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Autore: alltimelouis21    29/06/2015    1 recensioni
«P.S.: c'è un bracciale, è un filo rosso. Legalo al tuo posto, e ti prego, per tutta la vita tienilo con te. Anche se trovi un altro uomo, anche se avrai dei figli – spero saranno i figli bellissimi che io e te non abbiamo mai potuto avere. Ma tieni quel filo rosso con te, almeno so che da qualche parte, tra qualche tempo, ti rincontrerò.»
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Memory

 

Da dietro le tende ormai consumate dal tempo, si poteva ancora vedere ciò che restava dei luoghi che prima usava frequentare. Nel tempo la gente e lo smog avevano contribuito a scurire i muri dell'elegante villetta che era difronte alla sua abitazione, e l'erbetta del parco in cui si recava spesso oramai era alta e incolta. Le altalene erano rotte e gli scivoli consumati da scritte e suole di scarpe. Il ghiaccio ai lati delle strade era pronto a sciogliersi, ma le nuvole nel cielo restavano presenti, e creavano un'atmosfera vagamente simile a quella che regnava nella testa di Louis. Tutto ciò a cui il ragazzo era riuscito a pensare nelle ultime settimane era stato un foglietto bianco, una scrittura uguale a quella del suo (ex) fidanzato: Vic.

Prima che tutto cambiasse, almeno, era riuscito a trovare la forza di chiedergli cosa significasse quel nome, ma prevedibilmente non aveva avuto alcuna risposta. “Non è niente, Lou, che hai pensato?”. Quella voce conosciuta è un ricordo che si riproduce automaticamente nella sua mente mentre pensa a ciò che era successo e quelle parole lo colpiscono come la prima volta.

E poi, d'un tratto, eccolo. E' lì.

O almeno Louis pensa. Ancor prima di rendersi conto che è solo l'ennesima illusione, il ragazzo chiude ermeticamente la tenda dietro la quale si nascondeva, e si appoggia piano al muro per non peggiorare il mal di testa che va avanti da giorni. Su quel muro, si ricorda, ci avevano fatto l'amore.

Lo avevano fatto quando non c'era ancora un motivo per mentirsi, quando le cose andavano bene, quando i ricordi non uccidevano l'uno e le bugie l'altro. Alla fine tutto ciò che avevano si era trasformato in una menzogna, lui si era trasformato nella più grossa delle bugie. E glielo aveva detto, curioso, no? Per anni era stato il tipo di ragazzo timido ed insicuro, ma aveva trovato il coraggio di dirgli tutto ciò che pensava, quell'ultima notte, quello in cui la loro storia infinita ha avuto una fine. Non ci era riuscito, a far finta di nulla. Non ci era riuscito a starsene in un angolo, zitto, mentre vedeva l'amore della sua vita allontanarsi ogni secondo da lui. Lo percepiva anche dal modo in cui lo baciava, anni e anni di relazione servono a questo d'altronde.

Ci pensava quando non riusciva a prendere sonno, e si odiava, si incolpava di tutto ciò che era successo. Pregava che quell'ultima notte fosse rimasto zitto, pregava di non avere più un cuore, pregava che il suo uomo non si fosse innamorato di un altro. Pregava o al massimo piangeva. Ma non dormiva, era un inverno che non dormiva. Il suo dolore, si rende conto ora, è più infinito di quella relazione che era destinata a durare per sempre.

«Ho solo bisogno di te qui, con me, mi dispiace» borbotta, mentre alza gli occhi al soffitto per non piangere, ancora. Anche quella notte lo fece.

E sembra proprio che tutti i suoi ricordi abbiano, in qualche modo, voglia di ucciderlo. Lo stanno uccidendo. O forse no, forse è morto quando lo ha visto. Lo ha visto con un altro, nonostante il riccio pretendesse di essere da solo, Louis quell'uomo che era riuscito a portare via da lui l'amore della sua vita l'aveva visto. Era completamente diverso da ciò che il liscio era mai stato. Forse, - Louis si è ritrovato a pensare una delle tante volte che non è riuscito a dormire – si era scocciato di lui, delle sue forme, delle sue paranoie, delle sue insicurezze, del suo essere se stesso.

