti sul tappeto, a guardare un film a cui nessuno stava dando realmente importanza. “Harry, ma tu sei nato così o ci sei diventato?” disse Liam. Niall mi guardò, come a scusarsi, poi presi un foglietto e scrissi “Ci sono nato” lui mi guardò e rispose “E non ti da fastidio che tu sia così?” Niall subentrò “Okay basta Liam. Cambiamo argomento” io dal canto mio abbassai lo sguardo e percepii gli occhi di tutti addosso “Hey, scusa Harry, non avrei dovu-“ lo bloccai con un gesto della mano e scrollai le spalle. Volevo andare in camera mia, buttarmi sul letto e semplicemente …. piangere. Niall non me lo avrebbe mai permesso. Così mi alzai cercando di non destare sospetti. Salii il più velocemente possibile e raggiunsi la mia camera. Mi chiusi dentro e scivolai contro la porta. Iniziai a piangere silenziosamente, perché ormai mi era diventato difficile anche solo provare ad emettere un suono. Piangevo incosciente del fatto che due occhi azzurri mi avessero seguito, e adesso, fossero dall’altra parte della porta. “Harry…tutto okay?” sgranai gli occhi e asciugai le lacrime. Non potevo lasciarlo senza una risposta, così presi un foglietto e scrissi “Si” lo passai sotto la porta e sentii le sue mani afferrare il foglio. Nessun rumore giungeva alle mie orecchie da qualche minuto, pensai fosse andato via, invece vidi un foglietto bianco farsi largo per passare sotto alla mia porta. Lo presi e lessi “Probabilmente stai piangendo…ho sentito  dei piccoli singhiozzi. Perché sei andato via? Cos’è che non va?” mi affrettai a rispondere “Sono io che non vado.” Sentii il rumore della carta stropicciata, poi mi giunse una nuova risposta “Perché dici questo?” ci pensai, e decisi di risponderlo dicendo ciò che mi passava per la mente “Perché non so parlare. Non so farlo e non ci riuscirò mai.” Scrivere questa risposta mi fece realizzare che sarebbe stato davvero così. “Hai mai provato a parlare?” rilessi quella domanda per tre o quattro volte, perché si interessava a me? “Si” risposi. “E non ci riesci?” sbuffai, per quanto mi era possibile “No” mi passai una mano tra i capelli e quando lessi ciò che aveva scritto il mio cuore fece un balzo “Se vuoi qualche volta usciamo insieme, hai bisogno di un po’ d’aria, e da quanto dice Niall non hai amici” non sapevo esattamente cosa scrivere così mi affidai alla mia mente “Perché fai tutto questo? Perché sprechi tempo dietro un muto che non sa nemmeno cosa voglia dire vivere?” la sua risposta arrivò veloce “Harry tu vuoi imparare a vivere?” risposi di si, ma anche che lui aveva la sua splendida vita e non doveva spenderla per me “Harry io voglio aiutarti, e lo so che ci conosciamo da relativamente poco tempo ma…mi rilassa guardarti, quando prima mi hai aperto la porta non riuscivo a capire dove fossi e chi avessi di fronte, per un momento ho pensato di essere morto e di trovarmi d’avanti l’angelo più bello del paradiso. Sii mio amico, io vorrei esserlo” una lacrima calda rigò il mio viso, allora decisi di aprire la porta. Louis dall’altro lato, sentendo la serratura scattare si alzò. Quando lo vidi di fronte a me non sapevo cosa fare. Lui sorrise leggermente e mi scostò un riccio dagli occhi, poi mi asciugò le poche lacrime rimaste. Non seppi nemmeno il motivo, so solo che mi fiondai tra le sue braccia e respirai il suo profumo, era così piccolino, ma in quel momento sembrava la roccia più resistente che avessi mai visto. Mi strinse a sua volta quasi a non farmi respirare poi sussurrò “Tu sei normale” sorrisi leggermente e posai la mano sulla spalla alzando il mignolo e il pollice e lasciandoci tre colpetti. Louis mi guardò stranito, così presi un foglietto e scrissi “grazie” lui riposò lo sguardo su di me e provò a fare il mio stesso segno, gli afferrai la mano e gli alzai le dita, poi gli feci fare dei colpetti sulla spalla e lui scoppiò a ridere “Non ci riuscirò mai” sorrisi e scossi la testa, aveva decisamente la risata più contagiosa e allegra che avessi mai sentito. Era mezzanotte passata, accompagnai i ragazzi alla porta e Liam si scusò ancora con me, uscirono quasi tutti, poi afferrai Louis da un braccio e scrissi su un foglietto “Perché non resti qui con me?” lo lesse un paio di volte, poi mi guardò e disse “N-non so se posso..cioé insomma-“ abbassai lo sguardo e sorrisi. Ero davvero così stupido da pensare che sarebbe rimasto? “Non restarci male, ti prego” detto questo si avvicinò a me, il mio stomaco si chiuse immediatamente, poi lui mi prese dal mento e mi girò la testa, lasciandomi un bacio sulla guancia.
 
