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Autore: Momo94    24/06/2015    2 recensioni
"Era passato un po' di tempo e Lucy stava ancora fissando la lettera che teneva tra le mani. L'aveva letta e riletta e ancora non si capacitava di quello che c'era scritto. stava vendendo a salvarla, le mancava e presto l'avrebbe liberata.... ma liberata da cosa? Perchè mai avrebbe dovuto salvarla?"
Questa Fanfiction è ambientata in un mondo alternativo, in cui la magia sta cominciando a sparire e un re tiranno cerca in tutti i modi di impadronirsene, sottraendola con la forza agli altri. E poi c'è una ragazza che tenta di recuperare il suo passato e una gilda che cerca di spodestare il tiranno.
Questa è la mia prima fanfiction, quindi vi prego abbiate pietà di me e perdonate i miei orrori xD
Ah, anche se all'inizio può non sembrare cosi, questa fanfiction è incentrata sulla coppia Nalu, ma lascerò spazio anche ad altre coppie:)
[primo capitolo modificato]
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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"Non voleva restare da sola, in silenzio, i suoi demoni la seguivano e le dicevano cosa fare.
Era troppo fragile per ribellarsi e, malgrado si sentisse divorata dentro, preferiva assecondarli.
Poi, ogni tanto, si ricordava di amare ed era splendida, brillava come il sole.
In quell'istante compresi che, per farla stare bene, bastava non farle perdere il sorriso,
bastava ricambiare il suo amore."
-Anonimo-
 
 

-Fiore, 3 anni prima-
 
Era pomeriggio inoltrato quando Natsu Dragneel, dragon slayer del fuoco e mago di Fairy tail, si trascinava a passo lento attraverso le strade di una piccola cittadina nel regno di Fiore.
Sbuffò, avvilito, per l'ennesima volta.
La missione era stata un fallimento, per fortuna era andato da solo senza Erza e gli altri. Se fossero stati con lui lo avrebbero sicuramente deriso, almeno così poteva accampare qualche scusa per salvarsi la faccia.
"Tutta fatica sprecata" pensò sospirando profondamente.
Era abbattuto e la stanchezza cominciava a farsi sentire; non vedeva l'ora di tornare a casa, alla sua gilda.
Sentiva già le risate dei suoi compagni, Gray pronto a fare a botte con lui, Happy con il suo pesce in mano ad accoglierlo e il master a rimproverarlo per la missione fallita.
Un brivido corse lungo la sua schiena pensando a ciò che lo avrebbe aspettato, ma prima o poi avrebbe dovuto affrontare il vecchio.
Era abbastanza stanco e al solo pensiero di dover prendere il treno -quel dannato mezzo infernale- sentiva lo stomaco rivoltarsi e cominciava a sudare freddo.
Non sarebbe mai riuscito a sopportare quell'agonia in queste condizioni.
Senza accorgersene si ritrovò davanti ad una locanda decadente e decisamente trasandata.
Rimase qualche attimo a fissare quell'edificio.
"Forse è meglio riposarsi un po'." Sussurrò a bassa voce per convincersi che fosse la scelta migliore.
E così fece, anche se il posto non era dei più invitanti, entrò in quella locanda con la speranza di rilassarsi davanti ad un bel boccale di birra per poi ripartire carico verso casa.
Aveva ragione, l'interno rispecchiava esattamente l'esterno dell'edificio: una flebile luce illuminava il locale, tavoli e sedie erano vecchi e consumati e un terribile fetore aleggiava nell'aria, un misto di alcol, fumo e qualcosa andato a male. Per non parlare dei clienti, losche figure dallo sguardo truce, vestiti di stracci trasandati e sporchi; avevano tutta l'aria di essere dei criminali, e molto probabilmente ci aveva azzeccato pure stavolta.
Ma poco importava, era abituato a questo ed altro, di certo una vecchia locanda non lo spaventava.
Si avvicinò al bancone del bar e si sedette, anch' esso era vecchio e impolverato.
Dall'altra parte del bancone un uomo gli si avvicinò.
