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Autore: gallavich_feels    25/06/2015    0 recensioni
Che succede quando trovi un ragazzo che ti sconvolge l'esistenza? Che succede quando trovi la cometa della tua vita?
"Sei gay?"
"No."
"E allora perché mi hai baciato?"
"Non lo so, forse perché mi piaci così tanto."
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo cinque.
 
Michael stava camminando verso casa di Luke, in modo nervoso e molto agitato, non sapeva cosa sarebbe stata la sua reazione e non sapeva cosa stava facendo.
Finalmente arrivò fuori casa di Luke ed era grandissima all’esterno, non riusciva ad immaginare all’interno. Bussò alla porta, e venne ad aprire una giovane donna.
“Posso aiutarla?” disse la giovane.
Michael annuì. “Certo, ehm.. sono un amico di Luke e dobbiamo fare un progetto insieme, è in casa?” mentì il ragazzo.
La donna fece una faccia sorpresa, “Aspetta cosa? Luke? Amico? Progetto insieme? E’ una cosa impossibile, ma mi fa piacere che Luke in questa nuova scuola si sia fatto degli amici.” Disse.
Luke non aveva amici? Che cosa… strana.
“Si, sono.. un suo amico.” Michael disse quella parola con ansia e agitazione.
La donna sorrise. “Entra pure.” E Michael così fece e sorrise alla signora.
La casa era immensa, un salotto enorme e un piano forte proprio sulla sinistra, ed enormi scale che portavano al piano di sopra.
“Vai pure, Lukey è di sopra. La sua camera è l’ultima a sinistra.” Sorrise ancora la donna.
Lukey?..
Michael salì le scale e aprì l’ultima porta del corridoio, trovandosi un Luke Hemmings che dormiva beatamente. Lo fissò per quasi due minuti, ma poi realizzò per quale motivo era lì.
Strattonò di poco Luke sulla pancia, e pian piano Luke aprì gli occhi.
“Mi devi pagare, Luke.” Disse Michael ringhiando.
“Clifford?” disse Luke con una voce roca.
“Mi devi pagare quello che hai rotto ieri al negozio, Luke.” Disse ancora.
Luke si mise a sedere sul letto e si strofinò gli occhi. “Okay okay, calmati.”
In un attimo i due ragazzi erano lì che si strattonavano, e Michael non aveva molte forze e si sentì trascinato sul letto di Luke con quest’ultimo sopra di lui. Michael aveva gli occhi chiusi per la paura che Luke gli facesse del male, ma poi li riaprì e vide il biondo che lo fissava con i suoi bellissimi occhi azzurri, e Michael non fece a meno di guardarli, gli piacevano così tanto.
Gli occhi azzurri del ragazzo biondo stavano fissando quelli verdi del ragazzo con i capelli colorati, il biondo tirò un sospiro profondo e si tirò su dal corpo di Michael.
“Non dovevo venire.” Disse Mike che stava per uscire dalla camera.
“Aspetta.” La voce roca del biondo lo fermò, Michael si girò e si ritrovò dei soldi sul letto, il ragazzo lo guardò ma si sforzò a non guardarlo dritto negli occhi.
“Grazie Hemmings.” Borbottò Michael.
“Si, come vuoi.” Rispose solamente Luke. E Michael prese i soldi che erano sul letto e si diedero un ultimo sguardo.
“Oh, fanculo agli sguardi.” Tirò Michael per la camicia e se lo portò sulle sua labbra, baciandolo appassionatamente.
Caddero sul letto e Luke si ritrovò sul copro di Michael, baciandogli le labbra con foga. Si desideravano, Luke lo desiderava.
“Non..” Michael cercò di dire qualcosa, ma il biondo lo fermò con un dito sulle labbra.
“Non rovinare il momento, Clifford.” Disse il biondo respirando con fatica. 
Dopo che si staccarono, Michael respirò sulle labbra del ragazzo biondo, le sue labbra carnose erano diventate l’Universo intero.
“Non devi dirlo a nessuno, ok? A nessuno.” Disse Luke accarezzando le labbra di Mickey.
“Perché no?” chiese il ragazzo.
“Perché no, punto.” Borbotto quasi irritato Luke. Michael annuì, e sospirò.
“Forse è meglio che tu vada.” Disse il biondo alzandosi dal letto, lasciando Michael a bocca aperta.
“Si..” rispose Michael, solamente.
Quest’ultimo si avvicinò alla porta, il biondo gli accarezzò la schiena e Michael ebbe dei lunghi brividi verso essa.
“A presto, Gordon.” Sussurrò Luke  nell’orecchio di Mike.
Si avvicinò alla porta e lo salutò con un cenno della mano e uscì da quella stanza piena di loro segreti.
 
