Capitolo 2 – Was
that supposed to be some big secret?
Una
volta rassicurato e congedato Miguel, che si è fatto
promettere di non esitare a contattarlo per qualsiasi
necessità, Beckett si
ferma nella zona giorno, recupera il proprio cellulare dalla tasca del
cappotto
che aveva abbandonato sul divano e cerca il numero di Alexis.
Dal
funerale di Montgomery le sembra che la giovane
Castle sia diventata più fredda con lei e teme di conoscerne
la ragione. In fin
dei conti, da quando ha deciso di nominarla sua musa e di seguirla sul
campo, anche
la vita di Rick viene messa in pericolo costantemente e questo non
può andare
giù ad Alexis, visto il profondo legame che la unisce al suo
papà. Quella
sensazione di gelo è leggermente diminuita dopo
l’episodio della banca, ma
ancora non è riuscita a recuperare appieno il rapporto con
lei. E non sa come
reagirà nel sapere che Castle si è ammalato
perché era sulla scena di un
crimine con lei, a notte fonda e con tanto di neve e temperature
rigide. Prende
un respiro profondo e aspetta che la ragazza le risponda.
“Pronto,
Kate? Hai trovato papà?” il tono di voce
tradisce immediatamente la sua angoscia.
“Ciao
Alexis, sì, è a casa e ha una bella influenza.
Non
ha fatto altro che dormire da ieri, è per questo che non ha
mai risposto al
telefono” le spiega, cercando di minimizzare.
“Come
ha fatto ad ammalarsi? A papà capita di
rado…”
“Beh,
due sere fa è stato scoperto un cadavere vicino a
Central Park e forse ha preso freddo
lì…”
“OK,
prendo il primo volo e arrivo” taglia corto la ragazza,
come se fosse stufa di quanto la nuova scelta di vita di suo padre
sconvolga
l’esistenza di tutti e attenti alla sua salute.
“No,
aspetta Alexis, so che sei abituata a fare l’adulto
nella vostra famiglia, ma non è necessario che tu rinunci al
tuo viaggio con la
scuola, sei all’ultimo anno… qui ci sono io e
posso… voglio prendermi
cura di tuo padre.”
Per
alcuni secondi non c’è nessuna reazione
dall’altro
capo della linea, anche se a Beckett pare di sentire gli ingranaggi del
cervello di Alexis lavorare a pieno regime, soppesando scrupolosamente
i pro e
i contro di quella proposta. Finché con un sospiro la sente
dire: “Ok, ma sappi
che quando è malato si comporta come un bambino.”
“Quindi
esattamente come quando sta bene. So come tenerlo
a bada” commenta con un tono di voce leggero, sperando di
farla sorridere.
“Sì,
hai ragione” risponde con un risolino. OK, missione
compiuta! Poi Alexis aggiunge: “Penso io ad avvertire la
nonna. Ah, Kate?”
“Dimmi.”
“Se
succedesse qualcosa chiamami subito, d’accordo?”
“Non
mancherò. Per ogni evenienza puoi darmi il numero
del vostro medico?”
“Ti
mando il contatto via sms. Senti, Kate... Occupati di
lui, ok? Papà è… è la mia
famiglia. E… lui… ci tiene a te. Molto.”
“Lo
so. Stai serena, Alexis, anch’io tengo molto a lui.
E’
il mio partner. E ora pensa solo a divertirti, me lo
prometti?”
“D’accordo.
Abbraccialo da parte mia.”
Anche
se non stanno facendo una videochiamata, le sorride
e la rassicura: “Lo faccio subito, se non si è
addormentato di nuovo. Gli ho
fatto prendere un antipiretico per abbassare la temperatura e credo sia
crollato un’altra volta.”
“E
ha assunto la medicina senza lamentarsi? Senza che tu
lo abbia minacciato o senza che tu gli abbia dato un cucchiaino di
miele subito
dopo?” le chiede sorpresa, tanto che le pare di vederla con
gli occhioni
spalancati dallo stupore, con quegli stessi fari azzurri che ha suo
padre.
“Oh,
naturalmente ha piagnucolato” le risponde, alzando
gli occhi al cielo.
“Ah,
ecco, mi sembrava strano. Anche se stravede per te
non era pensabile che fosse cresciuto di colpo!” commenta
ridendo.
“Già,
anche i miei superpoteri non arrivano a tanto.
Adesso ti saluto, Alexis, torna dai tuoi compagni che a tuo padre ci
penso io.
Ti chiamo domani, ok?”
“Grazie,
Kate. Ci sentiamo.”
Chiude
la telefonata e si dirige di nuovo verso la camera
di Rick, per portargli i saluti della figlia. Lo sente russare dallo
studio,
quindi non ci sarebbe bisogno di affacciarsi per verificare le sue
condizioni,
ma è più forte di lei. Apre piano la porta e lo
osserva: sta dormendo di
traverso sul letto, messo del tutto KO dall’influenza e
probabilmente dagli
effetti soporiferi del medicinale che gli ha fatto assumere poco fa. Ne
segue
con lo sguardo i lineamenti del viso: la fronte distesa, il profilo del
naso,
le labbra un po’ screpolate, quel filo di barba che gli sta
oscurando le
guance. E’ un bell’uomo, forte, solido e
accogliente. Lo ha sempre saputo, sin
da quando faceva la fila per ottenere un suo autografo, ma non si
è mai
concessa il lusso di guardarlo a lungo senza che lui se ne accorgesse.
