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Autore: DianeStark    27/06/2015    1 recensioni
A volte si ha la convinzione che la vita sia il risultato di innumerevoli scelte e decisioni e che possa essere costantemente controllata e pianificata... ma cosa succede se si incontra qualcuno capace di scardinare ogni certezza e mettere in discussione il tuo intero mondo?
Elena è una ragazza italiana che si è trasferita a Londra per lavoro. Un giorno però incontra qualcuno che non si sarebbe mai neanche sognata di incontrare: THEO JAMES, l'attore che ha sempre amato con tutta se stessa...al limite tra sogno e realtà la sua vita cambia. Scatterà davvero l'amore tra i due?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Miles Teller, Shailene Woodley, Theo James
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Finalmente la settimana sta per concludersi e il weekend alle porte mi dà la forza di affrontare l'ultimo giorno di schiavitù della settimana.
È stata una delle settimane più lunghe e faticose, l'incidente dei fogli in disordine ha messo Mrs Smith ancora più di cattivo umore tanto che si è divertita a tormentarmi l'intera settimana con le richieste più assurde agli orari più assurdi solo per farmela pagare amaramente della mia piccola distrazione. Già.
Perché inciampare e cascare a terra come un'idiota era stata colpa mia a suo avviso.
Ho tralasciato l'esatta versione dei fatti, anche perché credo mi metterebbero la camicia di forza se raccontassi ciò che è successo realmente, con Theo James e tutto il resto, compresa la storia del pranzo.
Jess non sa se credere alla mia versione dei fatti, in ogni caso pensa apertamente che io debba uscire a conoscere qualcuno.
Non che non mi fidi di lei, solo che mi ha presentato George, poi Steve, poi Matt e potrei continuare con una lista molto lunga ma nessun tipo era veramente interessante e poi abbiamo gusti totalmente differenti, deve farsene una ragione.
È fidanzata con Pierre da quasi un anno ormai e sogna un appuntamento a quattro. Con me e il mio futuro/ipotetico fidanzato che ancora non vedo neanche col binocolo.
Quando si mette una cosa in testa non c'è modo di convincerla, così come quando ha deciso che dovevo stare con suo cugino Josh che era venuto a trovarla qualche mese fa.
Convincerla che forse Josh era troppo grande per me e che cercava disperatamente moglie era stato difficile, ancora adesso dice che ci vede bene insieme e ho i brividi di freddo al solo pensiero.

A volte mi capita di ripensare all'incontro con Theo James e penso di aver sognato: troppo surreale, non può essere che sia successo a me.
 

Mi trascino esausta verso l'ascensore e aspetto che lento mi porti al piano terra per trascinare le mie povere ossa al mio appartamento con un unico obiettivo: dormire tutto il weekend.
Jess avrebbe trovato un'altra compagnia di serata per quei due giorni, io non ci sarei stata di sicuro.
Finalmente arrivo al piano di sotto ma sto per varcare la soglia dell'edificio che Harry (il portinaio) mi chiama.
Mi giro incuriosita e Harry mi consegna una piccola busta dicendomi che l'avevano lasciata per me senza aggiungere altro.
Sarà l'ennesima lettera d'amore strappalacrime di Liang (scritta da Chan ovviamente) in cui confessa il suo amore viscerale e la sua voglia di rivedermi il giorno dopo alla solita ora.
Il fatto che io mi presenti all'appuntamento per altri ovvi motivi deve incoraggiare il fervore del padre che continua a vedere un lume di speranza nonostante io sia stata piuttosto chiara e divertita dalla sua insistenza.  

Esco di  fretta e mi dirigo a casa, la curiosità di leggere quelle esilaranti frasi in inglese con errori tipici da asiatici è tanta ma decido che la leggerò appena arrivata: la voglia di buttarmi sul divano è più alta ed è il bisogno primario attualmente.
Esco dalla metro e dalla stazione. Il caldo in metro era insopportabile così decido di sedermi sulla prima panchina che trovo e apro la busta impaziente.
Rileggo perplessa le righe, il mittente non può assolutamente essere Liang...

“Da uno scontro sfortunato un incontro fortunato:
spero tu voglia placare il mio incessante senso di colpa questa sera al ristorante Le petit garcon.
Spero tu legga questo messaggio perché ciò vorrà dire che tu hai ancora un posto di lavoro e perché non so in che altro modo contattarti.
Sarò lì per le 20:00. Spero tanto di rivederti. T”

Leggo e rileggo quelle righe non credendo ai miei occhi.
Corro veloce a casa in preda al panico.
Penso al fatto che posso essere tutto uno stupido scherzo, che qualcuno voglia prendersi gioco di me... e se T non stesse per Theo ma per qualcun altro? Eppure non esco con nessuno.
Vale la pena scoprirlo...  Il divano ahimè dovrà aspettare.

