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Autore: _Lullaby99_    24/06/2015    4 recensioni
RACCOLTA MOMENTANEAMENTE SOSPESA
[ PercyJackson!AU ] [ Raccolta di Missing Moments ]
Diamo una voce ai personaggi secondari - tutti strettamente legati ai Big Four però, che ci saranno in più o meno tutte le One Shot - già incontrati nella long " Il Caduceo, il Sole, l'Incudine e il Cinghiale " perché, suvvia, se lo meritano e sono sicura che sarete tutti curiosi di saperne un po' di più sul loro passato e sul modo in cui, mentre ci concentravamo sui nostri quattro eroi, hanno agito nel corso della storia.
Dedicato a tutti coloro che hanno contribuito al successo della long ♥
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie '- Il Caduceo, il Sole, l'Incudine e il Cinghiale -'
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We are Demigods
[ Raccolta di Missing Moments ] 
 
# Toothless 
Anche un mostro può provare emozioni 

Migliaia erano i draghi che quel giorno volteggiavano armoniosi in cielo. 
Orripilanti Bizzippi, Incubi Orrendi e Uncinati Mortali parevano in festa, come i Gronkio e i Terribili Terrori, mentre tutti uniti sorvolavano leggiadri le acque che circondavano la loro isola natia - l’Isola dei Draghi - quasi ballando.
Sulla scogliera più alta di quel pezzo di terra in mezzo al mare che loro chiamavano casa, una coppia di Furie Buie, le ultime rappresentanti di quella specie al mondo, attendevano impazienti la schiusa del loro piccolo ed unico uovo.
Il chiasso provocato dai loro compagni draghi cessò solo quando quest’ultimo cominciò a tremare - prima debolmente e poi più animatamente - nel suo caldo nido fatto di rami, ridestando così i genitori dalla loro sfiancante attesa. 
Il mondo sembrò bloccarsi in quell’istante, concentrato solamente sull’involucro scuro traballante e su ciò che conteneva. 
Un piccolo crac e poi, inaspettatamente, un musino color pece sbucò incuriosito dall’uovo semiaperto, annusando l’aria per la prima volta nella vita.
I suoi genitori ruggirono, avvisando così i compagni di isola del piacevole evento e questi, gioiosi come mai lo erano stati, ricominciarono la loro danza per festeggiare insieme l’ultimo, raro cucciolo di Furia Buia.

