Fanfic su attori > Ben Barnes
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Autore: SusanTheGentle    23/06/2015    10 recensioni
Lui fece una mezza risata, ma senza allegria.
«Buffo pensare a me come a una persona normale»
«Ma tu sei una persona normale, Ben»

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Nell'inverno 2013, Claire Riccardi si trasferisce negli Stati Uniti d'America, più precisamente nello Utah, nella città di Ogden, decisa a dare una svolta alla sua vita. E proprio quello stesso inverno, in quella stessa città, Ben Barnes si sta preparando a girare il suo prossimo film. Il destino, o semplicemente il caso, fa sì che i due si conoscano. Ed è in questo scenario che i loro mondi si scontrano. Entrambi con una dolorosa storia sentimentale alle spalle, si trovano, si comprendono. Le loro vite così diverse si intrecciano e, inevitabilmente, l'amicizia lascia spazio a un sentimento più profondo.
Ma possono due persone tanto dissimili vivere una relazione in totale libertà? Possono, se le cicatrici bruciano ancora e hanno tanta paura di amare di nuovo?
La storia può sembrare sempre la stessa: la cameriera e l'attore. Forse, all'inizio può sembrare così, ma questa è una storia di sentimenti, di vita e d'amore. Soprattutto d'amore.
E' la storia di Ben e Claire.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ''A Place For Us''
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Dedicato alla mia prof, perché senza di lei non avrei proprio saputo come fare!
Grazie infinite!!!

 


20. Noi
 
 
Questo momento lo ricorderò per sempre, anche quando dovremo dirci arrivederci.
E’ la più grande certezza che ho…
 
 
 
 
C’era stato un periodo della sua vita in cui Claire era stata veramente felice. Era il periodo in cui suo padre era ancora vivo, il periodo in cui non aveva ancora conosciuto Alex e aveva ancora delle amiche sincere.
Ora, dopo tanto tempo, si sentiva esattamente così: felice, grata di essere viva. Erano bastate poche parole a far sì che l’ultimo mattoncino del muro dietro il quale si era nascosta crollasse, e diventasse polvere.
Sapeva che gli uomini non gradiscono particolarmente essere assillati da mille domande sul ‘mi ami o non mi ami’, ‘perché non me lo dici mai’ o ‘posso fidarmi di te’. In un primo momento, non avrebbe voluto chiedere a Ben cosa pensasse effettivamente di lei; tuttavia ne aveva sentito il bisogno. Non perché fosse insicura di lui, ma perché era insicura di sé stessa. Come sempre.
Dopo tante incertezze nella vita, desiderava avere almeno una singola certezza.
Aveva bisogno di sapere di essere veramente importante per qualcuno. Sapere che, una volta tesa la mano, quel qualcuno non l’avrebbe lasciata a metà strada.
Per anni, era stata fin troppo abituata ad alzare la guardia se solo un ragazzo le si avvicinava, con la paura che la prendesse e la buttasse come aveva fatto Alex.
Con Ben, però, era stato diverso fin da subito. Da lui si era lasciata avvicinare, permettendogli di avvicinarsi a sua volta, piano piano, anche se più volte aveva avuto la tentazione di allontanarlo e tornare a nascondersi dietro la sua barriera invisibile. Eppure, qualcosa l’aveva spinta a fidarsi. E non centrava nulla il fatto che lui fosse Ben Barnes: se fosse stato un altro tipo di persona, non avrebbe neppure accettato di uscire con lui. Si era fidata perché Ben con lei non giocava. Ben la capiva, sapeva cosa si prova ad essere feriti dalla persona che ami: ti annienta, ti rende incerto verso il prossimo, ti fa credere di non essere stata abbastanza per quella persona, e per nessun’altro in futuro.
Ma, più di questo, Ben aveva dimostrato di accettarla per quello che era: non solo con i pregi, ma anche e soprattutto con tutti i difetti.
La fiducia era più importante di un ‘sei bellissima’. Non che disdegnasse un complimento simile, ma per lei non era mai stato indispensabile sentirselo dire. Sapeva di non essere bellissima e si accettava per quel che era. C’era voluto molto tempo anche per questo.
Lei si fidava di Ben, e Ben si era fidato di lei. Quasi non si conoscevano, eppure si erano raccontati le loro vite. Claire sapeva quanto lui fosse riservato e quanto gli fosse difficile rivangare il passato. Faceva lo stesso effetto anche a lei: detestava parlare del suo ex. Però, il fatto che Ben avesse deciso di raccontarle una cosa così importante, l’aveva colpita in positivo, portandola a nutrire una maggiore fiducia. Cieca fiducia.
In conclusione, se avesse voluto assillarlo con alcunché, non sarebbero state altre rassicurazioni sul loro rapporto, ma una valanga di grazie: grazie per averla liberata dalla solitudine, per averle ridato fiducia nell’amore, per farla sentire così felice, forte e importante.
Basta incertezze, basta ripensamenti, basta pensare al passato, e nemmeno al futuro.
Il futuro era adesso.
Con un sorriso disteso, Claire terminò di legare un nastro rosso ad un sacchettino di carta trasparente, il quale conteneva dei biscotti a forma di stella. Lo posò sul banco accanto ad altri due, del tutto identici al primo. Aveva programmato di prepararne molti di più, ma aveva preferito fermarsi, tanto non ne avrebbe venduto neppure uno, quel giorno.
Fu una giornata lunga e vuota, e Claire la passò per la maggior parte da sola. Joseph era rimasto fino alle dieci del mattino, orario di apertura alle visite ospedaliere (la zia migliorava di ora in ora). Lory aveva dato il cambio al marito dopo aver rassettato casa, fatto la spesa, cucinato e surgelato la cena, e portato Maddy dalla vicina. Vista la poca affluenza di clienti – e dato che Ben non sarebbe venuto – le due cugine decisero di chiudere mezz’ora prima del solito per fare un salto dalla zia di Jo.
Claire scrisse un sms a Ben, augurandogli buona intervista e buona serata. Una volta tornati tutti casa, trovò la risposta di lui: un grazie e una promessa di non mancare l’indomani.
 