Jess è sbalordita quanto me, continua a rileggere quelle righe con gli occhi sgranati, troppo sconvolta per dire qualcosa.
È eccitata quasi più di me perché pensa sia un appuntamento al buio con un ammiratore segreto proprio come nei suoi romanzi rosa.
In realtà non so neanch'io cosa pensare ma sento di dover andare. Non mi sono mai fidata di questo genere di cose, ho sempre criticato la gente che si iscrive in questi siti di incontri e che decide di incontrare persone sconosciute al buio.
L'ho sempre trovato squallido.
Eppure c'è qualcosa in me che mi dice che devo andare, che vale la pena scoprire chi ha scritto quelle righe...

Non ho minimamente idea sul cosa bisogna indossare in un'occasione simile.
Da quando sono a Londra mi sono limitata a qualche aperitivo o qualche serata in pizzeria o pub e non mi sono mai avvicinata ad un ristorante, troppo dispendioso per il mio stipendio.  

L'ansia mi sta uccidendo pian piano perché continuo a pensare a quella T che potrebbe significare di tutto.
Ciò che è sicuro è che T non sta per Liang. Unica consolante certezza.

Soprattutto non sono pronta per una cena con Theo James.

Sempre che si tratti di lui.
In ogni caso credo di non poter essere pronta per un appuntamento con Theo neanche dopo un anno di preparativi.

Jess ha iniziato a fare avanti e indietro per la stanza tirando fuori dal suo armadio e dal mio roba improponibile alla ricerca dell'outfit perfetto.
Mi infilo in doccia rapidamente cercando di star lucida.
Ho troppo poco tempo per un restauro generale e devo ottimizzare i tempi.
So che mi conviene non affidarmi a lei, mi farebbe uscire con abiti succinti di colori improbabili e probabilmente con un boa al collo.
Continua  a blaterare che questa è una situazione simile a Meet me again, suo romanzo preferito in cui la protagonista è una prostituta che riceve lettere anonime da un uomo che poi si scopre essere un suo cliente che si innamora di lei e la tira via dalla strada.
Jess e  i suoi parallellismi improbabili.
Opto per una camicetta verde petrolio con un paio di leggins neri e gli stivali di pelle con la zeppa.
Semplice, ma almeno sarò al mio agio in una situazione che già di per sé non metterebbe a suo agio nessuno.

« Sei stupenda cara. Divertiti! » mi urla dal pianerottolo Jess mentre prendo al volo il cappotto e sfreccio fuori dopo aver guardato su google maps dove si trova il ristorante.
Ho il cuore in gola per tutto il tragitto e giuro di poterne sentire i battiti accelerati. Mi tremano le gambe quando arrivo. E se è tutto uno scherzo?
Se è un cattivo intenzionato? Mi assale una paura incontrollabile e paralizzante che però per fortuna che si placa non appena lo vedo: è proprio lui, bello e impeccabile come sempre...è fermo davanti al locale a fumare, la gente gli si avvicina e scambia due parole gentile ridendo di tanto in tanto.
Mi è sempre piaciuta la sua risata.
Nelle mille interviste viste ciò che mi ha colpito di più è stato il suo sorriso e modo in cui ride con gli occhi, la sua voce così profonda e calda e il suo modo di fare così affascinante e british.
Attraverso la strada col cuore che batte frenetico e lui finalmente mi vede.
Sorride. E io muoio letteralmente.
Indossa un paio di jeans neri e un cappotto nero lungo e intravedo una camicia grigia.

« Elena. Ce l'hai fatta. » dice sorridendo. Quel sorriso...ricorda perfino il mio nome...

« Ehi...eccomi!Non potevo mancare, mi sentivo in colpa per il tuo senso di colpa » aggiungo.
Mi maledico in tutte le lingue del mondo della cosa stupida appena detta.
Non so perché ma quando sono in preda al panico o all'imbarazzo me ne esco con delle frasi poco intelligenti e abbastanza imbarazzanti che mi fanno arrossire violentemente, lui però sembra non accorgersene e ride divertito.
Spegne la sigaretta e mi accompagna dentro.
Mi immaginavo un posto altolocato e decisamente fuori dalla mia portata, invece il ristorante è molto carino e accogliente.
Il cameriere ci accompagna al nostro tavolo e passando tra i tavoli non posso non notare gli sguardi curiosi della gente che si è accorta di noi, anzi, di lui. Qualcuno lo ferma chiamandolo per nome e lui si limita a sorridere stringendo qualche mano.

« Deve essere estremamente fastidioso non poter fare due passi tranquillo ed essere continuamente fermati da qualcuno »

« Non necessariamente, solo quelle rare volte in cui sono di cattivo umore. Mi piace essere fermato dalla gente, poter scambiare due parole con loro, è il mio modo di stare ancorato alla realtà. » io mi limito a sorridere.

Non so di cosa potremmo parlare tutta la serata. Il mio imbarazzo è palpabile. Lui invece sembra completamente a suo agio ovviamente, deve essere sicuramente abituato ad avere a che fare con gente estranea.

