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Autore: Shir    28/06/2015    2 recensioni
Conoscete tutti lo scandalo del Datagate, no? Bene, e se al mondo fosse rivelata l' esistenza delle nazioni?
Cosa accadrebbe? Come reagirebbero? Cosa farà America per evitare che tutte le colpe vadano a lui?
No parings
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Axis Powers/Potenze dell'Asse, Baltici, Nordici, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Raivis! Un'altra bottiglia! Ora~-
La voce del russo, delicata e infantile, raggiunse le orecchie di uno spaventatissimo Lettonia che, con la bottiglia di vodka stretta al petto, corse verso Ivan e posò la bottiglia sul tavolo. L'aura viola dell'imponente nazione per poco non sfondava il soffitto e gli altri due baltici osservavano la scena terrorizzati.
Non si poteva dire se era per il nervosismo o per la disperazione, Ivan iniziò a scolari la terza bottiglia di vodka come fosse acqua, sotto lo sguardo allibito degli altri. Mentre Raivis era impegnato a tremare come una foglia ed Eduard controllava sul suo smartphone le ultime novità, Toris non poteva fare altro che pensare a Polonia. Mentre sapeva che Bielorussia ed Ucraina avevano preferito rimanere protette nei loro paesi, non aveva alcuna notizia di Feliks.
Aveva persino provato a chiamare la sua segretaria ma non aveva saputo dirgli niente. Polonia era un tipo imprevedibile e in una situazione del genere non sapeva che aspettarsi. Insomma, Feliks era Feliks! E solo al pensiero che potesse fare qualcosa di avventato lo metteva in agitazione. Mentre il povero Lituania si torturava con i suoi pensieri e le sue preoccupazioni, Russia era già arrivato a metà bottiglia. Con fare soddisfatto, appoggiò la bottiglia sul tavolo, sospirando con le gote arrossate. Raivis si teneva in disparte nell'angolino, sapendo che non era sicuro stare vicino a Ivan quando era un po' brillo.
Russia prese in mano una delle due bottiglie vuote rigirandolsela tra le mani sotto lo sguardo sconcertato degli altri tre, i quali, ormai, non sapevano cosa aspettarsi da russo. Con uno scatto veloce, lanciò la bottiglia contro il muro, proprio sopra la testa del povero Lettonia, che nel frattempo aveva visto tutta la sua lunga esistenza passargli davanti. I frammenti della bottiglia si sparsero per la stanza, fortunatamente non ferendo nessuno dei presenti.
-Come vorrei che succedesse la stessa cosa alla testa di Amerika.-  disse semplicemente, monotono, come raramente i Baltici lo avevano sentito. Ma sapevano benissimo che era meglio stare lontano dalla nazione russa in quei momenti. Estonia continuava a scorrere le notizie sul cellulare, ricaricado varie volte le pagine e trovando miriadi di notizie, alcune anche visibilmente false. Una notizia, con video allegato, catturò particolarmente la sua attenzione; si affrettò a leggere preso dal panico, mentre iniziava a sudare freddo.
Toccò la spalla a Toris, passandogli il telefono. Gli occhi del lituano guizzavano come anguille da una parte all'altra dello schermo e, mano mano che leggeva, nella sua espressione si poteva intravedere lo sconcerto.
-Cosa crede di fare Polonia?-                                 
~~~
Nonostante fosse passata ormai una settimana, alcune nazioni erano ancora scosse e agitate. Qualcuno aveva preferito chiudersi in casa per conto proprio, come la maggiorparte degli asiatici, altri avevano deciso di riunirsi e parlare amorevolmente e pacificamente della loro situazione.
-Devo andare a comprare altro tea e non posso uscire!!!-
-Fratellino per l'amor del cielo cal-
-Sono calmissimo Scozia!-
-Mon Dieu, ci risiamo...-
-Tu sta zitto rana! E ritorna da dove sei venuto.-
Il calmo e pacifico Canada, ormai abituato a quella situazione, continuò a cucinare i suoi pancake come nulla fosse. Nella semplicità di quel gesto riusciva a rilassarsi ed a ricavare un po' di tempo per sé, per pensare ed analizzare nel complesso la loro situazione o, più semplicemente, avere un attimo di pace.
Tra un sospiro e l'altro prese lo sciroppo d'acero dalla dispensa; lo sguardo cadde sulla marca, di sicuro era di scarsa qualità ma sempre meglio di niente. Appena lo poggiò, sentì qualcuno alzarsi e prendere sia lo sciroppo che un piatto di pancake. La cosa fece storcere il naso al canadese.
-E se non fossero stati per te? Se li stavo preparando solo per me?-
Chiese sempre intento a cucinare altri pancake, voltato di spalle rispetto il suo interlocutore.
-...Scusa.-
rispose semplicemente quello, versandosi dello sciroppo d'acero. Mattew, ormai spazientito, si girò verso di lui irritato, ma soprattutto, stanco del suo atteggiamento.
-Sai solo fare questo America, chiedere scusa. Pensi solo a te stesso e a come far risaltare la tua immagine nel mondo, non hai altra preoccupazione. Quello che combina un guaio dietro l'altro sei tu! E cosa succede quando la gente te lo fa notare? Ops. Ma poteva capitare a chiunque. No Alfred, stavolta non te la cavi così.-
La nazione americana sapeva benissimo che lui aveva ragione, sapeva che ogni cosa detta era vera. Ma lui è l'America, non può mostrarsi debole di fronte a niente  e deve sempre andare avanti con la sua maschera di indifferenza, come ha sempre fatto.
