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Autore: HP_dream    28/06/2015    5 recensioni
Vi ricordate quando la Umbridge impedì alla squadra di Grifondoro di giocare a Quidditch? Tra le tante reazioni, quella di Angelina fu sicuramente la peggiore...
Dalla storia:
“Ehi Johnson! Da quando pensare alla Umbridge ti fa fare dei goal così spettacolari? Forse se la mettessimo attaccata ad un palo della porta nel prossimo incontro saresti un fenomeno!” esclamò qualcuno dal campo sottostante. Angelina abbassò lo sguardo, riconoscendo un gemello Weasley, uno dei suoi migliori amici.
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Nel corso della giornata le era parso più volte di scorgere negli occhi del suo rivale una luce nuova, come se da qualche tempo avesse iniziato a guardarla da una diversa prospettiva. Ma dopotutto, stavano giocando a Quidditch, era chiaro che stava prendendo un abbaglio, dovuto all’adrenalina che le provocava la competizione.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alicia, Spinnet, Angelina, Johnson, George, e, Fred, Weasley, Katie, Bell, Lee, Jordan | Coppie: Angelina/George
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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It’s Quidditch here!

Scaraventò la Pluffa verso la porta, mancando l’anello. Di nuovo. Ecco che la rabbia, come se non fosse già abbastanza per quel giorno, tornava a crescere.
Possibile che oltre ad averla privata del Quidditch, la Umbridge fosse pure riuscita a toglierle la sua indiscussa bravura? Era inconcepibile, pensò Angelina infuriata. Guardò con odio crescente i tre anelli del campo da Quidditch. Non riusciva davvero ad arrendersi all’idea che quella vecchia laida non avrebbe più permesso alle squadre della scuola di giocare, esclusi i Serpeverde.
Ma certo, perché quando mai i Serpeverde avevano torto? Era davvero insopportabile stare sottomessi ad una dannata rospa, solo per potere avere il permesso di giocare a Quidditch. E terribilmente odioso il fatto che l’Umbridge, oltretutto, ne approfittasse della cosa, quasi fosse un divertimento brandire sui Grifondoro la minaccia di non ricomporre mai più la squadra. Era infuriata fin da quando, quella mattina, aveva letto quel dannato ‘Decreto Didattico Numero Ventiquattro’; non che la rabbia fosse diminuita durante quella tremenda giornata, soprattutto grazie alle ricorrenti ispezioni dell’Umbridge.
Angelina sbuffò a quel pensiero. Scese in picchiata con la scopa, recuperando la Pluffa. Almeno se voleva svolazzare liberamente per il campo da Quidditch, nessuno avrebbe avuto niente in contrario. E meno male, perché se la ragazza aveva davvero bisogno di sfogare la rabbia, non c’era niente di meglio che prendersela con la Pluffa e i tre anelli dove segnare. Avrebbe persino saltato la cena, pur di cercare di calmarsi. Non era mai stata arrabbiata tanto con un’insegnante.
Salì sempre più di quota, preparandosi ad un altro tiro in porta. Come avrebbe voluto che al posto di quei tre anelli ci fosse stata la Umbridge da usare come bersaglio, immaginò, accennando ad un sorrisetto.
“Te lo do io il ‘Mi serve un po’ di tempo per pensarci’! Dannata impostora!”imprecò a piena voce dopo aver lanciato la palla. Pieno centro. Se non altro, ora si sentiva un po’ meglio.
“Ehi Johnson! Da quando pensare alla Umbridge ti fa fare dei goal così spettacolari? Forse se la mettessimo attaccata ad un palo della porta nel prossimo incontro saresti un fenomeno!” esclamò qualcuno dal campo sottostante. Angelina abbassò lo sguardo, riconoscendo un gemello Weasley, uno dei suoi migliori amici.
“Da quant’è che te ne stai qui a spiarmi, Weasley?”chiese, scendendo verso terra.
“Ero qui per farmi un giro sulla Comet, e non ho potuto fare a meno di notare, nel tuo modo di fare, una certa avversità verso una cara insegnante” fece lui sorridendo “Comunque, non hai risposto alla mia domanda”
Angelina lo guardò, un’espressione tra il divertito e il rassegnato “Quella vecchia arpia! Cioè, permettere subito alla squadra dei Serpeverde di riformarsi, quando nel Grifondoro c’è gente molto più valida, mi manda in bestia! E tu che speri ancora che ci sia un prossimo incontro per la stagione di Quidditch!” disse lei frustrata.