Senza
volerlo, si ritrova a sorridere al pensiero di quanto questo suo
atteggiamento
sia inquietante e, al tempo stesso, divertente. Ecco cosa deve provare
lui
quando lo becca a parti inverse!
Scuote
la testa e si decide a lasciarlo riposare: il
sonno al momento pare la migliore medicina. Anche perché
cos’altro potrebbe
fare per lui? Nelle sue relazioni precedenti non si è mai
trovata a doversi
prendere cura di un fidanzato malato. Che poi Castle non è
nemmeno il suo
fidanzato, ma che le viene in mente? Scaccia quel pensiero e lascia che
la sua
mente vaghi verso il ricordo di ciò che sua madre faceva
quando lei era piccola
e aveva la febbre. Dunque… contro le malattie da
raffreddamento è fondamentale
la vitamina C. Agrumi! Ecco, gli può preparare una bella
spremuta d’arancia,
quella gli farà sicuramente bene. Poi… brodo di
pollo, sì, anche quello è un
toccasana, un conforto per il corpo e per lo spirito. Si reca in cucina
e apre
frigorifero, congelatore, pensili, armadietti finché non
trova tutti gli
ingredienti e gli attrezzi necessari. Scongela la carne al volo nel
microonde e
si mette all’opera. Mentre è intenta nel suo
lavoro, le viene in mente un’altra
cosa che lei e sua madre avevano fatto insieme quando aveva 9 anni e
doveva
togliersi le tonsille: una maratona di Temptation Lane! Sorride al
ricordo, sia
del tempo trascorso con Johanna sotto quella coperta, sia della
reazione di
Rick quando aveva scoperto questo lato so
delightfully not you, le aveva detto. Che poi, diciamocelo,
visto lo stato attuale
di Castle non riuscirebbe a stare sveglio oltre la sigla iniziale e lei
potrebbe
godersi gli episodi in santa pace, senza che lui la prenda in giro
perché
shippa le coppie di quella soap opera.
Un’occhiata
all’orologio la informa che si sta facendo
tardi. Non può abbandonarlo in queste condizioni, ma non ha
un cambio con sé e
non le va di dormire vestita. Non vuole nemmeno rovistare
nell’armadio di Rick
e o di una delle donne di casa in cerca di qualcosa da mettere per la
notte,
pertanto non le resta che una soluzione: rivolgersi a Lanie. Si
assicura di
aver acceso correttamente il piano cottura, vi deposita la casseruola
con il
brodo e poi recupera di nuovo il cellulare.
Dopo
pochi squilli, la dottoressa Parish risponde
sospirando: “Tesoro, non dirmi che c’è
un altro cadavere perché non ne posso
più questa settimana.”
“Tranquilla,
Lanie, non ti chiamo per lavoro. Avrei
bisogno di un favore…”
“Spara,
ragazza” la invita, con un tono assai più
sollevato di quello utilizzato poco prima.
“Senti,
Castle ha una brutta influenza ed è solo a casa,
non mi sembra il caso di abbandonarlo ma mi serve qualcosa per la
notte…
potresti passare dal mio appartamento e poi venire qui?”
“Wow
wow wow, mi stai dicendo che stai giocando al
dottore con Castle?” sghignazza dall’altro lato
della linea.
“No,
Lanie, non è così… è solo
il mio partner” si
giustifica Kate, anche se sa perfettamente che la sua amica dottoressa
non se
la berrà mai. Del resto, è lei la prima a non
credere alle proprie parole!
“Sì,
certo, Kate” le dice con tono accondiscendente. Poi riprende con maggior enfasi: “That guy is crazy about you and despite your little
act you’re crazy
about him. E
anche se non ti vedo, so perfettamente che
stai alzando gli occhi al cielo, tesoro. Ma è del tutto
inutile con me, lo sai
bene. Oh, what, was that supposed to be some big
secret?”
Per
un paio di secondi nessuna delle due parla, poi Kate
trova il coraggio di chiederle: “Do
you
think he knows?”
Il
medico legale sospira e pensa che, santo cielo, questi
due la manderanno al manicomio: ormai non sa più dove
sbattere la testa per
farsi comprendere. Poi si accinge a spiegare alla sua amica
ciò che hanno
capito anche i muri del Dodicesimo:
“Guarda
quanto è cambiato in questi anni… E lo so che hai
le tue cose da sistemare,
però se vuoi un consiglio approfitta di questa occasione in
cui siete da soli e
al di fuori del distretto. Strapazzalo un po’, tesoro, vedrai
che gli passa
persino l’influenza!”
“Oh,
Lanie, it’s
complicated… intanto puoi recuperarmi un cambio
per stasera?” cerca di
riportare la conversazione su un terreno più sicuro.
