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Autore: Yssis    26/06/2015    2 recensioni
La Feida è sconfitta, il presidente Toudou e l’equipe alle sue spalle hanno dimostrato di saper fare il loro lavoro, quali difensori della popolazione. Ma, di news, si sa, non si è mai sazi: così, con la popolarità, arrivano altre, ennesime , responsabilità. L’intera cittadinanza è sintonizzata oggi sul canale dove è trasmessa in diretta un’intervista al presidente Toudou. Tanti occhi puntati su di lui, nessuno che lo vede davvero. Pare che non sia cambiato nulla… Eppure, eppure forse qualcuno c’è. L’ennesima voce fuori dal coro, l’ennesima nota stonata, che però con coraggio stride e dice ciò che c’è da dire. Perché in un mondo dove le parole sono sfruttate oltremisura, e girano, girano, girano in una centrifuga impazzita, la verità esiste ancora. E qualcuno, dal silenzio del suo salotto, è pronto a sussurrarla a chi sarà abbastanza perspicace da udirla.
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Sakamaki/Toudou, ovvio. Continuo ad analizzare Togurou, è più forte di me: almeno provo a rendere le cose comprensibili. Menti come quelle di questi personaggi non sono facili da capire e da ricreare nelle fanfic: ma sono i folli, quelli abbastanza audaci da fabbricarsi ali se le loro sono rotte. E di questi folli, io non mi stanco! **
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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[Ah,Annie, stavi mentendo a te stessa e a me. Lo sapevo io e lo sapevi anche tu - Stephen King]

















Intervista al
presidente



















-Presidente Toudou, prima di incominciare, ci tengo a ringraziarla vivamente per l’intervista che ci ha concesso. Per tutti quelli che non lo sapessero, sono Ichigen Gou e oggi sono molto emozionato: sa, Presidente, è un grande onore per me essere seduto qui, accanto a lei, l’uomo più potente del mondo, si potrebbe dire! Ma andiamo con ordine: il successo dell’operazione è esemplare per tutti i cittadini non solo del Giappone, ma anche del mondo. Lei aveva, anche solo in modo approssimativo, stimato quanto tempo ci avrebbe messo a debellare la minaccia che costituivano i cosiddetti “Second Stage Children” di cui negli ultimi anni si è fatto un gran parlare?-

-Signor Ichigen, anche per me è un piacere averla qui oggi. …-

Toudou, che cosa ti hanno obbligato a fare… Tu che sei taciturno di natura, tu che preferisci rintanarti nei tuoi appartamenti, al fresco, in compagnia di un buon libro – Beer , Grillparze, Schnitzler, Ebner, Bernhard (*) e tanti altri – che sono capaci di portarti in un mondo dove non sempre sono necessarie le parole.
Parole, parole… Ti hanno sempre messo in bocca un sacco di parole. Ti sei fatto di nuovo dire cosa devi fare, eh, Toudou? Proprio tu, “l’uomo più potente al mondo”? … Tsk, bazzecole.

-… Era opinione pubblica che i Second andassero fermati ed è quello che abbiamo fatto. Le stime c’erano, ma in merito al tempo in tutt’altro ambito da quello che lei immagina. Un’equipe di ricercatori specialisti ha collaborato fino all’ultimo per il bene comune: io sono qui a parlare in nome di tutti.-

-Oh, signor Presidente, che parole le sue! Sono commosso… Questo è il segreto della sua leadership, la condivisione delle responsabilità e dei lavori?-

-Ichigen-san, presumo lei conosca il significato della parola “leadership”, quindi non capisco la sua domanda. Il potere è detenuto da me e null’altro, è chiaro tuttavia che avevo bisogno di collaboratori –fidati- per riuscire nel mio intento. L’unico mio pensiero fisso è il benessere dei cittadini.-

“Ti sta sbranando, Presidente, così non va bene. Non scaldarti.” Ti staranno dicendo dal buco del suggeritore ai tuoi piedi. Aah, Heikichi, perché ogni tanto non ti prendi la soddisfazione di tirare un bel calcio in faccia al consigliere occultato e parli con le tue parole? Tu hai bellissime parole dentro, io lo so: forti, cariche di entusiasmo, puntuali. Sì, anche puntuali. Sapresti piazzare ogni virgola al posto giusto, senza l’aiuto del suggeritore al fianco in ogni momento, eppure non lo fai. Incassi il colpo e riparti, in contemporanea. Compiacente e determinato: per questo non stracci il copione, per questo non mandi il simpaticissimo Ichi-kun a farsi un giro e non fai capire al mondo, che d’improvviso sembra pendere dalle tue labbra screpolate, che sei stanco.

