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Autore: __Dervla    27/06/2015    3 recensioni
"Ognuno di noi aveva diverse nazionalità e la cosa più ridicola era quando facevamo i pranzi di Natale o Pasqua dove erano presenti tutte le nostre famiglie.
Una famiglia Americana/Brasiliana, una Irlandese, una Norvegese, una Polacca e una Italiana.
Secondo voi che gran casino poteva succedere?"
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Traduzione | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico
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Easy-Going Rommates
Chapter three


- Ma si può sapere come diamine è successo? Voglio i dettagli. -
La voce di Shawn mi rimbombava nella testa. Era così assordante.
- Shawn, te l'ho già detto, non mi ricordo niente. Ho solo un mal di testa impressionante.
L'ho baciato okay? E' l'unica cosa che ricordo. -

La sera precedente, dopo aver baciato Nathan, ero fuggita via dal locale e avevo chiamato Shawn che impeccabilmente mi era venuta a prendere senza tante storie.
In auto scoppiai a piangere, senza mezze misure. Le raccontai del bacio con Nathan.
E ora, alle dieci e mezza di mattina, era nel mio letto a chiedermi spiegazioni.
- Nathan non è tornato a casa stanotte! - sussurrò lei con un filo di voce.
- E' stato tutto uno sbaglio Shawn. Ero ubriaca marcia, e molto probabilmente lo sono ancora! -
- Inviagli un messaggio con scritto che gli devi parlare. Suvvia, ti lascio dormire tesoro. -
Shawn uscì dalla mia stanza e pensai che forse non aveva tutti i torti. Dovevo inviare un messaggio a Nathan.
Presi il mio IPhone che era appoggiato al comò, controllai l'ora, erano quasi le undici, iniziai a scrivere a Nathan.
"Hey ciao, riguardo a ieri sera.. devo parlarti. Oggi pomeriggio Starbucks a Camden? xxxBrenda "

"Non ho molto tempo, ma ok! Camden alle 4.
Ciao xxNat"

Il mal di testa si faceva sempre più pesante, così decisi di dormire per altre cinque ore.
Mi svegliai alle tre, il rumore della chiusura della porta principale del nostro appartamento mi aveva fatta sobbalzare nel letto. Sentii le voci di Szyma e Debrah, segno che erano tornate a casa dalla vacanza Pasquale.
Controvoglia mi alzai dal letto e mi infilai un paio di jeans stretti, una maglietta aderente color porpora, e le solite Vans nere. Andai nel bagno e iniziai a truccarmi. Prima il fondotinta bianchissimo come la mia pelle, poi matita nera, correttore, mascara e rossetto color prugna.
Mi guardai allo specchio, non ero bella, non ero carina.. ero solo decente.
Percorsi il corridoio e entrai in cucina dove, Szyma, Shawn e Debrah stavano sorseggiando del buon thè Inglese e facendo conversazione.
- Hey tesoro, che hai combinato ieri sera eh? Shawn ci ha raccontato! - esclamò Debrah appena mi vide.
Era sempre così educata con me Debrah, e buonissima.
Le volevo veramente molto bene - Lascia perdere guarda, un casino. Poi ti spiego. Ora ragazze scappo. -
Shawn mi guardò malissimo. Aveva già capito tutto.


