Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: gabry_emme    25/06/2015    10 recensioni
Sequel de Der Wille zählt.
2 anni dopo...
Harry Potter e Severus vivono insieme, godendosi la vita, senza imprevisti, bastandosi l'un l'altro.
Fino a quella mattina, in cui suona il campanello di casa...
Piccola On-shot per collegare le due storie: Der Wille zählt. e Il Richiamo del Sangue.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Der Wille zählt.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A







Dumbledore, scavalcando il basso muricciolo del giardino, si avviò verso la porta d'ingresso. Depose dolcemente Harry sul gradino, tirò fuori dal mantello una lettera, la ripose tra le coperte che avvolgevano il bambino e tornò verso gli altri due.
[...]
Una lieve brezza scompigliava le siepi ben potate di Privet Drive, che riposava, ordinata e silenziosa, sotto il cielo nero come l'inchiostro. L'ultimo posto dove ci si sarebbe aspettati di veder accadere cose stupefacenti. Una manina si richiuse sulla lettera che aveva accando e lui continuò a dormire, senza sapere che era speciale, senza sapere che era famoso. [...] Non poteva sapere che, in quello stesso istante, da un capo all'altro del paese, c'era gente che si riuniva in segreto e levava i calici per brindare 'a Harry Potter il bambino che è sopravvissuto'.





















«Domani dovremo passare da Astoria. Lei e il piccolo Scorpius tornano stasera a casa. Quindi non prendere impegni per domani mattina.»
Un grugnito indistinto si alzò dalla poltrona.
Harry Potter guardò il quotidiano che nascondeva il volto dell'uomo seduto. L'unica cosa che si vedeva era il braccio che manteneva la tazza di te, facendola sparire ogni tanto dietro la pagine per sorseggiarlo. La faccia del nuovo Ministro della Magia, dopo il pensionamento di Kingsley, gli sorrideva affabile dalla prima pagina.
Erano passati due anni da quando aveva abbandonato la scuola di Hogwarts e la vita, doveva essere sincero, proseguiva in maniera perfetta.
«E sabato siamo a cena da Ron e Hermione,» continuò il moro prendendo la tazza che l'elfa Nelly che aveva appena poggiato sulla penisola in marmo bianco della cucina e andandosi a sedere sul divano. «Rose sta crescendo. Domani farà un mese e volevano fare una piccola riunione di famiglia.»
Severus Snape abbassò il quotidiano quel tanto che serviva per guardare il volto del ragazzo.
«E noi cosa c'entriamo con la famiglia Weasley?» chiese, alzando un sopracciglio.
«Oh, Severus, andiamo!» protestò Potter. «I Weasley sono la mia famiglia, lo sai. Mi hanno accolto quando non avevo nessuno!»
«Ecco perché sono sempre stato contro la beneficenza,» frecciò sarcastico il professore.
Harry lo guardò, sapendo di averla avuta vinta.
Da due anni, vivevano insieme, i due anni più belli della vita del Bambino Sopravvissuto. Aveva appena terminato l'Accademia degli Auror e Severus continuava a tormentare gli studenti di Hogwarts nella sua segreta. Ogni mattina, tramite la Metropolvere, andava al castello e cercava di rientrare sempre prima di cena, quando le punizione inferte ai Gryffindor glielo permettevano, ovviamente.
Il Bambino Sopravvissuto sprofondò nel divano. Con assoluta certezza, poteva affermare che la sua vita era perfetta.
Sulla mensola del camino c'erano parecchie, elaborate cornici. Le foto ritraevano momenti divertenti del loro viaggio dopo il diploma del Gryffindor: Il Cairo, Parigi, Roma, Venezia, il Perù, Cina e Giappone. Sarebbe dovuto durare un mese ma lo avevano prolungato di un altro. La voglia di vedere, scoprire e stare insieme era più forte di qualsiasi impegno, dando anche così la possibilità a tutti di abituarsi all'idea di loro due insieme. C'erano anche foto di vita quotidiana, scatti rubati: Harry che faceva esplodere un calderone nello studio di Severus allestito al piano di sotto, Snape che leggeva seduto elegantemente sulla poltrona, Potter abbracciato a Ron, Hermione e Draco il giorno in cui erano diventati ufficialmente Auror.
Il campanello della villetta trillò e i due maghi si guardarono.
«Aspetti qualcuno?» chiese Harry.
«Io no,» borbottò Snape. «E ti avviso che se è un altro dei tuoi giochetti per convincermi a fare una scampagnata con i tuoi amici, la mia risposta è no.»
Potter sbuffò alzandosi. «L'ho fatto solo una volta,» borbottò andando verso l'ingresso.
«E spero rimarrà l'ultima,» ringhiò Severus, continuando a leggere l'articolo de textit{La Gazzetta del Profeta} sul nuovo Ministro.
Sentì la porta aprirsi e poi la voce strozzata di Harry dall'ingresso.
«Severus!»
«Potter, ti giuro se è uno dei tuoi giochetti...» borbottò alzandosi di scatto e raggiungendo il ragazzo.
«Io non c'entro nulla, ti giuro,» boccheggiò il Gryffindor.
Severus raggiunse Harry davanti alla porta aperta. Il sole di fine maggio brillava, inondando tutto Hyde Park davanti ai loro occhi con gli alberi scossi dalla leggera brezza. E gli occhi di Severus si fermarono su quello che anche Potter stava fissando, immobile.
«C'era questa,» disse il moro, passandogli un foglio di pergamena.


