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Autore: A Chat Story    25/06/2015    0 recensioni
L'amore è strano. Definito la cosa più bella del mondo la maggior parte delle volte non fa che soffrire.
Ma il libro della vita è lungo e pieno di capitoli, quando giungiamo alla fine di uno basta semplicemente girare pagina. A volte però è più difficile di ciò che si pensa.
Seguitemi in questo breve racconto di vita di Sam e Jack, una coppia come tante. Una vita come tante.
Buona lettura.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RESTITUIRE E RICOMINCIARE


Restituire: [re-sti-tu-ì-re] (3a coniug. reg.) Riconsegnare al proprietario quanto si è avuto in prestito o in dono, oppure quanto gli si è sottratto.

C'era il sole.
Può sembrare un'affermazione banale, ma quel giorno c'era il sole.
L'aria calda, non troppo e neanche troppo poco, l'erba verde e le prime violette che crescono nei prati.
Tutto sembrava prendersi gioco di me, di noi.
Camminavo per le strade gremite di gente, c'erano studenti che correvano urlando scuse a più non posso mentre cercavano di non perdere l'autobus che li avrebbe portati a casa. C'erano padri di famiglia che tornavano a casa col sorriso sul volto e la cravatta allentata pregustando il pranzo che la moglie gli aveva già preparato, e donne che cercavano in tutti i modi di tenere a bada figli -bambini- irrequieti che correvano da una vetrina all'altra affascinati dai colori e dalle luci delle esposizioni.
Tutto sommato una giornata normale per la maggior parte della gente.
Per me, invece, stava diventando un incubo.

< Hey! Sam! Vieni qui un attimo! >
< Uffa, devo proprio?! >
< Hahahaha, dai, fare due passi e alzarti da quella poltrona non ti farà di certo male! >
< Ok. Ma si può sapere cosa vuo... STA NEVICANDO! JACK! GUARDA! STA NEVICANDO! >
< Hahahaha, lo so amore, ti ho chiamato proprio per questo! >


Quel giorno nevicava.
Fuori faceva freddo, eppure io stavo così bene. Ora invece nonostante il sole, il caldo, io ho freddo. Un freddo che mi attanaglia le ossa. Perché?! Perché è successo?

< Ma si può sapere dove stiamo andando Jack? >
< Ancora un attimo di pazienza e lo scoprirai! >
< Sei cattivo! E poi questa benda sugli occhi mi da fastidio! >
< Smettila di lamentarti un po’ e stai attenta che c'è un gradino! >
< Ouch! >
< Eh! Sei la solita! Su ti tolgo la benda, pronta? >
< ...ma, questa è... non ci credo... >
< Si Sam, benvenuta nella nostra nuova casa! >


Anche quel giorno c'era il sole.
Però era un sole diverso, come solo il sole di fine luglio può essere. Da quanto tempo aspettavamo un momento del genere? E alla fine il nostro sogno si era realizzato. Una casa tutta per noi, dove avremmo potuto vivere la nostra vita. Io e te. Tu e io. Noi.

< Vuoi tu Jack Brenstin prendere in sposa la qui presente Samantha Firnest? >
< Lo voglio! >
< E vuoi tu Samantha Firnest prendere in sposo il qui presente Jack Brenstin? >
< Lo voglio! >
< In questo caso per il potere conferitomi vi dichiaro marito e moglie >


Quel giorno pioveva, può sembrare strano festeggiare un matrimonio proprio nel giorno in cui il cielo ha deciso di mostrare tuta la sua furia animalesca, ma noi non ci arrendevamo mica per così poco.
Buona parte degli invitati non erano potuti venire proprio a causa di quella pioggia, ma a noi non interessava. Ci bastavamo e ci saremmo sempre bastati.

< Tesoro? Jack? JACK! ODDIO! CHE TI PRENDE! JACK! >
< 911, qual è l'emergenza? >
< Vi prego, aiutatemi, mio marito sta male! >
< Signora?! Signora?! Si calmi ok?! Mi dica dove si trova!>
< Siamo a casa nostra, Ronsenger Street, al numero 45! Oddei, vi prego, aiutateci! >
< Vi mando subito un'ambulanza, cerchi di resistere ok? >


Era accaduto all'improvviso, senza che nessuno potesse fare nulla per prevederlo.
Anche quel giorno c'era il sole.
L'ambulanza per fortuna arrivò in tempo. Ma a volte i soccorsi non fanno altro che allungare l'agonia, nulla di più.