 
 
***
 
 
 
«Ciao Ben, sono Ruth Thomson. Posso darti del tu, vero?» disse la giornalista stringendogli la mano.
«Sicuro» sorrise Ben, prendendo posto davanti a lei a un tavolo del bar dell’hotel.
«Direi che, per cominciare, possiamo ordinare qualcosa da bere» disse ancora la giornalista. «Hai già cenato?»
«No, non ancora»
«Allora, due aperitivi fanno al caso nostro»
Ruth chiamò il cameriere, poi posò il cellulare sul tavolino: avrebbe registrato tutto lì sopra. Quando arrivò da bere, lei iniziò a fargli domande: gli chiese cosa lo aveva spinto ad accettare di girare questo film, cosa l’aveva colpito nella trama, se si trovava bene sul set, e cosa si aspettava dalla pellicola.
«Sono molto fiero di questo film» disse Ben con un gran sorriso. «Non vedo davvero l’ora che i fans lo vedano. E’ una storia di vita vera e questo mi piace molto. Inoltre, io amo la musica, e il fatto di poter raccontare una storia attraverso di essa è emozionante»
«Hai già lavorato con Katherine Heigl in The Big Wedding. Posso chiederti com’è stato rincontrarsi e interpretare la parte degli innamorati?»
«Katie è una grande attrice e una buona amica. Tornare a lavorare con lei è stato bello. E’ tutto molto naturale tra noi»
L'intervista continuò su questo tono per un pò. Ma la giornalista aveva tenuto le domande più scottanti per il finale (almeno secondo lei). «Ancora un paio di cose, poi ti devo lasciare». La donna lo fissò come un cacciatore che ha appena scovato la sua preda. «Abbiamo detto che in questo film interpreti Ryan Brenner, un musicista squattrinato che gira per le città dello Utah. A Ogden, trova questa bellissima donna, Jackie, della quale si innamora. Mi chiedevo: non è che per caso anche tu hai trovato la tua Jackie tra queste montagne?»
Ben si mosse sulla sedia.
Ci siamo…
«Ehm...no» mentì, sfoderando un sorriso ad arte. «Non c’è nessuna Jackie»
Distolse lo sguardo dalla giornalista, fissandolo sui bicchieri vuoti.
Pensò a Claire.
La giornalista lo guardò attentamente. «Quindi sei sempre single? Dunque erano solo voci quelle che ti vedevano fidanzato con la modella Rachel Stevanovich? Erano uscite delle notizie su di voi, delle foto...»
Ben si schiarì la gola. «Rachel è un splendida ragazza, ma abbiamo solo posato per la stessa rivista. Mi sto concentrando molto sul mio lavoro, non ho tempo per altro in questo momento»
La giornalista annuì lentamente. La riservatezza di Ben Barnes le era nota e non insisté oltre.
«Va bene… Un’ultimissima domanda: siamo praticamente alle soglie del nuovo anno: cosa ci riserverai per il prossimo, oltre a questo film?»
Ben si rilassò. «Non posso dire molto, ma ho dei nuovi progetti con James Mottern e il canale History Channel. Più di così non rivelerò, o il mio agente potrebbe strozzarmi»
La giornalista rise. «Sì, lo conosco il tuo agente. D’accordo, direi che è veramente tutto. Ti ringrazio molto, Ben»
Lei si alzò e lui la imitò subito. «Di niente»
Ruth gli porse la mano. «In bocca al lupo per i tuoi progetti»
«Grazie mille»
Quando lei se ne andò, Ben emise un mezzo sbuffo, pagando il suo drink prima di dirigersi a cena.
Chissà perché dovevano sempre fargli domande sulla sua vita privata... Ok, era parte del gioco: alla gente piacciono i gossip e i gossip portano ulteriore notorietà. Però era una scocciatura a volte. Lui voleva parlare di suoi film, non di chi aveva frequentato e per quanto!
Rachel…
Cosa cavolo era venuto in mente a quella giornalista di nominarla? E perché?
Pensare a lei gli faceva calare addosso una sensazione di rabbia, nervosismo, che lo rendeva cupo e silenzioso.
Rachel Stevanovich, modella di origine slovena, capelli biondi, occhi verdi e un fisico da paura, era in realtà una stronza di prima categoria. Poteva anche essere bellissima fuori, ma dentro la confezione c’era il vuoto più totale. Era la donna – anzi no, la persona – più egoista, superba e falsa che avesse mai conosciuto nei suoi trentadue anni. Dopo che si erano lasciati, occasionalmente, aveva letto qualcosa su di lei: a quanto pare, in quei due anni, era stata con almeno altri quattro ragazzi, uno dei quali era anche diventato suo marito. Peccato che lei avesse chiesto il divorzio dopo soli sei mesi.
Il suo migliore amico, Rob, la chiamava ‘la sciupa maschi’. Come nomignolo calzava...
Una volta in camera, Ben telefonò a Claire come aveva programmato di fare (il suo cellulare faceva ancora i capricci). Lei gli chiese com’era andata l’intervista e lui sorvolò volontariamente sulla la parte in cui aveva parlato di Rachel.
Non era mentire, si disse: era solo evitare inutili malumori.
Le ragazze non amano sentir parlare i loro ragazzi delle proprie ex…
Lui e Claire si erano confidati le reciproche delusioni, ma ciò non voleva dire che dovessero continuamente a rivangarle. Tutto il contrario: non dovevano parlarne affatto, né pensarci.
Purtroppo, Rachel sarebbe sempre rimasta in un angolo dei suoi ricordi, nonostante gli sarebbe piaciuto passare un panno nella sua mente e cancellarla per sempre, come gesso su una lavagna. Ma non poteva. Tuttavia, era un ricordo lontano: la sua storia con Rachel era morta e sepolta, come quella di Claire con Alex.
Se voleva iniziare a viverne una nuova, era giunto il momento di mettere da parte tutto ciò che gli aveva impedito di avvicinarsi alla ragazza più dolce della terra.
Lui voleva una donna che stesse al suo fianco, non ai suoi piedi. Una donna con cui condividere tutto, non solo una foto su un giornale scandalistico.
 