-Prima o poi sarebbe accaduto lo stesso.-
Canada a quell'affermazione non si scompose, anche se la sua rabbia era crescente. Spense il fornello e si avvicinò al fratello con grandi falcate. Ora Alfred stava esagerando. Si fermò davanti a lui arrabbiato, talmente arrabbiato che non sapeva che dirgli. I loro sguardi si incrociarono per un breve istante, interrotto da una telefonata in arrivo. America d'altronde non aveva voglia di discutere con Canada, quindi colse l'occasione al volo per rispondere.
-Pronto?- Mattew del resto aveva voglia di sfogarsi su Alfred, lo osservò con le braccia conserte mentre parlava al telefono, ma si accorse che, mano mano, il volto di America sbiancava e il suo sguardo si incupiva. Ma la situazione cambiò subito quando Alfred scattò verso la televisione e l'accese. Quello che temeva era successo. Le nazioni in crisi avevano colto la palla al balzo.
~~
Germania riattaccò il telefono, posandolo sul tavolo, per poi sospirare sonoramente. Volse uno sguardo ai presenti, sentiva un'aria tesa nella stanza. Austria beveva il suo the, cercando di risultare il più calmo possibile, anche se il suo sguardo irritato tradiva ciò che voleva mostrare. Ungheria puliva convulsamente il piano cucina, come se stesse cercando di distrarsi e persino Prussia non le dava fastidio.
Suo fratello era molto più calmo del solito, silenzioso, mentre osservava lo schermo. Feliciano era seduto al centro della stanza, Giappone al suo fianco.
La nazione italiana osservava lo schermo, quasi scosso da quello a cui stava assistendo e il povero Giappone non sapeva che dire, non aveva parole per calmarlo. Ma probabilmente non c'erano. Tutti i canali trasmettevano la stessa cosa, cambiando ogni tanto località. In Spagna, in Polonia, in Italia e in molti altri Stati si erano levate urla di protesta e manifestazioni; in molti casi a capo di quella manifestazione c'era il rappresentante dello stato. A pensarci non era nemmeno tanto strano che Romano prendesse un iniziativa del genere, anche se lui era spesso troppo pigro per farlo.
C'erano giornalisti di tutti i quotidiani nazionali e di tutte le reti, gridava solo una cosa: voleva che quello situazione finisse. Veneziano pensò che fosse un grande colpo per le istituzioni, di certo loro si sarebbero mossi un po' con le leggi e avrebbero smesso di "mangiare" dalla banca dello stato.
Giappone dal canto suo non sapeva che fare oltre a stare vicino ad Italia, era l'unica nazione orientale che aveva deciso di non rinchiudersi in casa e riunirsi con gli amici di un tempo. Improvvisamente cambiarono località, mostrando stralci delle rivolte in Spagna, Grecia e Turchia. Anche loro avevano iniziato a muoversi, si domandava come stesse Grecia ultimamente, sapeva che non se la stava passando bene, Turchia stava meglio di Herakles, ma anche lui aveva i suoi problemi.
E non erano gli unici, molte altre nazioni avevano preso la situazione in mano e si erano ribellati, portando la loro situazione agli occhi del mondo. Che purtroppo non ne era all'oscuro, ma con quel gesto avevano dato importanza ai loro problemi ed era ora di ribaltare la situazione. Nessuno aveva voglia di parlare, la situazione era già delicata di per sé e parlare sembrava superfluo.
Nemmeno Prussia si era azzardato a fare battute sull'argomento, anche se non sembrava, aveva la maturità per capire quando non era opportuno scherzare. Germania pensò che fosse meglio così, ma vedere suo fratello così silenzioso lo preoccupava, lo aveva visto così sono in periodi di crisi, quando la guerra non era loro favorele. Squillò un telefono, la suoneria era strana e Germania avrebbe potuto giurare che fosse tedesco.
"Sie sind die essen und wir sind die ja-"
-Pronto?!-
Giappone si affrettò a rispondere, rosso in viso. Prussia si girò verso Italia trattenendo a stento le risate, mentre Feliciano cercava di dirgli con lo sguardo di non ridere, anche se era divertito quanto lui. Non passarono nemmeno dieci secondi che l'interlocutore attaccò, non lasciando il tempo di capire a nessuno chi fosse e facendo rimanere Giappone sconvolto.
-America-san...-
Esordì Kiku, lasciando capire chi lo avesse chiamato. Gli sguardi di tutti i presenti erano puntati su di lui, aspettavano solo che parlasse; poi, finalmente, prese un sospiro e disse tutto di un fiato:
-America-san vuole fare un'intervista!-




Angolo dell'autrice:
Non ci speravate più, dite la verità XD. Mi dispiace avervi fatto aspettare tanto, ma sono stata impegnata con dei progetti durante l'anno e il computer si è rotto.
Sto scrivendo dal cellulare, quindi avvertitemi se il capitolo è editato male perché dal telefono non riesco a capire.
Comunque volevo spiegarvi un paio di cose. Per ovvi motivi, ho preferito non far interagire Russia ed Ucraina; se vi stavate chiedendo perché non c'era, bhe, questa è la risposta. Poi sì, è vero, non ho fatto tutti i gruppi e alcuni sono solo accennati.
Vi chiedo scusa, ma non trovavo più ispirazione, voglio finire questa storia e il prima possibile.
Per quanto riguarda Giappone... XD. Non lo so, volevo spezzare un po' la tensione.
Ok, vi chiedo solo un piacere, se avete domande in mente da porre ad America, vi supplico di scriverle nelle recensioni, perché io non ne ho la più pallida idea di cosa chiedergli XD
Detto questo, vi saluto e alla prossima.
Shir.
  
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