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Autore: cristal_93    23/06/2015    0 recensioni
E' trascorso ormai un po' di tempo dall'ingresso di Leah nel mondo delle squadre d'esplorazione, e lei vive intensamente ogni giorno fantastiche avventure, insieme ai suoi compagni Piplup e Chimchar. Ma la vita non può essere sempre perfetta: il furto dell'Ingranaggio del Tempo sconvolge la quotidianità di tutti gli abitanti di Borgo Tesoro, e arriverà a sconvolgete le esistenze dei tre ragazzi più di quanto si sarebbero mai aspettati. Loro malgrado si ritroveranno coinvolti nella battaglia per la salvezza del mondo, e verranno a conoscenza di segreti che potrebbero influenzare per sempre il destino dei Pokémon di tutto il pianeta. Affronteranno avversari pericolosi e conosceranno Pokémon misteriosi, ma al loro fianco sopraggiungerà un inaspettato alleato....
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Grovyle, Piplup
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Visti tutti i tribolamenti passati per farlo uscire allo scoperto, Leah aveva creduto che fosse un Pokémon Leggendario ( e anche se era stata un po' infantile nel farlo, aveva sperato che fosse Mew), ma quello che increspò la superficie del lago, circondato da una bolla di energia che gli aveva anche permesso di respirare, ancora una volta fu un Pokémon che non si sarebbe mai aspettata di trovare in quella bolgia umida e fangosa: un Ninetales, un magnifico esemplare di Ninetales dal portamento nobile ed elegante e dallo sguardo severo e altero. I tre ragazzi lo guardarono meravigliati, Leah più di tutti. Il Pokémon Volpe li fissò uno ad uno, ma sulla ragazza si soffermò maggiormente; lei sentì un brivido lungo la schiena, ma non distolse lo sguardo. Rimasero a fissarsi a lungo finché finalmente Ninetales scese verso di loro. Leah rimase immobile a fissarlo come in trance finché non si adagiò con delicatezza davanti a lei. Anche Piplup e Chimchar rimasero pressoché stupefatti dalla sua apparizione. Non avevano mai visto un Pokémon così bello: avevo un magnifico manto dorato e lucente, così tanto che veniva voglia di accarezzarlo per sentirne la morbidezza; aveva nove code, dorate anch'esse ma terminanti ognuna con una punta arancione, ed erano piegate a formare una corolla dietro la sua schiena. Aveva anche una morbida cresta in cima alla testa e un collare di pelo intorno al collo; gli occhi erano rosso fuoco, e sembravano fiammeggiare per davvero. Indossava un panno bianco drappeggiato a mò di toga, che gli copriva il petto ma lasciava libere le zampe e le code, ed era fermato sulla spalla destra da una spilla dorata a forma di sole. Sulla fronte aveva un diadema con un bellissimo rubino dai riflessi scarlatti grosso quanto un uovo, e tutto il suo corpo sembrava emanare un'aura mistica, . I tre amici rimasero senza fiato, guardando ogni centimetro di quel Pokémon come se volessero mangiarselo con gli occhi: se quello non era il vero Guardiano, era davvero difficile immaginare chi altri avrebbe potuto essere. Era magnifico, una meraviglia per gli occhi... ma sembrava anche piuttosto adirato, e questo lo rendeva anche spaventoso. Piplup e Chimchar arretrarono intimoriti quando arrivarono ai suoi occhi, ma Ninetales non li degnò di uno sguardo. Sembrava, invece, piuttosto interessato a Leah, o quantomeno: da quando era uscito dall'acqua non le aveva tolto gli occhi di dosso e non sembrava intenzionato a smettere. Leah si sentì in soggezione, ma non abbassò lo sguardo né sbatté le palpebre, anche se era così stanca che avrebbe preferito farlo, ma non poteva. Certo sarebbe stato meglio se quel Pokémon si fosse deciso a fare o dire qualcosa, invece di tenerle inchiodato il suo sguardo addosso e aumentare così la sua ansia e il suo nervosismo.
E la sua preoccupazione, anche : aveva smascherato il suo inganno e per questo aveva anche ferito il suo orgoglio, era questo il motivo delle sue attenzioni? Un respiro profondo prima del balzo? La volpe continuò a guardarla con diffidenza, ma finalmente si decise a disperdere la bolla e ad avanzare verso di lei. Piplup e Chimchar si precipitarono subito a fermarlo, ma lui li spazzò via letteralmente con il pensiero, mandandoli a ruzzolare qualche centinaio di metri più in là. Leah era talmente impegnata a cercare di restare lucida e al tempo stesso a non distogliere lo sguardo da lui che quasi non si accorse di niente, e a malapena avvertì la sua presenza quando le si avvicinò e posò la fronte contro la sua. Il rubino si illuminò, e Leah sussultò, ma non si sottrasse a quel contatto. Lo splendido Pokémon rimase fermo in quel modo per poco, poi si staccò. Leah non sentì alcuna differenza rispetto a quando si era appoggiato a lei, ma notò la sua espressione: era ancora seria,ma perlomeno aveva smesso di essere arrabbiata.

<< Sei unica >> disse quello con voce profonda. Leah non capì a cosa stesse alludendo, ma Ninetales non aggiunse altro. Abbassò invece la testa e le toccò il petto con il diadema: il gioiello si illuminò di nuovo, ma stavolta Leah si sentì pervadere da un piacevole tepore, e le sembrò anche di riacquistare energie; quando poi Ninetales rialzò il capo, Leah si sentì rinvigorita e riposata come non era mai stata.
<< Grazie, Ninetales... >> mormorò riconoscente. La volpe la guardò stupita e confusa.
<< Come... mi hai chiamato? >>
<< N-Ninetales... >>. Lui sbatté le palpebre visibilmente meravigliato.
<< Come fai a sapere... come mi chiamo? >>
<< Non... non lo sapevo, in realtà... l'ho dato per scontato … >> spiegò imbarazzata la ragazza, timorosa di aver compiuto un passo falso. Per un attimo Ninetales sembrò vacillare.
<< Erano... anni che non mi sentivo chiamare per nome... >> mormorò debolmente. Le ragazza vide i suoi occhi velarsi di malinconia e provò pena per lui: non doveva avere molti contatti con il mondo esterno, e chissà per quanti anni doveva essere rimasto là sotto, nella più completa solitudine, senza mai uscire. Sentirsi chiamare per nome dopo molto tempo forse era stato del tutto inaspettato.
<< Scusa se ti ho rattristato, non avevo idea... Comunque... grazie per... quello che hai fatto >> disse, toccandosi il petto: sentiva ancora la pressione e il calore del rubino sulla pelle. Ninetales sembrò riprendersi all'improvviso, e dal suo muso sparì ogni traccia di tristezza , diventando di nuovo una maschera di pietra indecifrabile.
<< Non mi hai affatto rattristato e non ringraziarmi: non l'ho fatto per essere gentile >> ribatté secco. Leah sorrise imbarazzata. In quel momento, Piplup e Chimchar arrivarono di corsa e fronteggiarono nuovamente Ninetales.
<< Chi diamine ti credi essere, tu?! >> sbraitò Chimchar quando fu abbastanza a portata d'orecchio.
<< Non vedo perché dovrei dirvelo >> replicò l'altro con fare altezzoso.
<< Non sarà necessario >> intervenne Leah. Tutti la guardarono, ma lei guardò solo Ninetales.
<< Sei tu, vero? Il Guardiano della Biblioteca che stavamo cercando >>. La volpe si limitò ad annuire. Chimchar si grattò la testa perplesso.
<< Sei sicura? >>
<< Basta guardare com'è vestito >> sospirò Leah. << E scommetto anche... che ciò che cerchiamo è proprio di fronte a noi >>. I due ragazzi si guardarono intorno ma non videro altro che acqua e fango.
<< Il lago, ragazzi: sono certa che l'ingresso della Biblioteca si trovi là sotto >>. Va bene che lei non era tipo da darsi grandi arie, ma non ci voleva un genio per fare due più due visto quello che era successo.
<< I-In acqua?! E... e quindi come facciamo a raggiungerlo?! >> esclamò Chimchar.
<< Temo che sia il minore dei nostri problemi, ora come ora... >> mormorò Leah guardando Ninetales, che sogghignò.