“Avanti, in fondo ti ha detto solo che le serve un po’ di tempo per pensarci, non che non ci darà mai più il permesso di giocare!” esclamò il ragazzo.
Lei scoppiò in una risata amara “Dai George, inutile che cerchi di consolarmi, tanto lo sai anche tu che quello che intendeva lei era proprio questo!”
“Come sarebbe George? Io sono Fred”disse il gemello, sorridendo malandrino.
“Non mi prendere in giro, so benissimo che sei te!”
“Cosa ti fa pensare che io sia George?” domandò il rosso, squadrando la ragazza.
Angelina si prese un momento per pensare. Guardò quello che era sicura fosse George, che le sorrideva in attesa della risposta. I capelli rossi, la faccia lentigginosa, la corporatura atletica erano totalmente identici a quelli del suo gemello, ma per chi li conosceva davvero, sapeva che la differenza stava tutta nei modi di fare.
“Beh, Fred di sicuro avrebbe impiegato anni per rispondere ad una mia domanda, se prima me ne aveva fatta una lui” cominciò, giocherellando con le sue treccine scure. “Poi farebbe una battuta dietro l’altra per rallegrare subito la situazione, e non abbandonerebbe mai il suo sorrisetto malizioso” disse, indicando George che aveva assunto un’aria concentrata.
“Mannaggia, e dire che riusciamo ad ingannare persino nostra madre! E lei ci conosce da quando siamo nati” ridacchiò lui.
“Mi dispiace, Weasley, per chi vi conosce bene non è difficile distinguervi!”
“Hai vinto, Angelina” disse George, alzando le mani, solenne.
“Ecco un’altra cosa che Fred non farebbe mai: dichiararsi sconfitto!” aggiunse lei, facendogli la linguaccia. George scosse la testa.
“Adesso che ti sei divertita a paragonare i nostri caratteri, puoi anche ammettere che io sono il gemello più bello” disse lui.
“Appunto perché siete gemelli non lo dico! Egocentrico che non sei altro!” ribatté Angelina.
“Ah! Eppure dovresti saperlo che il narcisista è Fred, e non io!” si difese George, sorridendo soddisfatto. La ragazza sbuffò.
“Non fate altro che pavoneggiarvi. Tutti e due” precisò, perché il ragazzo aveva appena aperto bocca.
“Questa è un’offesa, Johnson. Pavoneggiarsi è una cosa che fa Malfoy, convinto di avere tutti ai suoi piedi perché ha il paparino ricco. Piuttosto noi ammettiamo con umiltà di essere belli. Parliamone, la bellezza dei gemelli Weasley è qualcosa di incomparabile. Prova un po’ a pensare a come sarebbero tristi le giornate di tutte quelle ragazze che non desiderano altro che vederci a zonzo per Hogwarts” disse il ragazzo.
“Fatto sta che siete totalmente innamorati di voi stessi!” replicò lei convinta.
“Ti dico che il narcisista qui è solo Fred!”
“Ah, ora capisco perché abbiamo dovuto lasciarci!”scherzò Angelina. George strabuzzò gli occhi.
“Non fare quella faccia, George. Saremmo anche stati insieme dal Ballo del Ceppo fino a marzo, ma sai benissimo anche tu che siamo troppo amici per essere una coppia!” disse lei. “E poi pensaci: in questo modo, dato che lo ritieni tanto egocentrico –come te, del resto!– avrà più tempo per pensare a come far capitolare una di quelle ochette che vi stanno attorno quando vi mettete in mostra. Quanto a me, come avrei potuto essere un bravo Capitano se fossi stata impegnata a tenere a bada un ragazzo come Fred? Gli allenamenti non sarebbero mai stati efficaci!”
“Ehm...” farfugliò George, accennando ad un sorrisetto. Angelina lo fulminò, ergendosi in tutta la sua altezza, pur non riuscendo a sovrastare il ragazzo.
“Stai forse cercando di dirmi che non lo sono?!” sbottò. George parve farsi piccolo al suo cospetto.
“Niente di tutto ciò, Angie! Solamente che i tuoi allenamenti sono stati , come dire...massacranti” cercò di spiegare lui.