Caro signor Potter,
Lei non mi conosce, ma io, come tutti, conosco lei. Conosco la sua storia e credo che lei sia l'unica persona che potrebbe aiutarmi.
Con il cuore a pezzi, glieli affido. Io non posso tenerli, non posso curarli né farli crescere. Con me sarebbero costantemente in pericolo.
Spero di aver riposto bene la mia fiducia. Lei è l'unica persona di cui al momento posso fidarmi.
Non mi cerchi, mai. Probabilmente morirò a breve. Mi danno la caccia. Glieli affido.
Saranno sempre nel mio cuore.


«Non c'è firma,» borbottò Severus, finendo di leggere la lettera.
«No, infatti,» disse Harry, gli occhi che non riuscivano ad abbandonare i due piccoli fagotti che contenevano due neonati poggiati sul gradino d'ingresso.

«No, Harry, il cognome sarà il tuo!» ringhiò Severus due ore dopo, sbattendo il bicchiere sul piano in marmo della cucina.
«Snape Potter non ti piace?»
«Ma ti prego! Snape Potter! Non si è mai sentito un cognome così ridicolo!» borbottò il professore. «E poi preferisco che abbiamo il cognome del Salvatore del Mondo Magico e non quello di un ex Mangiamorte! E poi, portando il tuo nome, saranno più al sicuro.»
«Ne dubito ma... va bene, va bene,» si arrese Harry, alzando le mani al cielo. «James?»
«Scordatelo!»
Il Gryffindor sbuffò. «Che ne dici di offrire qualche aiuto concreto invece di bocciare soltanto le mie idee?»
Severus rimase in silenzio qualche secondo, bevendo un po' di whisky. Erano solo le undici di mattina ed era al secondo bicchiere di liquore. Quella domenica era iniziata male e prometteva di finire peggio... e aveva bisogno di quanto più alcol riuscisse a mettere in corpo.
«Cameron,» borbottò.
«Mmm... Cameron Potter,» disse Harry, pensandoci. «Non suona per nulla male. Ma occorre il secondo nome.»
«Harry?»
«Che c'è?»
«Harry.»
«Se mi dicessi cosa vuoi...» ringhiò Potter, guardando il mago.
«Il secondo nome, razza di moccioso petulante! Non sto chiamando te ma sto dicendo di mettergli Harry come secondo nome!» Severus quasi urlò. Decisamente era una pessima domenica.
«Cameron Harry Potter,» borbottò il Bambino Sopravvissuto. «No, non ci siamo proprio.»
«Come si chiamava tuo nonno?» chiese Snape.
«Harry.»
Il mago alzò gli occhi al cielo. «Tuo nonno paterno,» disse in un sospiro.
«Ah... no no, si chiamava Frederick e non chiamerò mai Frederick mio figlio,» esclamò Harry. «Ma voglio che abbiano anche qualcosa di tuo. Quindi... Cameron Severus Potter.»
«Potter.»
«No, ho deciso,» sorrise Harry, curvandosi sul piccolo neonato che dormiva steso sul divano. «Mentre, invece, questa piccolina...»
«Electra Lilian Potter,» disse subito Severus, vuotando il bicchiere.