<< Hai detto bene, mocciosa: voi infatti... non andrete da nessuna parte! >> tuonò, e la sua voce rimbombò ovunque. Chimchar caracollò all'indietro, Piplup arretrò e Leah inghiottì forte: ora gli occhi di Ninetales sembravano davvero essersi accessi di un violento fuoco, e il pelo della sua coda si era rizzato. I tre ebbero anche l'impressione di vederlo circondato da un'aura oscura che venire la pelle d'oca a tutti. Quando parlò di nuovo, il tipo Fuoco lo fece però guardando solo Leah, ignorando completamente gli altri due.
<< E' meglio che vi metta i chiaro un paio di cose; deciderò dopo se risparmiarvi la vita o meno >>. I due piccoli Pokémon sudarono freddo e si strinsero istintivamente a Leah, che però si limitò ad annuire.
<< Le tue intuizioni sono giuste, Leah. Non guardarmi in quel modo >> aggiunse vedendola sgranare gli occhi. << So molte cose su di te... e del motivo per cui siete qui. L'ho visto poco fa... >>...quando ha appoggiato il suo diadema su di me! completò mentalmente la ragazza, e si lasciò scappare un ringhio. Era a conoscenza che quella dei Ninetales fosse una razza speciale e che le nove bellissime code di cui erano dotati fossero la fonte di incredibili poteri psichici. Fino a che punto arrivassero era uno dei grandi misteri del mondo dei Pokémon, ma si diceva permettessero loro di fare cose incredibili, e forse leggere la mente altrui era solo uno dei tanti. Però le aveva rubato i ricordi... e non glielo aveva impedito!.
Come ho potuto essere così stupida! Imprecò la ragazza. Va bene che l'aveva anche curata, ma aveva preso i suoi ricordi! Come si era permesso quel... No, aspetta un attimo! pensò di colpo , se davvero ha guardato dentro la mia mente e ha scoperto tutto su di me... questo vuol dire che!...
<< Sono al di sopra di queste cose e non mi interessano. Quello è un problema tuo, stà a te gestirlo come meglio credi >> disse il Pokémon Volpe. Impossibile stabilire se le avesse di nuovo letto il pensiero o era bastata la sua espressione per indovinare cosa le frullasse in testa, fatto stà che Leah non riuscì a non arrabbiarsi ancora. Guardando la sua espressione sprezzante, però, cercò di calmarsi: prendersela era inutile, ormai quel che era fatto era fatto, e di certo lei non si sarebbe azzardata a modificargli la memoria per fargli dimenticare ciò che aveva visto, anche se le dava fastidio che ne fosse entrato in possesso. Una cosa però doveva riconoscergliela:
<< E' per questo che mi hai curata? >>
<< No, quella è stata solo un'inevitabile conseguenza >> fu la risposta secca. Suo malgrado, Leah si ritrovò ad essergli grata.
<< Ehi, vi siete dimenticati di noi?! Di cosa state parlando? >> esclamò Chimchar agitandosi. Ninetaes lo guardò con sguardo glaciale, al che gli si rizzò il pelo su tutto il corpo e corse dietro a Leah. Lei lo guardò appena.
<< L-Leah... >> disse Chimchar facendosi coraggio. << Come hai fatto a- >>
<< Avete per forza bisogno di lei per capire?! Non siete capaci di ragionare con la vostra testa?! >> tuonò la volpe dorata, irritata. Chimchar arrossì per la vergogna e si nascose ancora di più. Piplup, invece, strinse i pugni, si fece avanti e fronteggiò Ninetales.
<< Hai ragione ad arrabbiarti, Ninetales >> disse a testa alta, cercando di farsi coraggio. La volpe si voltò verso di lui. Piplup sì sentì subito nervoso e teso come una corda di violino: lo sguardo di quel Pokémon non gli piaceva per niente, sembrava guardargli dentro l'anima.
<< Sì, è vero, noi siamo molto più lenti di Leah a capire le cose, ce lo ripetono di continuo... però... anche se questo è solo uno dei motivi principali per cui è il nostro Leader, non significa che siamo completamente dipendenti da lei! >>. La ragazza fu fiera che Piplup stesse cercando di reagire e non si stesse lasciando condizionare dalle parole di Ninetales, come invece stava succedendo con Chimchar, che sembrava incapace di alzare lo sguardo da terra.
<< Siete davvero patetici >> disse Ninetales, e Leah gli ringhiò contro. << Ammira il tuo coraggio Piplup, ma non sarà sufficiente per farti diventare degno di vedere la Biblioteca, neanche tra un'eternità >>. Piplup strinse i pugni e guardò il lago.
<< Se sei tu il vero Guardiano di questo posto... quei Pokémon non erano altro che una tua illusione generata sfruttando l'acqua del lago >> disse soprappensiero. La volpe fece una smorfia.
<< Forse non sei tardo come credevo... di sicuro lo sei meno del tuo compagno >> . Sia Leah che Piplup cominciarono a innervosirsi.
<< Sì, sono io, e ho passato la mia intera esistenza a proteggere questo luogo, non vi permetterò di profanarlo! >>. Agitò le code, che sembrarono rilasciare in aria luminose scintille rosse, e digrignò i denti. A tutti sembrò che la temperatura si fosse alzata all'improvviso, e ben presto cominciarono a sudare.
<< Ninetales, aspetta >> disse Leah cercando di farlo ragionare. << Ti prego, ascoltaci: noi vogliamo solo- >>
<< Lo so cosa vi ha spinti fin qui, so cosa state cercando! >> esclamò a gran voce l'altro.
<< Lo sai e ciononostante sei comunque deciso a non farci passare?! Non hai a cuore la sorte del mondo?! >> esclamò Piplup.
<< Di quello che c'è là fuori non mi importa, il mio mondo è qui >>. Leah perse la pazienza:
<< Il TUO mondo fa comunque parte del NOSTRO mondo!!! Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, camminiamo sulla stessa terra, respiriamo la stessa aria! Se perdiamo e non riusciamo a fermare ciò che stà succedendo là fuori neanche tu potrai più vivere, lo capisci questo?! O continuerai a far finta di niente anche quando tutto sarà finito senza neanche valutare l'idea che forse avresti potuto contribuire alla salvezza del pianeta?! >>. Ninetales non si scompose.
<< Le tue parole non mi toccano, ragazza. Io ho la mia missione, e solo in sua vece io vivo e respiro, non a tutte quelle sciocchezze di cui vai farneticando. Non verrò meno al mio compito solo perché è un gruppo di infanti che non possono comprendere le cose più grandi di loro, a chiedermelo >>. La ragazza sospirò rassegnata: proprio un testone schiavo del destino, che credeva di essere per forza obbligato a seguire una determinata strada senza neanche varare le alternative dovevano trovarsi come avversario. Con certa gente, purtroppo, le parole non erano sufficienti, ci volevano i fatti. E dopo tutto quello che avevano passato per trovare quel posto li avrebbero fatti valere ancora una volta, anzi, mille altre volte.
<< Ninetales... cerca di capire, abbiamo bisogno di saperne di più. Ciò che cerchiamo potrebbe essere davvero nascosto nel luogo che stai proteggendo così assiduamente. Ti dò la parola che non cercheremo di rubare niente, non danneggeremo la Biblioteca >>. Vedendo che continuava a trafiggerla con i suoi occhi di fuoco, Leah insistette:
<< Siamo disposti a fare qualunque cosa! >>. Niente da fare. Piplup non ne poté più, e in preda dalla disperazione si buttò ai suoi piedi, prostrandosi a terra.
<< Ninetales, ti prego!!! >> lo supplicò urlando. Questa volta la volpe non rimase indifferente e abbassò lo sguardo verso il pinguino, mentre la maschera perfetta che era la sua espressione si incrinò in una di confusione e stupore: non si sarebbe certo aspettata un così tale gesto estremo da parte loro. Era davvero coraggioso quel ragazzo, doveva riconoscerlo. Guardò anche la sua compagna, e per un secondo provò un senso di rispetto verso di loro: aveva sentito parlare della caparbietà e dell'egoismo degli esseri umani, caratteristiche in nome dei quali essi arrivavano a fare di tutto per ottenere quello che volevano; quei due sembravano proprio non fare eccezione, nel genere, ma stranamente sentì una sorta di empatia nei loro confronti, anziché disprezzo; era come se fosse in grado di capire esattamente ciò che stavano provando in quel momento. Dopotutto, non era lo stesso che aveva fatto e continuava a fare anche lei da mille anni? Quegli umani avrebbero continuato a chiedere e a supplicare ancora e ancora, a costo di trascinarsi ai suoi piedi e metterci la testa sotto, non si sarebbero mai arresi. Provò un piacere strano, una sensazione che non aveva mai sperimentato per secoli e che anche se non sapeva spiegarsi lo incuriosiva. Facendosi trascinare dal flusso di questa nuova emozione, alla fine fece la sua scelta. Era una decisione folle, irrazionale, la prima che avesse mai preso in tutta la sua vita, però sentiva di volerlo fare lo stesso.