“Dobbiamo ringraziare tu e Fred se al primo allenamento Katie ha mangiato una Vescicola Sanguinolenta!” rimbeccò la ragazza, guardandolo male. “Comunque sia, inutile stare a pensarci: ormai la mia carriera da Capitano è rovinata! So che tutta la faccenda del gruppo di Difesa Contro le Arti Oscure è per una buona causa, di Harry, Ron ed Hermione mi fido. E ci tengo anche io a sapermi difendere, ma non pensavo che quella strega ci stanasse subito... e se la Umbridge non ci farà più giocare, cosa che certamente farà, non potrò essere abbastanza allenata per quest’anno! Come farò anche solo a presentarmi come nuova giocatrice per le Holyhead Harpies?” Si lasciò sfuggire un sospiro che assomigliava più ad uno sbuffo, prima di lasciarsi scivolare a terra, sedendosi. Era totalmente abbattuta. Era ormai chiaro che, grazie a quella megera, non avrebbe mai realizzato il suo sogno di intraprendere la carriera sportiva, cosa a cui stava già pensando da tempo.
La faccia di George fece capolino tra i suoi pensieri, finché non si rese conto che si era chinato per parlarle.
“Chi sei tu? Angelina Johnson non si fa mai abbattere né si arrende, nemmeno se glielo impone una sottospecie di zittella!” esclamò George, riuscendo a farla ridacchiare “E poi, anche se non ti allenassi per un anno intero, sono certo che i tuoi riflessi da Quidditch sarebbero comunque impressionanti! Sul serio!” aggiunse, quando vide Angelina guardarlo scettica “Davvero Angie, sei un fenomeno! Anche se ci tengo a sottolineare, mai quanto il sottoscritto!”disse George, dandosi arie d’importanza.
“Ecco, sei sempre il solito!” rise la ragazza. “Ma mi dispiace dire che sono io il Capitano, per ovvi motivi!”
“E’ una sfida, Angelina?” chiese lui.
“Se vuoi facciamo che lo sia” affermò sorridendo soddisfatta.
“Scommettiamo allora che entro trenta secondi segnerò un goal? Via!” Angelina ebbe appena il tempo di riuscire a registrare la sua frase, che George aveva già recuperato la Pluffa e stava salendo a tutta velocità sulla sua Comet, verso gli anelli dove segnare.
“Eh no, Weasley! Adesso vedi!” gli urlò dietro lei, partendo alla carica in sella alla scopa.
Lo aveva già quasi raggiunto, che quello deviò. Angelina fu veloce a riprendere rotta, fino a che si ritrovò a combattere contro George per il possesso della Pluffa, cosa che si concluse con un perfetto goal segnato da quest’ultimo.
“Tutto qui quello che sai fare, Weasley?” lo punzecchiò lei divertita. George non esitò a ad accettare una nuova sfida.
Passarono così quel pomeriggio, tra le risate e i continui spalleggi dovuti alla bravura di entrambi. E Angelina non poté fare a meno di rendersi conto di quanto in effetti gli doveva. Non solo era riuscito a tirarle su il morale come un vero amico, ma anche a farla sinceramente divertire. Non che con i suoi amici in generale non fosse all’ordine del giorno, tutt’altro, ma con George era, in qualche modo...diverso.
Nel corso della giornata le era parso più volte di scorgere negli occhi del suo rivale una luce nuova, come se da qualche tempo avesse iniziato a guardarla da una diversa prospettiva. Ma dopotutto, stavano giocando a Quidditch, era chiaro che stava prendendo un abbaglio, dovuto all’adrenalina che le provocava la competizione.
Dopo l’ennesima manche, che si decretò con una clamorosa sconfitta di George, Angelina ansimò, con il fiatone “Credo che così possa bastare, George. Sono distrutta”
“Ammettilo, non vuoi darmi una possibilità di rivincita in realtà, ho ragione?” chiese una volta scesi a terra, anche lui stremato. La ragazza sorrise, scuotendo la testa.
“Grazie per questo pomeriggio, George. Mi sono davvero divertita, e mi hai salvata da una crisi di nervi! Se solo ripenso a quanto ero arrabbiata...”
“Non lo fare” la interruppe il ragazzo “Vederti sorridere è molto più appagante che sentirti urlare come durante gli allenamenti!” ridacchiò lui. Angelina gli diede un pizzicotto sul braccio.
“Ahi! Ma che ho detto?!” disse George, guardandola indispettito.
“Oh, assolutamente niente, Weasley!”fece lei sarcastica.
“Non te la prenderai per così poco! Ero serio quando dicevo che mi piace il tuo sorriso! Hai anche le fossette!” rispose il ragazzo, facendola sorridere compiaciuta. Seguì una pausa, in cui scese un silenzio imbarazzante. Angelina era preda di mille dubbi: da quando, George Weasley le faceva dei complimenti? Ma soprattutto, da quando lei si trovava senza sapere cosa dire? Forse dopotutto George aveva ragione: il suo impegno da Capitano a volte le dava alla testa...
