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Autore: Giuls_breath    24/06/2015    2 recensioni
Era trascorso circa un anno dagli ultimi terribili eventi che avevano devastato Mystic Falls, era tutto normale…. o almeno così mi piaceva pensare.
Stavo male, era un dato di fatto, non una fantasia o una suggestione.
Stavo male per tante cose, mi sentivo come una bomba ad orologeria e non sapevo che cosa avrebbe potuto disinnescarla, chi mi avrebbe aiutata.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Kai, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il mio mondo - prigione
 
Terzo Capitolo

 
Bonnie si svegliò di colpo, la fronte madida di sudore e con l’inquietante sensazione di essere osservata. Si guardò intorno e ciò che vide erano le pareti marrone scuro della stanza in cui si trovava, la pagina del libro su cui si era posata era spiegazzata e cerchiata c’era la parola magia, l’aveva cerchiata lei prima di addormentarsi?
Decise che era meglio uscire dall’edificio e fare due passi nel parco intorno al college. Aveva paura, ansia, frustrazione durante il giorno quando era circondata da tante, troppe persone, invece una strana calma la prendeva la sera quando il silenzio incombeva sul College. Scese le scale ed aprì il portone dell’edificio e vide qualcuno seduto sui gradini, sobbalzò.. quel qualcuno si voltò ed era un giovane dai capelli folti e biondi che circondavano il viso spigoloso e pallido, la bocca rosea e sottile, dal naso sottile e dagli occhi verdi; Bonnie si sentì come paralizzata nel vedere quel giovane dallo sguardo penetrante, abbassò per una breve frazione di secondo lo sguardo e ricordò che aveva sognato Kai nella stessa posizione in cui si trovava quel giovane.
Quello doveva essere solo un altro incubo, sì doveva essere così.
Si fece coraggio e superò il giovane che non le aveva tolto gli occhi di dosso, aumentò il passo come a voler mettere quanta più distanza possibile tra lei e lui.
“Fumi?”
Si fermò voltandosi “No.” fu la sola risposta secca della ragazza, la quale temeva che da un momento all’altro potesse sbucar fuori Kai che la strangolava o la pugnalava alle spalle.
“Io sono Sebastian.” disse alzandosi e rivelando così un corpo ben fatto e la sua bella statura.
Tese la mano, Bonnie si morse il labbro indecisa se stringerla o meno, le buone maniere alla fine prevalsero e la strinse presentandosi. Una strana, vibrante ed inquietante scossa attraversò il suo corpo come se avesse preso la corrente.
Sciolse subito la presa e si allontanò da lui dicendo: “Non per essere scortese, credimi, ma voglio stare sola.”
“Lo capisco.” riuscì a fermarla di nuovo “E’ lo stesso per me. Sai, sono venuto fuori proprio per respirare, a volte mi sembra che nessuno mi capisca… o peggio che facciano finta di non capirmi e io… ci soffro.”
Era esattamente come si sentiva Bonnie incredibile!
La ragazza, come rapita, si sedette e il giovane Sebastian la imitò.
“Amo stare da solo, a volte sai mi sento meglio quando sono circondato dal nulla, dal silenzio piuttosto che da tante persone che vogliono soffocarti. Mi puoi capire Bonnie?”
“Sì, certo. E’ lo stesso per me.” tra loro scese qualche secondo di silenzio “Tu studi qui?”
“Sì, sono arrivato da poche settimane…”
“Strano, non ti ho mai visto!”
“Te l’ho detto, non sono un tipo molto socievole! E a quanto vedo neanche tu!”
La vecchia Bonnie si sarebbe offesa, invece annuì.
“Cosa ti tiene sveglia Bonnie?”
“Ciò che tiene sveglio te.” rispose lei.
“Cioè?”
“Un fantasma.”
“Mh…. mi piacciono le storie di fantasmi, dai racconta!”
“No! Non ti conosco abbastanza da…. dal parlarti così.”
“A me tiene sveglio la morte dei miei genitori, sai, li ho visti morire entrambi e per mano di un pazzo. Un lurido verme che… odio con tutto me stesso!” concluse con voce rotta.
Bonnie provò pietà per lui e fu più forte di lei, gli parlò di Kai – omettendo ovviamente i dettagli della magia, del mondo – prigione, di tutta la magia che l’ha segnata nel corso degli anni. Non avrebbe capito e soprattutto non voleva mettere in pericolo qualcuno che aveva appena conosciuto, qualcuno che sembrava condividesse le sue stesse paure, le sue stesse cicatrici.
 
