Anime & Manga > Ao no exorcist
Segui la storia  |       
Autore: Seleyne    26/06/2015    1 recensioni
A seguito della scoperta sulla sua vera natura, l'esorcista Kogarashi, si ritrova a dover affrontare dei cambiamenti decisamente rilevanti: il fatto di essere la nipote del demone del vento era uno di questi.
Ritrovandosi abbandonata dal padre adottivo, Shina decide così di andare a vivere al tempio del nonno, ignorando i suoi doveri di esorcista per dedicarsi unicamente a se stessa e a scoprire/accettare i cambiamenti intervenuti nel suo essere.
Non solo dal punto di vista fisico, ma ogni sfera della vita della ragazza cambierà in questa storia: stringerà una forte amicizia con Nagi Inabikari, avrà conflitti con Arthur Auguste Angel e si ritroverà con un insolito e bizzarro alleato, Mephisto Pheles.
La ragazza farà poi conoscenza con Todo Saburota e scoprirà l'esistenza degli Illuminati, un gruppo di persone e demoni mosse dall'intento di unire il mondo di Assiah e quello di Gehenna.
Una nuova sfida si aprirà agli occhi argentei della ragazza, divisa tra i doveri da esorcista che le sono stati inculcati fin da piccola e la sua natura demoniaca.
Questa storia è il sequel di Danmen - l'ira del vento, che consiste in una breve introduzione di 'The Wintry Wind'.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo III: Ospite

Se guardare avanti ti fa paura
e guardare indietro ti fa soffrire...
guarda accanto a te...
lì ci sarò io.

 

