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Autore: deborahdonato4    24/06/2015    1 recensioni
Seguito di "Avere una seconda vita è una cosa. E' renderla migliore, il trucco"
Nico di Angelo e Will Solace hanno deciso di lasciare il Campo Mezzosangue per vivere insieme nel mondo umano. Le avventure non sono finite, e per Nico la prima nuova avventura è alle porte: conoscere la famiglia Solace...
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I sette della Profezia
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Dopo tre Happy Meal, Nico si sentì veramente sazio. Si massaggiò la pancia, chiedendosi se Will gli avrebbe ripetuto dei suoi problemi infantili con i giochini del McDonald's, e lasciò che la bambina giocasse anche con i suoi. Nico aveva riempito un cestino di giocattoli in meno di dodici anni, di cui Will si vergognava profondamente quando i nipotini andavano a trovarli e ricevevano la minaccia di non toccarli.
Tornarono alle giostre, fermandosi in macchina per posare i giocattoli di Nico, e Christal puntò lo sguardo sulle montagne russe.
«Potrei vomitare.» mormorò Nico, scuotendo la testa, declinando il muto invito. «Facciamo qualcos'altro.
Andarono a giocare nel recinto delle palline, e Nico tenne gli occhi puntati su Christal, ricordando vagamente Sheldon Cooper che esclamava «Bazinga!» ogni volta che usciva dalle palline.
Dopo quindici minuti, Christal uscì fuori dal recinto e andarono a mangiarsi dello zucchero filato azzurro. Nico scattò un paio di foto e le spedì nel gruppo Mai Più Profezie. Di solito non scriveva quasi mai. Era Will quello socievole.
«Ora andiamo sulle montagne russe?» domandò Christal.
«D'accordo, ma se mi vomiti sulle scarpe, ti metterò in punizione.» borbottò Nico, e la bambina rise.
Christal era troppo piccola per salire su quell'enorme montagna russa, e così andarono in quella per bambini. Nico si sentì sconfortato all'idea di metterci piede, ma si sentì più ringalluzzito quando vide altri genitori nelle sue stesse condizioni. Anche se molti di loro lo consideravano solo il fratello maggiore della bambina.
Dopo tre giri di giostra, si sedettero entrambi con le gambe molli su una panchina, cercando di riprendersi, e subito dopo andarono sulla ruota panoramica.
«Mandiamo una foto a papà!» esclamò Christal, entusiasta, guardando il parco giochi.
«Sei sicura? Vuoi ingelosirlo così tanto?»
«Sì!»
Nico recuperò il cellulare, sperando che non gli cadesse, e scattò una manciata di selfie. Scelsero quella più carina, e la inviarono a Will.
«Ho avuto una cattiva opinione su di te.» gli disse Christal, senza guardarlo, rigirandosi il peluche in mano.
«Mmh.» rispose Nico, lanciandole un'occhiata. La bambina non era poi tanto male. Gli dispiaceva solo aver aspettato circa due mesi per capirlo.
«Sei simpatico, ma non come papà Will.»
«Sì, lui lo è molto più di me. Ma le sue battute non fanno per niente ridere.»
«Come vi siete conosciuti?»
Nico cercò di ricordare le chiacchierate con Will sulla risposta adatta a quella domanda, ma non ci riuscì. Di sicuro, Will doveva essere nudo, mentre gli parlava. E Nico faticava molto a concentrarsi quando il marito era nudo.
«Mmh... In un campo estivo, durante le vacanze estive.» disse Nico, lentamente, vago, osservando il paesaggio sotto di lui. Erano veramente in alto. «È, ehm, successo dodici anni fa.»
«E vi siete sposati subito?»
«Oh, no. Ci siamo sposati tre anni fa. Tutti i nostri amici si sono sposati e noi siamo stati gli ultimi.»
«Cosa vi siete detti, la prima volta che vi siete visti?»
Nico non sapeva la risposta corretta. Sapeva di aver incontrato Will la sua prima volta al Campo, ma erano passati diversi anni da quando lui ne aveva dieci. Ricordava vagamente il figlio di Apollo come uno dei tanti semidei durante la battaglia contro Crono, e Will si era occupato dei feriti, oltre che del combattimento. Ma nei mesi successivi, dopo la scomparsa di Percy Jackson, Nico lo aveva incontrato più spesso, essendo Will capo cabina. Ma i loro incontri non erano stati sensazionali fino a quando Will, durante l'ultimissima battaglia contro Gea, gli aveva afferrato le mani. Era quello il ricordo che teneva per sé. Quando Will era passato da "un semplice figlio di Apollo" a "il ragazzo che è sopravvissuto toccando Nico di Angelo".
«Stavamo giocando.» spiegò Nico, lasciando che una scarica di energia gli attraversasse la spina dorsale. Dopo tutti quegli anni, pensare a Will Solace gli faceva venire le stesse sensazioni sentite un tempo. Sebbene ora i sentimenti erano più forti ed entrambi portavano una fede al dito. «Eravamo nella stessa squadra. Dovevamo sconfiggere il nemico. Ci siamo salvati a vicenda, poi, visto che lui si occupava insieme ad altri dell'infermeria, mi ha costretto a rimanere lì qualche giorno per riprendermi dalle fatiche.»
«E quindi dopo avete deciso di sposarvi?»
«È tutto molto più complicato di così.» ammise Nico. «E sono cose che ancora non puoi capire, sei piccola.»
«Me lo ha detto anche un'infermiera quando sono morti i miei genitori.» disse Christal. «Invece papà Will mi ha detto che loro erano morti, e che non sarebbero più tornati.»
Nico la osservò. «Ehm, come stai?» le chiese, titubante.
«Sto bene.» annuì Christal. «Ho perso la mia vera mamma e il mio papà, ma ho incontrato te e papà Will. Sto bene.»
Nico esitò, prima di dire: «Sai, io ho perso mia madre quando ero poco più grande di te. E, più o meno, ho perso anche una sorella alla stessa età. Quindi, se vuoi parlare dei tuoi genitori, con me puoi farlo.»
Christal annuì lentamente.
«Ma non parlarne con Will.» aggiunse Nico, abbozzando un sorriso. «Ha la brutta tendenza a piangere, quando si tratta di cose brutte.»
Christal rise, e Nico le passò un braccio attorno alle spalle. Era il primo vero gesto da padre che compiva nei confronti di sua figlia.