 
 
 
***
 
 
 
 
Il giorno seguente, le riprese vennero sospese.
La bufera si era infine abbattuta su Ogden in tutta la sua forza, sradicando alberi e pali della luce. La neve poteva essere bella ma creava un mucchio di disagi, in particolare in uno stato come lo Utah, dove si raggiungevano anche i 9 metri di neve all’anno.
La metropolitana rimase l’unico mezzo pubblico a disposizione dei cittadini. I più temerari si avventurarono fuori casa in auto, alcuni persino a piedi, camminando curvi contro il vento e le raffiche gelate. Molti negozi rimasero chiusi, All the Perks compreso.
Il giorno dopo ancora, la storia si ripeté. Solo verso sera neve e vento diedero un attimo di tregua alla città.
E il destino volle che, proprio quella sera, Katherine Heigl rovesciasse il suo thè alla menta sopra il telefono di Ben. Lui non imprecò ad alta voce solo perché lei si scusò immediatamente, aiutandolo – per quanto possibile – a riparare il danno.
«Ecco, l’ho asciugato. Funziona ancora…più o meno. Credo tu possa recuperare tutti i numeri e le mail»
Ben la fulminò con uno sguardo assassino.
Katie gli restituì il cellulare. «Oh, dai, non l’ho mica fatto apposta! Almeno setterai di lamentarti di quanto fosse lento»
«Non posso stare senza telefono»
«Vai a comprarne un altro. O chiedi a Tyler di mandare qualcuno»
«No, ci vado io»
«Adesso?»
«Per forza. Ne approfitto finché non nevica. A quest’ora dovrei trovare ancora qualche negozio aperto»
Ben scese di corsa alla reception, chiedendo dove poter trovare il più vicino rivenditore di elettronica. Non era lontano ma, quando vi entrò, capì dallo sguardo dei due negozianti di essere arrivato proprio nel momento in cui stavano per chiudere. Nonostante ciò, furono molto gentili e gli mostrarono diversi modelli.
Ben scelse un Apple, con cover nera, uno degli ultimi usciti sul mercato.
Possibilmente impermeabile…
«Vi ringrazio molto. Scusate ancora per avervi fatto tardare»
Uscì dal negozio, alzando il colletto del giaccone, strizzando un poco gli occhi, il viso sferzato dal vento. Indugiò un secondo sul ciglio della strada.
E se fosse passato da Claire? Era un po’ tardi, ma aveva voglia di vederla. Solo per farle un saluto veloce.
Tutte le volte che non poteva stare insieme a lei, lo prendeva una strana impazienza che non aveva mai sperimentato in precedenza. Quando la lasciava, la rivoleva accanto non subito, ma addirittura prima del secondo prima di dirle ‘ci vediamo domani’.
Se ci rifletteva bene, gli sembrava quasi assurdo, eppure vero.
Arrivò davanti a casa di lei, suonò il campanello e Claire venne ad aprirgli.
Non era sola: con lei c’era Maddy…e Rett, acciambellato bellamente nel suo cestino accanto al termosifone.
«Lui è quello che sta meglio di tutti» commentò Ben, accomodandosi in soggiorno.
«Puoi giurarci»
«Lory e Joseph non ci sono?»
«Dovrebbero tornare a breve: sono in ospedale. Domani dimettono la zia di Jo»
Ben si mostrò sinceramente felice alla notizia. «E’ fantastico!»
Claire gli sorrise. «Sì, è vero! Sei gentile a preoccuparti. Grazie»
Lui diede un’ occhiata all’ora «Ti ho disturbata? Stavi preparando la cena?»
«Scherzi? Non disturbi affatto»
«Meglio così. Tra poco, comunque, vado» Ben allungò una mano per scostare la solita ciocca di capelli che le finiva sempre davanti al volto. «Non sta mai a posto»
Claire se la sistemò meglio.
Se fossimo soli…pensò.
«A cosa pensi?» chiese lui poco dopo.
Mi legge nel pensiero? Cos’è, un guru…
«A niente» mentì lei.
Ben si appoggiò con il braccio allo schienale, continuando a giocare con i suoi capelli. «Non è possibile non pensare a niente»
«Sì, invece»
«No»
«Io quando sono con te non penso a niente»
Lui le fermò la mano sulla nuca. «Nemmeno a me?»
«Certo. A te e basta»
«Visto? A qualcosa pensi»
«Mi fai il filosofo, adesso?»
Lui ridacchiò, posando le labbra sulle sue. In un secondo gliele catturò, iniziando un bacio che sapeva di lei.
«Ho una voglia matta di fare l’amore con te»
Claire sorrise piano, mordendosi le labbra.
Lui la guardò a lungo, pensando che era meglio fermarsi adesso prima di dimenticarsi che c’era anche Maddy in salotto insieme a loro; prima che la tentazione di ridistenderla su quel divano e finire ciò che avevano cominciato la volta scorsa diventasse troppo forte.
«Si è fatto tardi. Devo andare»
«Lo so» rispose lei, insoddisfatta, stringendogli piano il maglione.
Un bacio ancora non poteva far male.
Suvvia, Ben…uno piccolo piccolo…giusto per salutarla.