< Come sta? Vi prego! >
< Per fortuna siamo arrivati in tempo, non si preoccupi, suo marito è forte ce la farà >


Oh, si, Jack era un uomo forte, questo lo sapevo anche da me.
Non avevo bisogno che uno stupido dottore in camice bianco che non conosceva ne me, ne tanto meno lui me lo venisse a ricordare, che ne sapeva lui di noi?
Eppure per quanto forte potesse essere il mio Jack ci sono battaglie che nessun uomo potrà mai vincere, è inutile.

< Sam, andiamo dai, ormai è tre giorni che sei qui in ospedale! Che ne dici se andiamo a fare un giro al parco. Per prendere una boccata d'aria, o magari al casa a farti una doccia e poi ti ho preparato quella torta alle pesche che ti piace tanto con... >
< Mamma, zitta! Ti prego! >
< Io... >
< Lo so mamma, lo so! >


E il tempo passava, ma Jack non si svegliava, continuava a dormire. Ammeto che a volte ho avuto paura che si fosse dimenticato di me, di noi, di quello che eravamo stati e di tutti i progetti che avevamo.
Poi mi davo della sciocca e riprendevo a parlargli, gli raccontavo di come mi mancasse e di come mia mamma e i miei amici cercassero sempre di portarmi via da lui. Gli raccontavo di come i medici perdevano giorno per giorno la speranza, ma io no! Io lo stavo aspettando e lo avrei sempre aspettato.
Com'ero sciocca. Ero solo una ragazzina, eppure quei sentimenti, quei pensieri erano veri, e quando pronunciai quelle parole ci credevo fermamente con tutta me stessa!

< JACK! JACK! TI PREGO NO! JACK! >
< SIGNORA SI SPOSTI! >
< JACK, OMMIODIO! JACK! >
< PRESTO PORTATELA FUORI! TU PRENDI LE PIASTRE, DOBBIAMO RIANIMARLO, SVELTI! >


Ma per quanto svelto potesse essere stato quel povero infermiere, non era bastato! Jack aveva lasciato questo mondo alle 4:07 di un mattino di Dicembre abbandonando me.
Ormai non esisteva più nessun noi. Non sarebbe più esistito. Non con Jack.

< Em, io, mi dispiace per la tua perdita davvero... >
< Zitto! Non mi interessa di cosa mi dite voi stupidi medici! >
< Eh! Lo so che non ti interessa, ma io volevo dirtelo lo stesso. Mi dispiace, se fossi stato più veloce nel correre a prendere le piaste forse tuo marito ora... >
< ... >
< Io me ne vado, se hai bisogno di qualcosa questo è il mio numero ok? >
< ... >
< Lo prendo per un si, te lo lascio sulla sedia qui di fianco, mi dispiace ancora, spero che un giorno potrai perdonarmi! >


Quello stupido, pensava davvero che potessi averlo incolpato? Non era colpa sua se Jack era morto, me ne rendevo conto.
Eppure quelle scuse così sincere mi fecero sentire bene. Ironicamente quando mi resi conto che Jack era DAVVERO morto e non sarebbe più potuto tornare da me, non sentii un vuoto.
Mi sentii molto triste e un grande dolore mi invase il petto, vero, ma allo stesso tempo era come se Jack mi avesse appena restituito una parte di me. Quella che ci eravamo donati il giorno del matrimonio.
Quello che avevo passato con lui era importante, ma ora mi aveva dato il suo personale consenso al ricominciare una nuova vita.

< Pronto?! >
< Si, em.. non so se ti ricordi ancora di me... sono Sam, quella ragazza a cui hai lasciato il numero qualche mese fa. >
< ...Oh, si, mi ricordo. Ancora condoglianze per la perdita. >
< Grazie, io... ti va se ci incontriamo al bar dell'ospedale domani? Vorrei dirti alcune cose! >


Non era colpa sua se era morto Jack.
Può sembrare una stupidata, ma io sentivo il bisogno di dirglielo.
E di scusarmi per il mio comportamento.

< ...certo. Va bene per le 5? A quell'ora dovrei avere una pausa!>
< Certo, a domani! >
< Domani! >


Ricominciare: [ri-co-min-cià-re] (1a coniug. reg.) Riprendere qualcosa di interrotto; avere un nuovo inizio.



Note Autrice:
Sinceramente non ho la più pallida idea di come sia venuta fuori questa cosa, anche perchè l'idea originale era "leggermente" diversa!
Questa... cosa orribile è nata in 20 minuti ascoltando la canzone "Per dirti ciao" di Tiziano Ferro e... bho!
Non so cosa dire! Voi cosa ne pensate?! Insomma se siete arrivati fino qui in fondo che vi costa spendere due minutini per lasciarmi una recensione?!
Please!

   
 
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