<< Bene >> disse, allora. << Se davvero ambite così tanto ad entrare nella Biblioteca... dovrete prima soddisfare una condizione >>. Piplup si tirò su di scatto e Leah drizzò le orecchie.
<< Avete smascherato il mio inganno con i miei cloni d'acqua, e questo è già degno di nota; il prossimo passo... sarà ottenere la mia sconfitta >>. Le parole che stavano aspettando. Piplup e Leah si guardarono sorridendo, nonostante la richiesta non esattamente facile da soddisfare, ma tuttavia cercarono di non mostrarsi troppo impazienti o avventati:
<< Va bene, combatteremo tutti contro di te >> disse la ragazza.
<< No >> la corresse Ninetales, scuotendo la testa. << Voglio che siate solo voi due a farlo >>. I due smisero all'istante di sorridere e sgranarono gli occhi, voltandosi contemporaneamente verso Chimchar, che finalmente sollevò la testa e guardò Ninetales, rosso in viso e furioso.
<< Non se ne parla : siamo venuti qui insieme e insieme combatteremo! >> esclamò. Il Pokémon Volpe non lo guardò nemmeno.
<< Non ho alcun interesse a lottare con te >> disse asciutto. Chimchar, a quel punto, esplose:
<< Perché?! Perché loro sì e io no?! >>. Stavolta il Pokémon dorato si voltò appena e lo guardò come avrebbe guardato una macchia sul suo vestito immacolato:
<< Leah ha capito e smascherato il mio inganno, ed è riuscita a portarmi allo scoperto, Piplup è arrivato ad umiliarsi pur di cercare di convincermi ad ascoltarvi; tu, a parte nasconderti come un codardo, non mi sembra abbia fatto nient'altro >>. Tradotto: i suoi compagni avrebbero potuto affrontare la sfida e ottenere il permesso di visitare la Biblioteca perché erano riusciti ad impressionare Ninetales... lui no perché non aveva combinato niente.
<< I-Io... Io... >> balbettò il Pokémon Scimpanzè, ma le parole gli morirono in bocca e non riuscì più a dire niente. E non lo avrebbe fatto neanche se avesse potuto, perché aveva ragione quel Pokémon, e per questo non poteva ribattere. Ma dopotutto come avrebbe potuto giustificarsi, a parte dicendo che aveva cominciato ad avere paura nel momento in cui aveva visto Leah disperdere come se niente fosse quelli che credeva essere veri Pokémon? D'accordo che poi aveva capito che erano solo copie d'acqua, ma dire che non si era sentito terrorizzato nel vedere la ragazza agire senza esitazione sarebbe stata una bugia.
E anche se, quando l'avevano conosciuta, era stato il primo a pensare che le capacità di Leah fossero semplicemente straordinarie, ora stava cominciando a rimangiarsi le sue parole e a provare solo paura verso colei che fino a pochi giorni prima avrebbe esaltato e lodato, mentre ora se ne sentiva solo terrorizzato. Quello che gli sembrava strano, però, non era il suo improvviso cambio d'opinione verso di Leah, ma quello di Piplup: al contrario di lui, il pinguino era stato diffidente verso la ragazza sin dal primo momento; ora invece i ruoli si erano ribaltati, e loro erano di nuovo all'opposto, come erano sempre stati, dopotutto. Persino Piplup si stava ormai allontanando, persino lui che più di tutti avrebbe dovuto essere aiutato si stava piano piano ergendo, uscendo da sotto l'ala protettiva di Leah, mentre Chimchar sembrava esserne sempre più succube e prigioniero. Ed era questo a fargli paura più di tutto: che Piplup stesse diventando sempre più forte e sicuro di sé mentre lui sembrava essere fermo al punto di partenza. Inspirò forte, ma sentì le lacrime premergli . Non poteva permettere che le vedessero, per cui non gli rimase altra scelta: girò i tacchi e scappò via.

<< Chimchar!! >> urlarono i suoi compagni, ma lui non li ascoltò: non gli importava dove sarebbe finito, non gli importa se sarebbe stato condannato a vagare in quel buco umido per sempre, voleva solo allontanarsi il più possibile. Ma non fece molta strada: neanche una decina di metri dopo, un'imponente muro di fiamme gli ostruì il cammino. Cadde a terra tremando come una foglia, e anche Piplup rimase bloccato dal terrore a fissare le fiamme a bocca aperta; Leah, invece, sospirò.
<< Non avevi detto che non volevi che Chimchar entrasse nella Biblioteca? >> disse, voltandosi verso Ninetales.
<< Non gli ho dato il permesso di andarsene... a nessuno di voi è concesso! >> sibilò lui. La ragazza lo guardò con aria quasi annoiata.
<< Sei piuttosto incoerente, lo sai? >>. La volpe dorata ringhiò e le fiamme si fecero ancora più intense, cominciando ad apparire anche sulla punta delle code del Pokémon.
<< Non avete capito bene la situazione, allora >> disse. << Sia che vogliate andare avanti o tornarvene da dove siete venuti... prima dovrete sconfiggermi! >>. Leah agitò nervosamente la coda: non le piacevano gli arroganti come lui che, solo perché avevano grandi poteri, si credevano invincibili ed erano disposti a qualunque cosa pur di riparare un torto subito, in questo caso quello che gli avevano rivolto loro scoprendo dove si trovasse la Biblioteca e obbligando il suo Guardiano ad uscire allo scoperto.
Aveva sempre sentito dire che da grandi poteri derivavano grandi responsabilità, ma lei era più per il “ Grandi poteri = Grandi rogne”... o gran fissità mentali, come quelle che stava dimostrando Ninetales. A quanto pareva dargli la loro parola di non rimettere più piede in quel posto una volta fatto quello che dovevano non era sufficiente. Lo sguardo le cadde sul suo diadema e sulla toga, e capì meglio un po' di cose: lui stesso aveva detto di essere rimasto a custodire quel luogo per tutta la vita; considerato che della Biblioteca se ne parlava quasi come una Leggenda e che la durata media di vita dei Ninetales era di mille anni, non era difficile immaginare quanti ne avesse passati là sotto. Per quanto non approvasse la sua cocciutaggine, Leah non poté fare a meno di provare a immaginarsi nei suoi panni: rimanere per mille anni nello stesso luogo, giorno dopo giorno, senza mai uscire a vedere il mondo esterno, incatenato ad un destino a cui non aveva potuto o voluto sottrarsi, dedicare anima e cuore al compito che gli era stato affidato. Era la sua unica ragione di vita, il motivo della sua presenza nel mondo, e ci sarebbe rimasto fedele fino all'arrivo della sua ora, che però non sarebbe giunta tanto presto.