BOOM! Un’esplosione, proveniente dall’interno del castello di Hogwarts, le fece fare un salto. Guardò allarmata George, che tuttavia presentava un’aria tutt’altro che preoccupata. Il che, non faceva presagire nulla di buono.
“Quella esplosione...” cercò di dire lei, venendo interrotta.
“Sì hai capito, Angie. Quella esplosione sono Fred e Lee che hanno appena testato un nuovo tipo Merendine Marinare. Tentativo a quanto pare fallito, senza il mio aiuto.” Spiegò lui, voltandosi a guardarla, sorridente. Lo sguardo che Angelina gli indirizzò fu il minimo di quello che gli disse.
“Ma voi volete scherzare!?! La Umbridge non ci permette di giocare a Quidditch, e voi che fate? Trovate un modo in più per farci espellere tutti quanti! Ma cosa vi salta in mente!” sbottò infuriata.
“Angie, è tutto sotto controllo! Noi...”
“Non cercare scuse, Weasley! Ora portami dove sono, prima che a trovarli sia quella megera del Ministero! Ora mi sentono...!”ribatté lei.
“Angie, ma...”
“Niente ma, andiamo!” Disse Angelina risoluta, trascinandoselo dietro con la scopa in spalla. Corsero velocemente per i corridoi di Hogwarts, sotto gli occhi stupiti di quelli che li vedevano ancora in divisa da Quidditch e carichi delle scope,  finché non giunsero al sesto piano, dove si trovavano alcune aule in disuso. Angelina individuò subito quella da cui provenne un’altra esplosione. Stava per abbassare la maniglia della porta, quando l’urlo di Gazza, il custode, non la fece indietreggiare atterrita.
“Dannati studenti! Che si prendano pure la libertà di far saltare per aria anche l’intero castello! Ora vi faccio vedere, sporchi mocciosi” sbraitò l’uomo, aprendo con violenza la porta dell’aula, senza curarsi minimamente di Angelina e George. La ragazza ebbe appena il tempo di guardare male la gatta di Gazza, Mrs Purr, che Pix svolazzò fuori dalla stanza, ridacchiando malefico.
“TU! Maledetto Poltergeist dei miei stivali!” Un Gazza completamente ricoperto di inchiostro da capo a piedi e paonazzo, comparì davanti a loro. Per poco Angelina non gli scoppiò a ridere in faccia, cosa che però non sfuggì agli occhi attenti del custode.
“Come osi, piccola studentina!? Non hai idea della puniz...” si interruppe, quando Pix gli lanciò addosso il cancellino della lavagna, sporcandolo ulteriormente.
“PIX!” gridò Gazza, mentre il Poltergeist ridacchiava facendogli una pernacchia. Cominciò a svolazzare per il corridoio, versando per terra il contenuto di un calamaio. Il custode lo rincorse furente, ormai dimentico della punizione di Angelina “Aspetta solo che vada dal Preside! Ti farò cacciare di qui, sporco vigliacco!” Il resto delle imprecazioni di Gazza si persero con lui, dopo che ebbe svoltato l’angolo, seguito a ruota dalla sua scheletrica gatta.
Angelina fece un respiro profondo, prima di lanciare un’occhiata di totale disappunto verso George.
“Hai visto Angie! Non c’era alcun pericolo! Noi...” cominciò lui, venendo fermato dalla ragazza.
“Se voi non aveste avuto la fortuna di avere Pix come diversivo, a quest’ora vi ritrovereste nell’ufficio dell’Umbridge! Che so, avreste anche potuto essere a fare le valigie!” esclamò, guardandolo incredula. Come poteva mostrare una tale tranquillità per quello che era appena successo?
“Angie! Ci era sembrato di sentire la tua soave voce!” disse la voce famigliare dell’altro gemello alle sue spalle. Si voltò, e quando vide Fred e Lee sbucare fuori dall’aula accanto a quella dove stava Pix, per di più ancora più calmi di George,  non poté fare a meno di infuriarsi.
“Voi tre vi siete bevuti il cervello! Non vi è nemmeno passato lontanamente per la testa che magari –dico magari– la Umbridge avrebbe potuto sbattervi in presidenza per il fracasso che avete provocato?” domandò, scrutandoli uno ad uno. Nonostante fosse più bassa di tutti loro, in quel momento non era decisamente da sottovalutare. Fu Fred che smorzò la tensione, dopo un breve silenzio.