 
***

Stava crescendo bene, il piccolo draghetto, assieme alle cure della madre e agli insegnamenti del padre.  
Sebbene alla nascita fosse sembrato un tipo timido agli occhi degli altri del branco, adesso giocava contento con chiunque gli si avvicinasse: che fossero draghi, uccelli o qualsiasi altro animale al mondo in grado di muoversi, erano invitati ad essere amici suoi. 
Ed il pesce: oh, come adorava il pesce! Avrebbe potuto mangiarne a bizzeffe tutto il giorno, tutti i giorni, solo che poi, si diceva sempre prima di strafare, non avrebbe potuto giocare e vincere ad acchiapparello con la pancia troppo piena. 
Giocare: l’unica cosa che gli importava e piaceva in quei suoi primi, importanti mesi di vita. E come biasimarlo, a tutti i cuccioli interessava farlo dopotutto! 
Fu proprio mentre era assorto nella sua attività preferita che infatti, un giorno, scoprì il significato della parola umano
Non che nessuno gliene avesse parlato prima. Anzi, i suoi genitori e gli altri draghi adulti gli avevano numerose volte spiegato quale pericolo questi rappresentassero per loro, descrivendoli sempre come esseri nati dalla più oscura malvagità presente sulla Terra, avvolti in fitti strati di pelle e muscoli per mimetizzare il loro corpo da demone agli occhi altrui ma lui, titubante, non aveva creduto a nessuna di quelle storie tanto orribili quanto fantasiose: vi avrebbe creduto solamente dopo averne visto uno coi suoi grandi occhioni vivaci.
Non credeva che però quel desiderio di toccar con zampa questa antica leggenda fosse fattibile e, soprattutto, che si potesse avverare così presto.  
Giocava spensierato ad acchiapparello con dei Terribili Terrori e dei cuccioli di Uncinato Mortale quando, in lontananza, ne avvistò uno, apparentemente solo.  
I suoi amici scapparono subito cercando invano di portarlo via con loro ma il cucciolo di Furia Buia non aveva aspettato altro da mesi e ciò che meno desiderava in quel momento era proprio farsi scappare un’occasione irripetibile come quella. 
Così, di soppiatto, come un gatto affamato che inseguiva la sua preda, si avvicinò alla figura alta dell’uomo avvistato: non era poi così spaventoso coi capelli lunghi legati in spessi dreads, ed insieme a lui stava anche un cucciolo d’umano che, curioso esattamente come la piccola Furia Buia, toccava qualunque cosa gli capitasse a tiro.
-    Eret, smettila di giocare, abbiamo una missione importante da svolgere. – sentenziò irritato l’uomo verso il bambino, strattonandogli prepotentemente il braccio sinistro per incitarlo a muoversi. 
Alla Furia Buia, alla quale era stato insegnato dal padre che la violenza non portava a nulla se usata a sproposito, scappò un piccolo ruggito, che però non sfuggì alle orecchie dell’uomo più grande presente.
-    Ma cosa abbiamo qui? – disse mentre, ormai scoperto, il cucciolo tremava di paura.
L’umano scostò nel giro di pochi secondi i cespugli nei quali la Furia Buia aveva trovato nascondiglio, scovandola e afferrandola poco dopo vittorioso per la coda.
-    Ah ah! – esclamò soddisfatto mentre il bambino, sorpreso, scrutava estasiato il piccolo animale – La prova che siamo nel posto giusto. – 
Il cucciolo di Furia Buia provò a dimenarsi ma inutilmente. L’umano che lo stringeva si limitò a ridere dei suoi goffi tentativi di fuga, scaraventandolo poi violentemente in una piccola ed angusta gabbia da passeggio. 
-    Meno uno. – ghignò – Ne mancano altre centinaia. –
In trappola, il piccolo drago non poté far altro che osservare tristemente la foresta davanti a sé mentre l’uomo scotolava animatamente la gabbia nel suo cammino. Il piccolo umano – Eret - invece cercava di sfiorarlo lasciando passare una mano attraverso le sbarre, guadagnandosi così facendo però solamente altri rimproveri dall’adulto severo che lo accompagnava. 
-    Lascialo stare. –
-    Ma sembra triste, Drago! – rispose in sua discolpa il piccolo Eret, malinconico
-    Non ci importa. L’uomo nero ci ha chiesto di portarli tutti da lui. – liquidò tuttavia il discorso Drago, continuando a camminare spedito nella foresta ed ignorando il cipiglio amareggiato che si era appena stagliato sul volto del bambino.
Il piccolo Furia Buia tremava intanto preoccupato nella sua prigione: si stavano avvicinando pericolosamente al posto in cui i suoi genitori ed i suoi amici vivevano tutti assieme, il centro dell’Isola dei draghi. Ma, in fondo, cosa potevano un uomo ed un bambino contro un intero branco di draghi ed il loro Alpha? Quest’ultimo li avrebbe protetti tutti mentre i suoi genitori lo liberavano da quella gabbia: sarebbe andato tutto bene.
-    Guarda Eret! – chiamò poi il bambino improvvisamente – Eccoli qua! – 
Il draghetto alzò gli occhi per controllare a cosa l’uomo si riferisse: erano giunti proprio al posto che lui temeva raggiungessero. 
Speranzoso però ruggì per avvisare i genitori della presenza di estranei e questi, captando il suo richiamò, si voltarono più infiammati che mai verso i due umani in questione. Il cucciolo sentì la gabbia tremare più del dovuto, segno che il maggiore dei due fosse terrorizzato, o almeno così lui credeva.
Quel tremore percepito era invece rabbia, ardore assassino, distruzione
L’uomo lasciò cadere la gabbia del piccolo sull’erba verde ed umida per poi correre spedito verso i suoi genitori con una lunga e spaventosa lancia alla mano. 
-    Eret, chiamalo! – urlò intanto al bambino mentre duellava – Mi hai sentito?! Chiamalo!
Ma al piccolo drago, troppo occupato ad osservare preoccupato la lotta fra i suoi genitori e l’uomo che l’aveva imprigionato, non interessava cosa il bambino fosse incaricato a chiamare.
Avrebbe fatto meglio ad interessarsene però.
Un ruggito spaventoso squarciò infatti subito dopo l’aria. Tutti i draghi si zittirono improvvisamente, sbigottiti, mentre le due Furie Buie adulte atterravano finalmente Drago, rumoreggiante di dolore. 
Il loro Alpha – un drago mastodontico, bianco candido come la neve e provvisto di due enormi e profondi occhi lividi color cielo - sbucò dal mare per contrattaccare, ritrovandosi davanti nient’altro che un suo simile più scuro. 
-    Siete finiti! – esclamò, sebbene dolorante, Drago. 
I genitori della Furia Buia furono così distratti dalla lotta in corso tra l’Alpha e l’enorme drago degli umani da non notare l’uomo fino a poco prima da loro sottomesso di nuovo in piedi, intento a brandire la sua grande lancia con la mano destra mentre l’altra di mano gocciolava orribilmente sangue sull’erba sottostante.
-    Avrò la mia vendetta! – urlò mentre correva infuocato di rabbia verso il padre del cucciolo, infilzandolo alla fine della corsa dritto al cuore pulsante, trasformando il maestoso Furia Buia in nient’altro che cenere.
Straziato dalla scena, il draghetto si rannicchiò sotto una delle sue ali mentre lacrime bollenti sgorgavano inevitabilmente dai suoi occhioni verdi. 
Non poteva averlo visto davvero. Non poteva essere successo. 
Era un incubo. Doveva solamente trovare il modo di svegliarsi mentre i ruggiti di dolore di sua madre echeggiavano nella radura assieme a quelli dell’Alpha morente, sconfitto dall’altro possente drago di ghiaccio. 
In pochi, piccolissimi attimi era diventato orfano e prigioniero. 
E, mentre il nuovo Alpha prendeva il controllo dei draghi adulti rimasti nel branco, il piccolo Furia Buia continuava a piangere sconfitto sotto la sua ala, sperando che, chiudendo gli occhi, sarebbe riuscito a svegliarsi accanto ai suoi genitori, un’ultima volta.