Quando scesero dalla ruota panoramica, oltre un secondo giro di zucchero filato - «Appena arrivi a casa, lavati i denti.» la redarguì Nico, occhieggiando la bambina. «E non dire niente a tuo padre!» - Christal chiese anche di tornare alla prima giostra, quella con i cavalli. Voleva fare delle foto nella carrozza, e Nico l'accontentò. Dopo una decina di scatti, Nico la lasciò da sola su un cavallo e andò a sedersi sulla panchina a tre metri di distanza, gli occhi puntati sulle giostre.
Nico controllò il cellulare una volta sola. Will gli aveva risposto, e anche gli altri sul gruppo, ma non aveva intenzione di leggere. Stava ripensando alla sua chiacchierata con Christal... Era filato tutto liscio. Ed era stato piuttosto piacevole chiacchierare con la bambina.
«Ehi, scusa, hai una sigaretta?»
Nico alzò lo sguardo su una formosa ragazza bruna che gli sorrideva.
«No, mi dispiace.» disse Nico.
«Non fumi?» insistette la ragazza.
«Se fumassi, mio marito mi avrebbe già staccato la testa.» rispose Nico, calmo, alzando la mano con la fede. Non riusciva a credere a tutti i sotterfugi che trovavano le ragazze per attaccar bottone con lui. E nemmeno Will gli credeva. Nonostante tutta la scuola sapesse del suo orientamento sessuale, Nico trovava un centinaio di bigliettini d'amore alla settimana nel suo armadietto, che gettava via, costernato. I suoi amici lo invidiavano, e Nico restava ogni giorno più stupito dal comportamento femminile. Lui e Will avevano fatto bene a trovarsi.
«Oh.» disse la ragazza, imbarazzata. «Che peccato.»
«Me lo hanno detto spesso.» borbottò Nico, occhieggiando la giostra.
Nonostante la fede, molte donne continuavano a provarci con lui. Nico ricordò le ultime due, una hostess e una collega di studi. La hostess aveva provato a saltargli addosso quando si erano fermati a destinazione, e Nico aveva sentito nostalgia dei biglietti d'amore. I primi li aveva portati a casa, lasciando che Will si sbizzarrisse per sbarazzarsene. All'inizio del secondo anno, per evitare altri consumi di carta, Will si era impegnato ad accompagnare a scuola Nico per un mese intero, baciandolo sempre più a lungo come arrivederci mattutino. Ma le ragazze erano implacabili.
«Da lontano non si nota che sei gay.» aggiunse la ragazza, e Nico aggrottò la fronte, chiedendosi cosa lo facesse sembrare gay da vicino. Non aveva lo stesso aspetto?
«Scusa, ma cosa ti fa dedurre che sono gay?» le chiese Nico, alzandosi in piedi, un po' curioso, lanciando un'altra occhiata alla giostra. «È perché ti ho accennato a mio marito?»
«No. Il modo in cui sei vestito. Così curato, così abbinato...»
«Abbinato?»
«Be', scarpe, cintura e piercing sono abbinati. Hai un gusto impeccabile nel vestirti.»
Nico fu tentato di prendere il cellulare e registrare la ragazza che gli diceva quelle frasi. Will doveva assolutamente sentirle. Will che continuava a lamentarsi del suo look dark. Will che gli aveva comprato una decina di capi colorati, ordinatamente piegati e nascosti in una scatola nello sgabuzzino.
«Grazie.» disse infine Nico, compiaciuto. «Scusami, ma devo andare.»
La ragazza gli fece un cenno e si allontanò in fretta, gettandosi solo un'occhiata alle spalle.
Nico scosse la testa. Leo si sarebbe di sicuro messo a ridere per delle avances del genere. Si avviò alla giostra, sorridendo al pensiero di Will che rideva a lungo delle parole della sconosciuta.
Nico impiegò solo un minuto a tornare alla realtà e a capire che qualcosa non andava.
Perché Christal non gli era ancora andata incontro?

   
 
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