-Ora si può dire che è tutto risolto… Sa dirci qualcosa a riguardo dei ragazzini, signor Presidente?-

Chiamalo ancora una volta “signor Presidente” e sta a vedere che ti combino, appena mi capita di incrociarti per strada. Stupido di un giornalista…

-Non posso rivelare la loro ubicazione precisa per motivi di privacy soprattutto medica, ma il Consiglio si è occupato in prima persona di sistemare tutti i ragazzi in apposite strutture dove verranno regolarmente visitati e tenuti sotto controllo. Verranno poi, sempre affiancati da assistenti sociali e dottori, reinseriti in società. Per il momento tutto questo è puramente a livello teorico, ma personalmente mi considero ottimista: ho fiducia negli uomini che da tempo hanno preparato precisi standard di lavoro e ho fiducia nei Second. Quei ragazzi sono e rimarranno potenzialmente pericolosi, perciò bisogna assicurare loro tranquillità e sostegno. Solo così otterremo la loro fiducia e saremo tutti al sicuro. Può sembrare un discorso un po’ instabile, considerato tutto quello che negli ultimi anni è successo: ma ora che li abbiamo resi mansueti dobbiamo cambiare tattica o rischiamo di incattivirli ancora.-

-La sicurezza della popolazione allora è tutt’altro che stabile, signor Presidente!-

-Al contrario: alla base della convivenza fra gli esseri umani c’è la fiducia e l’egoismo. Se quei ragazzi e noi troveremo un giusto equilibrio fra ammirazione del nostro ego e dei nostri beni e compassione degli altri, il mondo sarà salvo.-

Lo sai, Toudou, vorrei tanto avere la certezza che li stai prendendo allegramente per i fondelli. Dal primo all’ultimo, l’intera popolazione giapponese oggi sarà sintonizzata su questo canale, probabilmente, come me del resto. Se quel tuo sguardo serio, se quelle tue parole fossero davvero tue, ma nel contempo te le stessi inventando sul momento, ripescando le  ultime strafalcionate che hai letto in una rivistaccia prima di coricarti la scorsa notte, allora sì che vorrei stringerti la mano, appena ci rivediamo. Perché vorrebbe dire che tu, tu in persona, sei cosciente di star dicendo delle cose che in realtà non pensi. Invece… Eh. Invece, Heikichi-kun, l’amara verità è che tu sapevi da giorni le domande che ti sarebbero state rivolte e qualcuno ha scritto per te le risposte: o magari te le sei anche scritte da solo, poi le hanno controllate. Hanno appurato che fosse tutto a posto, come vuole la norma. Dopodiché hai semplicemente imparato a memoria: come le filastrocche nei primi anni di scuola, come le canzoni.
Ti stai cantando la colonna sonora da solo, bravo. Complimenti. La cosa più desolante è che, fissando i tuoi occhi, sembra davvero che tu creda a quello che stai dicendo.
Hai fatto tue parole e pensieri che gli altri ti hanno elargito? Per l’ennesima volta, per di più? Dopo tutto quello che sei riuscito a fare?

… La prossima volta voglio fargliela io, l’intervista, al signor Presidente. Gli farò sputare il rospo e anche i suoi girini. Poi probabilmente mi sbatteranno in gattabuia, ma desidererei davvero, per un istante, guardare quegli occhi sanguigni e leggerci dentro la verità, se esiste.

-In merito ai tanti che hanno perso la vita negli scontri armati avvenuti ultimamente, invece? Ritiene che anche in quel caso è opportuno parlare di egoismo e fiducia?

Uh, incalzante e piccato. Anche Ichigen deve essere un gran bravo attore: perlomeno, il suo lavoro lo fa bene.

-Le frasi di circostanza in questo caso sono pressoché illimitate, se mi è permesso, approfitto tuttavia dell’occasione per far sempre e continuamente presente ai cittadini che sono vicino a tutti coloro i quali hanno dovuto soffrire a causa di questi difficili momenti… Non si ripeteranno, non per quello che riguarda i Second Stage Children, almeno.-

-E’ vero, signor Presidente, che anche lei ha patito in prima persona una situazione spiacevole?-

Bastardo… Dello stile, il tatto l’ho dimenticato in valigia all’hotel, proprio.
Chiudo gli occhi d’impulso. Non posso incrociare quelli di Toudou, anche se attraverso lo schermo della televisione. Certe reazioni ritengo non siano da commentare: non da me, perlomeno.