« La gente mi incoraggia ad andare avanti » continua « vedere che il mio lavoro è apprezzato mi dà la forza di continuare a migliorarmi mentre quando il mio lavoro è criticato allora ricordo che non si è mai arrivati nella vita e che si impara sempre qualcosa di nuovo. »  

Ordino qualcosa di cui non ho neanche la vaga idea cosa possa essere e aggiungo anche del vino, sperando che mi aiuti a sciogliermi un po'.

« Come hai fatto a trovarmi? » chiedo curiosa

« Su quei fogli che ti sono caduti c'era scritto il nome dello studio legale. Ero indeciso per quale dei due lavorassi, ho fatto un paio di telefonate e sono arrivato allo studio Smith »

« Lo conosci? »
« Per sentito dire...quindi ho usato il tempo verbale esatto? »

« si si, per fortuna l'ho fatta franca. E sono ancora assunta, per ora. Fino al prossimo disastro. » rispondo ridendo

« Se per rincontrarti occorre far cadere a terra tutti i documenti allora potrei essere il prossimo disastro » risponde ammiccando

« Ehi, che fine ha fatto il tuo senso di colpa? »

« Me lo farei passare, almeno avrei una scusa per invitarti nuovamente a cena »
« ehi, ma io sarei disoccupata! » rispondo fingendomi offesa « e poi non credo che tu, Theo James, abbia bisogno di una scusa per invitare qualcuno a cena »

Theo sorride col più bel sorriso intrigante che io abbia mai visto.
Sto flirtando con Theo, il mio cuore fa una capriola dalla felicità.

« Beh,devo ammettere che in effetti è vero. Però con te l'ho dovuto fare. E lo rifarei. »

« Potremmo magari evitare ripercussioni sul mio già umiliante ed esasperante lavoro? »

« Certamente... » aggiunge non distogliendo lo sguardo mentre sento le mie guance letteralmente prendere fuoco.

« Allora Elena,andiamo a noi..hai un accento strano..non sei di queste parti vero? »

« Sono Italiana »

« Immaginavo »

« Immaginavi? » ripeto perplessa

« Tutte le ragazze italiane sono molto belle » aggiunge bevendo un sorso dal bicchiere.

« Beh grazie, a nome di tutte le ragazze italiane.. » rispondo mentre lui si limita a ridere di gusto.




« Dai allora raccontaaaa! » continua a tartassare Jess febbricitante.
Indossa la sua camicia da notte preferita rosa chiaro con delle ciliegie rosse.
Sono rientrata da pochi minuti e non mi ha dato neanche il tempo di togliere il cappotto.
So già che non mi darà tregua fino a quando non racconterò attimo per attimo quella stupenda serata con Theo James.
Inizio a raccontare allora il mio arrivo al ristorante mentre nel frattempo mi spoglio e indosso il pigiama; non tralascio nulla: lui che si ricorda il mio nome e mi sorride, le parole gentili e quelle ambigue, la passeggiata dopo il ristorante, di quanto sia stato galante e premuroso nell'avermi accompagnata a casa.
Jess ascolta con gli occhi spalancati, ancora incredula del fatto che stiamo parlando di Theo, di quel Theo.
Del resto sembra strano anche a me, mi sento come se dovessi svegliarmi all'improvviso e rendermi conto che ho sognato tutto.

« E come siete rimasti? »

« Jess come potevamo rimanere?! Mi ha detto quelle solite frasi di circostanza... che gli ha fatto piacere conoscermi, che ha passato una splendida serata...e cose di questo tipo »

« Credo che tu ti sia fumata qualcosa... cioè tu definisci questo delle “frasi di circostanza”?! Stiamo parlando di Theo James! Ho capito bene vero? Theo, quello figo, quello alto e muscoloso terribilmente sexy?! »

Mi limito ad annuire divertita: ha la faccia agitata e gesticola in modo teatrale e ciò contrasta col pigiama da bambina che indossa e con le ciabatte di Hello Kitty.

La convinco ad andare a dormire e finalmente dopo essermi struccata mi butto a letto esausta.
C'è una cosa che ho dimenticato di dire a Jess, una cosa che poteva essere importante o forse no.
Un rumore attira la mia attenzione.
È il mio cellulare che vibra lampeggiando. Allungo la mano sul comodino e sblocco il blocco-schermo.

    Un nuovo messaggio

Il cuore ha un sobbalzo e impaziente premo APRI.

Ciao Elena, questo il mio numero, salvalo! Grazie per avermi dato il tuo!
Sono stato bene stasera, ti auguro una buona notte e sogni d'oro
A presto, baci
T

Questo è decisamente il più bel sogno della mia vita.
Chiudo gli occhi e mi addormento con il sorriso stampato in faccia.

Ciao a tutti!
Theo ed Elena si sono rivisti e sono stati molto bene insieme!
Voi cosa ne pensate?
Il fatto che T abbia dato il suo numero ad Elena porterà a piacevoli sviluppi?
Staremo a vedere :)
Ci tengo a dire che mi farebbe molto piacere ricevere qualche recensione (positiva o negativa che sia); penso che dalle critiche si impari molto e sono qui per imparare e migliorarmi!
Spero che questa storia vi piaccia,
Alla prossima! <3
   
 
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