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Autore: mudblood88    28/06/2015    2 recensioni
Seguito di "I cattivi non hanno mai un lieto fine, ma Regina ha Emma."
TRATTO DAL TESTO:
«Vuole il tuo cuore, Emma».
«Non mi importa» rispose la bionda, con fermezza. «Non ti lascerò andare da sola».
Regina fece un passo verso di lei, trovandosi a pochi centimetri dal suo viso.
«Emma, ascolta...»
«No» la interruppe, alzando le mani in un gesto deciso. «Non mi importa, qualsiasi cosa dirai ho preso la mia decisione. Avevo promesso a Henry che mi sarei presa cura di te. Che ti avrei protetta. Ed è quello che ho intenzione di fare. Io sono la Salvatrice!»
«Emma» disse Regina, in tono grave. «A volte... anche la Salvatrice deve essere salvata».
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

Sedici giorni prima del solstizio d'estate

 

 

Dopo aver parlato a lungo, Emma e Regina erano arrivate alla conclusione che era meglio non farsi vedere da altre persone, nonostante Emma volesse andare a trovare i suoi genitori. Ma si rese conto che non era prudente; Neal, probabilmente, viveva con loro, quindi avrebbero potuto incontrarlo. E dopo essersi scontrata con Belle, che non l'aveva minimamente riconosciuta, la Salvatrice non era sicura che avrebbe voluto provare quella sensazione anche con Mary Margaret e David.

Così si concentrarono su Belle e sull'Operazione Scoiattolo; per qualche giorno osservarono i suoi spostamenti, e capirono che la mattina portava il figlio a scuola alle otto in punto, per poi passare da Granny a prendersi un caffè e dirigersi in biblioteca dove, evidentemente, lavorava. La seguirono una sera fino a casa, e scoprirono che abitava in una delle ville appena fuori dal centro. Ma la cosa più importante che scoprirono, era che il mercoledì sera Belle tornava in biblioteca per un turno extra, e dopo dieci giorni dal loro arrivo si sentirono abbastanza sicure dal decidere di agire.

Furono dieci giorni di caffé presi in fretta e furia da Granny, cercando di sfuggire al suo sguardo indagatore.

Dieci giorni di pranzi e cene consumati sul pavimento della cripta.

Dieci giorni in cui avevano approfittato della lavanderia di Granny per fare la doccia, lavarsi i vestiti, e cercare di mantenere un aspetto almeno decente.

Dieci giorni di sguardi sospettosi da parte della gente che non le conosceva, e che loro non conoscevano. Perché, a parte Belle e Granny, si erano tenute alla larga dai "vecchi" abitanti di Storybrooke.

Tutto questo, cercando di non dare troppo nell'occhio, evitando lo Sceriffo e scomparendo ogni volta che lo sentivano arrivare.

Per un paio di volte si erano recate a casa di Mary Margaret e David. Emma voleva avere la certezza che ci fossero, che stessero bene, perché non li avevano mai incontrati in giro, ed era strano. Ma Emma non aveva il coraggio di avvicinarsi troppo. Aveva paura di trovarseli di fronte, di non essere riconosciuta e di rimanere vittima dei loro sguardi indifferenti. Poi, una sera, li vide uscire di casa; erano visibilmente invecchiati ma sembravano sempre innamorati come un tempo, e soprattutto, stavano bene.

Emma e Regina si recarono in biblioteca, quel mercoledì sera, e vi trovarono Belle, intenta a fare l'inventario. La ragazza, quando sentì la porta aprisi, alzò appena lo sguardo.

«Siamo chiusi, mi dispiace» disse, scrutando Emma e Regina con sguardo confuso. «Ciao» disse, rivolta a Emma. Probabilmente l'aveva riconosciuta dopo il loro incontro-scontro.

«Ciao» balbettò Emma, facendo un passo avanti. «Scusa, non volevamo disturbarti».

«Nessun disturbo» Belle posò la penna e gli occhiali che usava per leggere sul bancone, prima di fare il giro e ritrovarsi a pochi passi dalle sue ospiti. «Credevo che fossi soltanto di passaggio».