Aveva una folta barba, capelli incolti e sporchi - sembrava non si lavasse da mesi- e denti cariati o sostituiti da altri d'oro.
"Cosa desidera?" dal suo tono rude, più che una domanda sembrava fosse una minaccia.
Natsu sentì subito un forte odore d'alcool misto a qualcos' altro provenire dal suo alito.
"Una birra grazie"
L'uomo annuì e si allontanò.
Avrebbe potuto anche risparmiarsi il tono gentile, dato che evidentemente non era corrisposto.
Ritornò poco dopo con un gran boccale di birra, non appena Natsu gli porse i soldi questi glieli strappò di mano e se ne andò di nuovo.
Anche chi vi lavorava trasmetteva la stessa sensazione del locale, non poteva di certo meravigliarsi che la clientela fosse di così "alto livello".
Prese in mano il boccale e, come un uomo in un deserto, in un sorso trangugiò quasi tutta la birra.
Rimase stupito, era deliziosa. Almeno in qualcosa sembravano essere bravi.
Si guardò intorno: il posto era davvero lugubre, chiunque fosse entrato se la sarebbe filata nel giro di pochi secondi.
Anche se dubitava che qualcuno -a parte criminali e gente poco raccomandabile- avrebbe avuto il coraggio di entrarvi.
Vide alcuni uomini fissarlo circospetti, la sua presenza ai loro occhi era decisamente fuori luogo.
Per fortuna aveva addosso una giacca che copriva il simbolo della gilda.
Non era dell'umore giusto per fare a botte.
"Hey tu!" una voce attirò la sua attenzione.
Un uomo corpulento si alzò in piedi barcollando, il volto rivolto verso un tavolo in una zona buia della locanda.
Il rosato intravide una figura incappucciata seduta su quel tavolo.
"E' da un po' che mi fissi, che diavolo vuoi?" biascicò l'uomo, la bocca impastata dal troppo alcool.
Alzò gli occhi al cielo "ecco che incomincia la rissa".
"Dico a te, che cazzo hai da fissare?"
L'uomo seduto non rispose.
Natsu sbuffò, come diavolo faceva a fissarlo se aveva un cappuccio in testa?
L'ubriaco si avvicinò verso quel tavolo, inciampando ogni tanto sui suoi stessi piedi.
Quella stupida scusa non reggeva, aveva proprio voglia di litigare. E a giudicare dalla stazza dell'altro, aveva scelto il più debole con cui prendersela.
Sembrava molto esile; gli sarebbe bastato un pugno per stenderlo, o forse anche di meno.
Arrivò davanti a quel tavolo "Che fai, non rispondi?" alzò il tono di voce.
Di nuovo, l'altro rimase in silenzio.
Perché diavolo non diceva niente? Se si trovava in questo posto sicuramente sapeva con chi avrebbe avuto a che fare.
Aguzzò la vista e inclinò la testa perplesso, sembrava che stesse tremando. L'ubriaco sbatté un pugno sul tavolo facendolo scricchiolare "Allora? Vuoi tenere la bocca chiusa eh? Ora vedremo se starai ancora zitto" con uno scatto lo prese per il mantello e lo sollevò.
Era davvero esile, sembrava quasi... Natsu si alzò di scatto dalla sedia facendola cadere.
Sgranò gli occhi sbigottito, intravide delle lunghe ciocche di capelli uscire dal cappuccio e delle forme disegnarsi sul suo corpo.
"Che cazzo-" riuscì a dire solo questo, prima che l'omone non lo scaraventò a terra.
Fu allora che i suoi sospetti si confermarono.
Nella caduta il cappuccio si tolse dal suo volto rivelandone l'identità.
"Che diamine" l'uomo corpulento fece un passo indietro sbalordito "è una donna!"
Che diavolo ci faceva una ragazza in un posto del genere?
E così giovane soprattutto, sembrava avere circa la sua età.
Ancora a terra, lei cominciò a tossire per il colpo ricevuto.
Tutti i presenti si erano alzati, scioccati da quanto stavano vedendo.