Damon intanto per giorni sopportò la presenza e le chiacchiere ininterrotte di Kai, gli aveva descritto dieci volte la sua stanza, dieci volte la casa delle bambole della sorella, la casa in cui viveva con i genitori, gli aveva parlato di tutti i programmi che erano trasmessi in televisione nel 1994, le canzoni dell’epoca, delle attrici che gli piacevano.
“Sai, faccio ancora parecchia fatica ad adattarmi a tutte queste nuove inutili tecnologie, insomma non bastavano le videocassette? Non bastava….”
“Kai, ti ho detto quello che volevi, ora che altro c’è?”
“Ti ho promesso che ti avrei fatto perdere la testa, io mantengo sempre le promesse!”
“Puoi togliermi una curiosità? Come fai ad essere ancora qui?”
Il giovane osservò il vampiro con sguardo attento, poi posati gli avambracci sulle cosce disse: “Basta un po’ di magia e puff, eccomi ancora qui.”
“Spiegati!”
“Perché dovrei farlo con te?”
“Perché per esempio sono giorni che mi tormenti, chiedi qualcosa di cui sei già a conoscenza, non fai altro che dire cose inutili, il minimo che tu possa fare è rispondere ad almeno una mia domanda!”
“Il minimo?” disse accavallando le gambe sul divano in pelle rossa di casa Salvatore “Io non ti devo nulla, Damon. Ti risponderò se avrò voglia di farlo, altrimenti dovrai tenermi qui comunque.”
Damon digrignò i denti forte.
“Ti conviene non stringerli così forte o rischi di rimanere senza denti! Uuuh, immagini un vampiro senza denti?” scoppiò a ridere “E’ una scena inquietantemente divertente, non trovi?”
“No.”
“Oh, dimenticavo il tuo scarso sarcasmo.” fece una breve pausa “Bonnie che tipo è? Comico o noioso come te?”
Damon ormai non rispondeva nemmeno più, comunque avrebbe continuato a parlare.
“Sai cosa ti servirebbe? Una bella dormita.” disse Damon schizzando verso Kai.
Questa volta fu più veloce di Kai e gli spezzò l’osso del collo, non l’aveva ucciso lo sapeva, ma per un po’ sarebbe stato zitto.
 
 
Sapeva che non avrebbe dovuto abbassare la guardia, neanche per un istante.
In fondo lo aveva sempre fatto, eppure quel microsecondo gli era stato fatale da una parte e ottimo dall’altro: con la mente corse al Whitmore, quell’edificio sembrava trasudare malvagità e inquietudine più di quanto lui stesso potesse emanarne.
Aprì la pesante porta dell’istituto e salì l’imponente rampa di scale dinanzi a lui, fece i gradini due a due – non sapeva per quanto tempo sarebbe rimasto incosciente perciò doveva sbrigarsi – ed entrò nella stanza di Bonnie e di un’altra ragazza dai capelli sottili e biondi, si guardò in giro: lei non c’era.
Uscì di nuovo in corridoio e aprì tutte le porte presenti sul piano, dov’era finita quella ragazza?
La testa cominciava a girare e cominciò ad avvertire piano, piano il mondo attorno a lui… si stava per risvegliare; corse giù per le scale e la vide, fuori dall’istituto seduta sul prato insieme ad un tale.
“BONNIE!” gridò.
Non lo sentì, la vide sorridere e la sentì parlare di lui, stava parlando male di lui.
Si sentì offeso, sapeva quello che lei pensava di lui, ma sentirsi definire con tanta cattiveria in un discorso con un terza persona fu peggio. Uscì dalla struttura e corse sul prato, verso i due.
Voleva prendere Bonnie per le spalle e scuoterla, temeva di aver capito qual era il suo problema, ma ancora una volta gli fu impossibile parlarle perché a meno di un metro da lei, Kai restò come bloccato: era come se dinanzi a lui vi fosse una barriera invisibile, provò con delle formule ad eliminare quel muro, ma senza alcun risultato.
Bonnie non lo sentì e lui non riuscì a parlarle….
 