«Era così» replicò Emma. «Ma abbiamo un problema da risolvere, e speravo che magari potevi darci una mano».

«Se posso aiutarvi, volentieri» rispose, in tono gentile.

Emma era titubante. Regina, dietro di lei, socchiuse gli occhi, sospirando. Era rimasta piuttosto colpita di vedere Belle così invecchiata, nonostante se l'aspettasse. Diede un colpetto a Emma per farla procedere.

«Volevo... volevamo...» Emma balbettava. Non avevano preparato un discorso da fare a Belle. Come potevano spiegarle cosa stava succedendo, senza essere prese per pazze? E come potevano convincerla ad andare con loro al confine, senza essere prese per due criminali? «Abbiamo bisogno d'aiuto» Emma parlò tutto d'un fiato. «Dovresti venire con noi in un posto».

Belle parve piuttosto confusa. Incrociò le braccia sotto al seno, scettica. «Scusate, ma io non vi conosco. Se posso aiutarvi lo faccio volentieri, ma non ho intenzione di andare da nessuna parte».

Emma fece una smorfia. «Lo so che può sembrare assurdo Belle, ma abbiamo davvero bisogno che ti fidi di noi».

Belle indietreggiò. «Come sai il mio nome?»

Emma si morse un labbro e Regina sospirò.

«Ascolta, so che può sembrare strano... non vogliamo farti del male» Emma cercava di sistemare la situazione, ma riusciva soltanto a peggiorarla.

«Uscite subito da qui!» gridò Belle, dirigendosi verso il bancone per raggiungere il telefono.

Regina si materializzò davanti a lei, bloccandole la strada.

«Scusami, Belle» disse, prima di addormentarla con un gesto della mano.

Emma la raggiunse appena in tempo, per afferrarla prima che sbattesse a terra.

«Che tatto che hai, Regina» borbottò.

«Bè, non mi hai lasciato altra scelta. Con il tuo tatto non stavi risolvendo nulla, Swan».

Emma guardò Belle. «E adesso?» chiese, alzando lo sguardo su Regina.

«Adesso andiamo al confine» e toccò la spalla di Emma per far riapparire tutte e tre davanti all'insegna di Storybrooke.

«Abbiamo rapito Belle, te ne rendi conto?» strillò Emma, che ancora la reggeva tra le braccia. «Come siamo arrivate a questo punto?»

Regina sospirò. «Anche a me dispiace, Emma. Ma non possiamo fare altrimenti. Non sarebbe mai venuta qui con noi, e comunque non le stiamo facendo del male. Quando attraverserà il confine» e indicò la linea dietro di sé «probabilmente ricorderà tutto e non ce l'avrà con noi».

«Probabilmente?» ripeté Emma, ansiosa. «E se le capitasse qualcosa di brutto? Se perdesse completamente la memoria o, che ne so...»

Non lo voleva dire. Ma entrambe sapevano che attraversare il confine non era una cosa sempre prudente.

Trascinarono Belle fino alla linea che delimitava il confine di Storybrooke, sotto la luce fioca dei lampioni che illuminavano appena ciò che le circondava. La foresta intorno alla città non era mai sembrata così sinistra.

Emma si bloccò. «Non possiamo farlo».

«Emma...» iniziò Regina, ma la bionda la interruppe.

«E se morisse?» domandò, a voce troppo alta, tant'è che un'eco si alzò intorno a loro.

Regina chiuse gli occhi. «Hai ragione, non possiamo farlo».

Restarono per un lungo momento davanti al confine, Emma aveva un braccio di Belle sulle spalle, mentre Regina la sosteneva dall'altra parte, tenendola per l'altro braccio.

Fu Regina a spezzare il silenzio. «Ho un'idea!»

Emma sobbalzò. «Quale?»

Regina lasciò Belle, facendo ricadere tutto il peso su Emma. «Fidati» disse, con una strana determinazione negli occhi.

Emma si morse un labbro. Si fidava di Regina, certo. Ma conosceva fin troppo bene quello sguardo.

«Regina, non vorrai...»