"Che diavolo fai, non si picchiano le donne!" lo ammonì uno che prima era seduto nel suo stesso tavolo.
"E chi lo sapeva che fosse una ragazza!" gli sbraitò contro l'amico.
Uno di loro si avvicinò a passo lento verso di lei e la osservò, Natsu rimase in silenzio.
Era ancora scioccato per poter pensare a cosa fare.
L'uomo si abbassò verso di lei "e tu che ci fai qui?" le domandò, la voce roca e impastata anch'essa dall'alcool.
Lei lo guardò spaventata e indietreggiò di scatto, andando a sbattere contro la parete.
Mentre si trascinava contro il muro, il mantello si levò mostrando così il suo corpo.
"Ho capito che ci fa qua!" uno di loro si fece scappare un risolino "Guardate com'è vestita! È una puttana!"
Tutti scoppiarono a ridere. Natsu la vide tremare, il volto una maschera di terrore.
Strinse i pugni, tutto ciò cominciava a infastidirlo.
"Ah, è così?!" l'uomo ancora abbassato verso di lei la guardò, un sorriso malizioso sul volto "allora sei venuta per farci divertire."
Di scatto, lei si rannicchiò su se stessa cercando di coprirsi il più possibile.
"È inutile che ti copri dolcezza, non puoi nascondere tutto quel ben di dio." Si lecco le labbra, famelico.
"Non mi sembra una puttana" commentò uno di loro.
"Ma potrebbe farci divertire comunque" ribatté un altro, seguito dalle risate di tutti.
Il corpo del rosato fu colpito da un tremore incontrollabile.
Stava decisamente incominciando a innervosirsi.
"Dai vieni qui bambolina" la prese per un braccio e la sollevò da terra.
Un gemito di dolore le uscì dalle labbra per la stretta troppo forte.
Cercò di ritrarsi ma fu tutto inutile, in confronto a loro sembrava un ramoscello rinsecchito e pronto a spezzarsi al solo tocco.
"Lasciami andare" la voce le tremava per la paura.
Le afferrò il volto con una mano e la costrinse a guardarlo "davvero niente male" commentò, mentre con gli occhi scrutava ogni minima parte del suo corpo "direi che hai tutto al posto giusto bambolina, anche troppo forse."
Natsu la sentì singhiozzare mentre tentava di divincolarsi.
Ok, era arrivato al limite.
L'uomo allungò una mano per toccarle il seno, ma fu troppo lento.
Una figura si mosse alle loro spalle con una rapidità incalcolabile e, senza neanche accorgersene, il bastardo venne colpito in pieno volto e scaraventato dall'altra parte del locale.
"Ora ne ho abbastanza!" gli ruggì contro Natsu, il pugno ancora a mezz'aria.
Per il colpo la ragazza ricadde a terra, si voltò verso il dragon slayer in piedi davanti a lei, gli occhi sgranati per lo stupore.
Natsu li scrutò ad uno ad uno, sentiva la rabbia contorcersi dentro il suo stomaco.
E lui che non aveva voglia di fare a botte.
"Come diavolo hai osato, ragazzino!" uno di loro si lanciò verso di lui.
Il rosato gli assestò un pugno in pancia per poi scaraventarlo addosso a quello di prima, portandosi con sé anche qualche sedia e tavolo.
I presenti si voltarono verso di lui, le loro espressioni minacciose erano completamente sparite.
"Allora, qualcun'altro ne vuole un po'?" delle fiamme uscirono dalle sue mani "sono tutto un fuoco!"
"Quella è...M-magia!" balbettò uno impaurito.
Alcuni di loro indietreggiarono.
Un sorriso compiaciuto gli apparve in volto "Avete fatto incazzare un dragon slayer! Non finirà bene per voi"
Si avvicinò all'uomo che per primo l'aveva colpita "Hey tu!" lo prese per la maglietta e lo sollevò "Che diavolo hai da fissare?" e con un pugno infuocato lo lanciò contro il bancone del bar facendolo cadere dall'altra parte.