Erano passati tre mesi da quando Shina era approdata in quella che ormai considerava casa sua, non solo perchè si sentiva decisamente a suo agio tra quelle mura di pietra, ma anche perchè le piaceva un luogo così isolato, circondato dalla natura incontaminata.
La vita che conduceva al Vaticano fatta principalmente di allenamenti e missioni per tutto il giorno era stata ormai cancellata dalle sue abitudini. Infatti, l’esorcista, si alzava sempre di buon’ora e faceva le pulizie per tutto il tempio che ormai aveva riacquistato il suo vecchio splendore, sebbene molti mobili e arredamenti erano stati buttati via a causa delle loro condizioni irrecuperabili.
La corvina aveva scoperto con sommo piacere che Fuuten godeva sia di energia elettrica che idraulica, nonostante abbia dovuto pagare un paio di manutentori per rimettere la situazione a norma.
A metà pomeriggio, quando lo spazzolone, il mocio e lo strofinaccio venivano rimessi al loro posto, la ragazza si dedicava a diversi allenamenti. Aveva innanzitutto scoperto che il suo caro nonno teneva una stanza piena di armi splendide e in perfette condizioni, anche se apparentemente non erano mai state utilizzate, erano leggere e flessibili ma allo stesso tempo potevano decapitarti come se tagliassero del morbido burro. Il motivo di tanta forza era legato al fatto che esse contenevano una parte del potere demoniaco di Fuuten, anzi di Shina ora. Infatti, utilizzando queste armi, la ragazza era in grado di canalizzare con più facilità l’aria utilizzandola come un’arma in maniera più efficiente, un ventaglio poteva creare forti folate di vento semplicemente sventolandolo e un coltello lanciato poteva creare dei piccoli vortici intorno a lui.
Alla sera invece, dopo essersi riempita la pancia che in quel periodo stava diventando leggermente tonda a causa dei troppi gelati e delle varie schifezze/leccornie a cui la ragazza non sapeva resistere, i suoi tentativi col volo andavano migliorando.
In pratica non era difficile, se volevi andare in alto muovevi l’aria sotto di te spingendola verso l’alto e così per le altre direzioni, tenendo sempre conto della forza di gravità e dunque associare sempre ad una qualunque spinta a destra, a sinistra, avanti o indietro una spinta che dal basso ti spinga verso l’alto altrimenti la discesa verso il basso e il rischio di uno lo schianto al suolo era assicurato.
Shina non aveva dunque problemi a ‘salire’ verso l’alto se non per la presenza dei limiti posti dalla sua resistenza e dalla sua stanchezza, ma anzi il vero problema consisteva nei movimenti più complessi ovvero ‘spostarsi’.
Se si comportava con calma e cercava di concentrarsi totalmente riusciva a fare leggeri movimenti ma Shina non osava mai sbilanciarsi e rischiare di cadere e farsi davvero male. Per questo si limitava a muoversi sul tetto della struttura centrale del tempio riuscendo in due mesi a muoversi in tutte le direzioni fino a tre minuti, oltre le risultava troppo faticoso.
Anche se apparentemente la sua giornata sembrasse noiosa tra pulizie e allenamenti, Shina a dire il vero se la godeva.
Coi soldi risparmiati di tutte le missioni a cui aveva partecipato in quegli anni, più i premi ottenuti quando era salita di livello e altri regali/mance, l’esorcista aveva fatto delle spese come dire ‘folli’.
Nella cucina del tempio due frigoriferi americani nuovi di zecca erano stracolmi di cibarie, un’enorme televisore adornava un lato della sua camera, che a proposito è cambiata, sopra un mobile pieno di giochi multimediali, film e altri aggeggi con cui giocavano tipicamente gli adolescenti, senza contare la presenza di un minifrigo.
La sua nuova stanza si trovava al secondo, e ultimo piano, della struttura centrale del tempio.
Durante le varie pulizie e le sue ‘esplorazioni’ Shina aveva scoperto che il tempio, nonostante fosse immenso e antico, in realtà era davvero semplice.
Il pian terreno era dedicato principalmente all’accoglienza dei nuovi ospiti e ad alcuni hobby: l’enorme atrio ora rimesso in ordine era circondato da varie stanze tra cui qualche salotto, una biblioteca e un paio di stanze dedicate ad altri passatempi, come il gioco a scacchi.
Al primo piano vi erano anche qui diverse stanze: molte erano camere da letto, altre erano bagni, un’enorme biblioteca e una sola, quella fatta praticamente di sole vetrate e da cui la ragazza era ‘volata’ dritta in un pino, era spoglia.
Al secondo piano, invece, vi erano solo tre stanze: la camera da letto che probabilmente era prima di Fuuten e ora della nipote, l’armeria ed un salotto.
Accanto alla struttura principale del tempio vi erano pochi altri edifici: una torre, in cui vi erano altre stanze praticamente tutte vuote se non fosse per qualche mobilio come dei divanetti, e un edificio con una forma simile a quella della costruzione principale ma più piccolo dove si trovavano le cucine, un paio di sale pranzo e sottoterra il piano lavanderia. 
In quei mesi le ferite e le sofferenze che aveva subito la corvina, erano stati quasi dimenticati, se non fosse per le lettere che, settimanalmente, un’enorme civetta le consegnava in cui era ‘invitata’ a presentarsi al Vaticano per poter partecipare a varie missioni in cui era richiesta, o meglio era utile, la sua presenza ed esperienza.
Puntualmente appena la civetta, Hugo secondo quanto scritto sul medaglione, le consegnava le sue corrispondenze, queste finivano nel fuoco del camino del salone. Era talmente stanca che la giovane le bruciava senza nemmeno leggere e, per questo motivo, non era a conoscenza del fatto che di lì a poco avrebbe ricevuto delle visite.

«Hugo! Questa volta sei in anticipo, dovresti vergognarti.»
Era martedì, e come ogni odioso martedì quell’odiosa civetta graffiava alle finestre della sua camera, pronta a consegnarli l’ennesimo combustibile per il camino.

