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Autore: Najara    25/06/2015    1 recensioni
Il male a volte rimane celato e a volte si manifesta, ma il demone ne è la personificazione stessa e le sacerdotesse che lo servono percorrono un mondo vuoto e quasi disabitato alla ricerche di vittime da consegnarli. Cosa celano queste terribili figure? Perché servono un simile mostro? Cosa le ha spinte a tradire i loro simili? Eve, vittima designata, camminerà accanto ad una di esse per molti giorni e scoprirà più di quanto desidera.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia scritta per il contest: “The Ancient Tales” di -Tsunade- e Ino;Chan

Buona lettura!

 

 

Prologo: Un mondo vuoto

 

Il mondo non era più quello di un tempo. Il pensiero la sfiorò appena e poi svanì nella sua mente mentre lei osservava il paesaggio che si stendeva davanti a lei. La natura era rigogliosa e verde in quella bella giornata estiva, un timido venticello le scompigliò i capelli che lei rimise a posto con un gesto deciso. Il sole era ancora alto e la strada davanti a lei lunga. Risalì in groppa e spronò il cavallo verso la valle che aveva osservato, la cittadina ormai semisepolta dalla vegetazione fu il suo obiettivo. Le servivano varie cose così legò il cavallo al ramo di un albero e lo lasciò brucare mentre lei si addentrava tra le case. Si avvicinò ad una villetta e ruppe una delle finestre al primo piano poi entrò. La polvere si era depositata dappertutto ma a parte quello la casa era esattamente come era stata lasciata chissà quanto tempo prima. Frugò in cucina poi salì nelle camere prendendo una coperta e un paio di camicie. Quando ebbe finito passò alla casa successiva. Passò una mezzoretta a frugare nelle varie villette poi tornò al cavallo con il suo bottino. Oltre alla coperta e a diversi indumenti aveva trovato una cintura e un paio di stivali della sua misura. Gettò quelli che indossava e mise i nuovi. Erano morbidi e l’avrebbero tenuta all’asciutto per molti mesi.

Per un momento pensò di fermarsi lì per la notte malgrado fosse ancora pomeriggio e davanti a lei ci fossero molte ora di luce. Fu il pensiero di un secondo eppure la fitta di dolore si diramò dal suo petto a tutto il corpo facendola gemere e stringere i denti. Niente pause. Risalì a cavallo e lo diresse fuori dalla valle. Il suo passo cadenzato e lento la cullò fino a quando il sole non calò e lei poté fermarsi.

Accese un fuoco e vi fece bollire dell’acqua a cui aggiunse delle verdure. Mentre la sua minestra cuoceva stese la coperta e preparò il suo giaciglio per la notte. A volte era fortunata e il sole calava vicino a un centro abitato, altre volte no e lei doveva dormire all'addiaccio.

Mangiò velocemente la minestra e poi si stese a dormire. Il suo cavallo brucava l’erba poco distante e lei si era preoccupata di fargli avere tutta l’acqua che desiderava. Mentre si addormentava la sua mano andò a stringere il ciondolo che portava al collo. Un ciondolo blu che mai avrebbe potuto togliere. Un oggetto che le ricordava quanto poco fosse libera. Era una sacerdotessa del demone dopo tutto.

 

Cavalcò per altri tre giorni senza trovare nulla di più che paesini vuoti, strade deserte e foreste piene di animali ma null’altro. Poi, però, lo vide. Il sottile filo di fumo attirò la sua attenzione come un faro. Il ciondolo al collo sembrò fremere di aspettativa. Era ora di mietere. Era ora di svolgere il suo compito.

 

 

  
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