Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: Laix    24/06/2015    6 recensioni
Lo scopo di questa raccolta di one-shot è di sperimentare varie coppie (non solo love couples) sia tra le più conosciute che tra le più impensabili. Alcune delle presenti sono già state suggerite da voi: con diversi personaggi e couple sperimentate, si vede cosa ne esce e si cerca di accontentare tutti! Non siete vincolati alla lettura dell'ultima shot pubblicata... Ogni shot è una storia a sé, quindi liberi di aprire la tendina dei capitoli e scegliere i duetti favoriti! ;) I contesti possono essere dei più svariati, anche passando per l'assurdo :D
***
35. Mary Sera e Shuichi Akai ~ [Sei dura, donna. Dura come la pietra, il ghiaccio, sei cemento. Io con te divento calce ma tu non ti rompi mai, una corrente salata che viaggia al contrario e apre le onde. Eppure guarda cosa hai nascosto lì sotto. Dietro le botte, gli insulti, lo sguardo, l'odio, ti stai solo preoccupando per me e per il destino avverso che inseguo. Hai già visto tutto coi tuoi occhi e su un altro uomo.]
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Heiji Hattori, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Vermouth | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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9. Amuro e Ran ~

***




Carnagione marrone scuro


- Fossi in te, Ran, un pensierino ce lo farei -
- Piantala, Sonoko!! Faccelo tu il pensiero, se ti piace tanto – le rispose Ran contrariata, rossa in volto.
- Io?? Io sono già sistemata! E Amuro di certo non calcola me nel modo in cui sta calcolando te -
- Non sta calcolando un bel niente... sono solo le tue fantasie perverse, come al solito -
- Sì, sì... guarda come sei imbarazzata, ahahah!! Insomma, perché no? E' un ragazzo carino... lavora praticamente sotto casa tua... ti dà qualche attenzione... non come quell'altro che sta sempre in giro per il mondo e non si sa mai che fine stia facendo! -