Sì…altro che bacio per salutarla! Lui le circondò la schiena e la strinse tanto forte da portarsela quasi in braccio. Claire non replicò minimamente, rabbrividendo al tocco intenso della mano di lui che l’accarezzò sul seno.
«Ben…» non che io non lo voglia, però…«c’è Maddy…»
Lui sospirò di frustrazione. «Lo so. Un secondo»
Aprire gli occhi, guardarsi, perdersi e… perdere dieci anni di vita allo scatto della serratura.
«E’ la mamma!» gridò Maddy, balzando su dal tappeto.
Ben e Claire sussultarono per lo spavento.
«Ciao, amore della mamma!» esclamò Lory, prendendo in braccio la bambina. «Ciao, Ben! Che sorpresa!»
«Ciao…» salutò lui, alzandosi in piedi.
«Ah, c’è Ben?» fece Joseph, chiudendo l’uscio. «Come stai, tutto bene?»
«Bene, sì. Sono passato a fare un saluto. Claire mi ha detto che tua zia tornerà presto a casa»
«Sì, è vero. La portiamo a casa domani. Grazie per l’interessamento. Vuoi cenare con noi?»
«Stavo andando via, in realtà»
«Oh, peccato» fece Lory, quadrando i due ragazzi. Avevano un’aria strana. «Bè, sarà per un’altra volta»
«Certo. Grazie per l’invito»
Ben recuperò in fretta il cappotto e salutò gli amici.
Sulla soglia, sorrise a Claire. «Lory ti controlla»
Lei alzò le spalle. «Sì, lo so. Ma credo che lo faccia per assicurarsi che non le roviniamo il divano»
«Cosa?»
Claire scosse la testa. «Niente, lascia stare. Te lo spiego un’altra volta. Ora vai, sta ricominciando a nevicare forte»
Ben guardò il cielo, il cui chiarore era molto intenso anche la sera.
«Domani siete aperti?» chiese poi.
«Credo di sì. Vieni?»
«Sì, ho ancora mezza giornata libera». Lui si chinò a baciarle la guancia. «A domani»
«A domani, buona serata»
Ben corse in macchina.
Claire chiuse la porta e rientrò in casa. Si fermò solo un attimo a fissare il vuoto, a pensare a lui, ai suoi baci, a…
«Oh, ma uffaaa!!!»
«Perché urli?»
«Eh? Ah, Lory… niente» Claire si guardò attorno, facendo un vago gesto con la mano «Ho picchiato il piede contro il mobile»
La cugina si mise le mani sui fianchi. «Ah sì? E perché hai tutti i capelli in disordine?»
«Eh…perché….non lo so»
Lory abbassò la voce. « Senti, ti ho già detto che se tu e Ben state insieme a me fa solo piacere, ma ti ho detto anche che non voglio vedervi fare le sconcerie sul mio divano. Perché non le stavate facendo, vero?»
Claire si ritrasse. «N-no»
«Non con la mia innocente bambina in casa, verooo???»
«No! E poi senti chi parla: non sei tu quella che si deve mettere i tappi nelle orecchie di notte!»
Lory annaspò. «Bè, ma…va bene, però il divano no!»
Claire incrociò le braccia. «Il divano è anche mio, dopotutto»
Joseph sbucò con la testa dal soggiorno. «Cosa state combinando lì all’ingresso?»
«La tua cuginetta acquisita è una depravata!» fece Lory
«Perché, cos’ha fatto?»
Claire alzò le mai in segno di resa. «Non ho fatto niente (ancora), giuro!»
«Ha fatto le sconcerie con Ben sul nostro divano!»
Joseph si voltò di scatto verso la ragazza.
Claire arrossì.
«Brava!» esclamò inaspettatamente Joseph.«Sapevo che avresti colpito nel segno!» esclamò poi lui.
«Joseph!»
«Ma dai, Lory, smettila di trattare Claire come una bambina. È grande e saprà da sola cosa fare, no?»
«Sì, ma...»
«E poi, Ben è un bell’uomo»
«Joseph, cosa dici?!»
«Mi sto congratulando»
Claire si coprì la bocca con una mano per soffocare le risate.
Jo, sei un grande…
Lory continuò a blaterare per un po' riguardo qualcosa sui divani e di come certi mascalzoni irretiscono le povere fanciulle.
«Non penso affatto che Ben lo sia, però io mi preoccupo ugualmente»
Dopo cena, mentre la cugina lavava i piatti e Joseph faceva il bagnetto alla bambina, Claire tornò in soggiorno per riordinare i giocattoli sul tappeto…notando qualcosa che non avrebbe dovuto esserci. Si alzò, raggiungendo il lato destro del divano, quello più vicino alla parete. Si chinò per prendere il sacchetto che qualcuno aveva posato a terra, dentro il quale c’era…
Non è possibile che l’abbia dimenticato qui.
«Lory?»
«Sì? Claire, che ci fai con il cappotto in mano?»
«Devo uscire. Ben ha lasciato qui il suo telefono nuovo»
Lory fece un’espressione incredula. «Come diavolo ha fatto a dimenticarlo?»
«Non lo so, ma glielo devo riportare»
«Tesoro, è tardi e ha ricominciato a nevicare. Non credo sia il caso»
«Non ci metterò molto»
«Aspetta, chiedo a Joseph di accompagnarti»
Lory fece per chiamarlo, ma Claire la fermò.
«Non fa niente. Non fargli muovere la macchina, prendo la metro. Vado e torno, promesso»
 