Non riuscì a terminare la frase, che Regina aveva già affondato una mano nel petto di Belle. Un istante dopo, estrasse il suo cuore.

«Se il cuore rimane di qua, Belle non può morire» disse Regina, soddisfatta.

Emma fece una smorfia. «A me queste cose mettono ansia. Ma mi fido di te. Spero tu sappia quello che fai».

Regina la guardò torva. «Certo che lo so. E ora vai».

Emma non se lo fece ripetere due volte. Raggiunse il confine, facendo attraversare Belle e adagiandola a terra. Non appena la ragazza varcò la soglia, il suo corpo prese a tremare e si illuminò completamente, emanando luce da ogni singolo poro.

Regina restò a guardare la scena con il cuore che batteva frenetico. Entrambi i cuori, che battevano frenetici.

«Cosa succede?» domandò Emma, agitata.

Regina esitò. «Non lo so».

La luce che Belle emanava era ancora forte, quando Regina notò un movimento dietro di sé. Non captò dei rumori, intravide soltanto un'ombra, che così com'era arrivata, era scomparsa. Si voltò, ma dietro di sé non riuscì a distinguere nient'altro che buio.

«Regina!»

La voce di Emma la fece voltare. Belle aveva smesso di emanare luce ma soprattutto, era ritornata la giovane Belle di un tempo, coi capelli castani, le guance arrossate, il viso pulito e non solcato da rughe. La ragazza si svegliò non appena la luce cessò.

«Belle, stai bene?» le domandò Emma, inginocchiandosi accanto a lei, ma restando dall'altra parte del confine.

Belle sbatté le palpebre un paio di volte, con sguardo confuso. Guardò Emma per un lungo momento prima di metterla a fuoco, e fu allora che spalancò la bocca in un'espressione di sorpresa.

«Emma!» esclamò, sollevandosi, appoggiando il peso sui gomiti.

«Mi riconosci?» domandò Emma, aiutandola a mettersi a sedere. «Sai chi sono?»

Belle la guardò confusa. «Perché non dovrei? Cosa...»

Guardò Regina, in piedi dietro Emma.

«Siete tornate, allora?» domandò Belle. «Cosa ci facciamo qui?»

Emma e Regina si guardarono. La mora fece un passo avanti, attenta però a non varcare il confine con il cuore di Belle stretto nella mano.

«Belle, cos'è l'ultima cosa che ricordi?» le domandò Regina.

Belle ci pensò. «Ricordo che siete partite, stamattina ho incontrato Mary Margaret da Granny e mi ha detto che non aveva vostre notizie da giorni. Era molto preoccupata» poi si guardò intorno. «Ma cosa succede? Mi volete spiegare?»

Belle si mise in piedi e la sua attenzione cadde sulla mano di Regina. Si lasciò scappare un urlo.

«Tranquilla, è tutto a posto» la rassicurò Regina. «Non abbiamo molto tempo. Abbiamo bisogno del tuo aiuto per una cosa».

Regina estrasse la pergamena che avevano recuperato nel negozio di Gold, mentre Emma spiegava a Belle tutto ciò che era successo da quando erano ritornate a Storybrooke.

«Vuoi dire» disse Belle, scossa. «Che se attraverso il confine invecchierò di vent'anni in un colpo solo?»

Emma annuì. Poi Regina le passò la pergamena.

«Dobbiamo applicare questo incantesimo» disse, tendendo la pergamena a Belle. «Ma non sappiamo da dove cominciare a trovare questi oggetti».

La ragazza prese la pergamena, titubante. La lesse per parecchi minuti, soffermandosi più volte sulle vari frasi.

Emma e Regina si scambiarono sguardi carichi d'ansia.

«E' un incantesimo molto complicato, e questi oggetti...» Belle sospirò. «Credo di sapere dove potete trovarne uno».

Emma si raddrizzò. «Davvero?»

Belle annuì. «L'oggetto descritto nell'incantesimo non è un oggetto che dovete prendere dal futuro. E' più una cosa simbolica, e questo oggetto può controllare il futuro. Penso che possa essere l'oggetto che inghiottirà tutto. E' un oggetto molto pericoloso, infatti Tremotino l'ha nascosto nel bosco».