Non c'era da sorprendersi se avesse finito per indurire il suo cuore e privarlo di qualsivoglia sentimento, la sua missione era più importante di tutto, non c'era spazio per distrazioni inutili come le emozioni. Torkoal, poi, aveva detto che c'erano solo pochissime notizie, a proposito dell'esistenza della Biblioteca, e che quei pochi che erano riusciti a trovarla avevano rinunciato per via di un potente Pokémon a guardia di essa. Viste le difficoltà che lei stessa aveva avuto a far uscire Ninetales allo scoperto, Leah non dubitava per niente di quelle voci, ma le risultava lo stesso difficile credere che tutti, finora, si fossero fatti spaventare solo da quello, e che nessuno, magari dopo essersi allenato duramente, fosse tornato per fare un ulteriore tentativo. Anche la carenza di notizie era sospetta, forse nessuno si era preso la briga di riportare con cura la sua esatta ubicazione per poter tornare e vendicarsi. O forse... Ninetales non si limitava solo a sconfiggere gli avversari: forse finiva addirittura per modificare i loro ricordi, in modo che dimenticassero dove si trovasse la Biblioteca, mantenendo però vivo il ricordo di una lotta contro un essere potente e pericoloso, in modo tale che gli rimanesse talmente impresso da indurre gli altri a evitare di provarci, a farli desistere dall'idea di correre a loro volta il rischio di tornare a casa con le ossa rotte e l'orgoglio in frantumi. Se era davvero così, allora il Team Poképals non aveva scelta: sia che volessero andare fino in fondo sia che volessero rinunciare, prima avrebbero dovuto affrontare Ninetales, perché se avessero scoperto i segreti celati nella Biblioteca allora sarebbe stata la rovina per il Pokémon Volpe; se invece se ne fossero andati senza neanche consultare gli archivi nascosti là sotto, magari avrebbero rivelato il segreto di quel luogo, e allora sarebbero tornati ancora, magari in compagnia di Pokémon molto più forti e avidi di loro, e allora sarebbe stata ugualmente una disgrazia. In entrambi i casi, Ninetales avrebbe combattuto, lo avrebbe sempre fatto: era il suo destino, era l'unico modo di vivere che conosceva.
Tolto quello, però... cosa rimaneva? Il vuoto. Una vita buttata via, nella più completa solitudine, senza alcun amico, senza qualcuno con cui condividere una parola, un pensiero, una risata, qualcuno su cui appoggiarti per piangere, che ti consolasse quando ti senti triste... una vita senza amore. E lo sapeva bene anche lei che aveva avuto solo Vaporeon per tutta la vita, ma Ninetales lo sapeva? Era davvero felice di vivere in quel modo, se vita si poteva chiamare? Se ci fosse stata un'alternativa, se lui avesse avuto anche la sola minima possibilità di scelta, l'avrebbe perseguita oppure sarebbe rimasto immobile nelle sue convinzioni fino a morte avvenuta? Forse non era nemmeno cattivo come stava cercando di far credere, forse era solo un essere tormentato, un individuo che non era mai stato libero in vita sua. E forse non era solo il mondo a dover essere salvato, al momento. Ma a quello era meglio pensarci dopo la sfida, che però non sarebbe cominciata, non prima che Leah avesse detta la sua:

<< Ninetales, >> disse , dunque << hai posto le tue condizioni... ora lascia che siamo noi a porre le nostre>> .Il Pokémon, che normalmente non avrebbe permesso a nessuno di dargli ordini, fece cenno alla fanciulla di parlare liberamente. Leah guardò i compagni: Piplup annuì col capo, Chimchar invece non reagì in alcun modo. La ragazza prese un respiro profondo, e sperando di riuscire a parlare anche a nome loro, cominciò:
<< Noi combatteremo tutti contro te, o altrimenti non lo farà nessuno di noi >> . La volpe piegò le labbra in una smorfia.
<< E pensi che io vi permetterò di andarvene senza averlo fatto? >>.Leah gli si avvicinò e allungò il muso verso di lui, così vicino che i loro nasi quasi si sfiorarono.
<< Se davvero hai visto tutto di me... allora dovresti sapere che ti conviene non sottovalutarmi... >> sussurrò piano. Ninetales abbassò il capo sfiorando la spalla della ragazza.
<< Arriveresti a rivelarti pur di averla vinta, umana? >> le sussurrò quasi impercettibilmente.
<< Se sarà necessario... e anche a costo di spremere ogni goccia di energia che ho in corpo... ma non mi arrenderò mai >>. Ninetales fece una smorfia e scrollò le spalle.
<< D'accordo, come volete: se proprio ci tenete a morire insieme... >>. Leah lo ignorò e guardò di nuovo i compagni: Piplup sorrise soddisfatto, Chimchar invece non le prestò attenzione, e questo cominciava a rappresentare un bel problema: senza il suo parere come poteva capire di avere o meno detto la cosa giusta o se lui fosse abbastanza intero psicologicamente da sostenere lo scontro?
<< Qualcos'altro? >> disse ancora Ninetales.
<< Solo due : vuoi affrontarci tutti insieme o uno per volta? >>
<< Penso che eliminarvi tutto in una volta sola non sarà un problema >>.
<< Grazie... >> sbuffò Leah. << Un ultima cosa: in caso che tu venga sconfitto... >>
<< Non succederà!!! >> urlò il Pokémon. Leah lo ignorò:
<<... in caso di sconfitta ti prego di non fare pazzie >>.
<< Non accadrà, perché io non perderò mai! >> tuonò la volpe come se Leah l' avesse insultata a morte. Tuttavia lei rimase impassibile:
<< Bene, queste sono le nostre condizioni: prendere o lasciare >>. Il Pokémon Volpe guardò la zampa tesa verso di lui e divenne piuttosto confuso.
<< Cosa stai facendo? >>
<< Ti sto invitando a stringere la mia zampa per suggellare questo accordo >>.
<< Cosa?... >>
<< E' costume, quando si fa un patto, scambiarsi una stretta di mano per confermarlo. Anche se, bé, nel nostro caso... >> spiegò, agitando la zampa. Ninetales scosse la testa e la respinse.
<< Non venirmi a contagiare con i tuoi modi >>.
<< Sono un po' selvaggia, lo so, ma non sono una cafona: malgrado tutto le buone maniere le ho imparate, te lo posso assicurare >> . La volpe sospirò e si arrese, prendendole la zampa con riluttanza e stringendogliela rigidamente.
<< Ora che avete dovuto fare tutta questa scena... mostratemi cosa sapete fare! >> e scattò indietro, distanziandoli. Leah fece un breve riepilogo di quello che aveva imparato fino a quel momento su di lui: era orgoglioso e sicuro di sé, molto forte e caparbio, oltre che ligio al dovere e poco incline all'ironia; una combinazione peggiore non potevano trovarla. In ogni caso, la ragazza non era così impaziente di assaporare la vittoria, anche perché era certa che non ci sarebbe stato niente da assaporare, sia in caso di una sconfitta loro o sua: se avessero perso, Ninetales avrebbe modificato i loro ricordi per far sì che non ricordassero quasi niente di quello che avevano trovato nei bassifondi della Foresta Rocciosa; peggio, avrebbe anche potuto provare a farli fuori senza pensarci troppo, ma questo Leah non glielo avrebbe permesso, anche a costo di dover rivelare il suo segreto. Se avesse perso Ninetales, però... non sapeva perché si sentisse così nervosa, ma c'era qualcosa, un'intuizione, oppure un semplice presentimento, che le diceva che anche in quel caso sarebbe sicuramente successo qualcosa di molto sgradevole, qualcosa che però lei non avrebbe permesso che accadesse. Prima però era meglio fare un passo alla volta, e pensare prima ad un modo per riuscire a sconfiggere Ninetales senza riportare danni troppo gravi.
Guardò i compagni: Piplup sembrava sicuro e determinato, anche se i suoi occhi lasciavano trapelare la paura per quello che stava per succedere, ma dopotutto era normale; l'espressione di Chimchar, invece, era indecifrabile, e non si sarebbe potuto stabilire cosa stesse provando. Anche Piplup guardò preoccupato l'amico: non voleva che fosse così abbattuto, non poteva; riusciva a sentirsi veramente forte perché sapeva di avere un fidato compagno su cui contare, ma se Chimchar era ridotto in quello stato neanche lui si sentiva molto fiducioso. Forse farlo partecipare non era una buona idea, ma chiedergli di restare a guardare sarebbe stato ancora peggio. Sospirò: da quando avevano affrontato Drowzee non si erano più trovati ad affrontare avversari di un simile calibro, e anche se era completamente fiducioso che, se per caso loro due non avessero potuto farcela, Leah non avrebbe mai gettato la spugna e avrebbe lottato fino all'ultimo, non poteva negare quanto gli avesse dato fastidio il comportamento di Ninetales: ma chi cavolo si credeva di essere per giudicare gli altri in quel modo?! Trattare Chimchar come fosse un miscredente, un rifiuto... non l'avrebbe passata liscia, gli avrebbero dimostrato che aveva fatto un grandissimo errore di calcolo, e gliel' avrebbe fatta pagare amaramente. Non restava altro da fare che cominciare a combattere, e sperare che non ci fossero ripercussioni troppo pesanti su entrambi i fonti.


