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Autore: emptyhanded_    23/06/2015    4 recensioni
Volete sapere perchè io, Leanne Morgan, sono una stupida? Prima di tutto, non so come si scrivano trame; secondo sono innamorata dell'unico ragazzo al mondo di cui non mi dovevo innamorare. Non perchè lui sia un poco di buono o un soggetto da allontanare dalla comunità, ma perchè il mio migliore amico lo odia con tutto il suo cuore da anni. Solo che la morale di questa storia la conosco già: la ragazza innamorata dell'artista misterioso rimarrà con il cuore a pezzi. E' già successo e non stento a credere che capiterà un'altra volta.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Capitolo Quattro

 

I corsi procedono lenti e monotoni. Il professore parla, prendo appunti e cerco di rimanere concentrata sulla lezione, evitando di pensare al milione di sterline che dobbiamo procurarci. Nessuno si accorge che ho la testa altrove e, dopo quattro ore, sono sollevata di dover tornare a casa. Cameron mi accompagna a Camden in macchina, lasciandomi di fronte alla villetta. Durante il tragitto in auto, nessuno dei due ha proferito parola. Non mi sento ancora pronta a parlare di ciò a cui stiamo per andare in contro. Vorrei davvero sapere come mai mi comporto così. Lo so che non parlare del problema non lo fa scomparire, ma non riesco fare a meno di ignorare tutta la situazione. Pensarci mi rende solo più triste.

In casa c'è solo Bianca che sta studiando per l'esame di storia teatrale, così la saluto velocemente e mi vado a distendere sul mio letto.

Rimango sdraiata per qualche minuto, con le mani sul ventre e gli occhi fissi su un punto della camera. Mi sento davvero senza speranze. Non voglio continuare a deprimermi, non è da me. Mi da fastidio che negli ultimi tempi io sia così infelice, di solito la persona più solare e positiva tra i miei amici sono io. Sbuffo chiudendo gli occhi. Sarà solo un brutto periodo, uno di quelli in cui sembra che tutto vada male. Devo solo trovare il modo di uscire da questo stato.

 

*

<< Un milione >>

Annuisco alle parole di Carrie e mi stringo le ginocchia al petto, appoggiando la schiena contro il bracciolo del divano. Ellie ha deciso di raccontare quello che abbiamo scoperto alle altre ragazze, così da unire più teste insieme per trovare soluzioni che possano funzionare.

Claire e Bianca hanno la faccia sconvolta dopo aver sentito a quanto ammonta la somma di denaro che serve per la costruzione di una nuova scuola, mentre Sarah non si è scomposta, continuando a guardare Ellie pensosa.

<< Posso darvi io la metà dei soldi, sapete che non è un problema >> Propone Carrie alzandosi da terra. Nessuna di noi sembra entusiasta all'idea. Non voglio costringerla a darci tutto quel denaro e, anche se così fosse , avremmo lo stesso cinquecentomila sterline da procurarci. Ellie rifiuta l'offerta.

<< Non posso chiederti così tanti soldi. Dobbiamo pensare ad altro >>
<< Non per smontare le tue fantasie, Ellie, ma il preside va avvisato >> Commenta Claire.

Ellie annuisce. Credo che abbia pensato al fatto che dobbiamo coinvolgere il rettore in questa storia, sarà pazza, ma rimane dotata di buon senso. Il vero problema sorge se il capo d'istituto non vuole darci il consenso per salvare la scuola. Espongo la mia ipotesi alle ragazze. Come risposta, Ellie scoppia a ridere guardandomi, poi, divertita.

<< Il rettore accetterà per forza. E' mio nonno >>

Dal tono infido che ha usato, sembra che farà di tutto pur di ottenere la sua approvazione. Tutto questo risulta inquietante, ma almeno capisco perchè avesse il mazzo di chiavi questa mattina. Detto questo, rimango sorpresa da ciò che ci ha appena detto.