 
***

Quindici anni dopo il piccolo Furia Buia – oramai adulto – non era ancora riuscito a destarsi da quel brutto sogno. Anzi, questo era diventato persino più nitido, più insopportabile ai suoi occhi un tempo carichi di verde speranza e adesso inevitabilmente colmi di oscurità e sconforto. 
Se ne stava lì, coi compagni draghi, a passeggiare senza meta nella grotta in cui erano stati confinati. Su e giù, avanti e indietro, fino a quando l’Alpha non veniva a trovarli ed i ricordi svanivano all’improvviso. 
Dimenticava se stesso in quei momenti, risvegliandosi molte ore dopo nella solita grotta umida, con solamente qualche sprazzo di verità a fargli compagnia. Verità oscene, verità che avrebbe preferito di gran lunga poter ignorare.
Volti di ragazzi che lo imploravano di risparmiarli, ringhi mostruosi provenienti dal suo stesso muso e poi sangue, ovunque
Nonostante sapeva di esser costretto dal suo nuovo Alpha – obbligato a sua volta da quel Drago ed il suo compare oscuro – a compiere tutte quelle orribili azioni, si sentiva colpevole, responsabile di una debolezza che, sebbene fosse un drago – ovvero un essere forte, fiero e sempre coraggioso secondo il pensiero popolare, privo di qualsiasi volubilità terrena -, aveva: non possedere una personalità.
Cos’era lui se non una marionetta messa lì, ad eseguire i compiti impartiti da qualcun’altro? 
Non era abbastanza forte da dire di no e questo per lui sì, era una debolezza.
Un drago che veniva meno alla sua moralità era un drago privo di carattere, un drago fantoccio. Era a questo che tutti gli insegnamenti di suo padre erano serviti? A diventare schiavo?
Evidentemente sì perché, per quanto ci avesse provato numerose volte, non riusciva proprio a resistere all’impulso di obbedire all’Alpha, esattamente come non ci riuscivano tutti gli altri. 
L’unica cosa che lo consolava in quello attuale status da prigioniero-schiavo era Eret, non più bambino di nove anni che eseguiva gli ordini del suo capo. No, lui si era affezionato ai draghi, si era affezionato a lui
Quando Drago e l’uomo nero non c’erano infatti, il ragazzo ne approfittava per regalare un po’ di gioia ai prigionieri alati. Portava loro del pesce, dei giochi, delle attività divertenti da fare. 
A volte, se si sentiva abbastanza sicuro di sé, lasciava pure che questi sgranchissero le ali all’aria aperta, di loro spontanea volontà, senza una missione assassina ad impegnarli. E come amava la Furia Buia volare libero senza costrizioni!
Gli ricordava casa: radiosa, calda, dolce casa. E sua madre e suo padre, soprattutto, ancora lì a sorridergli e a ruggirgli incoraggiamenti.
Per un primo periodo aveva pianto per loro, poi però aveva capito che era stato meglio così, che era meglio morire all’Isola dei draghi che vivere in quel modo là dentro.
Ciò che faceva vivere meglio lui era appunto il desiderio e l’ambizione di far ritorno un giorno alla sua terra natia, di poter correre di nuovo felice tra le sue scogliere, di poter respirare ancora una volta l’aria pulita della libertà.

