Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: mattmary15    24/06/2015    2 recensioni
Rosemaria porta il nome di due muri. E' un nome pesante come la massa di mattoni che li costituiscono. Levi invece è il nome di un fantasma, leggero e quasi invisibile. Cosa li unisce se anche le giubbe che indossano hanno stemmi diversi?
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rivaille, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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Note dell'autrice:
Salve a tutti! Sono nuova di questa sezione e devo ammettere che, più in generale, ho scoperto da poco L'attacco dei giganti.
L'avvertimento AU serve proprio a questo... non voglio rischiare di andare fuori tema. Ogni aiuto, in tal sens è bene accetto. Il what if si riferisce, invece al personaggio di mia invenzione: Rosemaria Zackley. Non mi risulta infatto che il generale abbia una figlia. Giusto? XP.
Vi lascio alla lettura del secondo capitolo. Alla prossima.

#2
Sina è il miglior posto del mondo in cui vivere. Lo pensano tutti. Tutti tranne Rosemaria Zackley. Per carità, la ragazza non disdegna certe comodità come un letto morbido e l’acqua calda ma le pareti di pietra degli edifici di Sina sono talmente spesse da pesarti persino sull’anima.
Un’altra cosa che non sopporta sono i nobili.
Gente convinta che bisognerebbe far riprodurre i contadini solo per darli in pasto ai giganti. Fottuta feccia dell’umanità. Hanno preteso che non ci siano vagabondi o mendicanti nella cittadella. Non vogliono vedere il dolore o la disperazione. Preferiscono vivere la loro menzogna fino in fondo.
Per questo quando suo padre la manda a chiamare e deve attraversare il centro per andare dal palazzo della gendarmeria al palazzo dei ministeri, preferisce fare strade secondarie.
Raggiunge il grande arco di marmo del ministero e si fa annunciare. Un paio di soldati la scortano fino alla solita porta e le fanno il saluto militare.
Lei bussa ma entra senza aspettare un cenno di risposta. Suo padre è seduto alla scrivania. Non si spreca di alzare lo sguardo.
“Quando imparerai ad aspettare che ti autorizzi ad entrare? Diversamente non sprecarti a bussare, Rose.”
“Mi hai mandata a chiamare. Do per scontato che tu voglia vedermi, signore.”
A quelle parole il comandante alza lo sguardo, sfila gli occhiali, si appoggia allo schienale della poltrona di velluto rosso e la guarda.
“Perché sei contravvenuta ad un ordine di Doak ieri in tribunale?”
“Se n’è lamentato lui?”
“No. Te lo sto chiedendo io.”
“Volevi che Jaeger fosse fucilato?”
“Se Doak avesse fatto fucilare Jaeger senza che lo avessi ordinato, sarebbe finito a propria volta sotto cote marziale.”
“Scusami se non capisco, ma mi stai dicendo che avresti preferito perdere Jaeger pur di avere una scusa per togliere di mezzo Doak?” Suo padre sorride sornione e Rose evita il suo sguardo.
“Diciamo che una scusa così buona per liberarmi di quell’uomo non mi si offrirà tanto facilmente nel prossimo futuro. In più gli hai fatto fare la figura dell’imbecille. I nobili presenti penseranno che non rispetti i suoi ordini perché sei mia figlia.”
“Non credo che abbia bisogno della mia collaborazione per fare la figura dell’imbecille. Ci riesce benissimo da solo. Forse però da fastidio a te che i nobili pensino che tu mi lasci fare i miei comodi nella gendarmeria.” Suo padre indurisce il viso e incrocia le mani sotto al mento.
“Sai benissimo che non bado al giudizio altrui. Tuttavia non posso permettere che qualcuno pensi che tu sia privilegiata rispetto agli altri soldati. Già da tempo qualcuno borbotta sul fatto che non hai mai fatto parte di una missione fuori dal wall Sina. Pertanto ti affido un incarico”, dice l’uomo allungando un involto con alcuni documenti.
“Di che si tratta?”