<< Davvero sei sua nipote? >> Chiede Bianca.

<< Si, è da lui che ho saputo che la scuola è stata distrutta dall'incendio >>

Il silenzio cade di nuovo tra noi. Stiamo tutte rimuginando sul da farsi, esattamente come il giorno prima nel negozio. Io non ho alcuna idea, se sapessi come fare a guadagnare tutti quei soldi, lo avrei già fatto per me stessa anni fa.

<< Possiamo mettere da parte soldi, organizzare aste, mercatini, concerti... non limitiamoci a fare una cosa sola. >> Propone Claire.

<< Beh, la scuola non è solo nostra, sarà usufruibile da tutti i ragazzi dell'università. Io cercherei di coinvolgere un po' tutti >> Aggiunge Sarah.

Come piano iniziale non è male, però i mercatini e le aste non fruttano mai così tanto denaro. Specialmente, perchè nessuno di noi ha cose di valore da vendere.

La pausa che ci eravamo prese dalle nostre faccende termina, così io torno nella mia camera per prepararmi ad andare al lavoro. Indosso una camicia scozzese rossa e nera e dei jeans strappati scuri. Lascio che la mia massa informe di ricci sia libera ed esco di casa, infilandomi il giubbotto di pelle.

La musica, che viene dal mio i-pod, mi martella nelle orecchie. Cammino sulle note degli Smiths, mentre percorro le vie dei mercatini di Camden Town. Mi perdo ad osservare i turisti che spendono capitali nelle bancarelle. Sono presi dalla foga di avere disperatamente un ricordo di ogni singolo quartiere della città, che non si rendono conto che la merce che stanno acquistando posso anche farla io a casa mia e venderla ad un prezzo più basso.

Mi fermo un secondo. Perchè ho sottovalutato l'idea del mercatino? Realisticamente parlando, non abbiamo abbastanza oggetti particolari da vendere, ma si può sempre rimediare.

Sorrido ottimista e nel frattempo raggiungo la metropolitana.

 

*

Fuori dall'Old Vinyl, un grande cartello nero con su scritto “IN VENDITA” sovrasta la vetrina del negozio. Non posso accettare che Paul lo venda. Entro dentro chiedendo ad Alex quando è stato messo il cartello, ma, anziché rispondermi, sparisce nel retro per tornare a casa.

Non lo sopporto più.

Mi chiedo perchè io abbia accettato di lavorare insieme a lui. A malapena lo sopportavo quando vivevamo insieme, figuriamoci qui, che è ancora più lunatico e fastidioso. Sbuffo mettendomi dietro al bancone. Oggi Paul non c'è, così rimango sola ad ascoltare tutti i vinili dei Queen aspettando che entri qualche cliente.

Passano almeno due ore e, con mia fortuna, riesco a vendere due paia di cd e una maglietta. Dopo l'illuminazione di prima e queste vendite, comincio davvero ad essere serena. Non tutto può andare nel verso sbagliato, no?

Servo un ragazzino di quindici anni, prima di vedere Luke entrare nel negozio.

<< Quel cartello deve sparire >> Esclama togliendosi la giacca. La butta sullo sgabello dietro il banco, e si mette al mio fianco, sorridendo. Mi volto a guardarlo a braccia conserte, trattenendo una risata.

<< Che ci fai qui? >>

Lui alza le spalle mentre si scompiglia i capelli castani già spettinati.

<< Tra mezz'ora devi chiudere il negozio e volevo portarti a casa io >>

Sorrido dolcemente. A volte mi spaventa il modo in cui lo adoro. E' la persona a cui voglio più bene al mondo e farei di tutto per lui, anche se mi fa arrabbiare troppo spesso.

<< Allora sei in anticipo, Jackson >> Dico dandogli una leggera spinta.