 
***

-    Non posso più vivere in questo modo, capisci?! – inveì Eret contro il capo Drago per la prima volta in tutta la sua vita.
Drago lo guardava accigliato mentre tutti i draghi volgevano all’unisono le teste da lucertola al litigio in corso, speranzosi. 
La Furia Buia pregò che il suo amico riuscisse a cambiare qualcosa, che li liberasse tutti finalmente.
-    Ti sei affezionato a questi assassini?! – rispose però a tono Drago, stagliandosi sempre più alto davanti alla figura del giovane Eret – Dimentichi cosa mi hanno fatto quindici anni fa! –
E lo fece: con un colpo secco staccò il braccio sinistro metallico dalla parte vera del suo corpo, facendo arretrare inorridito Eret. 
Quel braccio l’aveva perso nella battaglia con le due Furie Buie, il loro cucciolo lo ricordava ancora.
-    Avevi imprigionato loro figlio! – continuò però dopo un attimo di scherno Eret, serio – Era il minimo che potessero fare per riaverlo. –
-    Preferisci la salute di uno stupido drago alla mia?! Io ti ho cresciuto Eret! Quando tuo padre e tua madre hanno deciso di abbandonarti a me io mi sono preso cura di te! – sottolineò volutamente con la voce quell’io e quel te 
-    Fortunatamente hai fatto un pessimo lavoro perché io – lo ripagò con la sua stessa moneta il figlioccio  – non sono come te. – 
Detto questo, il giovane si avvicinò noncurante delle urla di rabbia del suo ex tutore alla Furia Buia, sorridendo. 
-    Andiamo via bello, promesso. – gli sussurrò, e il drago sussultò incredulo.
Non poteva essere vero. Stava finalmente abbandonando quel posto, lo stava facendo davvero.
Eret spezzò le catene con un colpo secco di ascia mentre Drago continuava ad inveire contro di lui, spostando con la forza tutti draghi che ostacolavano il suo passaggio.
-    Cosa pensi di fare, ragazzo?! – lo inseguì - Quella Furia Buia ti ucciderà! Non durerai un secondo in sua compagnia!  –
-    Lasciamo questo posto. – ignorò l’uomo che gli urlava contro Eret, incitando la Furia Buia a partire una volta salitogli sul dorso.
E quest’ultima non se lo fece ripetere due volte. Librò in volo, osservando estasiato la faccia arrabbiata dell’uccisore dei suoi genitori e un po’ più triste gli amici draghi che rimanevano lì, nell’oscurità di quella prigione.
-    Verrò a prendere anche voi, promesso! – urlò però poi Eret, come se avesse letto nei pensieri dell’amico che lo accompagnava verso l’uscita della grotta.
Il drago color pece seguì ostinato la luce davanti a sé - strizzando tuttavia un po’ gli occhi verdi non più abituati a tale luminosità nel volo –, finalmente pronto a cominciare una nuova vita col suo nuovo, prezioso amico umano. 