“Quando abbiamo perso il wall Maria, abbiamo abbandonato diversi territori di enorme valore strategico. Cinque anni fa perdemmo anche un giacimento di gas molto utile per rifornire i dispositivi di manovra tridimensionale. Hai l’incarico di verificare che sia ancora utilizzabile. In quel caso invieremo una squadra a ripristinarlo.” Rose allunga una mano e srotola una pergamena.
“Vuoi che vada oltre il wall Rose?”
“La legione esplorativa parte da Trost fra qualche giorno. Ho chiesto a Smith di scortarti fino al giacimento.”
“Mi unirò alla legione esplorativa? Io che faccio parte della gendarmeria?”
“Hai paura dei giganti?”
“Con questo addosso”, fa Rose indicando lo stemma dell’unicorno sulla sua giubba “i giganti saranno il mio ultimo problema. E a Smith sta bene che un membro della gendarmeria si unisca alla sua squadra?”
“E’ un mio ordine e ubbidirà.” Rose non aspetta oltre. Esegue in modo perfetto il saluto militare e si volta.
“Rose.”
“Signore?”
“Perché hai protetto Eren Jaeger?”
“Se dovessi difenderti e avessi la possibilità di scegliere tra un fucile e un coltello, cosa sceglieresti?”
“Il fucile ovviamente”, risponde il generale.
“Per questo ho agito così. Jaeger rispetto ad un semplice soldato fa la figura del fucile di fronte al coltello.”
“Quel tipo, però, quel Levi, dice di poterlo uccidere in qualsiasi momento.”
“Ci sono persone più letali di qualunque arma, signore.”
“A volte la forza di volontà non è sufficiente, Rose.”
“Punti di vista, signore.”
“Non hai da chiedermi altro?”
“No.”
“Allora buona fortuna, Rose.”
“Grazie, signore”, fa uscendo e chiudendosi la porta alle spalle.
Zackley si volta verso il pesante arazzo che ricopre tutta la parete destra della sua camera e poggia una mano sul tavolo.
“Puoi uscire ora, Smith”, fa il generale mentre da dietro l’arazzo emerge la figura del comandante della legione esplorativa “che ne pensi?”
“Che le somiglia, signore. Le sole cose degne di nota, sono quelle che non ha detto.”
“Non voglio una lezione di psicologia. Ho messo mia figlia nella gendarmeria perché volevo qualcuno di cui fidarmi nella polizia militare e perché volevo che i nobili, a propria volta, si fidassero di me. Ora però ho l’impressione che Rose nasconda qualcosa. Durante la missione che le ho affidato, voglio che la controlli. Devo sapere se la gendarmeria ha preso davvero anche lei.”
“Credevo volesse affidarmela perché la proteggessi.”
“E’ mia figlia, Smith. Mi aspetto che torni da me intera.”
“Sa usare i dispositivi per la manovra tridimensionale?”
“Sì, ma non sa combattere. Ha solo l’addestramento di base.”
“La metterò in squadra con Levi allora.”
“Quel ragazzo non deve badare a Jaeger?”
“Mi creda, su una cosa sua figlia non sbaglia. Ci sono persone più letali di qualunque arma e il capitano Levi è la più letale di tutte.”
“Ha carta bianca, Smith ma non mi deluda.”
Il biondo comandante della legione esplorativa lascia la stanza senza controbattere. Farlo con Zackley sarebbe una perdita di tempo. Sa bene che si tratta di un uomo pratico che non ammette debolezze o errori. Si affretta piuttosto a tornare al suo accampamento.
Quando attraversa l’atrio della sede operativa della legione, osserva soddisfatto il lavoro frenetico dei suoi uomini. Tra poche ore partirà la nuova missione esplorativa e stavolta ha con sé un ragazzo che può diventare un gigante. Un’occasione più unica che rara di dare una svolta alle sue ricerche.
Nella grande sala dove si discutono le strategie lo aspettano Hanji e Mike. Discutono fra loro dell’opportunità di lasciare in vita due giganti di classe tre e sette che hanno catturato durante la missione per chiudere la breccia nel wall Rose.