L’esorcista con ancora una palpebra chiusa per il sonno, si avvicinò alla finestra e stropicciò gli occhi di fronte al sole appena sorto, dopo di che ne aprì un’anta e, come ogni maledetto martedì (l’aveva già detto che odiava quel giorno?), l’uccello dallo piumaggio color avorio entrò e si appollaiò con tutta calma sulla poltrona di velluto nero accanto alla cassapanca di fronte al letto, come se fosse casa sua.
Mettendosi una mano di fronte alla bocca aperta per i continui sbadigli, la corvina allungò l’altra per prendere le missive che l’animale aveva legate ad una zampa con una leggera corda di spago.
«Grazie Hugo, il biscotto e l’acqua sono al solito posto. Ci vediamo settimana prossima» disse la ragazza indicando prima i due piattini sul davanzale della finestra accanto a quella da cui era entrato l’animale e poi salutandolo muovendo la mano a destra e a sinistra.
Ancora assonnata, l’esorcista mise le lettere sul comodino non avendo voglia di scendere e buttarle, e si rimise a letto a dormire.
Quando i suoi occhi si riaprirono, la corvina si accorse che, come molte altre volte, si era mossa nel sonno e ora aveva di fronte il comò con la consegna mattutina di Hugo.
Di solito le lettere del Vaticano in cui rientrava un discorso di ‘missioni’ eccetera erano rigorosamente color oro con scritte rosse e porpora, tuttavia fra quelle consegnatole c’è n’era una bianca coi bordi rossi, indice che il Vaticano voleva comunicarle qualcosa che non rientrava nei suoi doveri di esorcista.
Spinta dalla curiosità, Shina si sedette e appoggiò la schiena contro la testata imbottita del letto, ed aprì l’involucro.
Dovette rileggere le righe un paio di volte prima che il concetto le entrasse in testa.

 




Molteplici furono le domande che assillarono la mente della corvina “Un’apprendista? E chi è? Che cosa dovrebbe fare? Ma scusa se io non rispondo lo considerano assenso? E se fossi andata a fare un viaggio o non so, qualcos’altro? Ma sono scemi?!”
La ragazza fu nervosa ed irritabile per tutto il giorno, accanendosi nelle pulizie come un’indemoniata, tirando pugni contro il muro più volte, spaccando persino un mobiletto semplicemente perchè lei ci aveva sbattuto il mignolo del piede e giocando per quasi tutto il pomeriggio a videogame in cui lo scopo principale era ferire/uccidere qualcuno.

Un paio di giorni dopo dalla /bellissima/ notizia che le aveva portato Hugo, qualcuno si presentò al portone del tempio.
A dire il vero, più che presentarsi bussava contro la porta con dei colpi frequenti e forti come se stesse cercando di rianimare qualcuno.
Shina, dopo l’indecisione tra ‘Ignorare lo sgradevole ospite finché non si fosse stancato’ e ‘Scendere per dirgli di andarsene’, scelse la seconda opzione anche perchè se l’apprendista non aveva una chiave passe-partout come la sua, cosa che dubitava, molto probabilmente aveva fatto tutta la strada a piedi e quindi era stanco e affamato.
La giovane scese l’enorme scalinata con una leggera ansia a causa dell’identità ignota del neo-sacerdote, finché non arrivò al portone e, prima di aprire, curiosò dallo spioncino rettangolare nero, chi fosse il nuovo arrivato.
Shina rimase interdetta quando i suoi occhi argentei visualizzarono dei capelli castani, un paio di occhi dorati ed un viso a lei familiare.
Aprì la porta, convinta di aver visto decisamente male, ma… nulla da fare. Difatti, i suoi occhi si spalancarono e, se fosse stato possibile, la sua bocca avrebbe toccato terra e notò con piacere che anche l’altra ragazza era nelle sue stesse condizioni: sorpresa e curiosità erano palesi sul suo viso.

«Shina?» chiese la moretta dopo qualche momento.
«N-Nagi?» rispose la padrona di casa.

 

 

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ao no exorcist / Vai alla pagina dell'autore: Seleyne