"aaah, tutta fatica sprecata con voi. Non serve neanche che usi le mie fiamme per mandarvi al tappeto." Si girò verso gli altri fulminandoli con lo sguardo "Siete noiosi!"
Sui loro volti vi era decisamente paura.
La missione era stata un buco nell'acqua, ma in qualche modo aveva trovato come passare il tempo.
Ora sì che era carico.
"Che c'è? Non fate più gli spavaldi ora?! Non avevate detto di volervi divertire?!" li provocò lui, ma non appena fece un passo li vide indietreggiare. Lo guardarono per alcuni istanti e poi -probabilmente scegliendo la strada migliore- si voltarono e corsero a gambe levate fuori dalla locanda.
Natsu tirò un profondo respiro "Già finita?!" disse con una punta di delusione.
Nel locale sprofondò il silenzio.
Ormai non era rimasto più nessuno, tranne quelli che aveva steso e...
Il suo sguardo si posò su quell'angolo buio della locanda. La ragazza era ancora a terra, ferma e immobile.
Natsu le si avvicinò lentamente "Tutto bene?" la sua voce si era addolcita.
Lei alzò il volto e lo fissò senza dire nulla.
Si abbassò verso di lei "Va tutto bene, non voglio farti del male." Allungò una mano per tentare di calmarla, ma la ragazza si allontanò di scatto "N-non toccarmi!" gli urlò contro, la voce incrinata per la paura.
Per colpa del buio non riusciva a vederla bene, ma era sicuro che stesse ancora tremando.
Natsu tirò un profondo respiro, di questo passo non sarebbero andati da nessuna parte.
"Senti, voglio solo aiutarti. Se non avessi voluto, ti avrei lasciata a quegli uomini." Le sorrise dolcemente "Che dici, vuoi provare a fidarti almeno di me?"
Lei l'osservò per qualche istante senza dire nulla.
Deglutì nervoso, sentiva il suo sguardo addosso.
"Va bene" Disse incerta.
Lui allungò una mano verso di lei "Che ne dici di alzarsi?"
In risposta, la ragazza appoggiò la mano su quella di lui.
Sembrava essersi calmata. Aveva le mani delicate, piccole e fragili.
Lentamente si alzarono "forse è meglio andare via da questo posto."
Prese il mantello e glielo mise addosso "meglio che non ti vedano" lei annuì.
Si incamminarono verso l'uscita quando una voce li fermò.
"Hey tu!" gli urlò l'uomo dietro il bancone"Dove pensi di andare? Mi hai rovinato il bar idiota!"
Natsu si voltò verso di lui, lo sguardo incendiato dalla rabbia.
L'uomo sussultò e come se non avesse detto niente, tornò alle faccende di prima.
"Andiamo" si voltò e si diresse verso la porta seguito da lei.
Il sole ormai stava tramontando; l'aria era così fresca e pulita, sembrava finalmente di essere tornati a respirare.
Tirò un profondo respiro e finalmente le sue narici si ripulirono dell'odore nauseante di quel posto.
Le strade sembravano vuote e l'unico rumore che si percepiva era il fruscio delle foglie mosse dal vento.
Era finito nel quartiere peggiore della città a quanto pareva.
Si voltò verso la ragazza,ancora incappucciata.
 "Cosa ci facevi in un posto del genere?" le domandò brusco, non ci sapeva proprio fare con le parole.
"Io..." tentò di dire lei,la sua voce era flebile e insicura.
"Non sapevo dove andare" con le mani stropicciò il mantello nervosa.
Il rosato alzò un sopracciglio confuso "che vuoi dire? Ti sei persa?"
Scosse la testa in segno di diniego.
"E allora perché?"
Lei rimase in silenzio.
Sbuffò "Ho capito." Non voleva costringerla a parlare, non che a lui interessasse più di tanto.
Voleva solo tornarsene a casa.
"Posso sapere almeno dove abiti? Ti accompagno a cas-"
Non fece in tempo a terminare la frase che lei lo prese per la giacca "No!" gli urlò, stringendo ancora più forte la stoffa.