In un angolo, vicino alla finestra, se ne sta seduto Levi sprofondato in quell’aria metà annoiata e metà insofferente tipica di lui.
“Hai parlato con il generale?” chiede Hanji “Ci lasceranno portare i giganti?”
“Sì. Hai il permesso di fare tutti gli esperimenti che vuoi, Hanji.”
“E riguardo ad Eren?” chiede Mike.
“Lo hanno affidato interamente alle cure di Levi.”
“Allora abbiamo vinto su tutta la linea!” esclama Hanji. Smith però fissa Levi che si è messo a lucidare accuratamente un coltellino. Ha sempre pensato che Levi si comporti in modo apatico soltanto perché riducendo al minimo i movimenti del suo corpo, amplifica al massimo quelli della sua mente. Le sue parole che arrivano a bruciapelo, confermano una volta di più questa teoria.
“Vinto su tutta la linea? Avanti Erwin, parla. Dov’è la fregatura?” fa il moro sollevando i suoi occhi taglienti sul comandante. Smith sorride appena sbuffando.
“Abbiamo un altro incarico”, dice mentre Levi posa il coltello sul tavolo e Mike e Hanji si fanno seri “Dobbiamo scortare un membro della gendarmeria fuori dal wall Rose a metà strada tra la breccia e Shiganshina.”
“Nel bel mezzo del nulla in territorio pianeggiante?” chiede Mike incrociando le braccia “Li abbiamo fatti davvero incazzare per affidarci una missione suicida!”
“Hai detto un membro della gendarmeria?” chiede invece Levi dimostrando a Erwin di aver centrato il punto della questione.
“Perché non mandano un plotone della gendarmeria a scortare uno dei loro pezzi grossi?” chiede Hanji dimostrando anche lei di aver compreso come stanno le cose. Erwin si siede e si versa da bere.
“Perché la gendarmeria non è in grado di scortare un bel niente fuori dal wall Sina.” Fa sorseggiando il vino “Comunque si tratta di un caporale.”
“Un caporale? Ti hanno scomodato per un caporale?” chiede Mike imitando il suo capitano e versandosi anch’egli un bicchiere.
“Il caporale Rosemaria Zackley”, dice Erwin guardando Levi negli occhi.
“Zackley?” chiede curiosa come suo solito Hanji “E’ imparentata con il generale?”
“E’ la sua unica figlia” risponde il comandante senza perdere il contatto con gli occhi di Levi che finalmente si decide a parlare.
“E io che dovrei farci?”
“Proteggerla. Sa a malapena usare il meccanismo per la manovra tridimensionale. Ho detto al generale che gliela riporterai intera.”
“Merda”, sbuffa Levi “non mi sono già preso la rogna di Jaeger?”
“Ti sei offerto spontaneamente e, francamente, non credo che Eren si trasformerà in gigante per ucciderci tutti. Posso contare su di te come al solito?” Levi riprende il coltello e lo infila sotto il mantello.
“Non mi piacciono quelli della polizia militare, lo sai. Non verrò meno all’ordine. Farò ciò che devo ma non le renderò la vita facile. Quelli che pensano che la loro vita valga più di quella di qualcun altro mi fanno schifo” fa aprendo la porta e richiudendosela alle spalle. Mike posa il suo bicchiere e sospira.
“Ho capito qual è il nostro compito ma non ho ancora compreso cosa deve andare a fare questa tizia così lontana dal suo nido.”
“Deve ispezionare un vecchio giacimento di gas. In fondo è sulla strada per Shiganshina”, risponde Erwin.
“E’ allo scoperto. Lì saremo alla mercé dei giganti.”
“Forse è quello che vogliono”, gli risponde Hanji mentre i suoi occhi saettano dietro alle lenti.
“Non lo so. Le nostre priorità comunque non cambiano”, fa Smith alzandosi e facendo capire agli altri due che la conversazione è finita.

 

  
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