“Certo,
Kate, in meno di un’ora sono lì” le
promette,
scuotendo la testa perché quei due sono un caso perso.
“Grazie,
ci vediamo fra poco” la saluta e chiude la
conversazione.
Fedele
alle sue parole, 45 minuti più tardi
l’anatomopatologa
bussa alla porta del loft, portando un borsone. Kate le apre e la
invita a
entrare.
“Lanie,
ciao, grazie ancora. Senti, visto che sei qui,
potresti dargli un’occhiata?”
“You do know
living patients are not my thing, right?”
controbatte
la dottoressa Parish. A
ben pensare, fra persone normali un’uscita
del genere suonerebbe assurda, ma non quando a pronunciarla
è Lanie. Infatti
nessuna delle due è turbata.
“Lo
so, scusa, fai conto che non te l’abbia chiesto. Ti
offro qualcosa?”
“Ti
senti proprio a casa qui, vero? Comunque non ti
preoccupare, ti ho portato quello che mi avevi chiesto e ci ho aggiunto
qualcosa di extra. Prendilo come un incoraggiamento. E adesso scappo
che ho un
appuntamento per cena. Domani mi racconti tutti i dettagli, Kate. E per
tutti i
dettagli intendo TUTTI, compreso quelli più piccanti, anzi,
SOPRATTUTTO quelli
più piccanti!”
“Oh
Lanie, shut
uuuuuuuuup!”
L’uragano
Parish abbraccia Beckett e la lascia di nuovo
da sola nel loft, con Rick che sta ancora dormendo. Ripensando alle
parole
della sua amica, Kate non resiste alla curiosità di vedere
cosa ha aggiunto ai
suoi effetti personali, così solleva il borsone, lo appoggia
sul divano e apre
la zip. La prima cosa che nota è un completino intimo super
sexy, che non
ricordava nemmeno di aver acquistato. Lanie è un segugio
quando si tratta di
sesso! Scuote la testa e ripone quel trionfo di seta e pizzo in fondo
alla
borsa, confidando che ci sia anche qualcosa di più neutro da
indossare. Per
fortuna, il buonsenso non ha abbandonato del tutto il medico legale: un
paio di
confortevoli leggins e una rassicurante maxi t-shirt spuntano fuori,
calmando
il batticuore di Beckett. E naturalmente anche i calzettoni che usa per
dormire, ché se ha i piedi freddi non riesce a prendere
sonno.
Controlla
che il brodo stia cuocendo correttamente, poi prende
il bicchiere con la spremuta e si reca di nuovo nella stanza di Rick,
che
continua a dormire in modo profondo. Questa volta non resiste e gli
accarezza delicatamente
la fronte, ancora molto calda. Il suo tocco lo sveglia.
“Hey,
Kate… sei ancora qui…” constata
sorpreso,
regalandole un sorriso stanco.
“Certo,
Castle. Come stai?” gli chiede
“Sono
arrabbiato” ammette, facendo persino il broncio.
“Arrabbiato?
E perché?” gli domanda. Questa poi non se
l’aspettava. Era preparata a sentirlo lamentarsi per le sue
indicibili
sofferenze, ma non certo a questo.
“Perché
tu sei a casa mia e io non faccio altro che
dormire. Potremmo fare un sacco di altre cose, molto più
divertenti, specialmente
in questo letto” risponde.
Beckett
si limita ad alzare gli occhi al cielo, poi
commenta: “Darò la colpa alla febbre per questa
tua uscita. Ti ho portato un
po’ di vitamina. Su, bevi.”
“Non
mi va. E’ amara” piagnucola.
“Alexis
aveva ragione, sei davvero un bambino. Castle, I
have a gun and you don’t really have a
choice” dichiara Beckett con un tono che non
ammette repliche e
assottigliando lo sguardo. E infatti Rick obbedisce immediatamente e
butta giù
tutto il contenuto, senza ulteriori lamentele.
“Bravo
Castle, così sì che andiamo d’accordo.
E ora
lascia che vada a controllare il brodo.”
Gli
regala un’altra carezza – giusto per verificare che
la febbre non sia salita – ed esce dalla camera per recarsi
nella zona giorno.
Ha preso proprio sul serio il suo compito di crocerossina.
Dunque,
ricapitoliamo.
Il
detective Beckett sta dedicando il suo tempo libero a
prendersi cura di lui, gli ha preparato una spremuta
d’arancia e adesso sta
facendo il brodo di pollo. Che meraviglia essere malati…
Nota
dell’autrice
Il
ruolo della crocerossina va affrontato con serietà e il
detective Beckett non
si tira certo indietro: eccola intenta a preparare spremute e brodi.
Del resto,
lo ha detto anche ad Alexis: vuole prendersi cura di Rick.
Perché è il suo
partner, naturalmente. Quale altro motivo potrebbe spingerla a
occuparsi di
lui?!?!?
La
prossima settimana scopriremo cosa succederà durante la
notte… che Kate metta
in pratica la cura Parish?
Grazie
per l’affetto con cui avete accolto la storia!
Un
abbraccio,
Deb