Emma e Regina si scambiarono un'altra occhiata.

«Sai che oggetto può essere?» chiese Emma.

«No» rispose Belle. «Non so di che oggetto si tratta, Tremotino non parlava con me di queste cose. E' già molto che sia riuscita a farmi dire dove l'ha nascosto».

«Come ci arriviamo?» domandò Regina. «Dov'è nascosto di preciso?»

«Non lo so, purtroppo» rispose Belle, porgendo a Emma la pergamena. «Però esiste una mappa, una mappa che conduce al nascondiglio. Tremotino me l'ha data e io l'ho nascosta in biblioteca, nel libro de L'Isola del Tesoro, sotto la rilegatura».

«Appropriato» bofonchiò Regina, sarcastica, ma né Emma, né Belle la sentirono.

«Ok, quindi dobbiamo recuperare quella mappa» disse Emma. «Scusaci, Belle».

Belle la guardò confusa. «Per cosa?»

«Bè, visto che quando tornerai a Storybrooke perderai la memoria, penso che saremo costrette a rubarti quella mappa. Perciò, mi scuso in anticipo».

«Ma non posso tornare!» replicò Belle. «Perdendo la memoria non vi sarei di alcun aiuto».

«Non puoi neanche sparire, Belle» s'intromise Regina. «Hai una famiglia che ti aspetta, qui».

Belle sbatté le palpebre. «Ho una famiglia?»

«Sì» rispose Emma. «Devi tornare e lasciare che tutto si svolga normalmente. Non possiamo dare nell'occhio, lo capisci?»

Belle annuì.

Certo che capiva, pensò Emma. Era la persona più intelligente che conosceva.

Belle fece un paio di passi verso la linea del confine, ma prima di varcarla, esitò.

«E' con Tremotino?»

Emma la guardò, perplessa.

«E' con Tremotino che ho costruito una famiglia?»

Emma si morse un labbro. Regina si irrigidì.

«Non credo, Belle» rispose Emma, sincera. «Tremotino in questo momento si trova ad Arendelle, con Henry ed Elsa».

«Sta bene?» chiese Belle.

Il cuore che Regina teneva in mano accelerò visibilmente.

«Sta bene, sì» rispose Regina.

«Ci sta aiutando a capire come spezzare questo sortilegio» aggiunse Emma. Poi, vedendo Belle agitata, proseguì. «Questo futuro non è reale. Quando avremo spezzato il sortilegio, tornerà tutto alla normalità e forse... forse potremo trovare una soluzione anche per Tremotino. Devi solo fidarti di noi».

Belle, ancora una volta, annuì. Fece un passo verso il confine, e lo superò con un piede. Guardò Emma, che le rivolse un'occhiata di incoraggiamento e le tese la mano. Belle l'afferrò, ritornando a Storybrooke, e la luce di nuovo la invase, facendola ritornare la signora di mezza età con cui Emma si era scontrata appena erano arrivate. Con la sua giovinezza, se ne andò anche la memoria, e non fu facile per Regina rimetterle il cuore nel petto. Si trovò costretta ad addormentarla di nuovo, per poi riportarla in biblioteca. La misero su una sedia, e decisero di non aspettare che si svegliasse; probabilmente Belle avrebbe pensato di essere vittima di un colpo di sonno.

Approfittarono di quel momento per cercare il libro de L'Isola del Tesoro. Emma fece una rapida ricerca al computer, trovando il numero dello scaffale su cui si trovava. Regina lo prese, staccò la rilegatura e vi trovò, come aveva detto Belle, una piccola mappa disegnata su una pergamena logora.

Regina sorrise in direzione di Emma. Poi Belle cominciò ad agitarsi sulla sedia, e decisero che era giunto il momento di tornare alla cripta. 


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** Ciao amici del team SwanQueen! Sarò breve: ringrazio tutti voi che mi seguite, recensite, anche in pagina, e mi scuso se non rispondo sempre alle vostre recensioni. Ma vi leggo davvero troppo volentieri e spero che la storia vi stia continuando a piacere. Un abbraccio a tutti <3

  
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