 
 
***
 
 
Ben era già sdraiato sul letto, il portatile sulle gambe allungate, quando sentì bussare alla porta. Guardò l’ora: quasi le dieci. Si alzò e raggiunse in fetta il salottino della mini suite. Probabilmente era Tyler: forse si era scordato di dirgli qualcosa.
Accese la luce, aprì la porta, ma non si trovò davanti il suo manager.
Non era Tyler, era lei.
«Claire, che fai qui?»
Senza dire nulla, lei alzò la mano nella quale teneva il sacchetto, lasciandolo dondolare avanti e indietro per qualche secondo.
Ben rimase senza parole per un attimo, poi si passò una mano tra i capelli e rise piano.
«Non ci credo…»
«Come hai fatto a scordarlo a casa mia?»
«Sono un cretino?»
«O eri distratto»
«Indovina di chi è la colpa?»
Lei spalancò gli occhi. «Mia?»
«Mi distrai in continuazione» Ben fece un passo indietro per farla passare. «Vieni dentro»
Claire mise piede nella suite e, quando sentì scattare la serratura, divenne improvvisamente nervosa.
Non era una brutta sensazione.
Gli mise il sacchetto tra le mani e Ben lo appoggiò sul tavolino.
«Grazie»
«Figurati». Claire lo fissò «Stavi per andare a dormire?» gli chiese indugiando sulla maglia a maniche lunghe e i boxer neri.
Non diventare scema, non è il caso. Ora lo saluti e te ne torni a casina…
«Non ancora. Stavo rispondendo a delle mail, in realtà»
«Non mi trattengo, così puoi continuare»
«Posso continuare domani»
Ben allungò una mano verso i suoi capelli: al tatto risultarono leggermente umidi, colpa dei fiocchi di neve che vi si erano posati e ora si stavano sciogliendo.
Le prese la mano. «Sei gelata. Come ci sei arrivata fin qui?»
«Con la metropolitana. Nevica da pazzi, e…»
«Sei stupida o che?» sbottò lui.
Lei lo fissò senza capire. «Perché?»
«Perché è pericoloso per una ragazza prendere la metro di sera»
Claire trattene un sorriso. «Non ti fidi di me?»
Lui assunse un’espressione leggermente cupa. «Non mi fido della gente che c’è in giro a quest’ora di notte»
«Giro con un coltello nella borsa, non te l’avevo detto?»
Ben scosse il capo, serio. «Non voglio che prendi la metropolitana, non da sola, non di sera, e non con questo tempo. E’ chiaro?»
«Sapevo che l’avresti detto»
«Claire, sto parlando su serio!»
«E allora come torno a casa?»
«Non ci torni»
Lei ammutolì.
Ben le sfiorò il viso con la mano, le labbra, facendo pressione con il pollice su quello inferiore.
Il cuore di lei perse un battito.
Nella penombra della stanza, gli sguardi si incontrarono e penetrarono l’uno nell’altro.
Non poteva esserci nulla di più giusto.
Io e te…
Ben le sfiorò una guancia con dita gentili.
Noi…
Claire alzò il viso.
Lui le lasciò la mano, ma solo per catturarle il viso tra le mani e iniziare a baciarla.
Lei gli allacciò subito le braccia attorno al collo. Gli permise di assaporasse la sua bocca fin nel profondo, con lentezza. Inconsciamente, si spinse contro il suo corpo.
Ben le posò una mano sulla schiena, premendo sulle reni, per farla aderire maggiormente a sé.
Il contatto fece esplodere il desiderio in un istante.
Sospirarono insieme un attimo prima di separarsi.
«Non ti lascio scappare ora che ti ho qui»
Claire sorrise. «Non ho nessuna intenzione di farlo»
Ben le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Vuoi…?»
Restare?
«Sì» sussurrò lei con dolcezza, mentre strofinava di nuovo le labbra contro quelle di lui, per chiedere un altro bacio.
Ben accettò l’implicito invito a continuare su quella strada. Una strada che li avrebbe portati molto oltre.
Le aprì il cappotto, facendoglielo scivolare dalle spalle, e quello cadde a terra dimenticato come tutto il resto. Indietreggiò verso l’interno della stanza, portandola con sé.
D’un tratto, Claire si sentì sollevare da terra, presa da sotto le cosce: un gesto improvviso al quale reagì con un’occhiata sorpresa. Ma subito lei circondò la vita di lui con le gambe, aggrappandosi saldamente, annullando ogni distanza.
Arrivarono così sulla soglia della camera da letto, baciandosi a tratti, guardandosi, sospirando.
Quando Ben la rimise a terra e chiuse la porta, e con essa il mondo fuori, lei seppe di non poter più tornare indietro.
La lampada accesa sul comodino gettava la stanza in una piacevole penombra. Claire non pensò nemmeno di chiedergli di spegnerla. Si ritrovò con la schiena appoggiata alla porta. La bocca di lui, bramosa, cercava di nuovo la sua.
Ben le infilò le mani sotto il maglione, incontrando una seconda stoffa più leggera. Superò anche quella, arrivando a toccarle la pelle sui fianchi.
Questa volta non si sarebbe fermato.
Continuò a baciarla, tracciando per intero il profilo della sua spina dorsale. Poi le fece alzare le braccia e le sfilò il maglione dalla testa.
Claire respirò più forte.
Ben la imprigionò ancora per qualche istante tra il legno e il proprio corpo, prendendole il viso tra le mani.
A lei piaceva da impazzire quel suo modo di fare. Quando faceva così, Claire sapeva sempre che voleva dire un bacio. Un altro, e un altro ancora. Baci infinti, perfetti, che si fecero sempre più urgenti.
Lui la fece allontanare dall’entrata, per condurla piano verso il letto.
Claire interruppe il bacio quei pochissimi secondi che le bastarono per sfilarsi da sola la seconda maglia.
Ben rimase un attimo solo a fissarla, poi la strinse sé, la voglia crescente di sentire quel corpo esile contro il suo. La fece stendere sulle coperte morbide e continuò ad accarezzarle i fianchi avvolti dai jeans. Si voltarono leggermente su un fianco. Lui le sfiorò i glutei, posandole poi una mano sotto il ginocchio, invitandola ad allacciare una gamba attorno al suo bacino.
Claire gli portò un braccio intorno al collo, mentre con l’altra mano scostava un lembo della maglia che lui indossava per dormire, per solleticargli l’addome. Lo sentì sussultare e trattenere il fiato.