Leah non aveva la capacità di leggere nel pensiero, ma in quel caso non sarebbe servito molto, perché si ritrovò lo stesso a condividere i pensieri di Piplup senza accorgersene. E questo aumentò il suo nervosismo: non era tanto perdere a preoccuparla, era fare le cose sotto pressione. Ma non avrebbe avuto esitazioni a usare la sua piena potenza se fosse servito; le spiegazioni le avrebbe lasciate per dopo... sempre che gliele avrebbero lasciate dare. Senza volerlo, si ritrovò a confrontare rapidamente loro tre e Ninetales : lui non era solo forte, era anche composto, elegante, altezzoso; il suo manto non aveva un pelo fuori posto e la sua tunica non aveva neanche la più piccola macchia. Loro, invece, non erano esattamente dei veterani, erano giovanissimi e per lo più ancora sporchi di fango, e leggermente curvi in avanti. Sembravano proprio un principe dell'alta società con dei mendicanti di periferia. Non che lo status sociale di Leah fosse poi differente, ma di solito non andava in giro conciata in quel modo, e si sentiva un po' in imbarazzo. Sospirò e si preparò a combattere: vittoria o meno, a lotta avvenuta avrebbe prima chiesto se potevano farsi un bagno. Ninetales li guardò a testa alta, quasi si aspettasse che facessero loro la prima mossa, e la ragazza cominciò col guardarsi intorno: erano circondati dall'acqua e dal fango, entrambi elementi superefficaci contro un Pokémon di tipo Fuoco come Ninetales. Sarebbe stata la strategia migliore... se non fosse stato per tre problemi: primo, non conoscevano ancora i veri poteri del loro avversario, e avrebbero dovuto fare molta ma molta attenzione; due, lei non si sentiva molto allegra all'idea di dover macchiare così quell'impeccabile immagine ; terzo... lui aveva mille anni di esperienza sulle spalle, di gran lunga più di tutti loro messi insieme, e per di più viveva in quel posto da sempre, quindi era certamente preparato ad affrontare eventualità simili.
<< Non farti questi problemi e attaccami! >> sbraitò quello. Ok, forse ce li aveva davvero i poteri telepatici. Leah si preparò per l'offensiva, pensando di cominciare con un piccolo attacco di avvertimento, giusto per riscaldarsi un po' e cominciare a capire quali fossero le abilità del nemico, ma come da copione successe quello che ormai era l'inevitabile: spinto solo dalla voglia di farla pagare a quel maledetto per l'umiliazione a cui l'aveva sottoposto, Chimchar accolse l'invito di Ninetales saltando in aria e lanciandosi contro di lui con Ruotafuoco, ma la volpe aprì l'enorme ventaglio formato dalle sue code, che si illuminarono e fermarono lo scimmiotto, sbalzandolo via. Ma non bastò a fermarlo: neanche il tempo do finire a terra che ripartì con Lanciafiamme. Questa volta Ninetales usò le code per avvolgersi come una coperta, e con grande meraviglia di Chimchar, così come era successo prima a Piplup affrontando Gyarados, anche il suo attacco venne assorbito, e tutto il corpo del Pokémon si illuminò di un bagliore arancione.
<< Ma... cosa... >>
Fuocardore” disse subito Leah.
Non so di cosa si tratti ma forse posso immaginarlo: segue lo stesso principio che aveva quel Gyarados d'acqua?” disse Piplup.
Esattamente” rispose Leah stringendo i denti. Fuocardore avversario era un gran svantaggio per il Team, visto che il loro rappresentante del genere era una testa calda impulsiva come pochi. Ora però che Chimchar era venuto a conoscenza dell'abilità di Ninetales avrebbe fatto attenzione o sarebbe di nuovo andato allo sbaraglio? Il nemico mulinò le code, che lasciarono un lievissimo alone luminoso nell'aria.
<< Sei stato troppo avventato >> disse guardando lo scimmiotto . << E adesso... è arrivato il mio turno! >> e le fiamme che avevano impedito a Chimchar di scappare si innalzarono in lunghe spire, tornarono dal loro padrone e avvolsero il suo corpo, che si illuminò come se quel fuoco avesse iniziato a circolargli nelle vene al posto del sangue. Le tre code centrali si illuminarono, e tutta la luminescenza che aveva pervaso l'intero corpo della volpe cominciò a spegnersi a partire dalle punte delle code, radunandosi verso la testa di Ninetales, che la rovesciò all'indietro e aprì la bocca: poco a poco, in mezzo alla mandibola spalancata si formò una sfera infuocata, che crebbe sempre di più fino a raggiungere e superare le dimensioni del Pokémon, che la tenne alta sopra di sé mentre questa vorticò spargendo spire di fiamme rosse-arancio tutt'intorno, regalando una nota di mistero e di minaccioso all'ambiente e a lui stesso e aumentando di colpo la temperatura e la luminosità.
Ai ragazzi si seccò la gola, ma quando Piplup chiese a Leah cosa fosse quella sfera e non ottenne risposta, divenne ancora più terrorizzato quando, voltandosi, vide la sua Leader fissare in trance, col corpo che tremava e il manto madido di sudore, quella specie di sole in miniatura. E il suo sguardo, purtroppo, voleva dire solo una cosa: che nemmeno lei sapeva di cosa si trattasse, e che forse era qualcosa che non rientrava nemmeno tra le mosse dei Pokémon Fuoco, anzi, dei Pokémon in generale; e questo voleva dire... che era una mossa inaspettata creata da Ninetales stesso, e questo fece venire i brividi al pinguino, nonostante il calore che ora permeava l'aria. Fino a quel momento, l'unico Pokémon che aveva visto andare oltre le consuetudini e fare esperimenti coi propri poteri, inventando nuove mosse e nuovi modi di usarli, era Leah, ed era una delle cose che gli piacevano di lei, nonché una di quelle che gli avevano fatto pensare che lei fosse unica e gliel'avevano fatta apprezzare ancora di più; vedere qualcun'altro avere la sua stessa tendenza, un nemico oltretutto, non era per niente la scoperta più bella del mondo.
Forse lo sarebbe stata in un'altra occasione, ma non in quella, dove le circostanze sembravano essere tutto meno che favorevoli alla loro squadra. Fu proprio a Leah che Ninetales puntò il suo attaccò, ma non ci fu bisogno che Piplup urlasse per farla tornare in sé: anche se la sua mente era assente, così non lo era il suo corpo, e la memoria muscolare della ragazza le salvò la vita, facendole piegare le zampe e saltare in alto, automaticamente, senza che lei esercitasse alcun controllo. Sempre senza nessuna padronanza di sé, ruotò a mezz'aria e lanciò verso Ninetales una Sfera Psichica, che lui però schivò facilmente, mulinando poi le code e generando così una raffica che colpì la ragazza. Lei riuscì ad atterrare sulle zampe, ma quell'attacco aereo servì a farle riprendere il controllo di sé.

Leah, tutto bene!?!”
Sì...scusami, Piplup... ora sto bene”.
Non dire idiozie!” ribatté Piplup rosso in viso. Guardò poi verso Chimchar, ma lui non ricambiò. Non si era nemmeno degnato di accertarsi se Leah fosse atterrata incolume o meno, i suoi occhi erano fissi sull'avversario. Anche da voltato, però, gli si leggeva benissimo in faccia cos'aveva in mente: vendetta. Piplup non sapeva cosa dirgli per farlo desistere da questo ideale, farlo avrebbe solo alimentato la fiamma che già ardeva feroce in lui. Questa volta però si sarebbe dovuto costringere a far funzionare il cervello e fermarsi per davvero a riflettere con calma: un nemico in grado di assorbire il potere delle sue mosse e rivoltarglielo contro era il peggiore avversario che poteva capitargli.
<< Vi volete già arrendere? >> disse quello con un ghigno. Piplup si riscosse e guardò Leah.
Puoi coprirmi le spalle per qualche secondo?” chiese la ragazza.