"Non posso tornare." Sentì qualcosa di simile alla disperazione in quelle parole.
"Perché?" tentò di chiederle.
"io...Non devo tornare, non posso, io non..." la sentì singhiozzare.
"Scusami" lasciò andare la sua giacca e con le mani si asciugò gli occhi dalle lacrime "Mi dispiace, ti ho già causato troppi problemi."
La fissò senza dire niente.
"Grazie per avermi difesa." fece un passo indietro e si voltò per andarsene.
Natsu la prese per un braccio e la bloccò.
"Dove credi di andare?" aveva le braccia così esili, quando quell'uomo l'aveva scaraventata a terra doveva averle fatto davvero male.
"Questa città è piena di criminali e tu sei una ragazza, sei debole e indifesa." La sua voce si fece più profonda "Non posso lasciarti andare così."
"Perché lo fai?" sussurrò lei mentre si staccava dalla sua presa.
"Cosa?"
"Perché mi stai aiutando?" gli domandò nuovamente.
Natsu inclinò la testa perplesso "Perché lo voglio." gli rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo "ci dev'essere per forza un motivo?!"
Una risatina le uscì dalla bocca. E ora perché rideva?!
Era davvero strana.
Improvvisamente si sollevò un forte colpo di vento e il mantello della ragazza davanti a lui si staccò cadendo a terra.
Non capì perchè, ma appena i suoi occhi si posarono su di lei venne percosso da una scarica elettrica.
Forse non fu tanto lei, ma l'espressione che aveva sul volto a farlo sussultare: i capelli mossi dal vento come fili d'erba, gli occhi ancora lucidi dalle lacrime e il sorriso più dolce che avesse mai visto a scaldargli il cuore.
"Sei davvero strano" gli disse, interrompendo la confusione nella sua testa.
"I-il tuo mantello" balbettò raccogliendolo da terra.
"Grazie" gli sorrise di nuovo allungando il braccio per prenderlo.
Non avrebbe mai immaginato che sotto quel mantello si nascondesse una ragazza così dolce e delicata.
Davvero, cosa ci faceva in un posto del genere?
"Cosa ti è successo?" le domandò improvvisamente.
Lei alzò un sopracciglio perplessa.
"Perché ti trovi in questo posto? E perché non puoi tornare a casa?"
Il suo volto si incupì, abbassò lo sguardo fuggendo dai suoi occhi indagatori.
Fece un passo verso di lei "Non posso aiutarti se non mi dici la verità"
Lei si portò le mani al petto  "Sono scappata."
"Perché?" la incoraggiò.
Un'espressione triste le apparve sul volto, il suo sorriso era scomparso.
"Mio padre è morto."
Il rosato sgranò gli occhi.
"E' stato ucciso e io..." stava tremando.
Si avvicinò ancora di più a lei.
Le lacrime tornarono a rigarle il volto "Non sono riuscita a fare niente... io..." dovette fermarsi, sopraffatta dai singhiozzi.
Era così vulnerabile in quel momento, così fragile.
Senza neanche pensarci, Natsu le si avvicinò e l'avvolse in un abbraccio.
La sentì irrigidirsi. Al contatto con il corpo di lei si sentì come se stesse andando in fiamme.
"Mi dispiace" le sussurrò in un orecchio.
Non si era mai comportato così con nessuno, non sapeva perché ma lei lo...attirava.
Che diavolo stava facendo?
Improvvisamente la ragazza ricambio l'abbraccio, affondò la testa nel suo petto e scoppiò in un pianto liberatorio.
Urlava, la voce le tremava e le braccia esili lo stringevano sempre più forte; era come se fino a quel momento avesse cercato di trattenersi e finalmente, dopo tanto tempo, era riuscita a liberarsi di quel peso.
Natsu le accarezzò delicatamente la testa, doveva essersi sentita così sola.
Dopo poco, lei smise di tremare ed entrambi si staccarono l'uno dall'altro.
I loro occhi si incontrarono e rimasero incatenati per qualche istante, Natsu sentì un calore improvviso salirgli in petto e subito voltò lo sguardo altrove.