Ansia e desiderio si impadronirono di lui. Ben la fece rotolare sulla schiena, scendendo a baciarle il collo nel punto esatto in cui già sapeva che le avrebbe fatto emettere il più perfetto dei sospiri.
Claire avvertì un calore immenso partire proprio dal punto in cui lui posava le labbra, propagarsi dentro di lei fino a concentrarsi nel basso ventre. Ad occhi chiusi, si mosse per modellarsi contro di lui, per sentire quanto la voleva.
Ben le accarezzò la pancia, il ventre, slacciandole il bottone dei jeans. Lei lo aiutò a sfilarglieli, inarcandosi un poco.
Quei pochi indumenti che ancora avevano addosso iniziarono a diventare ingombranti. Volevano sentirsi, toccarsi, percepire morbidezza, calore. E molto altro.
Con un fruscio rapido, Ben si liberò della maglia, restando in boxer.
Lei rimase immobile ad ammirare l’ampiezza delle sue spalle, del suo torace, i muscoli delle braccia, non esagerati ma giusti. Sapeva che era bellissimo, ma non poteva certo immaginare quanto lo fosse realmente. Allungò una mano per toccare la pelle viva e calda. Non si era mai resa conto di quanto desiderasse farlo. A palmo aperto, lo accarezzò sulle spalle, tracciando le linee dei muscoli di braccia e addome, delle costole, per poi risalire a intrecciare le dita tra i peli del suo petto. Non le sembrava vero di poterlo vedere e toccare così da vicino.
I loro copri erano adesso divisi da pochi centimetri di stoffa che facevano tutta la differenza. Claire lo comprese quando Ben imitò i suoi movimenti, sfiorandola negli stessi punti: spalle, braccia, costole, stomaco e infine il seno, ancora nascosto dal pizzo bianco del reggiseno. Strinse appena, facendola gemere piano.
Le loro labbra si incontrarono, le lingue si sfiorarono, languide. Il bacio seguì il ritmo della mano di lui su di lei.
Il petto le si alzava e abbassava ritmicamente, veloce, come se Claire volesse donarsi sempre più a lui e alle sue carezze con ogni singolo respiro.
Ben la stava guidando, riaprendole la strada verso un sentimento che aveva considerato un nemico per tanto tempo, ma al quale era decisa a riavvicinarsi.
Inconsciamente, lei fece scorrere una mano tra di loro e lo cercò.
Ben staccò le labbra dalle sue, fermando il movimento della mano. Fu raggelato da quel tocco lieve. Si costrinse a rimanere immobile per un istante, recuperando un po’ di controllo.
Il respiro di lui era caldo e leggermente affannato. Claire si sollevò un poco per sfiorargli la bocca, il viso, il collo.
Era ora di smettere di ricevere e basta, voleva iniziare a dare anche lei.
A dargli piacere.
Lo spinse indietro con gentilezza, finché Ben non ebbe la schiena contro il materasso. Si mise a cavalcioni sul suo bacino, mordendosi un labbro quando notò il sorriso beffardo di lui. Forse non si era aspettato tanta audacia. Claire abbassò la testa e iniziò a baciargli ancora il collo, poi le spalle, il petto. Tutto di lui le passò sotto le labbra, finché non lo sentì sospirare di piacere.
Ben la lasciò esplorare il suo copro, estasiato da tanto dolce ardore. Non era quella la Claire che aveva immaginato nelle sue piccole fantasie (sì, perché c’erano state, inevitabilmente). La sua mente aveva dipinto una ragazza fin troppo timida, magari anche impaurita; la vera Claire era invece sì arrendevole, ma pronta a prendere quanto a donare. Ed era meravigliosa. Le sue labbra lasciavano tracce incandescenti. Solo che se avesse continuato in quel modo, lui…
Si sollevò con un movimento agile, le afferrò i fianchi e la fece sedere su di sé. Affondò le dita tra i suoi lunghi capelli, le labbra tra le sue. La costrinse a gettare indietro la testa, lambendole la gola con la lingua.
Claire ansimò, stringendolo forte. Seduta sul suo bacino, percepì il desiderio di lui sempre più  presente contro di lei.
Mormorò il suo nome, completamente persa.
Con appassionata lentezza, Ben pose le labbra sulle sue spalle lisce e cominciò ad abbassarle le spalline del reggiseno, armeggiando con il gancetto dietro la schiena.
«Voglio vederti» mormorò, la bocca di nuovo incollata al suo collo, nell’incavo dove il sangue di lei pulsava più forte.
Claire fu d’un tratto preda di una strana e del tutto indesiderata incertezza.
Lui la sentì irrigidirsi e la guardò. «Che c’è?»
Lei non rispose subito. «Non togliermelo»
«Non vuoi che ti guardi?» chiese lui, stupito.
«Ho paura di non piacerti» confessò Claire, sentendosi sciocca e infantile.
Ben rise piano, passandole un dito sulla punta del naso, facendola sorridere. «Questo non è possibile»
Con un movimento fluido, le abbassò totalmente le spalline.
Le mani di lui, grandi, calde e incredibilmente gentili, le scostarono i capelli dalle spalle,  circondarono i suoi seni.
Claire chiuse gli occhi, estasiata dal quel tocco.
«Sei dolcissima» le sussurrò a un centimetro dal viso. «Sei bellissima»
Incontrare lo sguardo di Ben l’aiutò a superare il nervosismo, il quale svanì in fretta, come tutto il resto intorno a loro.
Lui l’avvolse con le braccia e lei si strinse a lui, schiacciandosi. contro il suo petto.
Ben la ridistese sotto di sé, affondando il viso nel suo seno, sentendola gemere piano quando la lambì voluttuosamente con la lingua.
Claire gli massaggiò la nuca, la sensazione della barba ispida che le pungeva la pelle le piaceva da morire.
Meraviglioso. Tutto era meraviglioso.
Si mosse per chiedergli di continuare.
Lui lo fece, ma la sorprese: la scia umida delle sue labbra si spostò più in basso, scendendo sempre più giù, sulla pancia, sull’ombelico che solleticò con la punta della lingua, e infine sul ventre.
Claire ondeggiò con i fianchi, abbandonando le braccia oltre la testa, fiduciosa.
Fai l’amore con me…