Farò il possibile” promise Piplup, e usò Bollaraggio. Ninetales si limitò a sventolare le code da una parte all'altra, scoppiando tutte le bolle. Il Pokémon Pinguino però si avvicinò di soppiatto e attaccò con Beccata. La volpe lo evitò e rispose frustandolo con ciascuna delle proprie code, e con l'ultima lo colpì in pieno petto mozzandogli il fiato. Piplup cadde in ginocchio, ma prima che il nemico potesse dargli il colpo di grazia, una nuova bolla rischiò di colpirlo. Per sua fortuna capì in fretta che non si trattava di una bolla ma di una sfera energetica, e riuscì a schivarla. Ne seguirono immediatamente delle altre, però riuscì a evitarle tutte, crogiolandosi per un attimo nell'idea di essere invincibile e provando pena per i vani sforzi di quell'umana per aver cercato di prenderlo di sorpresa. Cadde così nella trappola di Leah: troppo tardi si accorse che le sfere, superandolo, non avevano prodotto alcun botto, ma che erano rimaste sospese in aria tutto intorno a lui, e sempre troppo tardi cercò di evitarle: fu inutile, e lo colpirono tutte in una volta da più direzioni, senza lasciargli scampo. Una cortina di fumo si alzò ad ogni colpo andato a segno finché Ninetales non fu oscurato completamente. Non si vide più né successe niente che facesse capire cosa gli fosse successo, se era stato ferito o se era riuscito a proteggersi. Piplup si tirò su a fatica, ma quando il fumo si diradò gli venne un colpo: dietro non c'era nessuno. Anche Leah e Chimchar guardarono in quella direzione con occhi spalancati, e per la prima volta da quando era cominciato lo scontro incrociarono gli sguardi, che espressero la stessa domanda : dov'era finito Ninetales? Non ebbero però il tempo di rifletterci: un gigantesco serpente d'acqua irruppe all'improvviso dal lago e catturò Piplup.
<< Piplup! >> urlò Chimchar e si precipitò in suo soccorso, ma un secondo filone si materializzò e lo afferrò, serrando entrambi in una morsa mortale.
<< Noo!!! >> urlò Leah, ma qualcosa di caldo e morbido avvolse il suo corpo e catturò anche lei. Riuscì solo a girare gli occhi e a trovarsi così a incrociare quelli rubino di Ninetales, ad un soffio dal suo viso. Doveva essersi teletrasportato mentre il fumo era alto, e aver teso una contro-trappola a Piplup e Chimchar per incastrare lei.
<< Io mi preoccuperei più per te stessa >> sussurrò, e le grandi code si riempirono di energia, stringendo così forte che la ragazza si ritrovò con nulle possibilità di movimento. Presto non fu in grado di muoversi nemmeno di un millimetro, ma il peggio avvenne quando provò a usare i poteri per liberarsi: invece dell'energia che le scorreva in corpo avvertì solo un tremendo senso di nausea, che la pervase e per cui cominciò a sentirsi male. Non era un malessere comune: sentiva ogni singolo organo come se stessero urlando pietà e l'energia dei suoi poteri bruciare nelle vene. Faceva male, dannatamente male, non ricordava di aver mai provato un dolore simile in vita sua; i duri allenamenti a cui si era sottoposta erano acqua fresca a confronto. Era più di un dolore fisico, era qualcosa di più profondo, e non riusciva a contrastarlo, neanche a far finta che non esistesse, era troppo forte. E aumentava ancora di più ad ogni suo tentativo di muoversi, quindi non ebbe altra scelta se non immobilizzarsi.
<< Senza i tuoi poteri non sai fare molto, vero umana? >>. No, non è così! avrebbe voluto urlare Leah, come avrebbe anche voluto dimostrargli che sarebbe riuscita a combattere senza le sue abilità, ma tutto quello che riuscì a fare fu produrre un mugolio soffocato.
<< Mi hai veramente delusa >> disse Ninetales con la voce carica di disprezzo. << Credevo di aver finalmente trovato un degno avversario, non l' ennesima feccia >>. Leah cercò ancora di muoversi, ma il suo corpo fu attraversato da un'altra ondata di malessere, e la vista le cominciò ad annebbiarsi: se non si liberava alla svelta sarebbe morta nel giro di pochi minuti. Ninetales le liberò il collo, e anche se la giovane riuscì a respirare meglio per pochi secondi, il resto del suo corpo fu stretto ancora di più.
<< Tanta pena per aiutare gli altri... quando non sai proteggere nemmeno te stessa >>. Ora era con il muso proprio sulla guancia della ragazza, e ci passò sopra con il naso.
<< I legami non servono a niente: abbattano le tue difese, diventano il tuo punto debole, la tua condanna... e tu ti sei condannata da sola: hai abbassato la guardia perché ti sei preoccupata per i tuoi amici invece di guardarti le spalle >>. Leah non la stava più neanche a sentire: voleva solo che allontanasse il muso da lei.
<< Hai passato la vita affidandoti al tuo fratellino, pensando che sareste sempre rimasti insieme, ma ti ha abbandonata e ancora non vuoi accettarlo, non vuoi proprio capacitartene. Credevi di aver trovato dei nuovi amici, e invece non hai fatto altro che farli soffrire, perché sei solo una bambina, una stupida bambina che vive nel suo piccolo mondo e non riesce a crescere e accorgersi dei suoi sbagli. Sei una maledizione per chi ti sta intorno, avresti fatto meglio a restare nascosta nelle foreste dove sei cresciuta, come la selvaggia che sei >>. Le lacrime premevano per uscire dagli occhi di Leah, che era al limite. Avrebbe voluto fare tutt'altro, invece: mordere quelle code, prendere a schiaffi il Pokémon a cui appartenevano fino a farlo sanguinare, urlargli a muso duro che, solo perché aveva visto i suoi ricordi, non aveva alcun diritto di parlare come se la conoscesse, di smetterla di parlare di Vaporeon perché non sapeva niente di lui, di loro... ma la sua unica reazione furono le lacrime che le scivolarono giù dalle ciglia. Ninetales le vide e sogghignò, poi aprì la bocca e prese il collo morbido della fanciulla tra le zanne.
<< Una che non vale niente... non merita di avere niente >> e con un morso secco le strappò il ciondolo di Vaporeon e il Veloviola, li buttò per terra e li pestò con la zampa. Leah non riuscì a fare altro che assistere impotente, implorando quasi i suoi poteri di uscire, ma se in condizioni normali sarebbero aumentati a dismisura, facendole perdere il controllo e rendendola un mostro, ora l'unica cosa che sentiva era il niente assoluto. Sentì riaccendersi solo il suo antico odio che aveva provato verso di loro la prima volta, quella notte di tanti anni prima, quella in cui l'avevano trasformata in un'assassina, e li odiò ancora di più perché, anche se avrebbe preferito non pagare un prezzo così alto, in quel momento era l'unico modo per liberarsi, ma non c'era niente da fare. Inveì contro di loro come non aveva mai fatto prima: quei maledetti passavano la vita a rendergliela difficile se non impossibile e poi, proprio nel momento del bisogno, la piantavano in asso?! Anche se era furiosa, la fanciulla non lo era così tanto da non riuscire a riflettere: era strano veramente che i suoi poteri non stessero reagendo, e che lei si sentisse così male anche solo a pensare. Sembrava... era come se quel malore le stesse prosciugando i poteri e le forze, e presto capì di non averne più nemmeno per piangere. Smise di opporsi, e ad occhi socchiusi e attraverso il velo di lacrime, riuscì a malapena a distinguere la mandibola di Ninetales avvicinarsi di nuovo al suo collo. Chiuse gli occhi, ma all'improvviso la volpe mollò di colpo la presa, e Leah cadde nel fango, respirando a pieni polmoni e sentendo l'energia dei suoi poteri scorrerle di nuovo nel corpo come un fiume in piena, come se fossero stati trattenuti da una diga che però era stata distrutta. Riuscì a concentrarsi e a frenare in tempo la corsa, e piano piano sentì il suo corpo riacquistare equilibrio. Quando capì di essersi ripresa completamente, sospirò di sollievo: per fortuna era riuscita a bloccarli; se avessero continuato a fluire in quel modo, molto probabilmente sarebbero andati fuori controllo, e ora che era libera non era più necessario che accadesse. Ma cosa era successo a Ninetales da indurla a...?
<< Come hai osato... >> disse una voce furiosa accanto a lei. Sollevò la testa e si ritrovò a guardare un Chimchar bagnato fradicio, sporco di fango e furioso come non lo aveva mai visto, talmente tanto che il calore del suo corpo fece evaporare l'acqua, circondando la sua immagine con una leggera foschia. Fronteggiava Ninetales, che invece giaceva bocconi tenendosi la pancia. Solo quando, abbassando lo sguardo, vide il buco nel terreno lì dove prima c'era stata la volpe, Leah riuscì a far combaciare i pezzi.