 
***

Quella felicità appena riacquistata dal cuore della Furia Buia durò poco, purtroppo.
I primi giorni furono idillio totale: sovrastarono città e paesi, facendo a gara con gli uccelli a chi volava più veloce.
Poter sgranchire le ali senza l’Alpha a controllarlo era una sensazione bellissima. Si sentiva finalmente padrone di se stesso e delle sue azioni, finalmente libero. 
Poi però la pacchia dovette inevitabilmente finire. Erano fuggitivi del resto e sia lui che Eret, dopo quei primi giorni di euforia, dovettero cedere ai bisogni fisiologici di ogni creatura vivente, come quello di dormire e di mangiare.
Si fermarono così nella prima foresta a portata d’ala, convinti che i folti alberi verdi li avrebbero protetti dagli eventuali attacchi a scopo vendicativo di Drago e del suo potente e sottomesso Alpha. Lì cercarono acqua e viveri ed un buon riparo per la notte ma fu quando arrivò il momento di accendere un fuoco che sorse un problema.
La Furia Buia si offrì ovviamente volontaria per farlo dato che, sì, sapeva sputare fuoco come tutti gli altri draghi ma Eret, dopo aver pagato la cosa a sue spese in seguito ad un tentativo di quest’ultima, aveva capito che, per evitare un incendio doloso nella foresta, sarebbe stato meglio per lui accenderlo alla buona e vecchia maniera umana.
Peccato che il posto in cui riuscì a trovare la miglior sterpaglia fosse irraggiungibile per un drago delle dimensioni del compagno di viaggio. 
Così, dovette lasciarlo solo, addentrandosi con un misero pugnale nella fitta e insidiosa foresta scura.
-    Tornerò presto. – aveva detto prima di sparire, ma quella fu la prima delle promesse fatte e poi non mantenute dal giovane Eret.
Il presto si trasformò in ore e le ore si trasformarono in giorni. Giorni passati ad attenderlo imperterrito al loro punto di ritrovo ma nulla, era scomparso.
Quando poi, stanco e preoccupato allo stesso tempo, la Furia Buia si decise ad agire, ciò che mai avrebbe potuto immaginare accadde: degli scoiattoli all’apparenza innocui si trasformarono in signore con la pelle raggrinzita provviste di possenti e micidiali zanne giallastre, abbastanza appuntite da lacerargli la pelle forte e dura da drago. 
E fu combattendo e ruggendo a gran voce contro di esse che la sfortunata Furia Buia si rese conto di aver perso l’ennesima persona importante nella sua vita per mano loro. 
Ne avrebbe mai trovata un’altra? 
Lui ancora non lo sapeva ma proprio quella che stava aspettando giaceva a pochi metri da lui, insonne ma tutto sommato comodo, nella sua enorme tenda biancastra, chiedendosi proprio cosa mai fosse la figura scura che il giorno prima aveva avvistato casualmente in cielo.

 

N.A.: Dopo quindici giorni mi decido ad aggiornare! >.< 
La verità è che stavolta sono stata vittima - tanto per cambiare - dell'ennesimo blocco dello scrittore. Perché di regola la Missing Moment di oggi sarebbe dovuta essere incentrata sulla storia di Elsa, Anna e Flynn visto che tutti e tre appaiono mooolto prima del puccioso Sdentato ma, siccome ho deciso di dividerla in due parti - sì, sarà lunga come cosa - ho pensato fosse più sensato postare quella dedicata alla dolce Furia Buia prima. E qui mi è sorto il problema che ha portato a questo mio estremo ritardo: Cosa diamine scrivere su di lui?
Si perché non avevo ancora pensato al suo passato dato che mi ero convinta di dover scrivere prima quello sulla Cacciatrice Elsa.
Perciò, scusatemi, sono sempre la solita. T^T E pensare che mi sono sempre vista come una persona abbastanza organizzata >.<
Ma anyway, con la speranza di un vostro imminente perdono, vado al triste passato del nostro piccolo - e qui sfigatissimo - Toothless.
Come sempre sono un mostro. Ma mi piaceva l'idea che Hiccup fosse il suo raggio di sole in una vita altrimenti buia. E, per farlo, dovevo prima trasformarla appunto in... buia. ^^" x'D
Se vi state chiedendo cosa siano esattamente Drago ed Eret in questa fan fiction, eccomi qui, pronta a spiegare anche questa cosa che, ahimè, dalla Missing Moment, scritta dal punto di vista della Furia Buia, qui ancora senza nome, non poteva trapelare - dato che il primo a non sapere chi siano questi due tizi è proprio Sdentato x'D - .
Drago è un figlio di Ares - più assatanato di lui non ce n'è a mio parere - mentre Eret è un normalissimo mortale con l'abilità di poter vedere attraverso la Foschia. Come invece nella One Shot si è capito, quest'ultimo è stato abbandonato dai suoi genitori mortali - non chiedetemi il perché, volevo solamente trovare qualcosa che lo legasse al " caro " Bludvist - ed affidato a Drago. In Dragon Trainer 2 infatti non avevo ben capito perché Eret lavorasse per lui, ma l'ho visto solo una volta quindi forse non me lo ricordo x'D E ho infatti deciso di farlo convertire come nel film, facendolo diventare amico dei draghi prigionieri.
Poi l'ho ucciso ma... dettagli x'D
Insomma, nella speranza che anche quest'altra Missing Moment non vi abbia annoiato - il mio terrore è sempre quello ormai >.< - vi saluto e ringrazio come sempre, perché senza la vostra costante presenza questi miei frequenti blocchi dello scrittore non verrebbero arrestati ( ? ) dalla forza di volontà che siete voi a trasmettermi ogni volta. 
Grazie ancora per tutto, vi strappazzerei ad uno ad uno di coccole 

Alla prossima! 
 
 
  
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