Riaprì gli occhi, sbatté le palpebre confuso.
Alzò la testa e si toccò il collo “Questo ha fatto male.”
Damon alzò le sopracciglia con un’espressione di disgusto e scocciata.
“Damon, mi devi aiutare!”
“Devo? Vediamo, piccolo diavolo, perché dovrei farlo?”
“Perché temo che ci sia qualcosa di molto grave nell’aria.” rispose.
“E cosa sarebbe?”
“Esiste una biblioteca in questo posto?”
“Credo di sì, ma se vuoi qui in salotto ci sono una serie di libri con delle belle figure che puoi colorare.”
Damon gli voltò le spalle e Kai aprì il palmo della mano, Damon cadde a terra avendogli provocato un aneurisma e facendolo contorcere dal dolore. Chiuse il palmo e il dolore abbandonò la testa del vampiro dagli occhi chiari.
“Non. Prendermi. Mai. Più. In giro.” sibilò Kai accovacciandosi di fianco a lui. “Chiaro?”
“Cristallino.” sputò Damon con dolore.
Kai si alzò e disse: “Allora, hai per davvero qui qualcosa inerente alla magia o stai solo cercando di farmi arrabbiare?”
“Ah…” si lamentò Damon ancora per i postumi di quel lacerante dolore.
“Lo prendo come un sì.”
Si voltò e cominciò a cercare tra i tanti e polverosi scaffali, prese la scala e salì fino in cima: osservava attentamente il titolo e sottotitolo dei vari libri dalle copertine azzurre, rosse, verde bosco. Non c’era nulla che riguardasse l’argomento che lui cercava.
Si lasciò cadere lungo la scala tenendosi solo con le mani lungo i bordi della stessa e fu di nuovo alla stessa altezza di Damon che lo osservava confuso.
“Oltre ad un pazzo psicotico affamato di magia all’improvviso sei anche affamato di libri?”
“Ti ho già avvertito una volta, Damon, non farmi fare qualcosa di cui poi ti pentiresti.”
“Uuuh, per esempio?”
“Vediamo… potrei metterti fuori gioco in pochi secondi se volessi, potrei farti ritrovare in uno scantinato senza occhi e senza lingua. Ti piace l’idea? Se conosco la risposta giusta, come credo sia, eviterai altre affermazioni o soprannomi del genere, sono una persona molto suscettibile, sai? Quindi, mi accompagni alla biblioteca della città. Tipo.. adesso?”
 
Damon e Kai erano nella biblioteca di Mystic Falls sezione Esoterica, paranormale.
Se solo ci fosse stato Stefan con lui forse non avrebbe dovuto vedersela da solo con quel pazzo!
Parecchie cose facevano ridere entrambi, quante bugie c’erano tra quelle pagine, quante nozioni errate sui vampiri, sulla morte, sulle streghe, sui rituali magici….
“Trovata!” urlò Kai.
“Ssssh!” intimò qualcuno presente in sala.
“Forse ti sei dimenticato, ma non siamo più in quel posto maledetto in cui eri da solo!” bisbigliò Damon.
La Magia Nera è stata bandita nel 1603, dopo che una Congrega di streghe l’aveva utilizzata per torturare un’intera città, causando follia tra i suoi abitanti e costringendoli a trasformarsi l’un l’altro. Le streghe in questione furono poi punite, furono private dei loro poteri e prontamente mandate all’Inferno, dove si dice risiedano tuttora, le loro anime non sono nient’altro che un involucro oscuro senza possibilità di redenzione. Ad ogni luna nera – o luna nuova – una leggenda dice che le streghe ritornino sulla Terra in cerca di ricettacoli per i loro abominevoli scopi.
Kai continuò a sfogliare le pagine velocemente e con sguardo attento e molto concentrato.
Colui che esercita la Magia Nera può realizzare qualunque cosa, anche se vista moralmente sbagliata o ingiusta dagli altri. Il Mondo, e l’Universo, apparterrebbe alla persona che esercita questa abominevole magia, causando terrore ed una brama che non potrà mai essere appagata. La Magia Nera ha bisogno di essere controllata e potrebbe possedere l’ospite al fine di essere utilizzata, spesso il ricettacolo viene ucciso e si passa così alla prossima vittima dopo che l’ospite si rivela inutile per la stessa. La Magia Oscura non può morire, rimbalza semplicemente da un corpo ad un altro. L’unico modo per rimuovere tale magia dal corpo della vittima è farla manifestare e affrontarla. L’amore, la gentilezza e la gioia sono tossiche per la Magia Nera, la quale inizierà a rimuoverli lentamente dall’essere prescelto, rendendo l’ospite uno schiavo privo di emozioni e-
Kai chiuse il libro, deglutì e rimase senza parole.
Sospettava già dal primo incontro con Bonnie che la Magia Nera la stesse iniziando a possedere, ma ora ne aveva conferma, Bonnie era in grave pericolo.
 