<< Come hai osato fare questo a Leah... tu... maledetto!! >> urlò Chimchar, e si avventò su Ninetales, che fu presa alla sprovvista e non riuscì a difendersi. Chimchar fu terribile, neanche durante la lotta con Drowzee era stato così spietato: colpì la volpe prima sul petto, poi sotto il mento, sulla testa, poi la prese da sotto, se la caricò sulle spalle e la buttò a terra con tutta la forza che aveva, poi la tempestò di pugni e calci, ma quando le sue nocche arrivarono ad essere completamente sporche di sangue, Leah riuscì ad abbracciarlo da dietro e a fermarlo.
<< Basta... Chimchar... >>. Lui sembrò risvegliarsi all'improvviso e si voltò di scatto.
<< Leah! D-Dimmi che stai bene, ti prego, ti prego!! >>
<< Diciamo che sono stata meglio... ma sono stata anche peggio >> cercò di sorridere lei. Lui invece si mise a gemere come un cucciolo, e tremando raccolse gli accessori della ragazza come fossero uccellini feriti.
<< Non doveva farlo... come si è permesso... >>
<< E' tutto a posto Chimchar... basta, è finita... >> cercò di tranquillizzarlo, ma lui si ribellò bruscamente.
<< No che non è tutto a posto!!! Io... Io... sono un idiota, non faccio altro che causarvi problemi! Io... ho avuto paura quando ti ho visto disperdere quei Pokémon, e anche se ho visto che erano fatti d'acqua mi sono fatto assalire dal terrore, e quel terrore mi ha impedito di agire, di rispondere per le rime a Ninetales, di… contrastare l'odio che mi ha riempito il cuore; ho desiderato con tutto me stesso di uccidere quel maledetto, e per questo ho dimenticato la cosa più importante: che agendo di mia iniziativa avrei messo in pericolo voi. Vi ho volutamente ignorato, pensavo solo a vendicarmi, non c'era altro nella mia testa. Ma quando ho visto cosa ti stava facendo, io... non ci ho più visto, sono esploso: in qualche modo mi sono liberato e sono riuscito a fermare Ninetales... ma... non pensavo a salvarti, io volevo solo ammazzarlo con le mie stesse mani. Io... sono un essere orribile... >>. Leah lo cinse con il braccio .Chimchar cercò di liberarsi, singhiozzando.
<< Lasciami, sono un mostro! >> si agitò, tempestandola di piccoli pugni. Alla fine però si arrese e singhiozzò forte.
<< Ti sei fermato quando ti ho chiamato, mentre avresti potuto continuare a colpire Ninetales; tu mi hai salvata, Chimchar, e te ne sono davvero grata >>. Il piccolo scimmiotto evitò gli occhi dell'amica, poi guardò con aria afflitta il Veloviola, il regalo che le aveva fatto lui stesso, ridotto ora ad uno straccio fangoso, e la collana, ricoperta di melma. Guardò poi la ragazza con aria mortificata, come se fosse colpa sua se erano ridotti così. Leah spostò gli occhi da loro a Chimchar, poi gli mostrò il collo senza dire niente. Lui non si fece pregare, e come un cerimoniere rimise la collana e il nastro al loro posto. La ragazza gli sorrise, e Chimchar si sentì sciogliere.
<< M... maledetto! >>. I due ragazzi si voltarono di scatto e videro Ninetales, sporca di fango, pesta, il pelo macchiato di sangue e disordinato, rialzarsi lentamente da terra, e ne ebbero veramente paura. Era totalmente irriconoscibile, e con i denti digrignati e la luce dei suoi occhi più accesa che mai era semplicemente spaventosa.
<< Morite! >> e usò Fuocobomba. Leah guardò Chimchar, che annuì con sicurezza, e allora la ragazza eresse la Barriera e protesse entrambi dalle fiamme, che ritornarono al mittente. Ninetales le assorbì recuperando energia, ma non tenne conto di Chimchar: il Pokémon di Fuoco usò Fossa e sbucò sotto di lei, colpendole forte la mandibola con una testata, poi ruotò su se stesso , unì le dita di entrambe le mani e l' attaccò con un doppio Breccia incrociato. Ninetales urlò, ma lo scimpanzé non si fermò: scattò all'indietro, prese la rincorsa e la colpì in pieno petto con tutte le forze che aveva. La volpe fu scaraventata nel lago, e Chimchar rimase in ginocchio e con le nocche a terra a guardare l'acqua ansimando, ma vedendo che Ninetales non riemergeva, si voltò, alzò un braccio e sorrise.
<< Ce... ce l'abbiamo fatta! >>
<< No >> lo corresse Leah scuotendo la testa. << Ce l'hai fatta, Chimchar,: hai sconfitto Ninetales da solo, ed io sono fiera di te >> e gli accarezzò la testa. Il Pokémon la guardò con gli occhi traboccanti di lacrime di felicità.
<< Ah, cavolo! >> disse, battendosi la fronte con la mano. << Ci siamo scordati di Piplup! >>
<< Non serve, sono qui >> disse il piccolo pinguino trotterellando verso di loro. Chimchar e Leah gli corsero incontro e notarono che aveva la pancia piuttosto gonfia.
<< Che ti è successo? >>. Lui sospirò e a fatica disse:
<< In tutto questa storia di Pokémon che assorbono le energie altrui ho pensato che il modo migliore per liberarsi fosse quello di bere l'acqua che mi imprigionava. Per fortuna si è dissolta prima che potessi scoppiare >>. Chimchar batté le palpebre e guardò Leah, lei spalancò i propri e guardò Piplup, che inarcò un sopracciglio ... e scoppiarono a ridere di cuore, abbracciandosi e sciogliendo tutta la tensione con le loro lacrime. Chimchar in particolare li abbracciò fortissimo, cercando di metterci tutte le scuse che non avrebbe saputo esprimere a parole, ma che i suoi compagni capirono, e ricambiarono. Sciolto l'abbraccio, ridiventarono seri e guardarono verso il lago: in superficie erano apparse delle bolle d'acqua.
Si guardarono l'un l'altro, e non ci fu bisogno di parole: come una persona sola, tutti, persino Chimchar, si buttarono in acqua. Nuotarono fino al fondo del lago guardandosi intorno freneticamente, ma era veramente buio, e non si vedeva niente. Leah liberò la propria energia illuminando il fondale a giorno, e solo finalmente riuscirono a trovare Ninetales: era accasciata sul fondo, e non dava alcun segno di vita. Nuotarono velocemente verso di lei, e fischi alle orecchie permettendo l' afferrarono per le zampe e con tutte le forze che avevano cercarono di tornare verso la superficie, ma la Pokémon era troppo pesante, e li trascinava verso il fondo. Chimchar stupì tutti usando Lanciafiamme verso il fondale , e malgrado la fortissima pressione dell'acqua la sua fiammata fu così potente che li rigettò a rotta di collo in superficie. Non si schiantarono sul terreno però, perché Piplup usò Bollaraggio e generò un enorme cuscino di bolle che gli permise di atterrare con un morbido
boing, rimbalzando sulla terraferma senza alcun graffio.
<< Forte! Lo rifacciamo? >> disse Chimchar ridendo.
<< Più tardi semmai: ora dobbiamo pensare a lei >> disse Leah indicando Ninetales.
<< L... lei? >>
<< Si è rivelata mentre mi minacciava >> spiegò semplicemente la ragazza. Chimchar spalancò gli occhi e spalancò la bocca.
<< Ci siamo fatti umiliare e quasi uccidere da una femmina ... >> borbottò tenendosi la testa tra le mani.
<< Qualcosa contro il genere? >>
<< No >> disse in fretta lo scimmiotto. << Però... di solito i cattivoni sono maschi >>.
<< Non c'è avversario peggiore di una femmina infuriata >> disse Leah, facendogli l' occhiolino. Il Pokémon arrossì.
<< Però... io non credo che lei sia cattiva >> disse la giovane.
<< Come puoi dirlo dopo quello che ci ha fatto? Quella ci voleva ammazzare! >> esclamò Piplup.
<< Non lo so... è come un presentimento... >>. Guardò la Pokémon con commiserazione, poi le mise una zampa sul collo, ma non sentì niente. Il panico le attanagliò il petto.