Lui ride, prendendomi poi per i fianchi. Cerca di farmi il solletico, riesco a sentire le sue dita muoversi veloci sul mio ventre. Non devo dargliela vinta. Trattengo il respiro per non ridere, ma non resisto a lungo. Lui fa un verso compiaciuto, prima di darmi un bacio sulla fronte.

Si offre di aiutarmi in negozio fino a quando non si fanno le sette. Entrano altri due clienti, che vengono serviti da Luke. Se non avesse insistito così tanto, non glielo avrei lasciato fare. E' divertente, però, vederlo mentre convince i due signori a comprare i cd. Fa finta di essere un ragazzo americano, imitando l'accento e raccontando storie strappalacrime per obbligarli a prendere i dischi.

Prima di chiudere il negozio, ci mettiamo a sistemare gli scaffali in disordine e a dare una ripulita al mio amato Old.

<< Grazie, Luke >> Dico.

Ci avviamo entrambi verso la sua macchina, parcheggiata sull'altro lato della strada. Nel momento in cui attraversiamo, lui mi cinge le spalle con un braccio.

<< L'ho fatto per puro divertimento, Superstar >>

Gli do una gomitata e saliamo in macchina. Non ho ancora voglia di dirgli della scuola, ma suppongo che Cameron glielo abbia già detto.

Appena accende il motore, io faccio partire la radio, lasciando che la musica inondi tutto l'abitacolo. Il ragazzo fa finta di essere infastidito dal mio gesto, così abbassa il volume.

Sbuffo. Alcune volte mi sembra mia madre, quando rovina tutte le cose che mi piacciono, si comporta esattamente come lei.

<< Superstar, volevo parlarti di una cosa >>

Il tono serio che usa, mi preoccupa. Mi sistemo sul sedile, voltandomi a guardarlo. Ha lo sguardo fisso sulla strada, ma gli è comparsa una leggera fossetta sulla fronte, come ogni volta che sta pensando intensamente a qualcosa.

<< Hai già pensato a come recuperare il progetto che hai perso? >> Domanda.

Il mio cuore smette di battere come una mitragliatrice a causa dell'ansia e tiro un sospiro di sollievo. Tutti i pensieri negativi che mi stavano vorticando nella mente, svaniscono così come sono nati.

Alzo le spalle, posando lo sguardo fuori dal finestrino.

<< Non ancora, ma un modo lo troverò >> Rispondo.

In realtà non sono per niente convinta che le cose andranno così, ho la sensazione che porterò questo lavoro fino al prossimo anno di studi, posticipando la data della mia laurea. Luke pensa la stessa cosa, perchè fa una smorfia.

<< Superstar, se aspetti l'intervento divino, rimarrai per tutta la tua vita senza laurea >>

E' seccato e non riesco a capire perchè faccia così. Lui non è la persona più indicata a insistere su questo argomento.

<< Non sto parlando di aspettare “l'intervento divino”. Ora come ora ho altre cose a cui pensare e non giudicarmi grazie, non sono io quella che ha abbandonato l'università >>

Le mie parole devono uscire più acide del previsto, perchè Luke si rabbuia e serra la mascella. Abbasso lo sguardo. Ora mi sento in colpa. So perchè ha preferito lasciare l'università. Luke è sempre stato in difficoltà con lo studio e, rendendosi conto di essere interessato ad altro rispetto all'indirizzo che aveva scelto, aveva preferito trovare un lavoro stabile piuttosto che perdere tempo dietro a qualcosa in cui non avrebbe mai fatto strada.

<< Non volevo essere cattiva >> Sussurro.

Lui alza le spalle, continuando a guidare.

<< No, scusami tu. Solo che non voglio che tu abbandoni gli studi come ho fatto io. Da quando sono tornato ti vedo... accondiscendente >>

Fa una pausa, mentre io abbasso lo sguardo. Ha completamente ragione. Questo mio comportamento fa parte del periodo di depressione che sto vivendo. Non voglio smettere di studiare, ma Luke ha centrato il punto: sono svogliata e mi arrendo davanti a tutte le avversità che incontro.