“So che mi menti” aveva buttato fuori, al limite della sopportazione, prima di guardare il suo ragazzo negli occhi verdi e vederci il nulla. Era come se non stesse provando niente, era come se l'uomo che aveva sempre amato e con cui aveva condiviso gli anni più importanti della sua vita non fosse lì. Ma forse era andato via già da tempo, forse era di quel Vic da più di quanto Louis immaginasse. E il riccio aveva farfugliato qualcosa, magari importante, magari era una scusa, ma l'altro non era dell'umore giusto per ascoltarlo. Se avesse saputo che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui avrebbero parlato, magari gli avrebbe prestato più attenzione. Ma no, era troppo incazzato, per una volta in tutta la sua vita si sentiva in grado di dire ciò che pensava senza pensare alle conseguenze: ormai era tutto perso.

“Dannazione, smettila, non ho voglia di sentire le tue stronzate.” Il tono della sua voce era salito notevolmente. Non ce la faceva più, la testa stava per scoppiargli.

E fu in quel momento, proprio nell'esatto istante in cui alzò gli occhi, che decise di farla finita una volta per tutte. Harry stava ancora borbottando qualcosa, la voce bassa, le spalle incurvate, come se fosse stato lui ad essere tradito. Louis era dannatamente stanco, avrebbe semplicemente dovuto sdraiarsi sul divano e riposarsi, avrebbe dovuto ascoltare ciò che il ragazzo aveva da dirgli, avrebbe dovuto trattenersi, e invece non lo fece. Non siamo perfetti, e dimostriamo il peggio di noi nelle situazioni meno opportune. Louis voleva che tutta quella confusione accumulata nella sua testa, quelle nuvole onnipresenti, sparissero. E fece la prima cosa che pensò fosse quella giusta.

“Fuori da questa casa, adesso. E' inutile che cerchi di fare l'innocente, è da tempo che ti vedi con quel Vic, ed io lo so, Styles. Vi ho visti insieme – nemmeno Louis si capacitava del suo tono di voce così duro e stanco – l'altro giorno. Ma ho fatto finta di nulla perché volevo che tu mi raccontassi la verità.”

“Sono qui per dirtela.” Gli occhi verdi erano lucidi, ma non avevano nulla a che fare con i bellissimi occhi vitrei post-orgasmo, o con gli occhi pieni di lacrime di quando Louis gli aveva fatto una proposta di matrimonio. Quella fu l'espressione più dolorosa che il liscio gli aveva mai letto in faccia.

“Cosa mi vuoi dire, eh?” non gli diede il tempo di parlare, di dirgli la sua verità. La sua mente era abbastanza piena di confusione, e questa non stava svanendo. Perché non andava via? “Mi vuoi raccontare di quanto bene ti sei trovato con lui? Mi vuoi parlare di come ti sei sentito mentre lui ti scopava, eh, Styles? Sei solo una persona di merda. Ti odio. Io ti odio, diamine, ti odio. Come ci si sente mentre una persona che conosci da qualche mese ti bacia, e invece l'uomo che ti ama da una vita è a casa ad aspettarti? E' a casa a credere che tu tornerai, perché si fida di te, nonostante tutto. Ma sai cosa, mh? Quell'uomo non c'è più. Il Louis che conosci non c'è più. Vattene via, non ti voglio più vedere.”

Non l'avesse mai detto. Mai. Se semplicemente si fosse riposato e avrebbe pensato con un po' più di calma e raziocino, Louis quelle cose non le avrebbe mai dette, perché effettivamente non le ha mai pensate. Se ci ripensa, si rende conto di essere stato osceno. E si odia per questo, non esce ad odiare Harry. Non lo ha fatto nemmeno mentre glielo ripeteva guardandolo negli occhi, che lo odiava.