La bocca di Ben fu di nuovo sulla sue. Le sue mani esperte le correvano su tutto il corpo, senza mai arrivare dove realmente volevano. E quando accadde, per lei iniziò una dolce tortura incandescente. Trattenne a malapena un altro gemito e un brivido la scosse fin nelle ossa, il piacere alimentato da ogni nuova e sempre più intima carezza.
Ben le sfiorò il viso con minuscoli tocchi delle labbra, mentre seguitava a vezzeggiarla sopra la biancheria.
«Non tremare» mormorò.
Claire voltò appena la testa, incontrando i suoi occhi, trovandoli scuri come non erano mai stati. Sollevò il mento per cercare un altro bacio, l’ennesimo, ma mai negato.
Le carezze di lui si arrestarono all’improvviso. Poco dopo, lei avvertì il tocco squisito spostarsi più su, di nuovo ai fianchi, le dita infilarsi sotto l’elastico degli slip. Gli strinse il braccio mentre lui glieli sfilava.
Senza quasi rendersene conto, si trovò gli occhi neri di Ben puntati addosso, sul suo corpo nudo. Occhi colmi di profondo desiderio.
Seguirono istanti interminabili, perfetti, in cui lo amò ancora di più solo per il modo in cui la stava guardando.
Anche lei era in grado di incantarlo.
E, dopo tanto tempo, si sentì di nuovo giusta, e bella.
Ben l’adorò con lo sguardo ancora qualche istante. Le pose una mano sotto la schiena, sollevandola lievemente, sistemandola meglio sul letto. Poi, in un fruscio di stoffa, anche lui si liberò dell’ultima costrizione. 
Adesso erano entrambi nudi. Pelle contro pelle.
Claire respirò sempre più forte, e si accorse che anche Ben faceva lo stesso.
Il copro teso, lui si mosse leggermente in avanti, conto di lei. Il solo contatto minacciò di farlo esplodere. Fin ora si era concentrato quasi esclusivamente sul piacere di lei, senza farle fretta, nonostante l’istinto gli avesse gridato più volte di prenderla immediatamente, senza attendere troppo. Ma aveva visto la trepidazione apparire nei suoi grandi occhi scuri; emozioni e sensazioni che, sapeva, Claire non provava più da tempo.
Si sollevò sulle braccia, sovrastandola, creando quasi una protezione intorno a lei.
Claire si sentì avvolta: dal suo corpo, dal suo calore, dal suo odore, dal suo respiro. Istintivamente, aprì le gambe, accogliendolo.
Ben si chinò a baciarle il naso. «Tutto bene?»
«Sì» rispose lei, immobile sotto di lui.
«Tranquilla, bimba»
«Sono tranquilla. Ho solo paura di non sapere più cosa si prova»
Ben sorrise dolcemente, intrecciando le dita a quelle di lei. Si guardarono un istante. Poi, riprese a baciarla lentamente.
Dolce, arrendevole e bramosa. Tutto questo era Claire in quel momento. Tornò ad accarezzarla tra le gambe, delicato e insistente.
Lei emise un sospiro tremulo. Sentì il cuore balzarle fuori dal petto. Il bisogno di lui crebbe sempre di più: il bisogno di sentire, sentirlo, dargli e ricevere tutto. Gli infilò le mani tra i capelli, inseguendo i suoi baci tra i sospiri.
Lui incastrò i fianchi in quelli di lei, posando le braccia ai lati della sua testa. Le accarezzò i capelli arruffati.
«Ben…»
Quello di lei fu quasi un richiamo.
Lui le chiuse nuovamente la bocca con la propria, in un bacio languido e profondo. Si spinse in avanti e lei gemette forte tra le loro labbra.
Claire gli afferrò la schiena e buttò all’indietro la testa quando lo sentì dentro di sé.
Nel silenzio che seguì, nessuno dei due si mosse.
Ben le sfiorò una guancia con le labbra, attendendo che si rilassasse. Avvertì la forza con la quale lei si stringeva a lui e l’abbracciò ancor più saldamente.
«Stai bene?» 
Claire affondò il viso nella sua spalla, annuendo. «Sì. E’ solo che è da tanto tempo che non…»
«Sshht». La zittì con un sussurro, accarezzandole il capo.
«Non fermarti» lo pregò lei.
«Guardami, Claire» mormorò Ben, accarezzandole il volto. «Guardami»
Lei aprì gli occhi e si perse dentro quello sguardo.
Iniziarono a muoversi insieme, lentamente, prolungando così ogni sensazione.
Era meraviglioso farsi toccare da lui, farsi amare da lui. Claire arse come fuoco sotto quel corpo stupendo. Era questo che voleva: sentirlo, Ben e niente altro. Lo vide chiudere gli occhi, un momento prima di fare lo stesso.
Presto, i respiri si fecero rapidi e spezzati.
Lui affondava e riemergeva ad ogni movimento, ogni ondeggiare di fianchi. Ansimò e gemette con lei. Fu abbandono completo. Si perse in lei e con lei. Non aveva mai provato nulla di così totalizzante.
I loro corpi vibravano nell’incontrarsi, continuando a cercarsi, lenti, trovandosi ancora e ancora, ogni volta più intensamente. Si accarezzarono con mani, respiri, sguardi, pelle. Si scoprirono, completandosi in un’unione che da ora sarebbe divenuta indispensabile.
Ben ricevette e donò un bacio avido, che sapeva non più di lei soltanto, ma di loro. Gli si mozzò il respiro quando Claire iniziò a rispondere alle sue spinte, permettendo ad entrambi di cogliere sensazioni sempre più impossibili. Prese a muoversi più forte, travolgendola.
Le scappò un suono acuto e uno più roco arrivò da lui. Claire lo strinse con tutta la forza che aveva, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo, affondando le unghie nella sua schiena. Lasciò andare la testa all’indietro, inarcando i fianchi, perdendo sé stessa ma non la fitta di piacere immenso che quasi la sconvolse.
Ben si gettò sul suo collo, bruciando con lei, accompagnandola e raggiungendo anch’egli il limite.
Lei restò ferma sotto di lui, ad assaporare l’improvvisa spossatezza. Brividi caldi e freddi le percorrevano ancora il corpo.
Anche Ben rimase dov’era, con il viso immerso nei suoi capelli, il respiro caldo e veloce che le infiammava le orecchie.
Ancora uniti, lui sollevò di poco la testa e le baciò il collo.
«Non muoverti» lo pregò in un sussurro. «Rimani così ancora per un po’»
Ben si appoggiò al suo seno, sospirando. «Tutto il tempo che vuoi»