“Come avrai notato, Angie, nella stanza accanto alla nostra c’era Pix” spiegò lui, sorridendo alla vista della sua faccia rabbuiata “E come hai detto tu, effettivamente era il nostro diversivo” disse semplicemente.
“Cioè mi stai dicendo che voi avente convinto Pix a coprirvi?” chiese, senza riuscire a non mostrarsi incredula.
“In un certo senso, sì” intervenne Lee “Di sicuro non è stato facile, ma pare che ci abbia dato retta!”
“Cosa che stavo cercando di spiegarti fin da quando eravamo nel campo da Quidditch” concluse George, sorridendo soddisfatto. Angelina si sentì avvampare. Era ancora decisamente arrabbiata.
“Fatto sta che siete dei completi idioti! La Umbridge non ci farà più ricomporre la squadra di Grifondoro, e voi ve ne state qui a sperimentare le vostre diavolerie!” sbottò la ragazza.
“Sai Angie, a volte penso che tu sia ancora più maniacale del caro vecchio Capitano” fece Lee, accennando ad una risata, venendo poi incenerito da un’occhiata di lei.
“Non è affatto vero, Lee! Oliver cercava di annegarsi sotto la doccia, ricordi?” puntualizzò.
“Sì ma tu a momenti ci uccidi se osiamo anche solo mancare ad un allenamento!” esclamò Fred, fingendosi impaurito. Angelina non poté fare a meno di ridere.
“Lo vedi Johnson, che sei più bella se sorridi...?” disse George, sorridendo a sua volta.
“...e meno temibile per tutti noi?” completò Fred, dando man forte al gemello. La ragazza scosse la testa, ma ormai la rabbia si era placata.
“Siete completamente pazzi” disse ridacchiando. Sapeva che per loro tre equivaleva ad un ‘Vi voglio bene’.
“Grazie, anche tu” fece Lee standole al gioco, abbracciandola, ricevendo in cambio una pacca sulla spalla. “Ehi, vacci piano! Hai la mano pesante!” disse scostandosi.
“Come sei delicato, Lee” disse George, prendendolo in giro.
“Hai avuto anche tu paura di Angelina, non cercare di negarlo!” ribatté il ragazzo scuro, sorridendo. L’altro ridacchiò in risposta.
“Bene...” cominciò la ragazza “Ora qualcuno che si faccia venire una brillante idea per convincere la Umbridge?” chiese Angelina. Fred alzò le spalle, e George si fece pensieroso. Lee sbuffò, guardando Angelina.
“Una bella domanda, Angie! Perfino la McGranitt sarebbe sorpresa di non trovare risposta!” esclamò lui semplicemente. Angelina si limitò a fissarlo.
“C’è qualcosa che non va...?” cercò di chiedere il ragazzo, prima che Angelina lo interrompesse.
“Ma certo! La McGranitt! Come ho potuto essere così stupida? Ero talmente arrabbiata...come ho fatto a non pensarci?!” esclamò lei, più a sé stessa che agli altri, che la guardavano increduli.
“Sicura che vada tutto bene, Angie?” chiese Fred, stupito da quell’improvviso comportamento della ragazza.
“Più che bene, Fred!” gli sorrise Angelina raggiante, prima di abbracciarli tutti e tre. “Vado immediatamente nel suo ufficio! Credo proprio che salterò la cena, è troppo importante. Mi portereste la scopa in Sala Comune?” senza aspettare risposta, troppo presa dall’euforia del momento, caricò le braccia di Lee. “Grazie Lee, sei un genio!” esclamò, prima di sparire a tutta velocità in fondo al corridoio.
“E poi dice che siamo noi quelli fuori di testa” commentò George, divertito.

*

“Ho il permesso! Possiamo ricomporre la squadra di Quidditch!” annunciò Angelina entusiasta il mattino dopo ai suoi amici, in Sala Comune.
“Grandioso!” esclamarono in coro Fred e George, mentre Katie e Alicia abbracciavano Angelina.
“L’ho detto alla McGranitt e credo che poi lei si sia rivolta a Silente: alla fine quella megera della Umbridge ha ceduto!” esclamò felice, tra gli applausi e le risate degli altri.
