ALICE POV'S

Apro gli occhi. Mi sento leggermente intontita. Sono passati alcuni minuti quando mi accorgo di essere lunga distesa su qualcosa di morbido e caldo, che decisamente non è il mio letto. Anche perchè quella cosa morbida e calda mi sta...accarezzando..?! Alzo di scatto la testa in direzione del volto di quel qualcuno sotto di me, ci vogliono alcuni secondi per metterlo a fuoco. Quando lo vedo mi si secca la gola, e non riesco a parlare dalla sorpresa. Mi fermo ad osservarlo. Ha gli occhi chiusi, e con la mano destra mi accarezza distrattamente la nuca, giocando con alcune ciocche, la mia testa si trova all'altezza del suo petto, dove noto la camicia bianca con i primi bottoni slacciati, come per i polsini. Non si è ancora accorto che mi sono svegliata, probabilmente è nel dormi-veglia a giudicare dalla sua espressione rilassata. C'è solo una cosa che non torna: come sono arrivata in camera mia? Non ricordo di essermi trascinata fin qui dal giardino, quindi deve avermici portata lui. Ad un tratto inizio a ricordare tutto, il giardino, il suo sorriso appena accennato, la mia testardaggine, compresa la bellissima scenata che gli ho fatto in perfetto stile da bambina di 5 anni. A quel ricordo mi sento avvampare per la vergogna. La porta si apre di scatto, sbattendo contro la parete dietro di essa, e Gilbert si sveglia definitivamente di soprassalto per lo spavento, smettendo di giocherellare con i miei capelli. Io e Gilbert ci sediamo sul letto e voltiamo la testa all'unisono, trovando sulla soglia della porta il mio migliore amico Oz. Sento il suo cuore sotto il palmo della mia mano ancora appoggiata al suo petto accellerare dallo spavento e dalla sorpresa alla vista di Oz sulla porta, e accellera ancora di piu quando comprende la posizione in cui si trova, ma prima che possa reagire in qualunque modo Oz, -che dall'aver un'espressione spensierata e felice come al suo solito è passato a un'espressione distante e glaciale- sbotta con un tono altrettanto glaciale come la sua espressione: < Oh, non sapevo fossi in compagnia Alice. Sono solo venuto a dirvi che abbiamo finito di cenare e vi abbiamo lasciato apparecchiato in caso aveste fame. > e con questo, forse per enfatizzare il suo fastidio, dopo un'ultima occhiata gelida se ne va sbattendo la porta. Io rimango ad occhi sgranati per la reazione insolitamente brusca di Oz, e dopo alcuni minuti -nei quali nessuno dei  due si era più mosso di un millimentro, o accennato alla vita se non per i nostri cuori che battevano all’impazzata per l’imbarazzo- sempre restando girata verso la porta di camera mia, per sdrammatizzare un po’ commento  < Mh, piuttosto freddo. > ridacchiando leggermente.  Lo sento sciogliere i muscoli irrigiditi grazie al fatto che poco fa mi sono completamente abbandonata senza tanti complimenti sul suo torace con la schiena. In un attimo mi prende per i fianchi, mi fa ruotare sotto di lui sul materasso, e si mette a cavalcioni su di me tenendomi con una mano i polsi bloccati sul cuscino. Lentamente si avvicina al mio collo, e una volta raggiunto, inizia a lasciarci una scia di baci roventi. Guidata dall'istinto allungo il collo più che posso per lasciargli spazio. "G-Gilbert.." ansimo rossa in viso mentre lui continuando a baciarmi scendendo verso il mio seno slaccia il grande fiocco e i bottoni della camicia. Adesso l'unica cosa rimasta a coprirmi il petto è il reggiseno bianco in pizzo, che lui guarda malizioso. < Ti piace ciò che vedi? >  chiedo irritata dal fatto che abbia smesso di baciarmi, e maliziosa a mia volta. Lui risponde soffiando solo un < Molto. > sulla mia pelle nuda. Sento il corpo irrigidirsi e la faccia infiammarsi quando lui inizia a baciarmi il seno, fino dove la stoffa permette. Lentamente lo sento risalire verso il collo, lasciando una scia umida con la lingua. Arrivato alla clavicola destra si ferma per succhiare avidamente una porzione di pelle, e lasciarci un succhiotto bello evidente e rosso. D’un colpo si ferma, e contro le mie proteste mugugnate si avvicina al mio orecchio e sussurra con voce roca < Così impari, non ci si prende gioco degli altri. > Il mio cuore perde un battito. Sento di poter soffocare da un momento all'altro. Sapevo che non stesse facendo sul serio, ma non avrei mai immaginato che lo stesse facendo per vendicarsi, ero troppo immersa in quella miriade di nuove e piacevoli sensazioni per accorgermi che stesse facendo tutta quella farsa per vendicarsi.