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Autore: Ram92    24/06/2015    3 recensioni
Dal testo:
"La situazione era quanto meno seccante.
Garp si guardò intorno ancora una volta. Non tanto perché quel che stava facendo violava il suo giuramento alla Marina e al Governo Mondiale su innumerevoli punti – a quella sensazione aveva fatto ormai l’abitudine – quanto per l’imbarazzo che provava all’idea di essere colto in una situazione così… insolita."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Garp, Portuguese D. Ace
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Gramps

La situazione era quanto meno seccante.
Garp si guardò intorno ancora una volta. Non tanto perché quel che stava facendo violava il suo giuramento alla Marina e al Governo Mondiale su innumerevoli punti – a quella sensazione aveva fatto ormai l’abitudine – quanto per l’imbarazzo che provava all’idea di essere colto in una situazione così… insolita.
Garp diede ancora un’occhiata in giro. Notte fonda, luna coperta e nemmeno una truppa di istanza sull’isola. Non più. Dopo oltre un anno. No, non lo avrebbe visto nessuno.
Inspirò profondamente, gonfiò il petto, spalancò la porta e… prrrot!
Qualcosa di caldo.
Il Marine abbassò lo sguardo sul piccoletto che si rivoltava beatamente nel sonno, per niente intimorito dall’improvvisa tensione dei bicipiti che lo stringevano.
Bambini. Figli di pirati. Eredi di Roger. Come si era fatto trascinare in tutto questo?

- Una creatura appena nata non ha alcuna colpa.

- Roger… - mormorò tra sé.
Quell’imbecille. Anni passati a dargli la caccia e non aveva nemmeno voluto dargli la soddisfazione di un ultimo scontro. Si era consegnato, l’idiota. Con una donna su un’isola che aspettava suo figlio. Con l’intero corpo della Marina pronto a scagliarsi in questa stupida e disumana ricerca. Re dei Pirati, tzè. Solo uno stupido irresponsabile che aveva lasciato a lui questa gatta da pelare.
Il piccoletto storse la bocca con un gemito soffocato e scontento, ricordando con terrore a Garp quale potenza sonora fosse il pianto di un neonato. Specie in piena notte. Specie su un’isola tranquilla dopo un’onesta giornata di lavoro. Specie quando stai violando il tuo giuramento alla Marina e al Governo Mondiale su innumerevoli punti.
Ace si rigirò ancora e cominciò a succhiarsi il pollice con aria soddisfatta.
Garp tirò un sospiro di sollievo. Ace

- Se è una femmina, Anna. Se è un maschio, Ace…

Gol D. Ace. Figlio di un megalomane anche nel nome – pensò il padre di Dragon.
Il cognome era stato cambiato, ma quella D sembrava intenzionata a rimanere al suo posto. Pronta a portare con sé la solita ondata di guai. A meno che qualcuno non riuscisse a mettere il ragazzo sulla retta via. Garp sorrise. Il figlio di Roger nelle file della Marina, sarebbe stato un bello scherzetto per il re dei pirati. Se veramente il destino della D era quello di fare la differenza nella storia, non era detto che non potesse farla dalla parte della giustizia.
Garp osservò il bambino rigirarsi ancora con aria insoddisfatta e stringere i pugni.
Sì, quel piccoletto sarebbe entrato di certo nei libri di storia.


20 anni dopo


- Garp…
La sala si era svuotata in fretta. La Marina si preparava alla guerra. Ora che la decisione era stata presa, ognuno aveva dei compiti da svolgere. Lui no, ma del resto lui non aveva mai compiti da svolgere che non si fosse assegnato da solo. E in effetti c’era una cosa che voleva fare…
- Garp. – ripeté Sengoku con voce ferma.
Il Marine sollevò lo sguardo al di sopra della scatola di biscotti.
- ‘on ponsherai ‘i ammi oruini, uero? – blaterò interrogativo sgranocchiando sguaiatamente.
Sengoku si limitò ad assottigliare le labbra con biasimo.
- Immagino sia inutile chiederti di evitare di fare lo stesso errore della prima volta. – disse con voce neutra.
Garp inghiottì rumorosamente.
- Se non altro non si può dire che tu non mi conosca, vecchio mio. - disse spalancando la bocca in un sorriso pieno di briciole e passandosi il dito sotto al naso con aria  compiaciuta.
Sengoku aggrottò la fronte. Era proprio come temeva. E non ci sarebbe stato modo di fermarlo.
- Devo ricordarti che tutta questa storia è cominciata proprio nel momento in cui sei andato a far visita a…
- Questa storia è cominciata nel momento in cui la Marina ha deciso che dare la caccia alle leggende è più popolare che non preoccuparsi di ciò che è giusto, a questo mondo, e cosa non lo è. – lo interruppe l’altro con voce tagliente. – Del resto, - aggiunse poi prorompendo in una risata. – chi sono io per criticare chi corre dietro alle leggende?
La risata sussultò ferocemente nella stanza vuota per pochi, lunghi istanti e morì sola.
Garp accartocciò il pacchetto dei biscotti e se lo gettò alle spalle.
- E adesso spostati, devo andare a parlare con mio nipote prima che gli piantiate un paio di picche nella pancia. – disse, alzandosi.
Sengoku lo guardò con aria grave mentre si allontanava a passi rumorosi.
- Devo sospenderti dal servizio il giorno dell’esecuzione di Gol D. Ace?
I passi si fermarono.

Gol D. Ace. Figlio di un megalomane anche nel nome.

- Farò il mio dovere, Sengoku.


- Cosa vuol dire che vuoi diventare un pirata? Non te lo permetto.
- Come se spettasse a te decidere. Non sei mio padre, quindi smetti di darmi degli ordini. Perché dovrei starti ad ascoltare, nonnetto?





Ram's corner

Giusto un paio di note:
- la frase finale è una traduzione mooolto approssimativa di un flashback dell'anime;
- l'intera fanfiction è stata ispirata dall'immagine (che non è mia, ma appartiene al magico, vasto internet), per questo l'ho messa, anche se mi rendo conto che è un disegno straordinariamente pieno di potenzialità che non ho qui sviluppato.
Vi ringrazio per l'attenzione e mi auguro che questa piccola storiella sia stata di vostro gradimento!

Alla prossima,
Ram.
  
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