Ed Harry, senza fiatare, se n'era andato da quella porta, mentre Louis cadeva a pezzi sul pavimento. Ed Harry non ci sarebbe tornato mai più in quella casa, così come Louis non si sarebbe più ricomposto, sarebbe rimasto a pezzi. Pezzi di un puzzle che solo Harry avrebbe saputo come rimettere a posto.

Si gira, Louis, cauto, appoggiandosi al muro perché ha paura che le sue gambe non lo reggano. Dovrebbe uscire, dovrebbe divertisti, dovrebbe svagarsi in qualunque modo, ma non stare lì a pensarci. Più pensa e più sta male, non può fuggire dal passato, pensa.

Ed invece si sbaglia, avrebbe avuto qualche possibilità di farcela, quando ancora non sapeva la verità. Non sapeva la verità di Harry.

Il citofono suona, e a passi piccoli si muove per andare ad aprirlo. Non pensa nemmeno a darsi una sistemata, tutti sanno com'é ridotto e a lui non importa. A lui non importa niente che non sia Harry.

Appena apre la porta, un ragazzo sulla ventina con i capelli tendenti al riccio gli sorride. Harry.

«Harry.» La sua voce è piena di speranza.

Il postino lo guarda sorridendogli cauto, ma il sorriso non è quello del riccio. Non è Harry.

«Mi dispiace, non sono io.» Il sorriso non gli muore tra le labbra. «Ma ho questa lettera, l'ha scritta un certo Harry, spero che sia la persona che intenda lei, signore. Buona giornata.»

Louis lo guarda andarsene, mentre rimane con una lettera che nemmeno si era reso conto di avere tra le mani.

Cosa vuole Harry? Perché lo sta cercando? Perché vuole ancora fargli del male? Fa finta di pensarci, ma in verità ha preso una decisione da subito: vuole aprire la lettera.

E non ci mette troppo a farlo, non ci mette troppo nemmeno a tirarla fuori e a leggerla. Ma non capisce, non capisce ciò che c'è scritto. Non lo capirà mai.

 

Ciao Louis

 

No, il riccio non avrebbe mai cominciato una lettera al suo ex in questo modo.

 

Caro Louis

 

E' cancellato anche questo.

Louis sospira.

 

Amore della mia vita,

 

Il cuore di Louis si ferma. Pensa di non aver letto bene.

 

Amore della mia vita,

ciao amore della mia vita, come stai? Sì, piccolo, hai letto bene. Non preoccuparti. Ma intanto rispondimi, come stai? Da quanto tempo non esci, non vai a fare compere a quel magnifico negozio sportivo che svaligiavi ogni volta in cui ci entravamo? Amore, non piangere. Ti prego, fallo per il tuo Harry, quello a cui hai chiesto di sposarti, l'Harry che ti amava e che lo ha sempre fatto. Ti prego, asciugati quelle lacrime. Promettimi che non piangerai, non puoi rovinare questa lettera: è l'ultima cosa che mai avrai di me.

Non ho mai smesso di amarti, e mai lo farò. Sei la miglior cosa che mi sia mai successa, ma andiamo per gradi.

Ebbene sì, nonostante tu sia un poliziotto – il mio preferito – non ci sei arrivato questa volta. Tutti sbagliano, piccolo, non fartene una colpa. Mai.

Vic non era il mio amante. Come avrei mai potuto tradirti, amore? Vic è un medico, e avevo il suo nome scritto ovunque per questo. Tutto ciò a cui pensavo eri tu, tutto il giorno e tutta la notte, degli altri avevo bisogno di appuntami persino il nome. Divertente, visto com'è finita tra di noi, ma volevo che fosse così. (Non è davvero finita, il nostro amore è infinto.) Scommetto che ora tu ti stia chiedendo “perché il mio fidanzato incontrava un medico a mia insaputa?”. Ero malato, amore. E non sarei potuto guarire, dovevo andarmene da te facendoti il meno male possibile, ma scommetto di aver fallito. Dimmi che stai bene, dimmi che non sono un fallito, dimmelo in qualsiasi modo, ti prego. Ti scongiuro.