-I miei figli erano stati portati, in un primo momento, in una zona sicura, con gli altri bambini della capitale. Mia moglie doveva andare con loro, ma insistette a tal punto a starmi accanto che non si riuscì a farla ragionare in nessun modo, per questo rimase con me in città. Ero molto in pensiero, soprattutto perché non tornavo praticamente mai a casa. Inizialmente, quando cominciammo a registrare le prime informazioni chiare sui “ragazzi ultraevoluti”, il  lavoro era alle stelle e non staccavamo mai, se non per brevi pause. Dopo quattro mesi dalla prima incursione in città, il rifugio dove stavano i nostri figli venne raso al suolo: fu un giorno terribile per tutto il Giappone. Il mio dolore in quel caso fu al pari di un qualsiasi altro padre della capitale: avevo una responsabilità nei confronti di quei ragazzi… Non sono riuscito a proteggerli. So che nessun mio discorso potrà mai restituire quello che ciascuna famiglia ha perso, quello che mi auguro è che la speranza e la fiducia possano germogliare ancora nel cuore dei cittadini: ora chi ha bisogno sono i ragazzi che facevano parte della Feida. Abbandoneremo questi giovani? La mia risposta è no. Non rifarò lo stesso sbaglio.-

-Sono parole cariche di speranza e di forza le sue, signor Presidente. Mi hanno infuso una nuova energia! …-

Un sorriso, eccolo, piccolino, che spunta sulle labbra di Toudou. E’ la prima volta da quando è cominciata l’intervista.
Il tuo problema, Heikichi, secondo me, è proprio questo: fai la voce grossa, ti riempi la bocca di parole emozionate, ti vesti bene e poi crack, sorridi. Nel momento in cui sorridi, sei vulnerabile.
Tutto sommato, sei una persona genuina, Toudou. E’ solo che ti fai sviare: non cammini davvero sulla strada che vorresti e non per codardia, semplicemente perché è stato deciso così.
Fin da piccolo sei stato circondato da persone che hanno preso disposizioni nei tuoi riguardi ed è per paura di vanificare tutto il lavoro che è stato fatto da queste persone tempo addietro, per formarti come persona civile e conforme alla società – anzi, non solo conforme, in grado di dirigerla e dominarla – che, ora che potresti prendere da te le decisioni, preferisci continuare a tirarti indietro. Ti lasci scrivere un copione perché in fondo sei una persona orgogliosa, ti piace fare bella figura. Però non sei esibizionista: quel sorrisino gratificato è spuntato quasi da solo e tu hai permesso questo perché in fondo ti trovi da solo, in una stanza, con un uomo che ti regge il microfono e l’altro con la telecamera puntata su di te. Infondo, sei solo, in compagnia di pochi altri individui. Sono certo che se tu fossi stato con lo stesso microfono con però davanti una platea stracolma di spettatori – come del resto accade, ma telematicamente – quel sorriso non sarebbe mai spuntato.
Sei orgoglioso e riservato, il palcoscenico non fa per te eppure sei fra i più potenti uomini del Giappone.
Il destino è stato meschino con te: saresti stato una splendida persona qualunque. Avresti socializzato quel che basta con i tuoi compagni a scuola, trovandoti quei pochi amici fidati, avresti conseguito un titolo di studi che avrebbe reso orgogliosi i tuoi genitori, avresti svolto con diligenza il tuo lavoro e avresti creato una famiglia piena d’amore e riservatezza. Forse non saresti stato “qualcuno”, forse a parte quella stretta cerchia di amici occasionali che la vita ti avrebbe offerto non avresti allargato a dismisura le tue conoscenze, forse saresti morto senza dover lasciare un centinaia di autografi nelle documentazioni ogni giorno… Però saresti stato più sereno. E per parlare, casomai ti avessero intervistato, avresti usato parole tue.
Saresti stato una splendida persona qualunque, Toudou: avresti sorriso più spesso.

-… Signor Presidente, la ringrazio immensamente per il tempo che ci ha concesso. E’ stato un piacere e un onore parlare con lei, le sue parole sono state di grande ispirazione per tutti!-

-Anche per me, vi ringrazio.-

Una stretta di mano, un’ultima inquadratura sul Presidente – che adesso si è alzato in piedi – e io gli rubo un estremo guizzo di luce dagli occhi mentre lentamente sospiro.
Pubblicità.
… Che se ne vada al diavolo, anche quella.

  
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