 
“Allora? Cosa ne pensi?”
Una ragazza dai capelli castani lunghi e ricci osservava Bonnie piena di speranza, le aveva infatti chiesto di controllare che il suo elaborato sulla storia medievale in Inghilterra andasse bene, ma Bonnie senza dirle cosa pensasse, le strappò l’elaborato e poi aggiunse: “Riscrivilo! Sai, dimostra che non hai nessun interesse per la materia, sei arida, povera, come le pagine dei libri a cui sei disperatamente devota.”
La ragazza osservò i pezzetti di carta strappati e li raccolse con le lacrime agli occhi prima di andare via. Caroline vide la scena e rimase sconcertata “Non hai esagerato?”
“Se lo meritava!”
“Che ti ha fatto?”
“Odio questo tipo di persone! Fanno finta di sapere tutto, quando non sanno un bel niente. La verità è altrove. Non ha proprio idea di cosa sia la storia… Povera illusa!”
Caroline guardò con un’espressione confusa l’amica e con gli occhi dilatati, Bonnie la guardò e le disse: “Togliti quest’aria assurda dal viso! Sei orrenda.”
Bonnie si allontanò e si diresse sotto un albero, sotto l’albero dove aveva trascorso diverse ore a parlare la notte scorsa con Sebastian, il misterioso ragazzo che non aveva ancora visto in giro.
Si stese…
 
 
“Bonnie… Bonnie….” Kai era a casa Salvatore seduto per terra insieme a Damon, aveva gli occhi chiusi e una candela tra i due uomini accesa. “Bonnie…. ti devo parlare. Bonnie…”
 
 
La ragazza fissava le foglie e sentì alzarsi il vento, un vento forte che scuoteva quelle foglioline verdi e poi una voce che la chiamava, lei si guardò attorno, ma non c’era nessuno che la chiamasse.
“Bonnie…”
“Oh, guardate chi c’è!” esclamò una voce, poi vide una ragazza circondata da un piccolo gruppetto di ragazzi e ragazze “Miss Perfettina Io Conosco La Storia! Come ti sei permessa di umiliare la mia amica, eh? Solo perché tu vieni da una scuola in cui si studiava molta storia, nessuno ti da il diritto di comportarti in quel modo!!”
“Ma io…” tentò di difendersi Bonnie “Io non ho fatto niente..”
“Ah certo e ora la mia amica oltre a stare male per colpa tua, sarebbe anche una bugiarda! Sta’ zitta, Bennett o ti giuro..”
Bonnie stese la mano e la ragazza che la stava insultando, cadde all’indietro e sbatté la testa.
“Oh mio Dio.” esclamò Bonnie sconvolta, si alzò e le si avvicinò “Mi dispiace, non volevo, io…” la allontanarono spingendola via.
“Vattene, sei un mostro!” ruggirono i ragazzi che stavano aiutando a rimettere in piedi la malcapitata. La fulminarono in gruppo con lo sguardo e andarono via.
Bonnie non trovò la forza di dire o fare altro, gli occhi le si riempirono di lacrime e cadde a terra, appoggiandosi all’albero sotto il quale si trovava.
“Ma che mi sta succedendo?”
 

“Allora?” chiese Damon “Perché non risponde? Sei sicuro che la procedura sia questo?”
“Senti, lo stregone sono io. E comunque sì, ne sono sicuro! C’è qualcosa che blocca il contatto, non sono io che non lo so fare!”
“E che sarebbe?”
“Non lo so.”
“Ma hai detto che con il sonno riesci a metterti in contatto con lei, giusto? Dormi!”
“Deve dormire anche lei e non c’è tempo di aspettare la notte.”
“Quindi cosa suggerisci?”
“Andiamo al Whitmore.” rispose Kai spegnando la fiamma della candela con le dita e scattando in piedi.
“Piccolo mostro, aspetta!”
“Cosa?”
“Io non riesco a capire…. perché ti interessa tanto salvare Bonnie?”
“Mi interessa il… potenziale della sua magia, ecco..” rispose esitante “Su, andiamo!”
La risposta non convinse per niente Damon il quale prese le chiavi della Camaro pronto ad aiutare l’amica e a capire quali fossero le vere intenzioni del suo piccolo amico.

 

 
__________



Buon pomeriggio!
Fortuna che oggi non c'è la Luna Nuova, vero?
Sono appena tornata dalla Convention tenutasi a Roma
dedicata a TVD e TO ed è stata 
una delle esperienze più belle e divertenti che io abbia mai avuto!
Ho incontrato Ian, Paul, Malarkey, Trevino, Chase, Rick Cosnett, Claire, Daniel Gillies
e sono tremendamente sexy tutti loro, ma
chi ha colpito oltre Ian sono stati
Daniel, Trevino e Rick *^*
BTW, a voi i commenti e alla prossima!!

 
  
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