Il silenzio piombò tra di loro, avrebbe voluto dire qualcosa ma la sua mente era completamente svuotata.
Poi sentì lo stomaco emettere brontolii reclamando del cibo, entrambi si guardarono e scoppiarono a ridere.
 
"Davvero, ma quanto mangi?" le domandò sconvolta, mentre divorava l'ennesimo piatto.
Natsu alzò un sopracciglio "Perché? Sono un mago, ho bisogno di energie per combattere"
Una cameriera si avvicinò al loro tavolo portando con sé altri piatti, tutti per Natsu ovviamente.
Il posto che avevano scelto per mangiare era abbastanza tranquillo, poco affollato e per fortuna completamente diverso da quella baracca in cui si erano incontrati.
"Un mago" sussurrò lei spensierata appoggiando i gomiti al tavolo e sorreggendosi il volto fra le mani "sei il primo che conosco."
"Il primo mago?" Natsu alzò la testa dal suo piatto per guardarla. Lei annuì.
"Ma da dove vieni?" le domandò perplesso.
"Da molto lontano" lo liquidò lei.
Stava per chiederle altro ma dal suo sguardo capì che non gli avrebbe detto più niente. Era davvero strana, eppure più la conosceva, più lo incuriosiva. Non sapeva il perché, forse era il suo sguardo, i suoi occhi, la sua voce, il suo profumo; qualcosa in quella ragazza la rendeva strana, e allo stesso tempo attirava la sua attenzione.
"Da quanto sei scappata?" la sua voce si fece di nuovo seria.
"Da qualche settimana" disse lei abbassando lo sguardo
"E come hai fatto fino ad adesso? Come hai fatto a sopravvivere?" gli sembrava impossibile che una ragazza debole che non era in grado neanche di sfuggire ad un uomo mezzo ubriaco fosse riuscita a sopravvivere per tutto questo tempo.
"Ho dormito in qualche locanda e mangiato quello che trovavo."
"quello che rubavi. Scommetto che non avevi neanche un soldo." la corresse lui. La vide sussultare, aveva fatto centro.
"Non avevo scelta" si giustificò lei.
"C'è sempre una scelta" ribatté lui per poi riprendere a mangiare.
D'improvviso, la ragazza sbatté le mani sul tavolo facendolo tremare "Tu che faresti?" urlò "Cosa faresti al posto mio?"
Sgranò gli occhi, la forchetta gli ricadde sul piatto per lo stupore.
La vide alzarsi e precipitarsi fuori dal locale.
"E ora che ho fatto?" Si chiese perplesso.
Rimase qualche secondo immobile stordito, si guardò intorno e vide gli occhi di tutti puntati su di lui.
Dopo qualche attimo si risvegliò, si alzò di scattò facendo quasi cadere la sedia, tirò fuori qualche soldo e lo mise sopra il tavolo per poi scattare verso la porta.
Appena fuori aguzzò la vista e vide subito la ragazza camminare in tutta fretta verso una direzione con molta probabilità a lei sconosciuta.
La raggiunse in poco tempo "Hey dove stai andando?" le urlò.
"Non sono affari tuoi!" gli urlò di rimando continuando a camminare.
"Certo che lo sono, ho persino dovuto pagare anche il tuo cibo visto che sei scappata"
Finalmente si fermò "Chi sei tu?" disse a bassa voce, una punta di amarezza in quelle parole "mi guardi con disprezzo e mi giudichi."
Si voltò verso di lui, aveva di nuovo gli occhi lucidi "Lo so anch'io che sbaglio, mi approfitto delle persone e rubo per sopravvivere! Mi sento male ogni volta, mi fa schifo la persona che sto diventando! Ma cos'altro posso fare? Mia madre è morta quand'ero piccola e ora anche mio padre è morto, non ho più nessuno, non so dove andare e non ho mai badato a me stessa fino ad adesso." urlava, la voce le tremava e le lacrime le scendevano copiose dagli occhi, ma lei continuava ad urlare.