<< Sai perchè ti chiamo Superstar, vero? >>

Rimango in silenzio. Sono passati talmente tanti anni da quando mi chiama così, che mi sono dimenticata. So che si riferisce al fatto che io voglio diventare una musicista, ma da come ha posto la domanda, non credo si riferisca solo a questo.

<< Perchè se c'è una persona in cui credo più che in me stesso e in tutti gli altri, quella persona sei tu. Sei la ragazza più talentuosa, divertente che io conosca. Non abbatterti di fronte ai primi ostacoli che incontri. Sono sicuro che riusciresti a vincerli senza problemi >> Risponde.

Guardo Luke sorridendo. Nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere. Sono in imbarazzo, non so nemmeno che cosa dire, ma il ragazzo non si aspetta una risposta.

<< E' da quando hai dieci anni che mi dici che un giorno canterai davanti a milioni di persone e io l'ho sempre trovata una cosa inevitabile. Tu sei Leanne Morgan, tu sei la ragazza che ha riscritto tutto il testo teatrale del musical in terza liceo perchè i registi avevano perso i copioni... >>

La voce di Luke si affievolisce. Si volta a guardarmi sorridendo, con gli occhi azzurri che luccicano e le fossette sulle guance. Io rimango interdetta, non realizzando quello che voglia fare.

<< Luke, mi hai detto delle cose bellissime ma.. >>

Il ragazzo mi mette un dito sulla bocca per zittirmi.

<< Sarà ancora più bello quello che ho in mente >>

 

*

 

Luke aspetta dopo cena per dirmi ciò che a pensato. Sarah e Carrie ci ospitano da loro per cenare tutti insieme e discutere sul da farsi. Neanche i ragazzi hanno qualche idea brillante, le uniche proposte che vengono fatte sono tutte da scartare a causa della loro banalità.

<< io ci sto a fare uno strip- tease in mezzo a Picadilly Circus >> Annuncia Cameron.

Gli altri cominciano a lamentarsi, eccetto Dan, Carrie e Luke. Ovvio che gli va bene, Cameron è il più bel ragazzo che abbia mai visto. E' riccio quasi quanto me, con i capelli lunghi biondi che tiene raccolti sempre in una coda ed ha un fisico da mozzare il fiato. Tutte le ragazze all'università hanno una cotta per lui e, la maggior parte di loro, ha avuto anche il piacere di farselo.

<< Non voglio vederti nudo, grazie >> Dice Claire dandogli una pacca sulla nuca.

Cameron fa una smorfia, posando le mani sulle spalle della sorella per allontanarla.

<< La gente, invece, vuole >>

<< Restringi il cerchio alle ragazze oche che non sanno su che uccello atterrare >>

<< Parli così perchè nessun ragazzo alzerebbe la sua pista d'atterraggio per te >>

Prima che Claire potesse buttarsi contro Cameron , Bianca prende un braccio della ragazza per tenerla ferma. Mi mancavano questi momenti tra loro due, almeno mi rendo conto che io e Alex non siamo gli unici a comportarci così.

<< Okay, che qualcuno proponga altro prima che questi due si uccidano >>

Sarah ha ragione, infatti, Bianca si alza dalla sua postazione per poterci guardare tutti quanti in faccia. Si schiarisce la voce.

<< Possiamo organizzare un concerto di beneficenza dove raccogliamo i soldi destinati alla scuola. Facciamo esibire tutti gli studenti, così anche il pubblico sa la scuola che cosa può offrire ed è più incentivato ad offrire denaro >>

Sorrido. Bianca non è poi così stupida come vuole sembrare. Le applaudiamo tutti quanti, facendola diventare rossa in viso. Ellie segna la proposta su un quaderno mentre annuisce soddisfatta.