*
“Ti va se proviamo insieme?” mi disse Louis un giorno di pioggia in camera mia. Eravamo stesi entrambi sul mio letto, scossi il capo e lo guardai “Perché no? Non credo sia tanto difficile” mi alzai a sedere e presi un pezzo di carta “Odio il suono che fa la mia voce quando ci provo”  lui afferrò il foglietto e poi si mise di fronte a me, con le gambe incrociate. “Ma io non l’ho mai sentita, prova, dai” serrai la mascella, per quanto adorassi Louis non volevo che mi obbligasse, così semplicemente provai ad emettere un qualsiasi suono, senza risultati “Prova ancora” scossi la testa ed indietreggiai, lui mi prese una mano e provai con tutto me stesso a parlare, ma uscì fuori un lamento. Delle lacrime mi rigarono il viso “Harry se non riesci non-“ iniziai ad urlare con tutto il fiato che avevo, mi alzai e gettai tutti i cuscini dal letto. Louis si alzò e mi tappò la bocca. “Basta! Smettila!” urlò. Io continuai a piangere fin quando lo spinsi e aprii la porta, invitandolo ad uscire. “Har … io, ti chiedo scusa” feci un segno con la mano facendolo stare zitto. Chiusi la porta e mi rannicchiai sul letto, poi presi un foglietto e scrissi “Sono innamorato di te” ma lo lasciai lì, sul mio comò.
 
*
Era passata qualche settimana, e Louis non era più venuto a trovarmi, né solo, né con i ragazzi. Forse avevo sbagliato tutto con lui, da quando lo avevo visto la prima volta, così impacciato, a quando lo avevo visto l’ultima, cacciandolo io stesso dalla mia vita. Bussarono al campanello e con molta calma scesi di sotto. Quando aprii la porta il mio cuore fece un tuffo, ma per una volta, decisi di mettere i sentimenti da parte, così feci per chiudere la porta quando “No Harry aspetta, devo dirti una cosa importante” sbuffai e lo guardai aspettando che cominciasse a parlare. Ma poi, iniziò a fare gesti con le mani e decisi di ascoltarlo davvero. Tutto quello che disse fu "Sono qui per dirti una cosa a proposito di te e di me. Le parole dovrebbero unire, ma se non è cosi possiamo farne a meno, io posso smettere di parlare o posso imparare la tua lingua, ma a prescindere dai suoni, dai silenzi, dai rumori, da qualunque forma di comunicazione... Io ti amo.”** sorrisi e una lacrima mi rigò il volto, poi chiusi una mano a pugno e mi indicai, poi portai il pugno stretto sul mio cuore e posai sopra di esso anche l’altra mano, poi indicai lui che sorrise. Si avvicinò a me e si mise sulle punte, facendo unire le nostre labbra in un bacio delicato.
Forse, dopo tutto, ero grato di essere nato ed essermi innamorato di Louis.
 




** Citazione del film "Tutta colpa di Freud"
  
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