“Tutto grazie al qui presente Lee” fece il ragazzo, dandosi arie d’importanza, abbracciando poi le ragazze. Angelina gli sorrise. Non avrebbe potuto desiderare degli amici migliori. Si ritrovò a pensare a cosa avrebbe potuto fare Oliver al suo posto, se l’Umbridge gli avesse tolto il Quidditch; di sicuro, ora sarebbe stato più che contento di sapere per lettera che finalmente, con l’aiuto della McGranitt, il Grifondoro sarebbe tornato a giocare.
Angelina si separò da Lee, andando ad abbracciare Fred e George.
“Grazie ancora per avermi migliorato la giornata, ieri” sussurrò all’orecchio di George, prima di dargli un bacio sulla guancia. Per qualche strano motivo, si sentì leggermente accaldata.
“Non c’è di che, Johnson!” disse piano lui in risposta, prima di aggiungere a voce alta “Sono sicuro che faresti di tutto per il Quidditch!”
“Chissà, forse un giorno riuscirai persino a superare il Capitano! Stai già incarnando il suo spirito competitivo!” commentò Fred, ridacchiando assieme agli altri.
Angelina gli fece l’occhiolino prima di dire “A questo proposito, voglio tutta la squadra in campo alle sette di questa sera per allenarci”
“Ecco appunto...” commentò Alicia scuotendo la testa bionda.
“Mancano tre settimane alla prossima partita, Alicia” la rimbeccò l’amica, facendola sbuffare “Sarà meglio che dica anche ad Harry e Ron di essere presenti. Se Harry si farà punire dall’Umbridge, questa volta...”
“Credo che tu possa avvisarli anche dopo alla ricreazione, Angie” intervenne Katie “Siamo tutti affamati, meglio scendere in Sala Grande per la colazione, no?” chiese, ottenendo il consenso da parte degli altri amici.
Angelina inarcò le sopracciglia, ma annuì sorridente. Era tremendamente bella la prospettiva di avere di nuovo in mano la squadra di Quidditch. Scendere in Sala Grande  accompagnata da tutti suoi migliori amici, sapendo di avere vinto contro l’Umbridge, la rendeva euforica.
“Pronta a far rodere quella rospa dell’Umbridge?” le chiese George, facendola ridere.
“Certo, George” rispose Angelina. Mai come quella volta si sentì di poter toccare il cielo con un dito. Non tanto perché quando entrarono in Sala Grande, la Umbridge la fissò, per poi spezzare con rabbia un biscotto; nemmeno perché finalmente sapeva che la sua squadra sarebbe tornata a giocare. Ma, come si rese conto, perché aveva vicino George.
FINE


Spazio autrice:

Dopo tempo immemore, rieccomi qui ad infestare questa sezione con le mie storie! Vi sono mancata ammettetelo!
Ok, scherzi a parte, vi farà strano sapere che questa è di nuovo una  Angelina/George. Questa volta però, ho voluto descrivere uno spacco della loro vita ad Hogwarts, precisamente qui siamo al settimo anno, durante la tirannia della Umbridge. Nella mia immaginazione, Angelina e George si cominciano a piacere alla fine della scuola,
ma secondo me durante la guerra potrebbero non vedersi tanto spesso, quindi non si hanno ulteriori sviluppi. Anche se poi la morte di Fred  in parte abbia contribuito ad avvicinarli, credo che la loro relazione avesse già le basi da prima. Ah, ci tengo a ribadire che George NON è il rimpiazzo di Fred, perché sono più che convinta che Angelina e quest’ultimo siano stati insieme, ma che poi si siano resi conto che era solo amicizia quello che li legava.
Mi piace pensare che Angelina sia molto legata ai suoi compagni di squadra  e a Lee Jordan (dopotutto, a parte Harry e Ron, hanno più o meno tutti la stessa età) e che siano rimasti in contatto anche con Oliver Baston, il vecchio Capitano. Dato che in molte fan fiction a Lee non è mai dato molto spazio, ho voluto farlo apparire in questa storia, per dimostrare che, in effetti, continua ad esistere.
Ho riletto molto bene questa parte sull’Ordine della Fenice, per essere più sicura possibile che tutto questo combaci con gli avvenimenti del libro. Di questo me ne accertata, sta a voi giudicare se i personaggi sono IC o meno! Lo spero, perciò fatemi sapere il vostro parere, sempre ben accetto, positivo o no! Spero sia di vostro gradimento, per me è sempre un gran divertimento scrivere della mia coppia preferita! Ma prima o poi tenterò anche altre coppie ;)
Ci si vede, HP_dream^^
  
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