 
 

 


Dopo mille incertezze, cambiamenti, stravolgimenti, correzioni e consigli, ecco il capitolo più atteso! E' il più lungo fino ad ora, credo. Spero vivamente che vi piaccia e che soddisfi le vostre aspettative. Personalmente, io lo sono: sono fiera di quello che ho scritto, ed è una cosa rara! ;)
E’ la primissima volta che descrivo una scena d’amore così particolareggiata. Volevo qualcosa di magico per Ben e Claire, ma anche di vero, che potesse darvi sensazioni reali, palpabili. Credo di aver fatto un salto di qualità, e credo di averci preso la mano, tanto che, come annunciato sopra, la storia passa definitivamente da rating giallo ad arancione.
Fatemi sapere cosa ne pensate nelle vostre recensioni, che aspetto con ansia!!!
 
Ringraziamenti:

 
Per le preferite: battle wound,  Bella_babbana, Ben Barnes,  Blackpanda96, Christine Mcranney, Fra_STSF, HarryPotter11, JessAndrea, jihan, Len IlseWitch, marasblood, MartaKatniss98, Medea91h, MelvyLelvy, Milkendy,NestFreemark, NeverendingStoryGirl, Occhi di ghiaccio, Riveer, Stefania 1409, The_Warrior_Of_The_Storm, _likeacannonball
 
Per le ricordate: Ben Barnes, Fra_STSF, Halfblood_Slytherin, Hug my fears, maty98, Milkendy, NestFreemark, Suomalainen.
 
Per le seguite:  All In My Head, AmeliaRose, apologize, Ben Barnes, Catnip_Peeta_, Cecimolli, ChibiRoby,
DeniAria, EmmaTom4ever, EvaAinen, Fra_STSF, Greenfrog, Halfblood_Slytherin,HarryPotter11,InTheMiddleOfNowhere,JessAndrea, JLullaby, MartaKatniss98, maty98, Milkendy, Nadie, NestFreemark, NeverendingStoryGirl,  nuria elena, Queen_Leslie, Ramos4, Sandra1990, SerenaTheGentle, Shadowfax, silent words, soffsnix, SweetSmile, The_Warrior_Of_The_Storm, Violet A Nash, WikiJoe, _joy, _likeacannonball, _LoveNeverDies_

 
Per le recensioni dello scorso capitolo: Ben Barnes, Cecimolli, marasblood, JessAndrea, Sandra1990, Shadowfax, The_Warrior_Of_The_Storm, _joy.
 
Vi ricordo che per sapere quando posterò il prossimo capitolo, se avete domande o volete chiacchierare, mi trovate alle mie pagine facebook Susan LaGentile Clara e Chronicles of Queen, dove trovate gli aggiornamenti, foto, video e disegni fatti da me.
Un bacio immenso a tutti voi! Vi ringrazio immensamente per aver scelto di leggere Ben & Claire e di amarli così tanto!
Vi adoro alla follia!!!
Susan♥
   
 
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