 
                                                                                                                           ***
Michael era tornato a casa con un sorriso stampato sulla faccia pensando a quello che era successo appena venti minuti fa, e si chiuse la porta alle sue spalle.
Entrò in salotto e si ritrovò Calum con le mani tra la testa.
“Ehi Cal, che hai?” disse Mike, poggiando una mano sulla schiena del fratellastro.
Calum non rispondeva, continuava ad avere la testa abbassata e le mani tra essa. “Cal?” Michael si sedette sul divano.
“Ehi..” disse ancora.
Ma non rispondeva. Poi Mike sentì un singhiozzo provenire dalle labbra del fratellastro. “Calum, che è successo? Rispondimi, per favore.” Implorò quasi Michael.
Calum alzò la testa e si asciugò le lacrime che gli erano uscite e guardo Michael.
“Michael..” quella voce era familiare, molto familiare. Il ragazzo alzò la testa e si ritrovò sua madre e un uomo sulla soglia delle scale.
“Che cosa ci fai qui? Che cazzo ci fai qui, Melissa?” Michael si alzò dal divano e andò in contro alla madre alcolista.
“Sono venuta per te, figliolo. Voglio che tu venga con me.” Sussurrò la madre.
“Ah si, giusto, per me.” Ironizzò Michael. “Mi hai lasciato da solo in una cazzo di autostrada quando avevo appena otto anni e ti aspetti che venga con te in qualche strip club o cosa? Vattene, sei venuta per niente.” Michael si girò per avere conforto dal fratello, ma nulla.
“Cal? Non dici nulla?” disse Michael in modo irritato.
“Ha ancora la tua custodia, Mike. I miei genitori non possono farci niente, quando ti trovarono lei non volle firmare le carte per adottarti. Sei ancora suo figlio.” Disse Calum con la testa verso il basso, e quasi singhiozzando.
“Cosa? No, non è possibile. Ellie mi aveva detto che sono stato adottato, che cazzo stai dicendo?” Michael si porto la mani alla testa e quasi volle piangere per quello che stava sentendo.
“Mi dispiace, tesoro. Ma tu sei mio figlio e voglio che tu venga con me, ora ho una casa con dei bellissimi gatti, la tv e anche un garage, tutto. Poi io e il mio compagno vogliamo crescerti. ” Disse Melissa indicandosi lei e poi l’uomo accanto a lei.
Prima che Michael potesse rispondere, la porta si sentì chiudersi dietro di lui.  Erano i genitori di Calum.
“Melissa?” Il padre di Calum rimase sorpreso da quello che vide, ad Ellie gli caddero le buste della spesa a terra.
“Frank, Ellie.” Disse Melissa con un sorriso.
“Che ci fai qui?” chiese Frank, avvicinandosi a lei e Michael.
Quest’ultimo abbassò lo sguardo, non voleva piangere.
“Sono venuta qui per prendermi Michael.” Rispose Melissa accarezzando Michael sul braccio, ma lui si spostò.
“Che cosa?” domandò Frank con gli occhi spalancati.
“Mi dispiace, ma è tempo che Michael venga con me. E’ sempre mio figlio.” Borbottò la donna.
Al ragazzo gli spuntò un sorriso finto, e con le lacrime agli occhi disse “Io non sono un giocattolo, non potete mandarmi di qua e di la come se fossi un pacco da spedire.”
“No che non lo sei, tesoro.  Ma siamo ancora in tempo che passare del tempo insieme.” Rispose Melissa.
“Tu non puoi venire qui all’improvviso e fare la madre, avresti dovuto farlo 10 anni fa, quando mi hai lasciato su quella strada da solo, per andarti a fare una canna o qualsiasi altra cazzata. “ disse Michael quasi urlando.
“Beh, questo non è giusto. Tua madre ha commesso degli errori, ma lei è qui ora per riprenderselo..” disse l’uomo che era affianco alla madre.
“Zitto tu, che puzzi di alcol.” Disse Michael. “Questo non si tratta di te.”
“Si tratta di te.” Urlò Michael indicando Melissa. “Si tratta di quello che non hai fatto, si tratta di quello che loro hanno fatto per me.” Disse il ragazzo con le lacrime agli occhi, e indicando Calum, Frank e Ellie. “E sai cosa? Loro hanno fatto un gran fottuttissimo lavoro. Mi hanno fatto entrare in una scuola che si rispetti, mi hanno comprato dei vestiti, messo del cibo nello stomaco, mi hanno dato un tetto sopra la testa. E sai cosa? Loro l’hanno fatto, no grazie a te, perché tu non eri qui!” urlò Michael.
“E io lo apprezzo, davvero, ma sono qui adesso e tu potresti venire con me.” Rispose Melissa, quasi singhiozzando.
“Ma se non sai niente di me!” urlò il ragazzo.
“Sono tua madre.” Quasi urlò la donna.
“Tu eri mia madre!” urlò ancora Michael con le lacrime agli occhi.
“Potremmo conoscerci meglio, possiamo riparare il nostro rapporto!” disse Melissa.
“Ti prego, esci fuori. Non ti voglio vedere più.” Borbottò Michael.
“Mike, non devi trattarla così è tua madre. Loro sono fragili, e quando vengono trattati male fanno brutte cose.” Disse Frank, guardando Michael.
“Di che stai parlando?” il ragazzo aggrottò la fronte. “Loro cosa?”
“Michael, tua madre è bipolare.”      




 
Hi guys! 
Sono tornata con un nuovo capitolo, anche con un immenso ritardo, e mi dispiace :( 
Comunque, qui vediamo il primo bacio dei Muke, ma anche l'apparizzione della vera mamma di Michael. Spero tanto che questo capitolo vi piaccia, fatemelo sapere nelle recensioni, le aspetto. 
A presto!
-Angela. 
P.S: Nel prossimo capitolo vedremo un Ashton Irwin alla riscossa! 
   
 
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