Arrivai da Starbucks leggermente in ritardo.
Nathan si era già seduto e aveva preso un frappuccino anche per me.
- Hey, grazie. - esclamai appena arrivai davanti al tavolino.
Notai il suo volto che si alzò piano piano e vidi quegli occhi, così maledettamente furbi e complessi ma allo stesso tempo bellissimi e irresistibili.
Mi sedetti e rimasi in silenzio per qualche secondo.
- Senti, io penso che, dobbiamo far finta che non sia successo nulla. Tu sei il mio migliore amico ed io ero palesemente troppo ubriaca ieri - non sapevo quello che dicevo, stavo parlando a caso.
- Bhè, ehm, si hai ragione.. poi io sono gay ed ero ubriaco più di te! Dimentichiamo? -
Sorrisi - E' la cosa giusta da fare. -
Fissai i suoi occhi, color cielo e i suoi capelli castani. Il contrasto era straordinario.
- Ehm, Shawn vuole sapere se il tuo passaporto è pronto.. lo è vero? - domandai a caso, me l'aveva domandato Shawn qualche giorno prima distrattamente ed io non avendo nulla di cui parlare in quel momento tirai in ballo l'argomento passaporto che non era del tutto inutile.
Lui sorseggiò il suo caffè per un minuto, lo sentii deglutire.
- Non l'ho fatto il passaporto Brenda -
- C-cosa? Ma dobbiamo partire a metà luglio .. siamo a fine aprile, ci mancano meno di tre mesi, fallo immediatamente -
La sua espressione era a dir poco surreale.
Non l'avevo mai visto così strano, così palesemente strafottente.
- No, non vengo a Las Vegas, ho troppo lavoro da sbrigare e poi voglio tornare qualche settimana in Irlanda dai miei, ho bisogno di stare tranquillo -
Cosa? Non veniva con me in Nevada?
Non poteva prendermi per i fondelli in quel modo. Doveva riposarsi.
Perché un mese in Nevada non ci si riposa?
- Okay tranquillo, come vuoi. - non riuscivo a dire altro.
Avrei voluto tirare fuori la parte più determinata di me, ma davanti a lui non riuscivo.
- Non ti dispiace vero? -
- Oh no, davvero è tutto a posto. Senti ora scappo. Ci si vede! - cercai di dire sbigativa.
- No Brenda aspetta, per qualche settimana non torno a casa, rimango da Bryan. -
- Bryan? -
domandai sopresa, il suo ragazzo aveva un nome diverso
- E' un mio amico, sai dopo aver lasciato Louis sono un pò distrutto -
- Vi siete lasciati? Quando? -
- Qualche giorno fa -
- Non me l'avevi detto -
la mia voce era delusa, si sentiva.
- Pensavo l'avesse fatto Shawn scusa. -
- Cosa? Tu l'hai detto a Shawn e non a me? -
- Bhè eravamo sull'argomento e mi ha chiesto, le ho detto che era finita col mio ragazzo -
- Sei un bastardo, mi fai schifo! Vedi di non presentarti più a casa.
Vieni a prendere la tua roba quando non ci sono io. Bell'amico di merda! -
Lo lasciai senza possibilità di rispondere.
Con quella frase abbastanza pugnalante.




Tre mesi dopo

Da quella domenica in quello Starbucks, non avevo più rivisto Nathan.
Lui era venuto a prendere tutta la sua roba quando io ero al lavoro, nei giorni successivi.
Aveva svuotato la sua stanza. I poster dei Green Day e degli Evanescence non c'erano più.
Il suo armadio era vuoto, i quadri alle pareti non esistevano, il letto era senza fodera e i suoi libri scomparsi.
Dopo la litigata mi aveva mandato qualche messaggio del tipo:
"Hey, possiamo parlare?"
"Ciao, ho bisogno di parlarti!"
"Brenda cazzo, rispondimi, non fare la bambina"
"Sei una stronza!Vaffanculo!"
E molti altri simili, poi si era stancato.
Aveva provato ad entrare in casa per parlarmi dato che aveva le chiavi, ma Debrah e Szyma l'avevano fermato e nel giro di una settimana avevano fatto mettere una serratura nuova e chiavi nuove.
Non mi spaventava, non avevo paura.
Sapevo che voleva rimediare ma, la mia fiducia nei suoi confronti non esisteva più.
E lui l'aveva capito, infatti aveva smesso di scrivermi messaggi e di cercarmi, il che, era molto meglio per tutti.


- Avete portato gli spazzolini? Dentifricio? Crema depilatoria? Calzini? Tutto sicure? -
Shawn ci stava rompendo le palle, ed eravamo in volo da sole tre ore.
Era così paranoica quella ragazza.
- Si Shawn - rispose Debrah - E poi se manca qualcosa, compreremo a Las Vegas, ci sono i supermercati, non metterci ansia -
Io ritornai a leggere il mio libro, Sangue e Neve di Jo Nesbø, che mi accompagnò durante tutte le tredici ore di volo.

Appena atterrai sul suolo del Nevada, accesi il cellulare per chiamare mamma.
Poco dopo, mi arrivò un messaggio. Notai il mittente e il cuore mi balzò in gola, era da moltissimo tempo che non mi scriveva, da circa un mese e mezzo ed io provai un misto di emozioni indescrivibili nel leggere quelle parole.
"Hey, molto probabilmente sei già arrivata in Nevada. Volevo solo augurarti una buona vacanza, divertiti. Ti penso spesso. xxNathan "










Spazio Autrice:
Hey eccomi qui scusate il ritardo, davvero, ma ho faticato un pò a scrivere questo capitolo infatti non mi piace molto.
Spero di rifarmi col quarto che vorrei postare all'inizio della prossima settimana, prima di partire.
Detto ciò io vi ringrazio per le numerose recensioni, siete meravigliosi, davvero. GRAZIE GRAZIE.
__Dervla






   
 
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