- Ma saranno affari miei, no? - le disse Ran con tono implorante, sempre più messa alle strette.
- Giusto, hai ragione. Beh... -
La conversazione tra le due ragazze fu interrotta dal bussare sulla porta dell'agenzia.
- Sì? Avanti – disse Ran a voce alta, rivolta alla porta.
Questa si aprì, rivelando la figura alta di un giovane ragazzo castano e dalla carnagione scura. Egli entrò nel salotto dell'agenzia, chiudendosi la porta alle spalle.
- Ciao, Ran. Scusa se sono passato solo adesso, hai ancora bisogno per quel problema al computer? -
- C-ciao Amuro! Sì... in realtà sì -
Dannazione, mi ero completamente scordata di avergli chiesto di controllarmi il pc! Perché doveva venire proprio adesso? Con Sonoko presente, pronta a gettare benzina sul fuoco...
E infatti, la tanto maliziosa quando giocosa secondogenita dei Suzuki ridacchiò sotto i baffi con molto, molto gusto. I suoi occhi diventarono due piccoli archetti goduriosi, gli angoli delle labbra stirati così tanto verso l'alto da sembrare parte di una maschera.
Amuro si incamminò verso loro due, in tutta tranquillità, infilandosi la mano destra nella tasca posteriore dei jeans grigi.
- So che sono passati alcuni giorni da quando me l'hai chiesto, ma ho avuto tempo soltanto ora. Non ti disturbo? Se preferisci posso tornare in un altro momento, oggi sono libero -
- No, non la disturbi! Ma vi disturbo io sicuramente, quindi scappo – proclamò Sonoko con tono alto e su di giri, voltandosi verso Ran per rivolgerle un sorriso colmo di intesa. Intesa che, peraltro, nutriva soltanto Sonoko.
Ran le restituì invece uno sguardo torvo e minaccioso, che prometteva cose molto cattive per il prossimo futuro. Ma Sonoko parve infischiarsene, troppo contagiata da quella succulenta situazione. La castana si avvicinò alla sua amica dell'agenzia, sussurrandole una frase velocissima nell'orecchio prima di levare le tende.
- E' troppo figo! Io i miei consigli te li ho dati, okay? -
Dopodiché le fece l'occhiolino e si avviò verso l'uscita, posando una mano sulla spalla di Amuro e salutandolo allegramente. Quando lei uscì, lasciandoli da soli, Amuro indossava un'espressione piuttosto perplessa.
- E' un po' strana la tua amica -
- Eh? I-in che senso? -
- Ha sempre questo atteggiamento frivolo? -
- Sì... molto spesso, almeno -
- Sembra una farfallina alla ricerca continua di emozioni nuove -
- Ahah! Direi che come metafora è piuttosto azzeccata -
- E' curioso che siate così amiche, ma è anche molto bello. Voglio dire... nonostante i caratteri così diversi -
- Che vuoi dire? -
- Che tu sei una persona più posata, seria. Con la testa sulla spalle, visibilmente affidabile e sincera. Si capisce subito che su una come te si può contare -
- G... grazie... -
- Sono rare le ragazze così. -
L'ultima frase, detta in tono più basso e quasi sussurrato, provocò a Ran un principio di pelle d'oca. Lei si schiarì la gola e con la mano si portò un leggero ciuffo di capelli dietro l'orecchio, voltandosi alla ricerca di un appiglio pratico che potesse smorzare l'improvviso imbarazzo.
- Dunque, a-allora... il computer -
- Sì, giusto, il computer -
- Visto che sei venuto per quello -
- Appositamente per quello -
Ran si avviò verso il computer portatile abbandonato sulla scrivania del padre, aprendone lo schermo. Con la coda dell'occhio vide Amuro accostarsi a lei, alto e robusto, con lo sguardo puntato sullo schermo del pc. Lei deglutì appena, cercando di pensare solo al problema tecnico che dovevano affrontare.
- Qual è il problema? -
- Vedi, ora lo accendo. Ecco. Però invece di mostrare il desktop, mi fa apparire una serie di codici che non comprendo, e qualsiasi cosa io schiacci non va avanti. Che diavolo sono? -
- Sì, è un intoppo di avvio che ho riscontrato molto spesso. Posso? -
Lui si chinò in avanti, portando le braccia verso la tastiera. Ran si fece un po' indietro, per evitare di toccarlo e ostacolarlo. Notò subito i muscoli di quelle braccia, resi evidenti dalla maglia nera piuttosto aderente che Amuro stava indossando, una maglia che donava lo stesso destino anche ai suoi pettorali. Dai quali era inaspettatamente difficile distogliere lo sguardo.
La ragazza sbatté le palpebre più volte, schiarendosi nuovamente la gola. Aveva un po' di sete.
- Tutto bene, Ran? -
- Sì! Vado a prendere da bere – disse, forse a voce un po' più alta del normale.
Si avviò frettolosamente verso la cucina, afferrò due bicchieri di vetro e li posò rumorosamente sul tavolo, sospirando a causa dell'agitazione.
Questa è tutta colpa di Sonoko! Non ho mai avuto quel genere di pensieri sul ragazzo che ora sta nel mio salotto, e non mi farei prendere da certe emozioni se non ci fosse lei a rincarare la dose con tante stupidaggini. Coraggio, ora torna di là tranquilla, come sempre.