Harry si voltò a guardarlo, incuriosito.
«E non voglio discutere,» ringhiò lo Slytherin riempiendosi nuovamente il bicchiere e buttandolo giù in un sorso.
«Ok ok,» sorrise Harry, mentre Severus si avvicinava.
Rimasero a guardare i piccoli neonati di due mesi che dormivano dolcemente. Cameron Severus Potter si mordicchiava il pugnetto chiuso con la testolina completamente calva, perso in chissà quali sogni, mentre la sua gemella dormiva con la piccola boccuccia rosa leggermente socchiusa, le braccine strette al piccolo corpo e qualche capello nero che gli stava dritto sulla testa.
«Sei sicuro, Harry?» sussurrò Snape, guardando il compagno. «Due figli sono una bella impresa da affrontare.»
«Sono sicuro,» annuì Potter, «se tu sarai al mio fianco. Dopotutto, è quello che è successo a me e non permetterò che questi due piccolini crescano in un orfanotrofio. Voglio che crescano circondati dall'amore.»
Severus annuì, dandogli un leggero bacio sulle labbra e cingendogli i fianchi. «Dovremo fare qualche piccolo cambiamento in casa allora.»
«E dovremo dirlo a tutti,» rise Potter, alzandosi. «Potremo fare una piccola festicciola, in pieno stile Gryffindor! E chiamare tutti i ragazzi e...»
«Frena moccioso,» ringhiò Snape, togliendo il braccio dal suo fianco. «Modera l'entusiasmo e le pretese. Prima di tutto dobbiamo avvisare il Ministero e compilare tutte le carte per l'adozione. E poi, con calma e senza la frenesia dei Gryffindor, lo diremo a tutti.»
«Rose e Scorpius hanno la loro stessa età,» sorrise Harry, dolcemente.
«Cresceranno tutti assieme,» annuì Severus. «Felici e spensierati. E gli diremo tutta la verità quando sarà il momento.»
Harry annuì, guardando i due neonati dormire. Delicatamente, si abbassò davanti a loro. Prese il piccolo braccio destro di Cameron e, con un gesto del dito, cancello il piccolo marchio che era impresso, come una voglia sotto la sua pelle, sul lato interno del polso. Fece la stessa cosa con il polso sinistro di Electra.
«Meglio farli crescere tranquilli e senza marchi,» sussurrò Potter, tornando ad alzarsi. «Non voglio che debbano preoccuparsi o essere additati. Voglio una vita normale, per loro.»
Severus gli passò un braccio intorno alle spalle.
«E Efran gli farà da Padrino. A entrambi,» disse Harry, risoluto. «Voglio che, se dovesse succederci qualcosa, siano protetti.»
«Vorrà dire che dovrò sopportare Hughes più del previsto,» borbottò Snape ma con un piccolo sorrisetto sulle labbra.



Una nuova avventura stava per cominciare.












A domani, signore e signori, con il primo capitolo de Il Richiamo del Sangue.
See you soon.
  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: gabry_emme