Era arrabbiata, furiosa, ma Natsu restò immobile per tutto il tempo, in silenzio e con lo sguardo impassibile ad assistere.
"Come fai a criticarmi? Tu non puoi capire quello che ho passato, non potrai mai capirlo" strinse i pugni e cominciò a tremare "nessuno può capirmi."
"Invece posso." La voce profonda del ragazzo la interruppe, i loro sguardi si incrociarono "Mio padre è morto quando ero piccolo, ero rimasto solo anch'io, mi sentivo perso e non sapevo cosa fare. Ero disperato." Lei spalancò gli occhi "Ma ora sono qua, e se sono la persona che sono adesso lo devo a me stesso e alle persone che mi hanno aiutato ad esserlo,che non mi hanno abbandonato."
Si avvicinò a lei fino a ritrovarsi a qualche centimetro di distanza. Senza rendersene conto, guidato dall'istinto, avvicinò una mano al suo volto e delicatamente con le dita le asciugò le lacrime dalle guance.
"Tutti abbiamo delle cicatrici, ma abbiamo anche qualcuno che ci aiuta a ripararle." Lei lo guardava stupita, il viso arrossato e gli occhi gonfi "Sarò io."
"tu?" gli domandò debolmente
Un largo sorriso, carico di gioia e di speranza si dipinse sul volto del dragon slayer; gli porse una mano "Vieni con me, a Fairy tail. Sarò io quello che non ti abbandonerà."
La vide sussultare, incerta se ridere o piangere.
"Non sarai più sola" quelle parole, così calde e luminose sotto un cielo altrettanto caldo, rigarono di nuovo il viso della ragazza davanti a lui. Ma non era dolore quello che le bagnava gli occhi, era gioia, felicità; la stessa sensazione che si prova quando, dopo un lungo e straziante viaggio, si giunge finalmente alla meta, scoprendo che dopo tutta quella fatica, quei rimpianti, quella disperazione, quel dolore, ne è veramente e profondamente valsa la pena.
Appoggiò la mano sulla sua.
"Io sono Natsu" le disse con tutto il calore che accompagnava il suo nome.
Lei lo guardò e in quell'istante qualcosa dentro di lui si mosse, ebbe come il presentimento che quel momento sarebbe rimasto impresso nella sua mente per sempre; la sensazione che quella ragazza, così semplice, sincera e delicata, avrebbe cambiato la sua esistenza per sempre.
Dal più profondo del suo straziato cuore, sul volto della ragazza spuntò uno dei più bei sorrisi che Natsu avesse mai visto.
"Io sono Lucy"




                                                                                         ♥                                   ♥                                    ♥                                    ♥

Holaa! :)
Rieccomi qua, come promesso non ho abbandonato questa fanfiction e direi che ci ho messo decisamente molto meno a pubblicare il nuovo capitolo xD
Prima di tutto, volevo comunicarvi che no, non sono pazza. Magari molti di voi leggendo questo capitolo hanno pensato "ma si è fumata qualcosa?" visto che c'é "qualcosina" che non quadra con la storia... per ora! Non posso spoilerarvi niente, ma fidatevi di me, tutto ha un senso e verra spiegato a tempo debito ;) Non vi resta che continuare a leggere per scoprire cosa succederà :D
Spero vi sia piaciuto, perché a me mi è piaciuto tanto scriverlo visto che parla di Natsu e Lucy ♥___♥ Dato che li AMO, scrivere di loro è la mia parte preferita della long♥
Ringrazio tutti quelli che la leggeranno, tutti quelli che la commenteranno e dal più profondo del cuore ringrazio tutti quelli che la seguono, la "preferiscono" e tutti quelli che commentano i capitoli rendendomi felicissima per tutti quei complimenti, davvero grazie a tutti, tutti, tutti di cuore ♥
Un grazie speciale a Fairy_giulia che continua a sopportarmi xD ♥
Al prossimo capitolo con altre novità;)


P.s. Il titolo magari vi sembra familiare: mi sono ispirata ad un capitolo del manga, il 297 per la precisione ;)

Momo94
 
  
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