Se hai ricevuto questa lettera, significa che sto davvero male o che semplicemente non ci sono più. Ma so che nel tuo cuore vivrò per sempre. Per questo ti regalo il mio, a me non serve più.

Grazie per avermi amato, grazie per essere stato te stesso con me, avermi mostrato le tue paure e le tue insicurezze, grazie per essere stato la miglior persona che avrei mai potuto avere al mio fianco durante la mia vita qui.

Grazie per essere stato ciò che tutti vorrebbero.

Ora, so che sicuramente avrei altre mille cose da dirti, altri mille baci da darti, sappi che volevo solo che tu mi ricordassi come il bellissimo ragazzo con i capelli ricci che dicevi io fossi. Volevo solo che ti ricordassi la mia espressione piena di amore nei tuoi confronti, invece che quella vuota e piena di nulla. E se a volte ti è capitato di notarla, non era perché non ti amavo, come hai pensato tutto il tempo. La malattia è una brutta cosa.

Buonanotte Lou.

Rimani la stella più luminosa dell'intero universo, la persona migliore dell'intero mondo, l'uomo che ho sempre desiderato amare, l'uomo a cui affido il mio ultimo ricordo – so che lo tratterai al meglio.

 

P.S.: c'è un bracciale, è un filo rosso. Legalo al tuo posto, e ti prego, per tutta la vita tienilo con te. Anche se trovi un altro uomo, anche se avrai dei figli – spero saranno i figli bellissimi che io e te non abbiamo mai potuto avere. Ma tieni quel filo rosso con te, almeno so che da qualche parte, tra qualche tempo, ti rincontrerò.

 

 

Tuo sinceramente, Harry

 

 

E Louis sorrise, per la prima volta dopo un lungo inverno, sorrise. Perché il suo Harry era ancora suo. Perché, nonostante si odiasse per il gravissimo errore di giudizio e poiché non era stato con il suo uomo ne suoi ultimi giorni di vita, Harry lo amava.

E Louis pianse, pianse mentre rideva, pianse perché l'amore della sua vita lo aveva lasciato solo. Pianse perché non avrebbe più potuto illudersi di vederlo in mezzo alla strada, pianse perché come solo la stella più luminosa dell'universo avrebbe potuto fare, era andato velocemente lontano. E non c'era più. Non avrebbe mai potuto dirgli addio.

 

Se solo, quell'ultima notte, avesse prestato attenzione alle parole farfugliate da Harry, che ormai era giunto ad un punto di non ritorno anche lui e che aveva ammesso “Sono malato, Louis” ma in risposta gli era arrivato un “Dannazione, smettila, non ho voglia di sentire le tue stronzate.”

Ma non era successo, e Louis aveva continuato ad amare Harry nonostante se ne fosse andato, ed Harry aveva continuato ad amare Louis nonostante avesse dubitato di lui, di loro. Perché, un giorno, avrebbero vissuto la loro vita felicemente insieme, e lo sapevano.

 

 

 

Ragazzi, mi scuso per questo sclero notturno dell'una di notte.

E' stata una os scritta di getto, c'è molto di Your Love Is A Lie e Gone Too Soon dei Simple Plan e The Memory dei Mayday Parade (se non li conoscete, andateli ad ascoltare, o r a .)

 

E niente, mi ritrovo a scrivere su questi due ancora una volta. Voglio ringraziare chi è arrivato fin qui e mi scuso per tutta la drammaticità della s

(Mi scuso per gli eventuali errori.)

 

Twitter: @contradjctiov

Facebook: MyBadHeart Pirlo Iero

Kik Messanger: contradjctiontoria.

Un abbraccio.

  
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