<< Penso che ad Haley andrà benissimo. Non credo ci siano problemi nemmeno per i ragazzi, sarà come fare un saggio di fine anno >>

Ora è il turno di Luke, che tutto impaziente si alza dal divano e ci guarda negli occhi uno ad uno, sorridendo come un pazzo maniaco. Prima di parlare, si sfrega le mani compiaciuto per quello che vuole dirci.

<< Tutti noi sappiamo cantare, suonare e recitare, giusto?>>

Annuiamo. Non so dove voglia andare a parare, ma è tutto orgoglioso, così decido di non intervenire ed aspettare che finisca il discorso.

<< E come noi, tutti i ragazzi dell'università >>

Luke fa un'altra pausa, facendomi venire il nervoso. Anche Ellie è impaziente, lo guarda come se volesse incenerirlo, con la penna che picchia insistentemente contro la copertina nera del quaderno. Lei mi somiglia sotto questo aspetto, entrambe vogliamo tutto subito.

<< Io direi di formare un grande gruppo teatrale ed organizzare un musical. Possiamo considerarci semi professionisti e il direttore dell'Apollo Victoria Theatre mi deve un favore, non credo ci siano problemi se ci esibiremo lì >>

Se l'idea di Bianca era geniale, la sua è qualcosa di indescrivibile. L'Apollo Victoria Theatre ospita, davvero, un grande numero di posti a sedere ed è uno dei miei teatri preferiti. Non avrei mai detto che Luke Jackson sarebbe stato in grado di pensare ad una cosa del genere.

Ellie si congratula con lui, seguita poi da tutti gli altri. Io mi limito a guardare Luke venire elogiato, non riesco a smettere di sorridere. Luke è convinto che io sia fantastica, ma non si è mai accorto di quanto lui sia speciale. Non lo è solo per me. Tutti noi lo consideriamo una sorta di guida. I ragazzi, in particolare, si rivolgono sempre a lui quando hanno bisogno di un consiglio.

<< Oh, aspettate. So che Ellie si occuperà dei costumi, quindi, che ne dite di venderli poi a Camden Market? >> Domando.

<< Vedi che tu mi completi? >>

Luke ride, avvicinandosi a me e dandomi un bacio sulla guancia. Penso di diventare rossa, perchè Bianca mi sta osservando da lontano con uno sguardo compiaciuto. Se zia Cat e mia madre sembrano delle ragazzine innamorate di una coppia di un telefilm quando parlano di me e Luke, Bianca è anche peggio.

Mi sposto dal ragazzo, andando a sedermi vicino a Sarah.

Ellie segna anche questo sul suo quaderno, prima di fare il punto della situazione.

Dobbiamo organizzare un concerto, un musical, un mercatino e dobbiamo chiedere una colletta ai ragazzi della scuola. Osservando i miei amici, che sono tutti felici ed emozionati per quello che dovremo fare, capisco che questa volta le cose andranno davvero per il meglio.

<< Dobbiamo solo trovare, altri attori, un regista, un musical, una band e un posto dove provare >>

L'entusiasmo generale scema dopo l'osservazione di Liam. L'unico a non essersi perso d'animo è Luke che, ancora una volta, sorride serafico.

<< Al musical ci penso io >>

<< E io so chi contattare, fidatevi di me >> Dico.

Ho un piano e so che sto andando incontro ai guai, ma se questo è un gioco è ora che i duri comincino a giocare.

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Eccomi qui, reduce dalle prove scritte della maturità.

Avendo scoperto che ho l'orale il tre - giorno in cui morirò - ho deciso di postare questo capitolo. Finalmente le cose si stanno movimentando per i ragazzi e, anche se è corto, qui succede un fatto importante: hanno deciso di fare il musical. Io li invidio, ho già provato la gioia di esibirmi in un musical e non so che darei per riprovarla.

Mi sto dilungando come mio solito, al prossimo capitolo e ditemi che ne pensate!

Prosit,

Becka

 

  
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