Riempì i bicchieri con tè freddo e tornò da dov'era venuta, sorridendo cordialmente ad Amuro, lievemente irrigidita. Lui rialzò lo sguardo dallo schermo per puntarlo su di lei, gli occhi illuminati di gratitudine.
- Un po' di tè freddo è quel che ci vuole! Grazie -
- Sì. Prego. -
- Mi sembri un po' pensierosa, Ran... sbaglio? -
- Sì. Sbagli. -
- Inizia a fare caldo qua dentro, eh? -
- C-come? -
Lui bevve mezzo bicchiere di tè con una certa foga, sospirando sollevato subito dopo. La guardò, sorridente ma anche vagamente perplesso.
- Intendo per via dell'estate che arriva – specificò.
- Ah, sì! Sì, certo, molto caldo, per questo ho optato per una bevanda fredda -
- Hai fatto bene. Soffro molto il caldo, non so se sia dovuto al mio miscuglio di origini, provenienti anche dal sud -
- Sì, può essere... -
Lui sbuffò, afferrandosi il bordo della maglia nera e portandolo verso l'alto per togliersela, senza preavviso. Rimase solo con indosso una canottiera bianca, su cui faceva capolino la collana argentata che portava al collo, ora resa visibile.
Ran si accorse di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo, con occhi sbarrati. La sua pelle scura risaltava molto rispetto al bianco della canottiera, così come, chiaramente, i muscoli che aveva già notato prima, e di cui ora poteva osservarne anche la struttura. Lui si passò una mano tra i capelli, finendo poi di bere il suo tè e sentendosi finalmente a posto con se stesso.
Okay, Ran. Richiamati al contegno. Basta guardarlo, concentrati su altro. Ti odio, Sonoko, ti odio, è colpa tua che mi metti idee cretine in testa.
- Ehi, per te è un problema se sto così? -
- EH?! N-no! No, fai pure! Eheheh! -
Smettila di ridere, scema!
- Grazie, davvero! Non riuscivo a concentrarmi con tutti questi strati addosso. Ho scelto una maglia un po' pesante per la giornata -
- F-figurati, fai con comodo... e, dunque... come va il lavoro al pc? -
- Benissimo, non manca molto. Si tratta di sbloccare un paio di cose, e già che ci sono ti installo un programma di sicurezza che ti eviterà questi problemi in futuro. Ho il tuo permesso? -
- Sì sì. Ce l'hai. -
- Ottimo... -
Lui le sorrise, affabile. Anzi, molto affabile. Anzi, molto diretto. Un sorriso attraente in piena regola.
Lei arrossì di colpo e distolse lo sguardo, cercando qualcos'altro da fare. Qualsiasi cosa andava bene, qualsiasi.
- Non vuoi venire qui a vedere cosa combino sul tuo computer? -
- Sì, va bene... - mormorò, maledicendosi mentalmente subito dopo.
Si accostò a lui, in evidente disagio. Gli sfiorò anche il braccio per sbaglio, sentendone il calore. A quel punto lui parlò, la voce poco più di un sussurro, riuscendo però a farsi sentire grazie alla vicinanza.
- Ehi, volevo chiederti scusa per l'altra sera, Ran... -
- R-riguardo a cosa? -
- Quando in macchina ti ho tirata verso di me tenendoti premuta al mio corpo, per far sbattere l'auto dalla parte del passeggero.* L'ho fatto solo per la situazione d'emergenza in cui ci trovavamo, e non volevo certo tu ti ferissi... -
- Ma parli sul serio?? Hai fatto un atto coraggioso al solo scopo di risolvere una situazione pericolosa, riuscendo anche a salvaguardarmi! Perché mai dovresti scusarti? -
Lui smise per un attimo di digitare sulla tastiera, posando i palmi delle mani sulla scrivania e rimanendo leggermente chino in avanti. Lei lo guardò nel suo sguardo assorto, con aria interrogativa. Amuro fissava un punto di fronte a sé, pensando a qualcosa con cui ribattere.
- Non lo so, magari... magari avresti potuto non gradire il gesto. Un ragazzo conosciuto da poco che all'improvviso ti prende e ti trattiene... - lui ridacchiò, forse lievemente imbarazzato, facendola sorridere.
- No, non ti fare di questi problemi! L'hai fatto perché... perché lo richiedeva la circostanza -
- Già. Ma ti confesso che da quel momento ho iniziato a pensare che... -
A quel punto, rimanendo chino in quella posizione, lui voltò lentamente lo sguardo verso di lei, con l'ombra di un sorriso. Si guardarono a quella distanza ravvicinata, mentre Ran tornava nuovamente in apnea inconsapevole. Gli occhi di lui assunsero profondità e intensità, mentre si insinuavano nella mente di lei.
- ...che non sarebbe male se accadesse ancora, senza una circostanza che lo richieda necessariamente -
Lei deglutì, il batticuore improvvisamente accelerato e le mani gelide. Oh, no. Oh, no, allarme rosso, rossissimo.
Amuro continuò a sondarla con quello sguardo, senza l'intenzione di smettere. Il suo sorriso era indecifrabile, ma portatore di un chiaro obiettivo. Quello di imprimersi nella sua testa. Forse lui stava solo aspettando una reazione, una risposta, e finché non sarebbe arrivata avrebbe continuato a fissarla in quel modo disarmante.