<< Aiutatemi a stenderla, per favore >>. I due ragazzi presero Ninetales per le spalle, mentre Leah la sorresse alla base delle code, stando attenta a non toccarle, e la sistemarono in modo che fosse completamente sdraiata, poi posò l'orecchio sul suo petto e tirò un sospiro di sollievo: il cuore batteva ancora, per fortuna. Frugò nella borsa e tirò fuori un cucchiaio di lucente acciaio: di solito lo usava come scacciapensieri, ma era grosso abbastanza per aiutarla anche in quello che aveva in mente. Accostò la parte lucida alle labbra della volpe, e quando lo ritirò scoprì con gioia un leggero appannamento della superficie.
<< Credo che faccia fatica a respirare: dovremo farle uscire l'acqua dai polmoni >> sentenziò mettendo via l'oggetto.
<< E cosa dovremmo fare? >> chiese Piplup.
<< Prima penso sia meglio toglierle quella toga >>. I due amici annuirono e Chimchar cominciò ad armeggiare con la spilla a forma di sole, riuscendo, solo dopo vari tentativi, a sganciarla, e a scoprire il corpo della Pokémon.
<< Molto bene. Ora... tenetela ferma >>. Loro eseguirono l'ordine, e Leah posò le zampe sul petto di Ninetales, premendole forte contro lo sterno. All'undicesima spinta, la volpe sputò acqua e tossì, ma non riprese i sensi.
<< Forse è meglio scaldarla un pò >> disse Leah a Chimchar. Il piccolo scimmiotto, seppur un poco restio, eseguì l'ordine. Sulle prime sembrò non accadesse niente, ma proprio quando Chimchar già si apprestava a smetterla, Ninetales aprì gli occhi, scattò in piedi e lo colpì violentemente con le code.
<< Chimchar! >> urlò Piplup, ma Ninetales lo agguantò e lo scagliò via. Quando si voltò a fronteggiare Leah, però, la ragazza non si fece sorprendere e la schiacciò sotto la sua presa psichica. La Guardiana cercò di reagire, ma stavolta fu lei quella che non riuscì a combinare niente, e sembrò anche piuttosto in difficoltà. La giovane si accorse che era ancora troppo debole per fare qualsiasi cosa e la lasciò andare, ma quando si avvicinò per cercare di aiutarla, Ninetales la colpì in pieno volto con un sonoro ceffone, spaccandole il labbro.
<< Perché? >> ansimò furiosa e agitando le code. La giovane si limitò a detergersi il sangue dal labbro.
<< Perché non mi avete lasciata laggiù a morire?! >> urlò ancora Ninetales.
<< Dimmi perché avremmo dovuto farlo >> rispose fredda la fanciulla. La volpe le diede un altro ceffone che le lasciò il segno.
<< Perché mi avete sconfitta! Avreste dovuto lasciarmi morire, io... >> ma sembrò perdere d'improvviso la sua sicurezza e vacillò un istante prima di ricominciare:
<< ...io ho fallito il mio compito. Per generazioni il mio clan ha protetto questo luogo, ognuno di noi, dai nostri rispettosi antenati a oggi è rimasto fedele al suo compito e non ha mai fallito. Ma io... io l'ho fatto, io ho disonorato la memoria dei miei predecessori... ho gettato vergogna sulla mia famiglia, non merito più di vivere! >>. Si strappò di dosso il diadema e lo lanciò via, poi si avvolse nelle code che cominciarono a brillare, ma non riuscì a fare oltre, perché di nuovo fu avvolta dall'energia violetta di Leah, bloccata e costretta a stare schiacciata contro il terreno. Ciò però non le impedì di tremare di rabbia, ma di inveire contro la fanciulla sì, visto che le sue labbra parevano come sigillate.
<< Leah! >>. Piplup e Chimchar arrivarono veloci, per fortuna entrambi senza danni.
<< Ragazzi, state bene? >> disse voltandosi.
<< Tutto a posto >> disse Chimchar, poi entrambi guardarono Ninetales a terra e impotente. Piplup tenne fermo il compagno per la spalla, ma non ci fu bisogno di ammonirlo: gli era passata la furia, ora non aveva più voglia di accanirsi contro di lei. Sembrava aver perso la sua baldanza, e senza le sue vesti sembrava uno spaurito Pokémon qualsiasi; Chimchar però ora provava solo pena per lei, non più odio. Visto che si erano tutti riuniti e stavano bene, Leah decise che era giunto il momento: liberò Ninetales, che spalancò la bocca respirando affannosamente. Solo quando si fu calmata Leah cominciò a parlare:
<< Hai perso la sfida, Ninetales >> disse con voce grave. Lei la incenerì con lo sguardo, ma la fanciulla rimase impassibile.
<< Avevamo un accordo, e se il tuo onore è davvero così importante da toglierti la vita pur di non infangarlo, allora ti chiedo di rispettare la parola data >>. La splendida volpe ringhiò furiosa: lei, Ninetales, ultima discendente della stirpe dei Guardiani, dopo secoli di vittorie era stata sconfitta da un trio di mocciosi, di cui uno, per di più, era un essere umano innaturalmente potente. Finora nessuno era mai riuscito a batterla, a sopraffarla, o anche solo a ferirla, ma lei, loro, in pochi minuti erano riusciti a ferirla, pestarla, gettarla in acqua e umiliarla imponendole il proprio volere e impedendole di togliersi la vita. Era più che umiliante, era... inammissibile, non sarebbe bastato un altro millennio a sopperire un'umiliazione così grande, non poteva più continuare a vivere con quella vergogna. Ma quell'umana non sembrava intenzionata a permetterle di suicidarsi, e benché non desiderasse altro con tutto il cuore, quando mai aveva desiderato così ardentemente qualcosa, Ninetales sapeva di dover mantenere il patto stipulato, e permettere a quegli estranei l'accesso all'archivio segreto.
<< Molto bene, allora >> disse tirandosi su. Leah cercò di aiutarla, ma lei la spinse via con uno schiaffo.
Manterrò il patto, niente di più: non mi abbasserò a prendere ordini da una feccia umana” disse nella mente della ragazza.
Non volevo darti degli ordini, infatti “ rispose gentilmente lei. Ninetales la trapassò da parte a parte con lo sguardo: forse avrebbe potuto ucciderli prima che potessero andarsene, e con Leah farlo molto lentamente. Fece una smorfia, poi indurì i lineamenti del muso e cercò di darsi un contegno: potevano pure averla umiliata, ma non gli avrebbe permesso di piegarla; anche se quelli sarebbero stati i suoi ultimi istanti di vita, li avrebbe passati come aveva sempre fatto. Diede le spalle ai tre e si avvicinò al lago, poi chiuse gli occhi e sulla sua fronte si materializzò il diadema, che prese a brillare di una soffusa luce rossa.
L'acqua prese a vorticare sempre più velocemente finché Ninetales aprì di scatto gli occhi, e il lago si divise in due enormi muri . Ai loro piedi, una scalinata viscida di alghe che scendeva verso il fondo: laggiù, una misera costruzione in pietra con una cupola ricoperta anch'essa di alghe e fango, e con un portale di pietra proprio ad altezza di Ninetales. Non era maestoso come se l'erano immaginato ma non ebbero alcun dubbio. Leah sorrise: dopo tante fatiche avevano finalmente trovato il tanto agognato ingresso della Biblioteca. Lasciò che Ninetales la precedesse e fece cenno ai compagni di mettersi dietro di lei, poi scesero lungo la scalinata, stando attenti a non scivolare. La ragazza non perse di vista un attimo la volpe dorata : quando avevano parlato telepaticamente, anche se era stato brevissimo, aveva visto qualcosa, qualcosa che Ninetales doveva avere inavvertitamente mostrato, ma che sicuramente aveva cercato di nascondere per molto tempo, persino a sé stessa. Leah era certa che nascondesse un gran segreto, e che lei, in realtà, non fosse quella che credevano, e che dentro di lei esistesse un'altra Ninetales, una che non aveva niente a che fare con la Pokémon dal cuore di ghiaccio e spietata che li aveva quasi uccisi.
E la ragazza era decisa, ora che sapeva di lei, a non lasciare quel posto finché non l'avesse trovata e aiutata a uscire allo scoperto.

   
 
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