Lui alzò una mano e, pacatamente, la posò sulla schiena di lei. La mosse appena in più direzioni, Ran sentiva il movimento silenzioso e caloroso sulla propria pelle. E comunque certo che Amuro aveva caldo, se emetteva tutto quel calore. Lei arrossì senza tregua, in preda ad un imbarazzo che la tramutò in pietra.
Mi serve un aiuto. Fatico a muovermi. Credo di avere il cervello in tilt, non so cosa fare! Come si evolverà questa situazione se rimango così? Aiuto, un aiuto!
- Ran-neechan, sono a casa! -
Il suono di quelle parole e di quella vocina le fece esplodere il cuore di sollievo. Dietro di sé sentirono la porta aprirsi, permettendo a Conan di fare capolino nella sala col suo solito sorrisetto ingenuo. Il quale si spense all'istante, non appena apprese la natura della scena che gli si poneva davanti.
Cosa. Diavolo. Sta facendo. QUELLO. - Pensò il detective, stizzito appieno nell'anima da quell'incresciosa visione.
Ran e Amuro si voltarono nella sua direzione, la prima con sguardo sollevato e implorante, il secondo con espressione del tutto neutra e sorridente. Lentamente tolse la mano dalla schiena della ragazza, in tutta calma, e si girò con tutto il corpo verso il ragazzino.
- Ehi, ciao Conan! Tutto bene? Mi sembri un po'... cupo – gli disse Amuro, con tono scherzoso.
- Può essere. Mi sarò svegliato col piede sbagliato. - gli rispose il ragazzino con tono di tenebra.
Doveva darsi una calmata, o sarebbe stato troppo sospetto. Venne colto da una gran voglia di saltargli al collo, ma si placò forzatamente.
- Oh, eccoti, che bello! Fatti dare una mano con quello zaino pesante – disse Ran, avvicinandosi frettolosamente a lui per dargli una carezza agitata sulla testa.
Nel frattempo Conan non staccava gli occhi da Amuro, il quale gli stava restituendo uno sguardo alquanto divertito. Ma cos'aveva tanto da ridere? E poi che diamine ci faceva in canottiera, quel bell'imbusto?
- Brrrr, che freddo! Non è il caso di vestirsi? - propose Conan in tono ironico e insinuante, sempre guardandolo.
Amuro ridacchiò, afferrando la propria maglia nera tolta poco prima e afferrando anche il concetto.
- Hai proprio ragione! Il tè freddo che Ran mi ha gentilmente offerto... sai, mi ha scosso dentro, mi ha fatto venire i brividi -
Lo disse in modo ambiguo e vibrante, guadagnandosi lo sguardo più torvo del detective e quello più imbarazzato di Ran.
- Quindi sì, ho un po' freddino anche io, mi rivestirò -
- Bene. - rispose secco il detective.
- Ran, qui al computer è tutto a posto, ti ho installato anche il programma di cui ti parlavo. Per qualsiasi altro problema... -
Si incamminò verso di loro, mentre si infilava la maglia.
- ...spero non esiterai a contattarmi. Sai dove trovarmi, a un passo da casa tua -
- S... sì... sì, certo, anzi! Ti ringrazio molto per oggi. Troverò un modo per sdebitarmi -
- Certo, pensaci su. Ci sono sicuramente modi più belli di altri... -
Lei arrossì nuovamente, mentre Conan percepiva la propria tempia entrare in fase implosiva. Prima o poi l'avrebbe strozzato malamente. Amuro continuò a ridacchiare sarcastico, dirigendosi all'uscita.
- Come ad esempio qualche dvd da prestarmi, mi piace molto il cinema. Ahah! Ciao, buon proseguimento! -
E se ne andò, smontando quell'aria tesa e ambigua che aveva creato poco prima tra loro.





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*Amuro qui si riferisce all'episodio in cui vanno tutti all'inseguimento della donna che ha rapito Conan, perciò Amuro, nel tentativo di bloccare l'auto di questa nemica fa una manovra di guida molto pericolosa che sfascia mezza macchina, tenendo quindi salda Ran addosso a sé per evitare che lei si ferisca.

Dunque, come vedete non succede nulla di disastroso tra i due protagonisti di questa shot :P Un po' perché interrotti da chi di dovere, un po' perché Ran è molto fedele... ma ciò non toglie che Amuro se le merita proprio certe attenzioni :Q___ Bwahaha! Non è che avreste voluto una Ran un po' più intrepida? Come la pensate? Essendo che questa "specie" di coppia viene sperimentata pochissimo e provo giusto ora a farlo volevo un'opinione legata a questo fatto, anche se doveste commentare questa unica shot, no problem :) Anche per capire quanto realmente possa incontrare assensi/dissensi! Io non ce li vedo proprio come tipologia di coppia, ma qualche cacchiatina stupida tra i due ci starebbe :P 
Intanto voglio ringraziare tanto chi sta già recensendo, non so che dire, siete meravigliosi!!! <3 E tutti i lettori! 

  
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